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Estratto del documento

II.

33Santi Fedele, op.cit. 20

che riprendono le barbarie di questo periodo storico? E soprattutto come abbiamo

reagito e reagiamo tutt’ora sugli altri e su noi stessi? E’ davvero possibile dare il

“cessato allarme”? La capacità di traviamento dell’uomo contro tutto quello che qui ha

condotto all’estrema disumanità è superata per sempre? Basterebbe un click alla Tv per

guardare una partita di calcio e sentire i cori da stadio, o semplicemente passeggiare

lungo le strade della nostre città per udire ciò che si dice sui “nuovi arrivati che ci

rubano il lavoro”.

Mi limito in ciò quindi a porre delle domande di cui sicuramente ognuno di noi già

saprà la risposta, senza oltrepassare il limite del giudizio del quale non spetta né a me né

a nessun altro essere umano nel mondo a menzionarlo.

21

C APITOLO SECONDO

SI INCOMINCIA A PARLARE DI SPORT “ADATTATO”

II.1 Un nuovo capitolo per i disabili

La seconda guerra mondiale ha lasciato tracce indelebili in tutta l’Europa ed

ogni anno il 27 Gennaio , si celebra il “giorno della memoria” in commemorazione di

tutte le vittime dell’olocausto.

Il dopoguerra però non inizia male per il popolo dei disabili.

L’esperienza delle guerre e gli stermini portarono solo fuoco e fiamme:si pensi all’

elevata inflazione, la penuria di generi alimentari, intere città rase al suolo quindi la

necessità di ricostruirle insieme a strade, ferrovie e fabbriche.

In particolare il secondo dopoguerra fu particolarmente devastante e il fardello delle

sofferenze inflitte colpì soprattutto la popolazione sia civile che militare determinando

una crescita esponenziale dei casi di disabilità: mutilazioni, ferite da arma da fuoco in

qualsiasi parte del corpo, non solo , ma il danno si ripercuoteva tanto al fisico quanto

alla mente.

Infatti le orrende lesioni condannavano gli individui al triste destino di sentirsi inutili,

incapaci di muoversi, emarginati, oltre al dolore permanente in funzione del danno

subìto.

Diversi aiuti vennero dati dagli USA fra cui il famosissimo Piano Marshall che dal 1948

al 1952 fu lo strumento principale con cui gli Stati Uniti aiutarono gli invalidi e

contemporaneamente garantì anche lo sbocco alla enorme quantità di prodotti americani

che rischiava di provocare un'altra crisi di sovrapproduzione.

22

Ma il contributo più importante venne dato da un neurologo di origine tedesca, Sir

Ludwig Guttmann, (fig.7) il quale con brillante intuizione concepì come unica forma di

intervento volta al recupero delle capacità residue dei soggetti disabili, il movimento.

Figura - Sir. Ludwig Guttmann

Grazie al contributo del medico nacque quello che venne più tardi ribattezzato come “sport adattato” o A.P.A.

(Adapted Physical Activity).

Fuggito dalla Germania poiché ebreo, Guttmann trovò asilo in Inghilterra; qui ,data la

sua preparazione nel campo, fu messo a capo del "Centro Nazionale di ricerca sulle

lesioni del midollo spinale", situato presso l'ospedale della cittadina londinese Stoke

34

Mandeville .

Nel centro si studiavano le modalità terapeutiche rivolte ai reduci di guerra con lesioni

spinali, affiancando alle normali cure, gli esercizi fisici individuali e di gruppo, non solo

35

a temprare il corpo ma anche a sollecitare la competizione, il divertimento e lo svago .

Guttmann quindi andò alla ricerca di un contesto idoneo a ridestare gli stimoli del

36

malato adeguandoli alla propria condizione fisica, proponendo nuovi interessi e nuovi

stimoli per combattere l’apatia e il senso di inutilità che approvavano queste persone.

Tale contesto si rivelò in breve tempo essere quello sportivo: cercò discipline e tecniche

34 https://it.wikipedia.org/wiki/Ludwig_Guttmann

35 Antonio Baglio, Sebastian Donzella, Lo sport paralimpico, in Marianna Gensabella Furnari (a cura di),

Vedere la disabilità per una prospettiva umanistica, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2015, pp.157-

178

36 http://www.salesianiperlosport.org/joomla/sport-e-fraternita/69-lo-sport-agonistico-per-disabili

23

adattate all'handicap, studiò e realizzò programmi di allenamento per disabili, facendovi

partecipare tutti i pazienti che si presentavano al suo Centro.

A Guttmann va il grande merito di aver compreso il vantaggio della collaborazione

attiva del paziente nella riabilitazione, soprattutto per la prevenzione e la terapia delle

“affezioni satellite” che affliggono il mieloleso, quali la depressione, le patologie

urinarie, le piaghe da decubito, ecc.

Grazie allo sport i pazienti di Gutmann rinforzarono non solo la muscolatura delle

braccia e delle spalle, raggiungendo risultati di molto superiori a quelli della

37

chinesiterapia, ma ritrovarono anche la voglia di vivere e la volontà di essere attivi .

Inoltre lo sport, aiutando ad acquisire equilibrio ed abilità motorie nell'uso della sedia a

rotelle, consentì ai paraplegici di servirsene più efficacemente quale mezzo di

38

locomozione, favorendo il loro inserimento nella normale vita associativa .

Figura

Fu per questo che Giovanni XXIII definì Guttman: "Il De Coubertin dei disabili”.

Il valore aggregativo dell’attività sportiva praticata da queste persone, dapprima relegati

in una condizione di passività e di stasi, diede l’opportunità di vivere una seconda vita,

di mettersi in gioco con se stessi e con gli altri, di ritrovare le proprie capacità

39

competitive e quindi un pieno reinserimento nella vita sociale .

