D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

CAPITOLO 4 - CORRELAZIONE TRA ELEVATO DEBITO E BASSA CRESCITA ECONOMICA IN EUROPA

4.1 L'eccedenza di debito pubblico superiore al 90% del PIL

Il debito pubblico è uno strumento utilizzato da tutti gli stati e a volte a dire il vero, abusato. Un paese che ne fa uso, infatti, sta scegliendo di usare delle risorse prese a prestito dall'economia, pensando di restituire il prestito (onorare il debito) in maniera graduale nel futuro, ovviamente pagando un certo tasso di interesse che è il costo del denaro preso a prestito.

Avere un elevato debito pubblico e mantenerlo tale per diverso tempo, potrebbe avere effetti negativi sulla crescita economica, come si può vedere dagli studi svolti da Reinhart e Rogoff (2010). Essi hanno analizzato gli sviluppi del debito nelle principali economie, cercando di dividere le caratteristiche di rapporto debito/PIL tra i paesi sotto e quelli sopra la soglia del 90%, perché storicamente ci sono stati impatti diversi nei due casi.

Quando il debito supera il 90% nel rapporto con il PIL nominale si rilevano basse crescite rispetto ad altri periodi, che si protraggono per molti anni. I dati confermano questa teoria, nel totale dei 26 episodi identificati, 20 durarono più di un decennio e la correlazione che c'è non sembra sia dovuta a tassi di interesse sul debito elevati, dato che in 11 casi dei 26 analizzati i tassi non sono più elevati rispetto ad altri periodi.

La lunga serie di eccedenze del debito suggerisce che, nonostante possano essere causate da un grande evento come una guerra o una crisi finanziaria, finisce che anche dopo che è terminato l'evento scatenante, l'eccedenza non rientra.

Per quanto riguarda l'intensità della correlazione con la crescita economica, analizzando i casi di eccedenza è possibile affermare che il tasso di crescita medio annuo risulta inferiore dell'1,2% rispetto allo stesso paese nei periodi in cui il

Rapporto del debito con il PIL sia inferiore al 90%. I livelli medi annui sono del 2,3% durante i periodi di debito eccezionalmente elevato rispetto al 3,5% in caso contrario. Una differenza che può sembrare non particolarmente rilevante dato che si tratta di poco più dell'1%, ma se si considera che gli eccessi nei 26 episodi studiati sono durati in media 23 anni l'uno, questo fa dedurre una perdita di crescita di PIL pari a circa un quarto alla fine di ogni periodo. Ci sono correnti di pensiero che affermano sia naturale nel ciclo economico avere una bassa crescita, ma questa tesi si scontra con la durata di questa situazione, dato che la bassa crescita causata dall'elevato debito dura mediamente decenni, ben oltre ogni plausibile frequenza del ciclo economico. Guardando al dibattito politico, spesso si sostiene che il default sia il principale costo di un paese ad elevato debito. Tuttavia, i paesi in queste situazioni, non subiscono bruschi rialzi nei tassi.in rapporto al PIL nelle economie sviluppate e in via di sviluppo nel periodo 1860-2011, il debito pubblico ha subito fluttuazioni nel corso degli anni. In particolare, si può osservare che il rapporto debito/PIL è aumentato significativamente a partire dagli anni '80, raggiungendo livelli molto elevati. Questo fenomeno può essere attribuito a diversi fattori, tra cui la crisi economica, l'aumento della spesa pubblica e la riduzione delle entrate fiscali. Tuttavia, è interessante notare che non sempre un alto livello di debito pubblico è associato a tassi di interesse elevati. Secondo uno studio condotto su 26 casi, in 11 di essi i tassi di interesse erano in linea o addirittura inferiori rispetto agli anni con debito basso. Questo risultato suggerisce che i tassi di interesse non dipendono solo dal livello di debito pubblico, ma sono influenzati da altri fattori come la politica monetaria, le aspettative degli investitori e la situazione economica generale. Inoltre, è importante considerare che un'elevata percentuale di debito pubblico rispetto al PIL può comportare distorsioni fiscali e alterare la produzione economica. In conclusione, il rapporto debito/PIL è un indicatore importante per valutare la sostenibilità finanziaria di un paese, ma non è l'unico fattore da considerare. È necessario analizzare anche altri indicatori economici e tenere conto del contesto specifico di ogni paese per comprendere appieno le implicazioni del debito pubblico.

