Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Percentuale di insegnanti di sostegno a tempo pieno per ripartizione geografica
Friuli-V.G. 51,40 62,24 54,96
Liguria 63,66 55,40 60,07
Emilia-Romagna 66,86 66,11 66,56
Toscana 66,93 70,05 68,23
Umbria 59,86 71,83 65,34
Marche 62,56 67,50 64,51
Lazio 77,25 66,70 72,92
Abruzzo 63,17 70,82 66,41
Molise 76,83 60,78 69,65
Campania 64,60 70,92 67,39
Puglia 68,10 65,31 66,92
Basilicata 73,80 71,20 72,69
Calabria 75,39 76,73 75,93
Sicilia 63,01 67,08 64,69
Sardegna 77,71 72,90 75,62
Italia 68,76 69,92 69,25
La più alta percentuale di insegnanti di sostegno che lavorano a tempo pieno per ripartizione geografica è in Calabria con il 75% nelle scuole di primo grado e il 76% nelle secondarie di primo grado. A seguire Sardegna e Piemonte con percentuali simili.
La regione con meno insegnanti di sostegno che lavorano a tempo pieno è il Trentino-Alto Adige.
2) La progettazione educativa
Immagine presa da bes.it<<Se l'educazione è, secondo la lettura freudiana, “compito impossibile”>>(Brandani, Tomish2010), progettare interventi educativi
con la disabilità in relazione all'approccio inclusivo è di per sé un'impresa non facile da compiere. La sua radice etimologica deriva dal latino pro e iacere quindi "esporre, gettare avanti". La progettazione educativa ha cinque punti fondamentali su cui si basa:- l'ideazione;
- la verifica delle risorse e collaborazioni disponibili;
- la progettazione;
- la realizzazione;
- infine la valutazione di ciò che è stato fatto.
Le cinque fasi della progettazione educativa sono:
- Analisi del problema
- Pianificazione
- Preparazione
- Realizzazione
- Valutazione
La quarta fase è la realizzazione del progetto. Il progetto-intervento avrà inizio.
La quinta ed ultima fase è quella della valutazione, o verifica del lavoro svolto. Se ha riscontripositivi significa che le strategie d'intervento utilizzate hanno avuto un impatto efficace sul problema individuato.
Le cinque fasi della progettazione educativa richiamano due tempi ben precisi: nel presente e nel futuro.
Cos'è un progetto educativo "inclusivo"?
Immagine presa da sito web Scuola dell'Infanzia S.Giuseppe di Monza.
<<Nel suo significato più ampio e condiviso, "progettare" significa ideare qualcosa e studiare in rapporto alle possibilità e ai modi di attuazione>> (Devoto, Oli, 1987).
<<Alcuni concetti fondamentali che sovrintendono il lavoro di progettazione: equilibrio, circolarità,
efficacia, efficienza[...]ogni fase influenza l'altra, è necessario, quindi, operare dei continui aggiustamenti e bilanciamenti al fine di ottenere un sistema progettuale realizzabile, che sappia coniugare obiettivi, risorse, strumenti, strategie nel migliore dei modi possibile.>>(Scirè 2006)
Un buon progetto è detto circolare poiché l'inizio coincide con la fine, nel senso che i risultati dovrebbero coincidere con quelli dell'ideazione, cioè i risultati attesi. Esso non è mai lineare perché si adatta alle necessità dell'utente. Progettare nel lavoro sociosanitario vuol dire anche immaginarsi un piano di intervento che influisca positivamente sull'utente con l'utilizzo di strumenti volti ad operare sulla problematica, riducendola o cambiandola.
La fase "direttamente operativa" è quella della realizzazione, questa fase serve all'operatore per confrontarsi con l'utente,
mettendo in atto le azione pensate e ipotizzate, è importante considerare non solo l'azione educativa messa in atto dall'educatore ma anche quella dei terzi coinvolti (equipe, famiglia, eventuali professori etc ). Il percorso del progettare deve essere accompagnato da momenti di verifica, intesa come metodologia di lavoro garantendo basi oggettive e condivise su cui dare "giudizi", ecco perché è importante in alcuni casi un buon coordinamento e lavoro d'equipe. <condisabilità intellettive. Tenendo conto delle leggi sopracitate sull'integrazione e inclusione, tali alunni, quando dovranno essere inseriti nelle classi scolastiche, saranno opportunamente presentati ai loro compagni, ma spesso l'assenza di certificazione non consente all'alunno di accedere alle provvidenze ed ai servizi previsti dalle legge 104: basti pensare agli alunni stranieri con deficit linguistici.
