DISCUSSIONE
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Le CF costituiscono un evento neurologico frequente e temuto in età pediatrica. Sono
note sin da tempi molto antichi e Ippocrate ne fa più volte menzione.
“Le CF durano pochissimi minuti e nella maggior parte dei casi se ne vanno senza
lasciare conseguenze, ma ai genitori fanno sempre molta paura. Le CF sono un
fenomeno abbastanza frequente tra i bambini: un piccolo su trenta presenta infatti una
crisi entro i cinque anni. La crisi conclusiva è uno stato di incoscienza scatenato dalla
febbre in cui il bambino è incapace di rispondere. Spesso si nota anche una rigidità del
corpo o movimenti delle braccia e delle gambe, ma può anche manifestarsi con la
perdita del tono muscolare: in questo caso, il bambino appare flaccido, incapace di
L’età in cui il fenomeno si manifesta è quella compresa tra i sei mesi e i
sorreggersi.
cinque anni, ma si tratta ovviamente di parametri indicativi. Il problema è determinato
da un’attivazione elettrica del cervello, provocata dalla febbre. In genere, a scatenare
è l’aumento della temperatura, ma la crisi può anche precedere la
il meccanismo
comparsa dello stato febbrile. Pur essendo estremamente preoccupante e angosciante
per chi assiste, si tratta di un evento benigno che di solito si risolve in modo spontaneo,
senza conseguenze a lungo termine. Può accadere che l’episodio si ripeta: un bambino
ne avrà un’altra in corso di febbre. E la probabilità aumenta
su tre che ha avuto una CF,
se esiste una familiarità e se il piccolo ha meno di un anno al momento del primo
episodio. Occorre però ricordare che siamo davanti a un bambino sano e non bisogna
diventare ansiosi e iperprotettivi” (Convulsioni febbrili, cosa sono e come affrontarle,
Stefano Masi, Maggio 2023). Con queste parole il responsabile del Pronto Soccorso
dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze spiega ai genitori il fenomeno delle CF, un
evento ancora troppo poco conosciuto in relazione al timore che provoca nei caregiver.
Per far fronte alla disinformazione è necessario che venga sviluppata una rete di
educazione sanitaria rivolta a tutti i genitori, in particolar modo alle neomamme e ai
risulta fondamentale la figura dell’infermiere che,
neopapà; a tale proposito, oltre al
ruolo di identificazione dei bisogni assistenziali della persona e della collettività, ha
anche la veste di educatore sanitario. “L'infermiere è l'operatore sanitario che, in
possesso del diploma universitario abilitante e dell'iscrizione all'albo professionale è
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responsabile dell'assistenza generale infermieristica. L'assistenza infermieristica
preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, relazionale, educativa.
[…] Agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitari e
(DM 739/94). Per una buona ed efficace educazione sanitaria è necessaria la
sociali.”
collaborazione da parte di figure professionali differenti, con il contributo
fondamentale dei pediatri, al fine di promuovere, attraverso piccole azioni, una
maggiore divulgazione di informazioni relative alle CF. È fondamentale che
l’educazione sanitaria inizi dai pediatri di libera scelta, fino ad arrivare agli ambulatori
pediatrici e/o durante gli accessi al pronto soccorso pediatrico. La figura
dell’infermiere, se adeguatamente formata, può educare le famiglie al riconoscimento
della CF e alla sua gestione domiciliare, limitando così gli accessi in pronto soccorso
e moderando la paura dei genitori relativa a questo evento.
In questa tesi è stato preso in esame un campione di 88 genitori di bambini e
adolescenti (0-16 anni), composto dal 14% di maschi 86% di femmine, di età compresa
tra i 25 e 49 anni. Dallo studio è emerso che la quasi totalità dei genitori intervistati
abbia ricevuto informazioni riguardo le CF da una sola fonte (spesso non scientifica)
e solo circa 1 genitore su 5 ha discusso del significato e della gestione delle CF con un
pediatra; infatti, solamente il 15% degli intervistati è stato classificato come
conoscenza buona, mentre il restante 85% è da considerarsi con conoscenza
potenzialmente scarsa. A dimostrazione del fatto che è necessaria una conoscenza più
“scientifica” dell’argomento, i genitori che hanno ricevuto informazioni dal pediatra
ritengono più basso il rischio di morte in caso di CF rispetto al resto degli intervistati
il 44,3% dei genitori intervistati conosce la fascia d’età in cui
(p=0.0068). Solo
possono presentarsi le CF e una percentuale ancora minore (36,4%) conosce il reale
rischio di recidiva; al contrario, gli intervistati hanno dimostrato una buona conoscenza
per quanto riguarda le manifestazioni cliniche delle CF. Indagando ulteriormente sul
livello di conoscenza, è stato chiesto ai genitori reclutati di indicare quali fossero, a
parer loro, i fattori di rischio di insorgenza delle CF e, come atteso, il principale fattore
la febbre elevata (>40°C), a conferma di quanto la “phever
di rischio è risultata
colpisca i genitori di qualsiasi sesso, età e formazione scolastica.
phobia” Questi dati
confermano quanto potrebbe essere utile un’adeguata educazione sanitaria nei
confronti dei genitori, volta a ridurre la “paura” che questi provano durante gli episodi
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febbrili dei loro bambini, un timore che risulta presente a prescindere dall’età, dal titolo
di studio e dall’occupazione o meno di un ruolo in ambito sanitario. Si è poi indagato
sulla conoscenza da parte degli intervistati delle corrette manovre da attuare in caso di
CF insorta a domicilio e si è riscontrato che la maggior parte dai genitori ritiene giusto
mettere in atto quelle che sono le manovre fondamentali di primo soccorso.
