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Community Event Local Press
Fonte: Roche (2000, p. 4)
Altre classificazioni, come quella proposta da Chito Guala (2007)
esaminano i contenuti degli eventi, affermando che grazie il contenuto proposto
sia possibile descriverne e definirne le differenti tipologie. L’autore prende come
esempio alcuni fenomeni, come il pellegrinaggio di Santiago di Compostela, o
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luoghi, come i siti classificati dall’Unesco, che sono ritenuti alla stregua dei
grandi eventi, o avvenimenti, che attraendo grandi folle di persone, spingono i
responsabili delle amministrazioni locali a cercare di offrire agli utenti
opportunità e servizi legati a questi luoghi, di livello qualitativo sempre più
elevato.
Tanto i grandi eventi, quanto questi episodi, circuiti e iniziative,
costituiscono un elemento fondamentale per supportare una efficace attività di
“citymarketing” in grado di attrarre visitatori. Tali circostanze concorrono a
13
promuovere l’immagine della città, o il luogo che li ospita e sono in grado di
produrre effetti positivi anche a lungo termine.
Infatti, se il grande evento ha una durata limitata nel tempo, le sue
conseguenze possono avere effetti a lungo termine, sia nella fase di
idealizzazione, sia negli effetti ritenuti permanenti, fisicamente legati al territorio.
A tal proposito con il termine marketing territoriale intendiamo definire quella
specifica attività sia di raccordo di azioni collettive finalizzate alla promozione e
sviluppo, di medio-lungo periodo, delle attività presenti sul territorio, sia di
rappresentazione delle opportunità che il contesto istituzionale, imprenditoriale,
sociale ed economico offre a potenziali iniziative in grado di inserirsi in modo
coerente rispetto alle variabili endogene che caratterizzano e contraddistinguono
l’ambientale territoriale oggetto dell’azione ›› (Zucchetti, 2008, p. 5) .
Le cause che oggi stanno spingendo sempre di più verso l’applicazione di
principi di marketing per la valorizzazione del territorio, possono ricondursi a tre
fattori principali riepilogativi degli elementi che influenzano l’attrattività di
un’area come il declino economico di alcuni territori storicamente di grande
importanza che oggi stanno perdendo il loro grado di penetrazione verso i
13 Citymarketing è la promozione di una città o di un quartiere all'interno della città, con l'obiettivo di
incoraggiare talune attività che si svolgeranno lì. E 'utilizzato per alterare le percezioni esterne di una
città, al fine di incoraggiare il turismo, attrarre immigrazione dei residenti, o attivare
delocalizzazione. Una caratteristica significativa della citymarketing è lo sviluppo del nuovo punto di
riferimento, o 'fiore all'occhiello', come edifici e strutture. Lo sviluppo delle città come un prodotto
commerciabile ha portato alla concorrenza tra di loro per l'attrazione degli investimenti e finanziamenti
governativi. Si manifesta spesso nei tentativi dalla città per attrarre eventi sportivi internazionali, come
la Giochi Olimpici (www.wikipedia.com) 75
rispettivi mercati obiettivo; la mancanza di sinergie economiche che spinge le
aziende a perdere la competitività di prodotto e processo acquisita nel tempo; la
mancanza di un sistema di programmazione territoriale in grado di concentrare
idee e risorse, invece che disperdere energie e creare conflitti .
Oltre alle attività di marketing territoriale tradizionale appena citato, si
afferma quindi un nuovo modello di citymarketing, all’interno del quale la
visibilità della città o del luogo, diventa un elemento fondamentale importanza.
La competizione internazionale circa la possibilità di ospitare grandi eventi,
significa anche e soprattutto determinare le condizioni necessarie all’accoglienza,
e ciò comporta investimenti significativi nelle reti ricettive nei sistemi delle
infrastrutture al fine della riqualificazione urbana. La promozione di un grande
evento, da parte del territorio o della città che lo ospita, implica una grande
responsabilità in termini di immagine e di gestione di budget. Diversi studi hanno
cercato di individuare la struttura delle connessioni tra i fenomeni e gli elementi
caratterizzanti di un territorio, descrivendo il sistema di relazioni tra società,
ambiente ed economia (Severino, 2006) .
Grazie alle indagini condotte è stato possibile evidenziare l’incompletezza
del dualismo tra territorio e economia, quali elementi dicotomici di sviluppo.
L’analisi teorica, ha dimostrato infatti, che la capacità competitiva di
un’organizzaizone dipende in gran parte dal contesto complessivo in cui essa
opera e su cui essa influisce anche in minima parte (Kramer e Porter, 2002)
A sua volta le peculiarità e le caratteristiche di eccellenza del territorio sono
in grado di generare nuovo valore per il sistema economico, gettando anche in
modo involontario le basi per il processo di sviluppo, nel quale la crescita
avviene attraverso l’aggregazione di cluster. Inizialmente, per cultural cluster ci
si riferiva ad una determinata concentrazione spaziale di attività, localizzate
soprattutto nelle aree urbane, dove sono presenti strutture e infrastrutture dedite
alla promozione della cultura. L’idea si basava sulla necessità di riqualificare
zone ritenute poco accessibili, aree di degrado o dismesse, attraverso una
riqualificazione sociale ed economica con attività legate all’arte, allo spettacolo
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e ai settori connessi. L’evoluzione del concetto di cultural cluster, ha condotto ad
una specializzazioni di azioni basate sulle tipologia si distretto.