Su PIL, nell'ultimo secolo i paesi con economia sviluppata arrivarono al valore soglia del 90%, dopo la Seconda Guerra Mondiale. Dinamica simile avvenne nel 2010 quando venne rotto il precedente massimo per arrivare a livelli ancora superiori. Il 90% va ricordato, non deve essere visto come un valore preciso e puntuale, ma che indicativamente rappresenta la soglia critica, che se superata, suggerisce che i paesi si trovano con un eccesso di debito pubblico. Vanno inoltre considerati, seppur inferiori alla soglia del 90%, i primi due picchi di inizio secolo, rispettivamente causati dalla Grande Guerra e dalla Grande depressione degli anni '30.

Tabella 4.1: Episodi di eccesso di debito nelle economie avanzate, periodo 1800-2011
Fonte
Public Debt Overhangs: Advanced-Economy Episodes Since 1800 – Reinhart, Reinhart and Rogoff (2012)

Nella Tabella 4.1 è possibile osservare tutti i casi di eccedenze di debito che risultano superiori a cinque anni consecutivi in 22 paesi sviluppati.

In un arco temporale molto ampio. Ci sono quattro paesi che non hanno mai avuto periodi di debito alto che siano stati superiori ad un quinquennio e addirittura, paesi che non hanno mai raggiunto il valore soglia per tutto il periodo considerato. È chiaro che i tassi di crescita sono, per tutti i paesi studiati (con esclusione del Belgio durante la ricostruzione postbellica), più alti quando non sono presenti eccessi di debito, come si può notare dalla terza e quarta colonna della tabella. Questo dato è importante perché rimarca ancora una volta la correlazione negativa tra debito e crescita.

Nella colonna finale è riportata la percentuale di tempo in cui il singolo paese ha avuto il debito pubblico sopra la soglia, in questo caso i dati sono molto variegati, perché si va da percentuali molto basse come l'Australia, gli Stati Uniti, Canada e Giappone, a percentuali tendenti alla metà, come Italia, Paesi Bassi, Nuova Zelanda e Grecia.

che addirittura è il primo paese con il 56,1%. Dal punto di vista della durata e del numero degli episodi, Grecia e Italia contano elevate percentuali e ben quattro episodi diversi nell'arco temporale che parte dal 1800 fino al 2011. Tuttavia, quello che sorprende maggiormente, sono le alte percentuali di durata degli eccessi del Regno Unito e dei Paesi Bassi, dato che furono due potenze mondiali. Rispetto ai paesi precedenti ebbero pochi casi, rispettivamente due e tre casi, ma con durate molto elevate. Il Regno Unito arrivò ad avere eccessi consecutivi per ben 48 anni dal 1917 al 1964. Guardando agli episodi di alto debito in epoca recente, si ebbero i casi di Belgio, Canada, Irlanda, Grecia, Italia e Giappone che furono colpiti in tempo di pace. Di questi paesi fu "abbastanza" rapido il rientro di Canada e Irlanda che impiegarono circa una decade ciascuno, mentre fu più complicato per il Giappone, poiché la causa scatenante fu una crisi.bancaria iniziata nel 1991, oltre al collasso delle attività economiche e del settore immobiliare iniziato precedentemente. Infine, gli eccessi di debito di Grecia e Italia (mai rientrati sotto la soglia) sono da alcuni economisti attribuiti all'ingresso nella moneta unica avvenuto con l'Euro. Entrambi i paesi utilizzavano un'alta inflazione per la gestione del rapporto debito/PIL, dato che mantenere un elevato tasso inflattivo permette di accrescere il PIL nominale, facendo apparire il rapporto del debito minore. Questa tecnica non fu più possibile utilizzarla durante gli anni precedenti all'ingresso nell'Euro-sistema, perché tra i vari requisiti richiesti c'era anche quello di controllare l'inflazione e contenerla a livelli accettabili. 314.2 La rilevanza dei tassi di interesse. Oltre all'importante correlazione economica che c'è tra debito e crescita, ce n'è un'altra che non può.

