Anteprima
Vedrai una selezione di 20 pagine su 125
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 1 Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 2
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 6
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 11
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 16
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 21
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 26
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 31
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 36
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 41
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 46
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 51
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 56
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 61
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 66
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 71
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 76
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 81
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 86
Anteprima di 20 pagg. su 125.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pianificazione della Produzione Secondo  l’Approccio DDMRP. Un’Analisi  Teorica. Laureando: Filippo Gavaz De B Pag. 91
1 su 125
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ROPE

Figura 2-5 Sistema drum-buffer-rope.

Anche se ad un primo sguardo il concetto di flusso può sembrare secondario, è

in realtà il fine ultimo anche di tale metodologia. Infatti, se il vincolo viene

alimentato continuativamente, il flusso non è mai impedito e le scadenze saranno

più agevolmente rispettate. Allo stesso modo, il fatto di evitare una

sovrapproduzione da parte delle risorse a monte del buffer concorre a ridurre il

materiale in eccesso lungo il processo produttivo e quindi ad ottenere un più

rapido attraversamento del processo stesso.

Un altro importante contributo di Goldratt è dato dalla proposta di un nuovo

approccio per la misurazione delle performance aziendali che prende il nome di

throughput accounting, in opposizione al tradizionale cost accounting

45

largamente diffuso. Dougdale e Jones (1998) spiegano come secondo Goldratt

il margine di contribuzione dei prodotti non sia un buon indicatore per

determinare la redditività di un business, in quanto l’ossessione per la riduzione

dei costi unitari porta ad un maggiore focus sulle performance locali di ciascuna

area dell’impresa a discapito delle prestazioni globali. Ciò che conta davvero è

K. J. Watson, J. H. Blackstone, S. C. Gardiner, The Evolution of a Management Philosophy:

44

The Theory of Constraints. Journal of Operations Management, 2007.

D. Dugdale, T. C. Jones, Throughput Accounting: Transforming Practices? British

45

Accounting Review, 1998. 36

la velocità con cui l’azienda guadagna, e tale velocità è direttamente legata allo

sfruttamento dei colli di bottiglia. Questo modo di pensare secondo cui la

minimizzazione dei costi unitari è in realtà un ostacolo alla produttività trova

ampio spazio anche nella metodologia DDMRP.

2.5. La forza del disaccoppiamento

L’ultimo pilastro del DDMRP rappresentato in Figura 2-1 è l’innovazione, un

concetto ampio che nella metodologia in questione è declinato sotto vari punti

di vista. Innanzitutto, l’innovazione sta nel prendere alcuni dei tratti fondanti di

metodi ed approcci già ampiamente utilizzati nel mondo industriale, analizzarne

le potenzialità all’interno del contesto contemporaneo e farli convivere per dar

vita ad un nuovo modello di pianificazione che possa rispondere alle esigenze

attuali. Ciò che rende possibile questa combinazione di principi a volte anche

radicalmente discordanti tra loro è il concetto di disaccoppiamento. Non si tratta

certo di una novità nel mondo industriale, ma l’innovazione è data dal modo in

cui tale concetto viene utilizzato e messo in pratica. Per comprendere questa

innovazione è necessario fare un passo indietro e tornare alla logica di

funzionamento dell’MRP. Nel primo capitolo è stato ampiamente delineato

l’aspetto che ne ha permesso una così larga diffusione in breve tempo, ovvero la

sincronizzazione idealmente perfetta delle reti di fornitura attraverso il calcolo

dei fabbisogni dei componenti necessari alla realizzazione di un prodotto finito.

L’esplosione dei fabbisogni avviene direttamente a partire dalla domanda di

mercato, e tutti gli ordini di produzione sono allocati ad uno specifico fabbisogno

finale. La potenza di questo approccio sta nella velocità con cui vengono

calcolate quantità richieste e date di versamento, velocità che risulta di

importanza crescente con l’aumentare della complessità delle strutture di

prodotto. La logica di calcolo dell’MRP porta tuttavia alla nascita delle

problematiche descritte, su tutte nervosismo ed effetto frusta, che sono tanto più

impattanti quanto più numerose sono le interconnessioni calcolate. Sembra

quindi evidente che la soluzione non possa essere data da una ancor maggiore

37

efficienza di calcolo. Ciò che serve è una rivalutazione della struttura di base del

metodo, ed è proprio in quest’ottica che si colloca il concetto di

disaccoppiamento, che ha come obiettivo quello di limitare il numero di

connessioni interdipendenti date in input all’MRP. Il dizionario APICS definisce

il disaccoppiamento come la creazione di indipendenza tra fornitura e utilizzo

del materiale, solitamente attraverso l’utilizzo di scorte (buffer) che permettano

che variazioni di produttività dell’operazione a monte non vincolino l’utilizzo

46

dell’operazione a valle. Ptak e Smith (2018) , ideatori del DDMRP, spiegano il

disaccoppiamento tramite la metafora delle barriere ignifughe, che isolano gli

eventi che avvengono da un lato da ciò che succede dall’altro. Inoltre,

chiariscono come il disaccoppiamento sia una soluzione bidirezionale, così come

è bidirezionale il problema che si vuole combattere, ovvero l’effetto frusta.

Infatti, disaccoppiando due operazioni si blocca la propagazione della variabilità

sia in entrata sia in uscita. La dimensione dei buffer sarà commisurata al livello

di protezione che si vuole garantire. È importante notare come il

disaccoppiamento non elimini la variabilità a livello locale, bensì ne stoppi la

diffusione e l’amplificazione lungo la supply chain.