La dimensione simbolica, quindi assume un ruolo ed un peso centrale nella
determinazione del valore aggiunto soprattutto per il territorio. Infatti, il territorio
con le sue molteplici valenze storiche e culturali assume un ruolo di garante e
depositario di tale dimensione simbolica e diviene quindi, nel suo aspetto più
immateriale, un asset di valore strategico per la definizione di vantaggio
competitivo (Severino, 2006). Il settore turistico, in questo caso, rappresenta uno
degli esempi più evidenti, dove il prodotto coincide con il territorio. La scelta,
anzi la motivazione culturale, appare uno dei criteri di maggiore peso nel
processo di selezione delle alternative da visitare, a condizione che essa si
coniughi con le altre caratteristiche quali l’ambiente, la gastronomia,
l’accoglienza ecc. Le modalità di sviluppo del territorio, già dalla rivoluzione
industriale metà 800, sono state caratterizzate da un progressivo processo di
concentrazione spaziale del capitale fisico in luoghi definiti, come le aree urbane.
Al modello europeo di distretto industriale, si contrappone il modello americano
di cluster, nel quale gli elementi più specificamente culturali e immateriali hanno
un peso meno rilevante e dove diviene dove è centrale la dimensione di
articolazione spaziale della filiera, ossia precise forme di economie localizzate.
Ciò che si ritiene importante è sottolineare come i modelli di distrettualizzazione
/agglomerazione di matrice culturale fungono da controparte organizzativa delle
politiche di marketing territoriale. La terminologia cultural cluster e distretti
culturali derivano dall’agglomerazione spaziale delle attività produttive e il loro
rapporto con i processi di sviluppo locale, producendo modelli di riferimento
significativi anche nel contesto specifico dei modelli di organizzazione
territoriale e della fruizione culturale.
Santagata (2003) ‹‹ delinea quattro tipologie di distretto legate alle risorse
materiali e immateriali presenti: Industrial Cultural District, Istitutional Cultural
District, Museum Cultural District, Metropolitan Cultural District nei quali i
distretti sono definiti in base al “bene creativo” che producono, alle forme di
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tutela della produzione intellettuale e ai meccanismi di circolazione della
conoscenza›› (Santagata, 2003, in Severino, 2006, p. 60). Le tipologia di
sviluppo territoriale culture based, si definiscono in base a due concezioni
riassunte in quella definita bottom-up e top down. La prima (bottom-up) consiste
nell’attivazione di un processo di auto-organizzazione e di un lungo periodo di
incubazione supportato dalla società e dal territorio priva di una regia
istituzionalmente vincolante; la seconda (top down), tratta di un processo
relativamente pianificato di valorizzazione dei beni e delle attività individuate
strategicamente perseguito attraverso un monitoraggio continuo dei risultati e di
un costante feedback dei risultati sulle politiche (Severino, 2006).
Negli Stati Uniti il modello cultural cluster di matrice bottom-up ha trovato
più applicazione, in Europa si è applicata la matrice di natura top-down. Questi
due approcci vengono utilizzati anche per misurare gli effetti degli eventi sul
territorio, quindi l’eredità dell’evento.
Nel caso dell’approccio top down, le variabili di partenza sono quelle di
natura economica, ossia le conseguenze che derivano dall’elevato flusso di
capitali in grado di produrre cambiamenti economicamente significativi.
L’aspetto più significativo viene rappresentato dalla valutazione su possibili
cambiamenti e sulla possibile crescita economica della città/territorio che ospita
l’evento.
I risultati degli effetti che un evento produce su un determinato territorio, si
hanno attuando un confronto di variabili economiche dell’area che ospita
l’evento (event case) con quelle di un’area con le stesse caratteristiche di
partenza, definita “without case”. Possiamo affermare quindi, che l’eredità
prodotta dell’evento risulta essere la differenza tra l’event case e il without case
(Baiardi, Morena, 2009 ).
Una evoluzione di questo tipo di analisi prevede che si consideri uno
sviluppo parallelo (sulla scia dell’effetto placebo), definito “control case” della
stessa area, se non avesse ospitato l’evento; in questo caso l’eredità è determinata
dalla differenza tra l’event case e il control case. 78
L’approccio bottom up, invece come già detto, è basato sul percorso di
sviluppo della città a lungo termine, quindi prende in considerazione lo sviluppo
della città che ospita un evento, ipotizzando l’assenza dell’evento stesso (without
case), senza effettuare raffronti con altre realtà. Vengono studiati alcuni aspetti
che consentono di verificare la coincidenza tra i piani di sviluppo della città
ospitante (indipendenti dall’evento) e le strutture realizzate per l’evento stesso.
L’approccio in quest