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Secondo Heide Pfarr, esperta in diritto del lavoro e Ministro per gli
Frauenministerin —
Affari femminili — dell’Assia dal 1991 al 1993, «nella Repubblica Democratica Tedesca le donne
non hanno realmente gli stessi diritti degli uomini; ma, dal punto di vista economico, non sono
dipendenti da essi, e questo ha un effetto estremamente positivo» . In effetti, in un contesto
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caratterizzato da famiglie ampie composte da genitori e figli, in cui è difficile con un solo stipendio
arrivare a fine mese, e dove la maggior parte di coloro che fuggono in Germania Ovest sono
uomini, è normale che le donne lavorassero. E questo finisce per portare a dei progressi, oltre che
nella vita lavorativa, anche nella vita privata e nei servizi di assistenza (nonostante le strutture
rimangano comunque patriarcali).
Pfarr H., Ein Gesetz zur Gleichstellung der Geschlechter in der Privatwirtschaft, Düsseldorf, edition der
17
Hans Böckler Stiftung, 2001 [consultato il 11 maggio 2023]
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5. Le differenze tra Ostfrauen e Westfrauen
Diversamente dal contesto di emancipazione e (quasi) parità di diritti che vede come
protagoniste le Ostfrauen, nella Repubblica Federale Tedesca, che segue il modello del blocco
occidentale, la Legge Fondamentale del 1949 dichiarerebbe l’uguaglianza tra uomini e donne;
ciononostante, è solo nel 1957 che il Codice Civile viene emendato per conformarsi in modo
effettivo a questa disposizione; inoltre, «tale provvedimento cancella la supremazia maschile e
definisce i doveri dei coniugi come equivalenti, ma legati rispettivamente al sesso: al marito tocca
cioè il lavoro remunerato, alla moglie la famiglia» . Questo significa che la moglie, diversamente
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dal marito, può esercitare una sua attività soltanto se essa non è contrastante con i doveri famigliari,
e quindi approvata dallo stesso marito. In questo modo viene fissato non soltanto un netto
predominio del genere maschile, ma addirittura una sorta di doppio lavoro femminile.
Un altro aspetto rilevante relativamente alla situazione della Germania Ovest risale al 1955,
quando la Corte Suprema Federale Tedesca del Lavoro dichiara incostituzionale la tradizionale
detrazione per le donne, «per la quale i salari femminili erano calcolati sulla percentuale dei salari
maschili. In relazione a tale decisione, molti imprenditori introdussero nuove tariffe per i cosiddetti
lavori leggeri, formalmente fondate sulla forza fisica piuttosto che sul sesso del lavoratore, ma in
realtà riservate alle lavoratrici. Questa forma indiretta di discriminazione resistette per diverso
tempo, sia nell'intervento legale sia in quello giudiziale» .
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In linea di massima, quello che emerge dai dati precedenti, è che, nella Repubblica Federale
degli anni Cinquanta, i programmi di occupazione e assistenza sociale sono rimasti basati sul
tradizionale modello del capofamiglia maschile. La Germania occidentale si ha preferito rivolgersi a
milioni di migranti o immigrati, tra cui un gran numero di rifugiati della Germania Est, per
soddisfare le esigenze di manodopera della sua economia in forte espansione, piuttosto che far
affidamento sul genere femminile. Le donne sono tornate ad essere casalinghe e madri, e si sono in
gran parte ritirate dal lavoro fuori casa.
Nel frattempo, il 1965 segna un altro avanzamento nel progresso delle donne della Germania
Est: nella sezione familiare del Codice Civile viene stabilito che i coniugi debbano sostenersi a
vicenda nelle loro attività professionali; nello specifico, «viene espresso chiaramente come il
rispetto e l’amore tra i coniugi sia un elemento necessario per una famiglia sana e protetta dalle
influenze occidentali “per la felicità dei singoli e per creare giovani disposti a lavorare con piacere
per la propria società”. Lo Stato si poneva come garante del nucleo familiare, permettendo ai
Pascale A., op. cit. [consultato il 5 maggio 2023]
18 Ibidem
19 12
genitori di svolgere il loro compito nei confronti dei figli» . Si tratta di un momento importante,
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perché di fatto sancisce la trasformazione del diritto di famiglia in senso paritario ; ciononostante,
21
anche in questo caso la Germania Ovest vi arriverà solo una decina di anni dopo. In effetti, dopo
diversi decenni di conformità ai modelli sociali tradizionali, le Westfrauen, le donne della Germania
Ovest iniziano a chiedere cambiamenti: sempre seguendo i modelli europei e statunitensi,
l'emancipazione nella Repubblica Federale Tedesca si origina così “dal basso”, partendo dalle stesse
donne. Come conseguenza delle proteste studentesche della fine degli anni Sessanta, il Movimento
delle Donne riesce ad acquistare maggiore slancio con gli anni Settanta. Radunandosi attorno a
cause come quella della parità di diritti — incluso il diritto all'aborto, che era ancora limitato nella
Germania Ovest —, il Movimento riesce a far approvare nel 1977 una legislazione che garantisce
parità di diritti nel matrimonio: una donna potrebbe quindi lavorare fuori casa e chiedere il divorzio
senza il permesso del marito, sebbene comunque tale separazione fosse consentito solo e quando i
coniugi non riuscivano più riconciliarsi tra loro.
