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LA SCHEDA
Alla fine di ogni seduta, a ciascun paziente viene fornita una scheda da
compilare dopo ogni crisi vissuta durante la settimana. Questo strumento
funge da “diario delle crisi”, che il paziente può portare con sé nella vita
quotidiana.
La scheda è organizzata in righe e colonne. Per ogni giorno (righe), il
paziente può annotare i comportamenti critici avvenuti, tenendo conto di
tutti gli aspetti descritti nel paragrafo precedente. La struttura dettagliata
della scheda facilita l'individuazione e l'analisi di tutti gli elementi rilevanti
per una descrizione accurata della crisi. Senza questo strumento, le
descrizioni rischiano di essere generiche o poco focalizzate.
1. Crisi: In questa colonna si indica il tipo di crisi verificatasi, secondo
le tre categorie definite: Crisi Agita (CA), Crisi Emotiva (CE), Crisi
Sventata (CS).
2. Evento scatenante (ES): Qui si annota l’evento che ha innescato
la crisi.
3. Interpretazione dell’evento (IE): Si riferisce a come l'evento
scatenante è stato percepito e interpretato dal paziente. Questo
può essere spiegato come “ciò che pensi dell’evento, come l’hai
vissuto e cosa ti ha fatto pensare”, e fornisce la connotazione
emotiva all'evento stesso.
4. Comportamento (C): Riguarda la descrizione del comportamento
disfunzionale messo in atto.
5. Emozione prevalente prima: Indica l'emozione provata
immediatamente prima del comportamento problematico. I
pazienti possono elencare più emozioni, quindi sarà compito del
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facilitatore, durante l'analisi funzionale, aiutare il gruppo a stabilire
l’ordine cronologico in cui si sono manifestate le diverse emozioni.
Crisi Evento Scatenante Interpretazione Comportamento Emozione Int. Emozione Int. Fattori di
dell'evento Prevalente Prima (0-5) Prevalente (0-5) Vulnerabilità
Dopo
Lun
Mar
Mer
Gio
Ven
Sab
Dom Crisi Fattori di vulnerabilità
Crisi Agita = CA Malattia Fisica = MF Squilibri del Sonno = SS Alcol e Droghe = SOS Eventi Stressanti = ES Precedenti Comportamenti
Stressanti = CS
Crisi Emotiva = CE Squilibri Alimentari = SA Ferite = F Farmaci = FA Emozioni Intense = EI Altro = A
Crisi Sventata = CS
Nome______________________ Data_____________
6. Intensità (0-5): Al paziente viene chiesto di indicare, su una scala
Likert da 0 a 5, l'intensità con cui ha provato l'emozione
antecedente al comportamento target.
7. Emozione prevalente dopo: Questa sezione riguarda l’emozione
avvertita subito dopo il comportamento problematico, utile per
comprendere le conseguenze dell’azione intrapresa.
8. Intensità (0-5): Si richiede al paziente di valutare, sempre su una
scala da 0 a 5, l'intensità dell'emozione successiva al
comportamento target.
9. Fattori di vulnerabilità: Questi sono gli elementi che possono
facilitare l'insorgenza di una crisi, senza causarla direttamente. I
principali sono:
Malattia Fisica (MF): Include tutte le condizioni organiche che
• possono creare stress o generare emozioni intense (es. mal di
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schiena, influenza, febbre). Comprende anche malesseri legati a
condizioni fisiologiche, come il ciclo mestruale, che possono
influenzare l’emotività.
Squilibri Alimentari (SA): Si riferisce a condizioni di assunzione
• eccessiva o insufficiente di cibo. È importante approfondire la
“routine alimentare” del paziente, verificando se ha seguito i pasti
“canonici” (colazione, pranzo e cena) e come, per valutare
eventuali disequilibri e le loro conseguenze fisiche ed emotive.
Squilibri del Sonno (SS): Riguarda le difficoltà a riposare in
• modo adeguato. Si indaga sulla quantità (dormito "troppo" o
"troppo poco") e sulla qualità del sonno (es. incubi, risvegli), fattori
che possono influenzare il tono emotivo generale.
Ferite (F): Si riferisce a lesioni derivanti da atti autolesivi o
• incidenti che hanno avuto un impatto emotivo significativo sulla
persona.
Alcol e Droghe (SOS): Include l’assunzione di sostanze
• psicotrope.
Farmaci (FA): Si riferisce all'uso improprio di farmaci. Questa
• categoria comprende sia alterazioni nell'orario o nelle quantità
delle terapie prescritte, sia l'utilizzo non autorizzato di farmaci.
Eventi stressanti (ES): Eventi che hanno causato stress nel
• paziente. Possono includere eventi programmati nel breve
termine (ad esempio, "Ho un esame domani" o "Devo andare dal
dentista") o eventi recenti che hanno portato a conseguenze
negative (come un appuntamento cancellato all’ultimo momento o
un esame andato male).
Precedenti Comportamenti stressanti (PCS): comportamenti
• del paziente che in qualche modo ne hanno aumentato la
suscettibilità emotiva (qualsiasi comportamento messo in atto in
prima persona che genera vissuti emotivi che vanno ad
incrementare la soglia (es. crisi precedenti).
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Emozioni Intense (EI): emozioni persistenti che generano
• sofferenza (caso specifico le emozioni positive quali gioia, felicità
e serenità la cui presenza può generare vissuti emotivi secondari).