Purtroppo, con sempre maggior frequenze assistiamo infatti a servizi e operatori che riducono la progettazione all'arte delle "belle parole" e degli esercizi di stile. Nonostante problemi burocratici come quelli delle certificazioni di necessità di sostegno, la buona riuscita d'integrazione dell'alunno nella classe è di buon auspicio e giova alle condizioni psico-fisiche del soggetto e della classe stessa. Spesso vengono ignorati fattori che sono invece determinanti per lo sviluppo psicosociale e l'adattamento della persona.
Quali la qualità dellarelazione con l'insegnante e con i pari. Le difficoltà che questi alunni incontrano nell'adattarsiall'ambiente scolastico a volte affondano le loro radici nel contesto familiare.<
Viene quindi ideato un piano didattico personalizzato. Il PDP (piano didattico personalizzato) che permette agli alunni di trovare le risposte ai propri problemi, valorizzando e utilizzando le varie risorse specifiche disponibili. Al contrario, un paradigma psico-dinamico basato semplicemente su una risposta al bisogno è un approccio standardizzato che molte volte non tiene conto della complessità della persona ed è facilitato dalle decisioni operative. Secondo vari autori che sostengono la filosofia dell'Educazione Inclusiva (full Inclusive Education), il non riconoscimento degli aspetti psicologici e sociali implicati nel concetto dei Bisogni Educativi Speciali, testimonia una svolta a sfavore della progettazione educativa inclusiva.
2.2) L'apprendimento cooperativo
Il rapporto con i pari in classe e la relazione che si instaura tra alunno e insegnante è fondamentale per l'integrazione, per la promozione dell'apprendimento e più in generale,
Per lo sviluppo psicosociale dell'alunno. Problemi potrebbero sorgere qualora l'alunno abbia disturbi comportamentali poiché l'insegnante dovrà fare i conti con la gestione dell'alunno stesso e l'influenza che può avere con il resto della classe. <<Se la scuola adottasse una nuova visione educativa potrebbe dare il suo contributo alla formazione di studenti resilienti, promuovendo le competenze sociali, le abilità di problem-solving, l'autonomia e la fiducia nel futuro dei suoi studenti>> (Barbarasch & Elias, 2009; Benard, 1993; Weare, 2000; Urquhart, 2009). L'Apprendimento Cooperativo può essere una via praticabile per riallacciare gli aspetti accademici e socio-emozionale dell'alunno nel processo didattico-educativo. Inoltre darebbe più opportunità di socializzazione e condizionerebbe positivamente un eventuale inserimento di alunni estranei alla classe. Tale metodo chiede infatti agli
tra gli studenti, in cui ognuno contribuisce con le proprie competenze e abilità per il raggiungimento degli obiettivi comuni. L'Apprendimento Cooperativo favorisce anche lo sviluppo delle competenze sociali degli studenti, come la capacità di lavorare in gruppo, di comunicare in modo efficace, di ascoltare e rispettare le opinioni degli altri. Queste competenze sono fondamentali per la vita quotidiana e per il futuro inserimento nel mondo del lavoro. Inoltre, l'Apprendimento Cooperativo promuove un clima positivo in classe, in cui gli studenti si sentono valorizzati e supportati dagli altri membri del gruppo. Questo favorisce un clima di fiducia e rispetto reciproco, che a sua volta facilita il processo di apprendimento. È importante sottolineare che l'Apprendimento Cooperativo non significa semplicemente lavorare insieme, ma implica anche una pianificazione e una strutturazione delle attività in modo da favorire la partecipazione attiva di tutti gli studenti. È compito del docente fornire le indicazioni e le regole necessarie per garantire un'efficace collaborazione all'interno dei gruppi. In conclusione, l'Apprendimento Cooperativo è una strategia didattica che favorisce l'apprendimento e lo sviluppo sociale degli studenti. Attraverso la collaborazione e la condivisione delle conoscenze, gli studenti imparano a lavorare insieme, a comunicare in modo efficace e a sviluppare competenze sociali fondamentali.positiva tra gli alunni che "trasmette" e "riceve". L'insegnante assume un ruolo di facilitatore e organizzatore delle attività, strutturando "ambienti di apprendimento" in cui gli studenti sono soggetti a processi di problem-solving di gruppo che grazie all'interdipendenza positiva che si crea raggiungono obiettivi comuni.
Capitolo 3
La mia esperienza di tirocinio
Logo dell'associazione L'Altra Babele.
Il mio tirocinio curriculare per il conseguimento della laurea in "Psicologia e Scienze della Formazione" corso "Educatore sociale e culturale" dell'Alma Mater Studiorum- Università di Bologna è durato tre mesi, con coplessivamente 225 ore, iniziato il 26/04/2016 e concluso il 26/07/2016, svolto presso l'associazione socio-culturale "L'Altra Babele" con sede in viale della Repubblica 5 (L'Altra Babele Studenti) e in via Algardi 7 a Bologna (L'Altra Babele promozione sociale).
È