Già nella metodologia lean descritta in precedenza è presente il concetto di

disaccoppiamento: utilizzando la logica del kanban, la lean si propone di

disaccoppiare tra loro tutte le operazioni innescando la produzione solo quando

la fase direttamente successiva lo richiede. Questo approccio è diametralmente

opposto a quello adottato dall’MRP, che sincronizzando tutte le fasi produttive

non presenta alcun punto di disaccoppiamento. Nella teoria dei vincoli il buffer

funge da punto di disaccoppiamento, ma con l’obiettivo di garantire una costante

alimentazione del collo di bottiglia e non quello di bloccare la trasmissione della

variabilità a livello di sistema. L’innovazione del DDMRP sta nell’unione di

questi 3 approcci: l’idea di base è quella di posizionare dei punti di

disaccoppiamento in punti strategici, rendendo tra loro indipendenti le fasi

separate da buffer ma mantenendo la logica dell’MRP tra un buffer e l’altro. Ptak

e Smith spiegano come in tal modo si possa garantire una continua alimentazione

alle fasi che consumano il buffer, fornendo contemporaneamente un segnale di

Ibid

46 38

domanda più corretto e più stabile alle fasi che lo riforniscono, grazie alla

possibilità di aggregare la domanda. È fondamentale sottolineare come lo stock

presente in questi magazzini non debba mai essere portato a zero, pena la perdita

della funzione di disaccoppiamento. La localizzazione dei buffer è una decisione

strategica molto rilevante che verrà discussa nel capitolo seguente.

Se il buffer è dimensionato correttamente, garantirà la disponibilità di

semilavorati alla fase direttamente successiva. Ciò ha immediate ripercussioni

sul lead time visto dal cliente finale in quanto l’esplosione dei fabbisogni si

fermerà laddove si incontra un buffer. In altre parole, si creano orizzonti di

pianificazione molto più brevi e totalmente indipendenti tra loro, come mostrato

dalle linee tratteggiate in Figura 2-6. La lunghezza di questi orizzonti sarà data

dalla più lunga sequenza temporale presente tra due buffer.

Figura 2-6 Orizzonti di pianificazione in presenza di buffer (Ptak e Smith, 2016)

47

Ibid

47 39

Un’implicazione della riduzione degli orizzonti di pianificazioni sta nel fatto che

se il punto di disaccoppiamento è all’interno dell’orizzonte di visibilità degli

ordini dei clienti, come nel caso della Figura 2-6, sarà possibile dare in input al

sistema soltanto la domanda reale. In questo modo uno dei principali problemi

dell’MRP viene eliminato alla radice: la pianificazione della produzione avverrà

non più in base a dei forecast che, pur essendo sviluppati con sofisticati software

sempre più complessi e articolati, sono errati per definizione, ma in base alla

domanda effettiva data dagli ordini dei clienti. Questa maggiore accuratezza del

segnale di domanda si ripercuote poi su tutta la struttura di prodotto in quanto le

oscillazioni che causano il nervosismo dell’MRP saranno di frequenza e di

ampiezza minore, oltre a essere stoppate tramite i punti di disaccoppiamento.

Un’altra importante implicazione dell’uso dei punti di disaccoppiamento è

visibile a livello di distinta base del prodotto finito. Ptak e Smith parlano a tal

proposito di decoupled explosion: l’esplosione dei fabbisogni dipendenti è

stoppata ogni qualvolta si incontra un buffer di disaccoppiamento. Ciò è

possibile grazie al fatto che il buffer garantisce la disponibilità dei semilavorati.

Sarà poi il buffer stesso il punto di partenza di un’ulteriore esplosione di

fabbisogni necessari a mantenere il livello di protezione desiderato, ma tali

fabbisogni saranno indipendenti da quelli dei livelli superiori e si verificheranno

soltanto quando la giacenza scenderà al di sotto di una soglia di controllo

determinata tramite un’equazione chiamata net flow equation, equazione di

flusso netto. Tale equazione è il fulcro del meccanismo di generazione degli

ordini di produzione e di acquisto e verrà dettagliata nel prossimo capitolo. La

differenza tra la tradizionale esplosione di distinta base utilizzata nell’MRP e

l’esplosione disaccoppiata è illustrata in Figura 2-7: è molto importante notare

come tra un buffer e l’altro la logica dell’MRP rimanga esattamente la stessa. Il

concetto di esplosione disaccoppiata è un’altra sostanziale innovazione del

DDMRP.

Per determinare se un buffer di disaccoppiamento sia efficace e svolga la

funzione per la quale viene utilizzato, Ptak e Smith hanno identificato sei criteri

di successo. Per evitare di creare fraintendimenti dovuti a traduzioni imprecise i

nomi dei criteri sono riportati in lingua inglese.

40

Figura 2-7 Distinta base tradizionale vs. esplosione disaccoppiata (Ptak e Smith, 2016)

1- Decoupling test. Un punto di disaccoppiamento blocca il trasferimento e

l’amplificazione della variabilità sia della domanda che delle forniture,

ed elimina la completa dipendenza temporale nella creazione degli ordini

grazie all’esplosione disaccoppiata.

2- Bidirectional benefit test. I benefici del disaccoppiamento devono essere

tangibili sia per le attività che alimentano il buffer, in termini di segnali

di domanda più stabili e realistici, sia per le attività che lo consumano,

grazie alla disponibilità immediata di materiale.

3- Order independence test. Il materiale in giacenza all’in

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
125 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/08 Diritto costituzionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher EMI500 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Giustizia costituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Panizzolo Roberto.