Essere trascurata, cioè il rapporto del debito pubblico con i tassi di interesse reali su di esso. Come abbiamo ricordato precedentemente, il tasso di interesse è il costo del denaro, il costo che lo stato dovrà pagare (oltre alla restituzione della quota capitale) agli investitori che decidono di prestare risorse.

Livelli alti di debito, mettono in discussione se sarà veramente possibile per lo stato poter rispettare l’impegno fino alla fine, cioè corrispondendo nei tempi pattuiti, capitale ed interessi. Questa preoccupazione, che si accresce con l’aumentare del debito, porta a premi per il rischio più elevati, cioè tassi di interesse maggiori, che a loro volta si ripercuotono negativamente su investimenti, consumo di beni durevoli e qualsiasi altro settore sensibile agli interessi, come l’immobiliare.

Questa correlazione è osservabile nella Tabella a matrice 4.2, che mostra tutti i casi studio di alto debito.

Seguendo Reinhart e Rogoff (2012), la maggior parte degli episodi (15 su 26) sono classificabili come bassa crescita con alti tassi di interesse, alti nel senso di maggiori rispetto ai relativi periodi in cui non vi era eccesso di debito pubblico. Nella prima riga della matrice sono rappresentati tutti i casi di alta crescita, tra questi non sono presenti concreti casi in cui gli stati corrispondevano elevati interessi ai prestatori. Mentre nella seconda riga, che rappresenta al contrario bassa crescita, sono presenti 23 casi su 26, ciò conferma nuovamente il fatto che ci sia un collegamento inverso tra la crescita e il debito. Tabella 4.2: Relazione tra crescita economica e tassi di interesse reali nelle economie avanzate, periodo 1800-2011 Fonte: Public Debt Overhangs: Advanced-Economy Episodes Since 1800 – Reinhart, Reinhart and Rogoff (2012) 4.3 Il particolare caso del Belgio È chiaro il collegamento storico che c'è stato dal 1800 ad oggi, per quantoriguarda i tassi di interesse medi e la crescita economica, va però menzionato un caso d'eccellenza e d'eccezione: quello del Belgio dopo la Prima Guerra Mondiale. Il paese ebbe un debito pubblico che superò il 90% di PIL dal 1920 al 1926 e contestualmente ci fu un boom per la ricostruzione nel periodo interbellico, con livelli di crescita economica che arrivarono al 6,2%, quindi ben 3,7% sopra la media dei periodi senza alto debito, che si attestavano a circa 2,5%. Oltre a questo, il paese dal punto di vista delle casse pubbliche fu avvantaggiato dall'elevata inflazione presente, che permise al governo belga di pagare tassi di interesse reali negativi, del meno 8% (Reinhart e Rogoff, 2012).

Conclusioni

Si possono trarre alcune conclusioni dall'importante studio di Reinhart e Rogoff (2012). La prima è che una volta superata la durata di cinque anni di debito pubblico superiore al 90% del PIL, nella grande maggioranza dei casi, essi sono durati

ben più di cinque anni, perché una volta superata questa soglia di riferimento, è molto probabile che la situazione si protragga dieci anni o più

Dettagli
A.A. 2020-2021
47 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lorenzo.paolini.10 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio tesi di laurea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Ticchi Davide.