37Marisa Vicini, “L’attività fisica adattata”

http://www00.unibg.it/dati/corsi/31003/34716-APA_-_M.Vicini.pdf

38 http://www.salesianiperlosport.org/joomla/sport-e-fraternita/69-lo-sport-agonistico-per-disabili

39 Luca Michelini, Handicap e sport. Tecnica e medicina sportiva per atleti diversamente abili, Seu,

2009. 24

Lo sport stava diventando pane quotidiano per la vita dei disabili, e i vantaggi a lungo

tempo erano evidenti: si pensi per esempio all’innalzamento dei tassi di mortalità, o

all’inserimento di queste persone nella società e nel mondo del lavoro.

A Guttmann va anche il merito di aver introdotto nel 1948, sempre nella cittadina

londinese, i giochi di Stocke Mandeville, aperti a tutti i disabili in cui vi parteciparono

soprattutto paraplegici e reduci di guerra in carrozzina che si cimentarono nel tiro con

Figura - Un momento delle olimpiadi di Stoke

Mandeville '48

40

l’arco .

Fu proprio questa disciplina il primo sport riabilitativo da lui introdotto.

Contemporaneamente negli Stati Uniti, con il particolare contributo del prof. Timothy J.

Nugent, dell’Università dell’Illinois, si iniziò a studiare la possibilità di organizzare gare

di pallacanestro su sedia a rotelle, e il primo Torneo Nazionale ebbe luogo a Galesburg

(Illinois) nel 1949.

Con i giochi del ’48 si aprì una nuova strada per i disabili :quella dello sport adattato

regolamentato e qualificato che qualche anno più tardi andrà sotto il nome di Giochi

Paralimpici.

Parallelamente, in Italia ,un altro medico dava voce alla disabilità: era Antonio Maglio,

specializzato in neuropsichiatria, primario del Centro paraplegici di Ostia e vice

direttore dell’ INAIL, acceso seguace del neurologo tedesco, più tardi divenutogli

amico, propose allo stesso Guttmann di organizzare in Italia competizioni di scherma in

carrozzina, proprio presso il centro di Ostia.

40Antonio Baglio, Sebastian Donzella, op.cit. 25

Così, dal 1957, il bel paese divenne una delle nazioni guida del nascente movimento

41

sportivo per disabili .

L'anno successivo, avendo constatato la buona riuscita dell'iniziativa settoriale nella

scherma, Maglio convinse Guttmann a portare le competizioni di Stoke Mandeville a

Roma, sostenendo che avrebbe persuaso le maggiori autorità politiche e sportive italiane

ad organizzarli negli stessi impianti ed alloggi che, poco prima, avrebbero dovuto

ospitare le gare olimpiche.

Grazie alla sua rete di contatti ed alla sua posizione all'interno di uno dei maggiori enti

di previdenza del paese, Maglio riuscì effettivamente nel suo intento e così Roma

divenne la sede di quelli che, nel 1984, sarebbero stati riconosciuti come i primi veri

42

giochi paralimpici di sempre .

L’edizione romana fu la consacrazione del paralimpismo in quanto, grazie all’impegno tanto del Maglio

quanto del Guttmann, giunsero a Roma (fig.10) oltre 400 atleti provenienti da 23 Paesi, l’arrivo della squadra

inglese fu particolarmente commovente per il caloroso e fraterno saluto fra il Dott. Guttmann e il Dott. Maglio.

Particolarmente ammirato fu il pullman del Centro Paraplegici di Ostia dotato di

43

elevatore automatico per carrozzelle .

Figura

I Giochi furono organizzati dall'INAIL e per la prima volta dal Comitato Olimpico

Nazionale Italiano (CONI) e si svolsero una settimana dopo la conclusione dei Giochi

Olimpici.

41https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Maglio

42Ibidem

43http://www.abilitychannel.tv/video/storia-della-disabilita/

26

Vennero ufficialmente aperti il 18 settembre dall'allora Ministro della Sanità italiano

Camillo Giardina, davanti a circa cinquemila spettatori.

Le competizioni si disputarono dal 19 al 24 settembre, furono organizzate 57 gare in 8

44

sport diversi .

La cerimonia di apertura cominciò con la sfilata di tutte le squadre partecipanti

preceduta dalla bandiera dei giochi, la sfilata venne aperta dalla squadra inglese, quale

nazione fondatrice dei Giochi e a chiudere fu, per dovere di ospitalità, la rappresentativa

italiana.

La cerimonia di chiusura si tenne invece il 25 settembre presso il Palazzetto dello Sport

del Villaggio Olimpico, alla presenza di Carla Gronchi, moglie del Presidente della

Repubblica Italiana, e di Ludwig Guttmann, l'ideatore dei Giochi.

L'edizione romana dei Giochi Internazionali di Stoke Mandeville fu la prima ad essere

organizzata in concomitanza con i Giochi Olimpici e a godere del riconoscimento e del

patrocinio di alte cariche istituzionali.

I partecipanti vennero ricevuti in udienza da Papa Giovanni XXIII.

I Giochi di Roma 1960 vennero posteriormente riconosciuti come I Giochi Paralimpici

estivi nel 1984, quando il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) approvò la

45

denominazione Giochi Paralimpici .

Per la prima volta assistiamo ad una vera svolta nella storia della disabilità: infatti mai si

sarebbe pensato fino ad ora, di poter partire dalla riabilitazione dei soggetti mielolesi

alla pratica sportiva agonistica e quindi alle Paraolimpiadi in cosi poco tempo! E di

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A.A. 2015-2016
119 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/01 Metodi e didattiche delle attività motorie

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fabri100 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Valutazione funzionale dello sportivo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Arcigli Alessandro.