Altro (A): tutto ciò che non rientra nelle categorie precedenti.
•
L’attività si svolge in uno studio attrezzato con un tavolo centrale, intorno
al quale possono sedersi tutti i membri del gruppo, e una lavagna. È
fondamentale che il numero di sedie attorno al tavolo corrisponda al
totale dei componenti del gruppo, anche in caso di assenze, seguendo
le consuete procedure delle attività di gruppo (Yalom, 2015). Questo
aspetto simbolico trasmette al paziente l’importanza del lavoro di gruppo,
sottolineando che ogni membro, inclusi quelli assenti, contribuisce al
valore collettivo. Il gruppo, incentrato sulla crisi, ha una durata massima
di un’ora e mezza. Sebbene sia un evento raro, un fattore che può
modificare il tempo di incontro è l’assenza di crisi da esaminare. In tale
circostanza, si può decidere di concludere il gruppo in anticipo,
evidenziando così la sua funzione specifica di rispondere al bisogno di
analizzare le crisi e la loro origine: senza crisi presentate, il gruppo perde
il suo significato. Al contrario, il tempo può anche allungarsi leggermente
in presenza di un numero maggiore di partecipanti. Tuttavia, è
fondamentale rimanere all’interno del limite massimo stabilito,
rispettando la struttura del setting. Questo evidenzia il ruolo del
facilitatore nella gestione del tempo. La sua funzione non consiste nel
prolungare l’attività in base all’andamento della discussione, ma nel
guidare i partecipanti a utilizzare il tempo a disposizione in modo efficace,
al fine di completare il compito del gruppo.
L’attività si articola in tre fasi distinte e consequenziali:
1. il “giro schede”;
2. la scelta della crisi da analizzare;
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3. l’analisi della crisi.
IL GIRO SCHEDE
Il primo momento, della durata massima di 45 minuti, è dedicato alla
lettura delle schede compilate dai pazienti durante la settimana. Si tratta
di una lettura iniziale che si concentra esclusivamente sugli aspetti
essenziali, permettendo così al gruppo di conoscere gli eventi significativi
accaduti a ciascun partecipante e di selezionare la crisi da analizzare in
modo approfondito. Ogni paziente condivide un singolo comportamento
critico, selezionato tra quelli verificatisi, e presenta le informazioni relative
alla prima parte della scheda, che includono tipo di crisi, evento
scatenante, interpretazione dell’evento e comportamento problematico.
L’enfasi sulle sole informazioni fondamentali serve sia a facilitare la
comprensione, sia a contenere i tempi. Sebbene ci sia un margine di
variabilità, è cruciale che questo momento non superi il limite di 45 minuti,
motivo per cui il facilitatore deve aiutare i partecipanti a mantenere il
focus. È importante evitare che si allunghi prematuramente la
descrizione degli episodi.
Se un paziente ha affrontato più crisi durante la settimana, è invitato a
scegliere quale presentare.
I criteri di selezione proposti dal facilitatore comprendono:
1. il livello di sofferenza associato alla crisi;
2. il grado di comprensione raggiunto dal paziente riguardo al
comportamento
problematico;
3. la frequenza del comportamento stesso.
Questi criteri aiutano il paziente a chiarire quale episodio sia più
appropriato portare all’attenzione del gruppo.
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Limitare rigorosamente questo primo momento ha due funzioni principali:
da un lato, stimola il gruppo a sviluppare una capacità di auto-
organizzazione del tempo; dall’altro, richiama il paziente alla
responsabilità di operare secondo l’assetto mentale del gruppo Crisi,
preparandosi adeguatamente prima dell’inizio dell’attività.
SCELTA DELLA CRISI DA ANALIZZARE
Prima di chiedere al gruppo di selezionare l’argomento su cui lavorare, è
utile identificare insieme i temi centrali che caratterizzano le crisi
riportate. Questo processo consente di evidenziare problematiche
relazionali, questioni legate al giudizio, al senso di abbandono o al timore
del fallimento. In questo modo, il gruppo è in grado di effettuare una
scelta consapevole, riconoscendo che, al di là del comportamento
specifico, si celano tematiche di interesse collettivo.
Ad esempio, tra le crisi esaminate, le prime tre possono ruotare attorno
alla percezione e al giudizio su di sé, la quarta al timore del fallimento, e
la sesta alla gestione della noia, spesso associata alla “profezia che si
autoavvera”. Le altre crisi, invece, si riferiscono ad aspetti relazionali
connessi alla paura dell’abbandono.
Questa strategia evita scelte che focalizzano l’attenzione sulla persona
piuttosto che sull’episodio critico. È cruciale chiarire che l’obiettivo del
gruppo è identificare l’episodio che risulta più utile per l’analisi collettiva.
Per enfatizzare il concetto di lavoro “di” gruppo e prevenire dinamiche
personali che potrebbero ostacolare il processo, il facilitatore deve
stabilire questo principio fin dall’inizio.
A supporto di questo, il facilitatore introduce alcuni criteri per guidare la
scelta dell’oggetto di lavoro, inizialmente proposti da lui, ma
successivamente gestiti dai membri del gruppo in un contesto maturo.
1. Criterio di vicinanza: i partecipanti sono invitati a scegliere
la crisi che percepiscono come più affine alla loro esperienza, sia
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presente che passata. Questo