Inoltre, se negli anni Settanta, in Germania Est, oltre a venire corrisposto un premio alla
nascita del terzo figlio e di ogni figlio successivo, viene per di più introdotto un anno di congedo
pagato per le madri dal secondo figlio in poi — come in Unione Sovietica —, anche in questo
ambito la Repubblica Federale arriverà più tardi, andando a rivalutare la paternità, ma solo a partire
dagli anni Ottanta: «dal 1986, alla madre o al padre, oppure a turno, spettano ferie pagate per
dedicarsi alla cura e all'educazione dei figli (all'inizio si trattava di 10 mesi, che poi vennero estesi
fino a 3 anni)» . In Germania Est, invece, «uno degli obiettivi della SED era proprio quello
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di aumentare il numero delle nascite, oltre a portare le donne nel mondo del lavoro e ristabilizzare
l’immagine della DDR a livello internazionale, creando donne lavoratrici, autonome, al pari degli
uomini socialisti» . Questo avrebbe dimostrato che la Repubblica Federale Tedesca aveva «un
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tasso di natalità più alto della Germania Ovest e degli altri paesi occidentali poiché il socialismo era
stato in grado di sviluppare una società in cui era più facile vivere felicemente e dove i cittadini
credevano nel futuro: un modello nuovo, aperto ai cambiamenti, un paese in cui i giovani potessero
esprimere se stessi liberamente» .
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Infine, sebbene rimangano ostacoli sostanziali al raggiungimento di una completa
uguaglianza dei sessi a causa di una struttura famigliare e di un ambiente di lavoro persistentemente
Fowler F. G., Elke Glante. La condizione femminile nella DDR., in “Medium”, 2014 [consultato il 2
20
maggio 2023]
Decker M., op. cit., pp. 138-139
21 Pascale A., op. cit. [consultato il 7 maggio 2023]
22 Fowler F. G., op. cit. [consultato il 3 maggio 2023]
23 Ibidem
24 13
patriarcali, le Westfrauen riescono ad ottenere una serie di vittorie piuttosto isolate, ma comunque di
alto profilo. Nella Repubblica Federale Tedesca, infatti, nel 1980 viene creato un Ufficio Nazionale
per gli Affari Femminili, e agenzie simili sono state poi istituite anche nella maggior parte dei
Länder della Germania unita. Infine, anche i Gleichstellungstellen, gli Uffici per la Parità, che sono
attivi nella Germania Ovest a partire dalla metà degli anni Ottanta, verranno poi mantenuti anche
nelle 16 regioni tedesche, e il loro compito sarà sempre quello di garantire alle donne
un’occupazione di una quota più equa nelle posizioni del settore pubblico.
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6. Differenze nell’istruzione
Dopo una forte regressione durante la Germania nazista — rispetto al progresso compiuto in
questo campo dalla Repubblica di Weimar —, durante la Guerra Fredda le donne di entrambe le
Germanie riescono a “guadagnare” anche in termini di istruzione, seppur con delle differenze.
Entro la metà degli anni Sessanta, le donne della Repubblica Democratica Tedesca
rappresentano circa la metà di tutti i diplomati della scuola secondaria che si erano preparati a
studiare presso istituti di istruzione superiore; addirittura, nell’anno accademico 1975-76 le ragazze
erano la maggioranza, il 53% . Proprio per aiutare le donne a completare i loro studi, è stato
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fornito un ampio sistema di sostegno da parte dello Stato, che comprende i pagamenti
supplementari e l’assistenza all'infanzia.
Al contrario, le maggiori opportunità educative per le donne della Germania Ovest
arrivarono più lentamente, e non eguagliarono mai i livelli raggiunti nella DDR. Solo con l’inizio
degli anni Ottanta le Westfrauen si riescono a qualificare numericamente per l'ammissione alle
università al pari degli uomini. Ciononostante, in questo, qualche progresso si può comunque
registrare: sebbene infatti solo un numero minore di quello di partenza abbia proseguito con gli
studi universitari, tra il 1970 e il 1989 la percentuale di studentesse presenti nella Germania Ovest
aumenta dal 31% al 41% .
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Si ritiene che siano due i principali fattori responsabili di questa discrepanza tra i tassi di
frequenza scolastica della Germania orientale e quelli della Germania occidentale: in primo luogo,
le donne della Repubblica Federale Tedesca tendono ad avere un orientamento più forte verso le
relazioni familiari tradizionali; inoltre, paradossalmente, le Westfrauen hanno prospettive più scarse
per l'ammissione a particolari dipartimenti accademici e per l'occupazione professionale dopo la
laurea. In particolare quest’ultima discriminazione, nonostante i significativi progressi fatti, si
protrae in qualche modo anche nei primi anni dopo la riunificazione: in molti campi le donne non
arrivano infatti a ricoprire posizioni chiave, che rimangono di netto predominio maschile. Ad
esempio, alla fine degli anni Ottanta, solo il 5% della totalità dei professori universitari della
Germania occidentale erano donne; inoltre, se nel 1998 le donne ammontano ad un quarto dei
parlamentari, rimangono comunque presenti in misura inferiore al 3% tra i vertici direttivi delle
70.000 maggiori aziende del Paese.
Alcune donne riescono a raggiungere posizioni di potere, ma solo a partire dagli anni
Novanta. Un esempio è quello di Rita Süssmuth, una delle donne di maggior successo in politica
negli ultimi anni del Novecento, che diventa Presidente del Bundestag; anche Elisabeth
Kaminsky A., 2. Berlino, Auflage, 2020
25 Frauen in der DDR,
Ibidem
26 15
Schwarzhaupt nel 1961 diventa la prima donna ministro in Germania; ancora, Annemarie Renger è
la