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I TELECRONISTI DELL’EPOCA: UNO STILE
CAPITOLO 3 - “TRADIZIONALE”
3.1 - Nicolò Carosio
Nato a Palermo il 15 marzo 1907, Nicolò Carosio è considerato come uno dei personaggi
più importanti della storia del giornalismo sportivo italiano. Nel 1931, durante un breve
soggiorno in Inghilterra in compagnia della madre, cominciò ad appassionarsi al racconto
96
dello sport in radio dopo aver ascoltato Herbert Chapman sulle frequenze della BBC . Al
rientro in Italia, nel 1932, mentre si trovava a lavorare a Venezia presso la compagnia
petrolifera Shell, decise di fare domanda all’Eiar (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) per
entrare nella squadra dei radiocronisti. Nel provino gli fu assegnato il derby tra Juventus e
partita che convinse immediatamente i vertici dell’emittente a proporgli un
Torino (5-5),
contratto di lavoro: il suo esordio ufficiale in radiocronaca avvenne il giorno di Capodanno
del 1933, in occasione dell’amichevole disputata a Bologna tra Italia e Germania, conclusa
sul risultato di 3-1 in favore della nostra Nazionale. In questa partita, Carosio ebbe modo di
proporre per la prima volta agli ascoltatori il saluto divenuto poi suo marchio di fabbrica:
“Signore Carosio che vi parla…”, introduzione con cui il cronista siciliano
e signori, è Nicolò
era solito aprire tutti i suoi collegamenti dai vari stadi d’Italia e del Mondo. Voce delle vittorie
azzurre ai Mondiali del 1934 e del 1938, Carosio fu costretto a adattare il proprio linguaggio
alle norme imposte in quegli anni dal regime fascista, che vietava l’utilizzo di termini di
: proprio per questo motivo, infatti, convertì il “corner” in calcio d’angolo, il
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origine straniera
“cross” in traversone e il “gol” in rete, che a sua volta diventava “quasi nelle circostanze
rete”
in cui un calciatore mancava la marcatura per un soffio. Un’altra formula spesso ricorrente
nelle cronache di Carosio fu “Adesso utilizzata
dedichiamoci ad un whiskiaccio”,
prevalentemente durante i racconti di partite disputate in pieno inverno o comunque in un
clima freddo. Non avendo a disposizione gli strumenti tecnologici attuali, in fase di
avvicinamento alle sfide da commentare Carosio era solito recarsi presso le sedi dei ritiri
pre-partita delle squadre per instaurare un primo contatto con i calciatori, conoscere i loro
numeri di maglia e memorizzare i loro aspetti fisici per evitare di incorrere in errori in sede
98
di commento . Nel maggio 1949, Nicolò Carosio venne designato per la radiocronaca di
Benfica-Torino, gara amichevole in programma a Lisbona, ma fu costretto a rinunciare in
96 C. Calanni, La radio-telecronaca calcistica. Da Carosio a Caressa… 90 anni di gol ascoltati e guardati, YouCanPrint
Editore, 2020 (p.29)
97 M. Zucca, Telecronacando. La narrazione calcistica italiana: un viaggio tra passato, presente e futuro, BradipoLibri,
2020 (p.62)
98 https://storiedicalcio.altervista.org/blog/nicolo_carosio.html
41
extremis all’incarico a causa della cresima del figlio Paolo. Nel viaggio di ritorno dal
Portogallo, l’aereo con a bordo i calciatori del Grande Torino andò a schiantarsi contro la
: nessuno riuscì a sopravvivere all’incidente e i morti furono trentuno.
99
basilica di Superga
Carosio, che avrebbe dovuto affrontare la trasferta in terra lusitana sullo stesso aereo della
squadra granata, riuscì dunque a salvarsi grazie ad un’incredibile coincidenza: oltre a lui,
non partecipò alla spedizione nemmeno l’allora presidente del Torino Ferruccio Novo, che
decise di restare in Italia.
Con l’inizio delle trasmissioni televisive della Rai, Carosio fece il suo esordio sugli schermi
il 24 gennaio 1954 in occasione della partita tra Italia ed Egitto, primo incontro della
Nazionale trasmesso in televisione dopo la nascita ufficiale della Rai nonché prima
telecronaca della carriera per il giornalista siciliano, che per l’occasione venne affiancato al
commento da Carlo Bacarelli e Vittorio Veltroni. Pur restando molto legato anche
all’ambiente radiofonico, diventando uno dei principali cronisti della trasmissione “Tutto il
nata sulle frequenze di Radio Rai nel 1960, gli
calcio minuto per minuto” impegni di Carosio
si moltiplicarono anche in televisione, la sua popolarità e l’apprezzamento del suo lavoro da
parte del pubblico aumentarono piuttosto rapidamente. Carosio ebbe modo di raccontare al
popolo italiano le vittorie in Coppa dei Campioni di Milan (1963 e 1969) e Inter (1964 e
1965), oltre al Mondiale 1966 disputato in Inghilterra e al Mondiale 1970 giocato in Messico.