Analizzando il senso di adeguatezza riferito dai genitori in merito alla gestione della
febbre e di un’eventuale CF è emerso che i genitori si valutano, perlopiù, all’altezza di
gestire un episodio febbrile e si sentono nettamente più preparati per la gestione della
febbre piuttosto che di un episodio di CF. In generale, si osserva che i genitori che
hanno ricevuto informazioni da un pediatra si sentano più preparati a gestire
un’eventuale CF rispetto al resto dei genitori, ma si denota anche che i caregiver
informatisi dal pediatra abbiano una maggiore paura dell’insorgenza di una CF rispetto
al resto degli intervistati.
Dall’analisi dei dati emerge la percezione, da parte dei genitori, di aver ricevuto una
scarsa informazione da parte del pediatra, che gli intervistati sentano la necessità di
ottenere maggiori informazioni in merito alle CF e che ritengano sia fortemente utile
un colloquio con un infermiere per ricevere un’adeguata educazione volta alla gestione
della febbre in età pediatrica e delle CF. In particolare, i genitori di età compresa tra i
25 e 35 anni sentono maggiore necessità di ricevere ulteriori informazioni riguardo le
CF rispetto agli intervistati di età >35 anni; al contrario, i genitori di età più avanzata
sentono un bisogno maggiore di un colloquio con un infermiere al fine di ricevere
un’adeguata educazione sanitaria relativa alla gestione della febbre e delle CF rispetto
agli intervistati di età minore. Ciò conferma quello che la tesi voleva dimostrare: è
importante che professionisti come gli infermieri si mettano al fianco di ogni genitore
e attuino un’adeguata educazione sanitaria al fine di informare in merito al significato
di CF e preparare i caregiver alla gestione della febbre in età pediatrica e delle CF ad
insorgenza domiciliare.
Considerati i risultati derivanti dall’analisi abbiamo creato un opuscolo informativo
indirizzato ai genitori in cui si spiega cosa sono le CF, come si manifestano e
soprattutto come comportarsi in caso di insorgenza di una crisi convulsiva.
Al giorno d’oggi, dati gli innumerevoli mezzi di informazione alla portata della maggior
parte della popolazione, può sembrare banale investire del tempo dedicandosi
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all’educazione sanitaria in merito alle CF e alla febbre, un evento così frequente da
sembrare quasi banale. Come si rileva dal questionario, però, la conoscenza relativa alle
CF è scarsa e il rialzo febbrile rappresenta un evento che ancora oggi spaventa la maggior
parte dei genitori.
Per una maggiore conoscenza della gestione della febbre e delle CF sarebbe interessante
eseguire educazione sanitaria a partire dal periodo della gestazione o nei primi mesi di vita
del bambino, da parte di infermieri formati. Le CF, infatti, possono insorgere a partire dai
6 mesi di vita, perciò, è importante che le neomamme e i neopapà siano adeguatamente
formati a riguardo.
Partendo da un programma di educazione sanitaria fatto da pediatri in collaborazione con
infermieri adeguatamente formati, sarebbe interessante sviluppare un progetto che possa
coinvolgere in primo luogo i neogenitori ma anche nonni e caregiver, al fine di dare, a chi
si prende cura del bambino, informazioni adeguate alla gestione delle CF e della febbre in
generale. Queste attività, oltre a incrementare le conoscenze sulle CF, potrebbero essere
di sostegno ai genitori per quanto riguarda la “phever e la paura legata all’evento
phobia”
della convulsione, dando non solo mere informazioni ma un aiuto psicologico per
affrontare, senza un esagerato timore, questi eventi. 43
CONCLUSIONI
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- Le conoscenze dei genitori relative al significato delle CF e alla loro gestione sono
un’adeguata educazione
insufficienti. In particolare, pochi genitori hanno ricevuto
sanitaria da parte del pediatra, lacuna che è stata spesso colmata consultando fonti
di informazioni non scientifiche.
- La maggior parte dei genitori intervistati ha una buona conoscenza dei fattori di
di insorgenza
rischio di CF; al contrario, la conoscenza relativa all’età e al rischio
di recidiva delle CF è scarsa.
- I genitori intervistati considerano come principale fattore di rischio di CF la febbre
elevata, confermando quanto la paura della febbre e delle sue complicanze sia
ancora diffusa e radicata nella popolazione.
- La maggior parte dei genitori ha individuato le corrette manovre da effettuare in
caso di CF insorta a domicilio, in particolare per quanto riguarda i genitori che
hanno ricevuto informazioni da un pediatra e i lavoratori in ambito sanitario.
- I genitori intervistati reputano di aver ricevuto una scarsa informazione da parte del
pediatra di liber
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