Fu proprio questa edizione del Mondiale andato in scena nel continente americano a sancire
la brusca interruzione del rapporto di collaborazione tra Carosio e la Rai. Nel corso del
secondo tempo della partita tra Italia e Israele, valida per la terza ed ultima giornata della
fase a gironi (lo 0-0 finale permise agli Azzurri di accedere al turno successivo), il
guardalinee etiope Seyoum Tarekegn annullò un gol a Gigi Riva per una presunta posizione
di fuorigioco. Secondo i primi racconti dell’epoca Carosio, ritenendo regolare la marcatura
realizzata dall’attaccante italiano, si lasciò andare ad un commento a sfondo razzista nei
dell’assistente arbitrale: nel mirino finì la frase “Ma
confronti cosa vuole questo etiope?”,
immediatamente sanzionata dai vertici della Rai con l’allora direttore generale Ettore
Bernabei che decise di allontanare Carosio dalle telecronache della Nazionale, affidandole
a Nando Martellini, il quale ebbe così l’onore di commentare la “Partita in
del secolo”
semifinale contro la Germania. Inizialmente si pensava che Carosio avesse apostrofato il
guardalinee africano utilizzando i termini “negro” o “negraccio”
100
, ma le ricostruzioni
99 https://ascomunicazioni.net/2021/06/12/tragedia-di-superga-lo-strano-destino-di-nicolo-carosio-che-concluse-la-
sua-carriera-in-occasione-di-italia-isreale-messico-1970/
100 https://www.corriere.it/sport/10_maggio_13/carosio-la-storia-de-luca_a95c95bc-5e4f-11df-91f2-
00144f02aabe.shtml 42
effettuate recentemente da Massimo De Luca e Pino Frisoli in “Sport hanno
in Tv”
scagionato Carosio, che non pronunciò mai quelle parole offensive nei confronti di
. In novanta minuti di telecronaca, l’assistente del direttore
101
Tarekegn di gara brasiliano
Moraes non venne mai chiamato in causa con termini discriminatori: dopo averlo nominato
nella fase di presentazione della gara, assieme al resto della terna, il telecronista utilizzò
l’aggettivo “etiope” in due occasioni nel primo tempo
102
, su altrettante posizioni irregolari del
calciatore israeliano Shpiegler, prima dell’episodio del gol annullato a Riva. Poco prima del
del calciatore italiano, Carosio se la prese con l’arbitro per non aver sanzionato un
tap-in Riva (“è inaudito, l’arbitro lascia correre…”) ma non utilizzò mai
fallo subito dallo stesso
termini scorretti nei confronti del guardalinee. Il “caso-Carosio” non passò inosservato
neppure all’Ambasciata etiope di Roma, che formulò una protesta al Ministro degli Esteri
immediati provvedimenti nei confronti del giornalista. L’addio di Carosio alla Rai,
chiedendo
dopo ben trentotto anni di carriera (continuò comunque ad occuparsi di alcune telecronache
fu
sino al dicembre 1971, ma non venne più schierato al commento delle partite dell’Italia),
definito come un “normale dai vertici dell’emittente, ma in
103
avvicendamento professionale”
realtà non fu così. In tanti presero posizione a difesa di Carosio, su tutti Enzo Tortora, che
la conduzione de “La
subì lo stesso trattamento del telecronista vedendosi togliere
in seguito ad un’intervista polemica rilasciata al settimanale “Oggi”, il
Domenica Sportiva”
cui il conduttore osò definire la Rai come “un 104
jumbo pilotato da boy scout” . La carriera di
Carosio venne rovinata da quella che, ai giorni nostri, può essere definita a tutti gli effetti
come una “fake : lasciata la Rai, con l’ultima telecronaca ufficiale risalente al
105
news” 106
confronto del 15 dicembre 1971 tra le rappresentative di Lega di Belgio e Italia , Carosio
tornò a dedicarsi alle radiocronache del Palermo, la squadra della sua città. La sua ultima
uscita risale al 1975, in occasione della partita tra Reggiana e Palermo: presente a Reggio
Emilia, Carosio raccontò la gara ad oltre 15.000 persone che riempirono le tribune dello
, ascoltando la radiocronaca dagli altoparlanti presenti nell’impianto
107 108
stadio La Favorita .
Durante i suoi racconti, Carosio non si tirava mai indietro neppure nei momenti più delicati
e forniva sempre il suo giudizio su ciò che accadeva in campo: durante una sfida tra Irlanda
101 C. Calanni, La radio-telecronaca calcistica. Da Carosio a Caressa… 90 anni di gol ascoltati e guardati, YouCanPrint
Editore, 2020 (p.28)
102 https://www.corriere.it/sport/10_maggio_13/carosio-la-storia-de-luca_a95c95bc-5e4f-11df-91f2-
00144f02aabe.shtml
103 https://www.avvenire.it/agora/pagine/carosio-negraccio-guardalinee-mexico
104 https://www.avvenire.it/agora/pagine/carosio-negraccio-guardalinee-mexico
105 https://www.rivistacontrasti.it/nicolo-carosio-razzismo-guardalinee-negraccio-italia-israele-messico-1970/
106 http://pinofrisoli.blogspot.com/2021/12/il-15-dicembre-1971-lultima-telecronaca.html
107 Ora noto come “Renzo Barbera”, è lo stadio che ospita le partite casalinghe del Palermo
108 https://www.derbyderbyderby.it/rubriche/ddd-story-da-san-siro-e-nicolo-carosio-che-vi-parla/
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del Nord e Italia, disputata a Belfast negli anni Cinquanta, si registrarono degli scontri tra i
calciatori in campo e l’aggressione subita da Ferrario spinse Carosio, a microfoni aperti, a
commentare: “Cosa aspetta la polizia a intervenire? Quattro randellate ben date e tutto torna
109
a posto” . Non sono mai mancati, nelle sue cronache, anche commenti personali sui
calciatori: “Mariolino, rivolto a Mario Corso, oppure “Poche
meno veroniche e più sostanza”,
110
storie, alzarsi e correre” dopo uno scontro tra Rivera ed un compagno di squadra durante
Celtic-Milan. Il tono di voce di Carosio al commento delle gare, sia in radio che in televisione,
è sempre stato costante, mai eccessivamente alto. Molto spesso, Carosio è stato accusato
di andare oltre le reali azioni di gioco, inventando episodi che in realtà non si erano mai
verificati, allo scopo di trarre in inganno gli a