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Caratteristica che differenzia l’Italia dagli altri paesi dell’UE è la relazione fra rendimenti privati e stock di

capitale. Se in generale dove abbonda il capitale umano la sua remunerazione è più bassa, in Italia un

basso rendimento privato è collegato a un basso stock di capitale.

Tale relazione è così spiegabile:

-minor rendimento dell’istruzione provoca un minor investimento nel capitale umano;

-minor investimento nel capitale umano comporta uno stock di capitale umano più basso;

-il minor livello di stock di capitale umano è connesso a una riduzione nell’adozione di nuova

tecnologia:motivo della bassa crescita economica.

Ma perché rispetto al resto delle nazioni, l’Italia ha rendimenti più bassi?

Le cause sono rintracciabili in:

-Minori vantaggi monetari dal conseguire la laurea;

-Probabilità di restare disoccupati per anni per chi è laureato rispetto a chi ha solo il diploma;

- Minimo supporto pubblico alle spese dirette per l’università.

Il possesso di una laurea non garantisce l’occupazione. Se consideriamo poi che borse di studio e

prestiti concessi agli studenti universitari sono pratiche poco frequenti ,allora comprendiamo il motivo

di tale “eccezione italiana”.

La soluzione sarebbe allineare le tasse universitarie ai costi del servizio,utilizzando le riserve monetarie

liberate per concedere borse di studio ai meritevoli.

Il connubio Merito-Finanziamento incentiverebbe il raggiungimento di ottimi risultati scolastici più della

concessione di sussidi alle tasse di iscrizioni,riducendo il flusso degli abbandoni universitari e del numero

di fuori corso,diminuendo inoltre il costo dell’istruzione universitaria.

La combinazione basso capitale umano-basso rendimento può essere spiegata ampliando le nostre

considerazioni al sistema industriale italiano. La specializzazione settoriale e le imprese di piccola

dimensione non richiedono lavoratori particolarmente qualificati,sia nel settore pubblico che nel

privato. Le piccole/medie imprese non favoriscono la diffusione di modelli di governo societari fondati

principalmente su abilità manageriali; le imprese puntano poco in tecnologie avanzate e alta intensità di

lavoro qualificato. Considerando il settore pubblico,c’è la spersonalizzazione dei lavoratori: non conta il

talento,non si valorizzano le capacità e i meriti individuali. Gli individui divengono automi in un processo

meccanizzato.

I bassi livelli di produttività,i modesti tassi di crescita economica, il ristagno del reddito pro capite

dovranno essere attentamente analizzati in un’epoca di cambiamenti strutturali, in cui bisognerà

fronteggiare:

1) Globalizzazione

2) Sviluppo ICT’s

3) Scompenso demografico tra le varie aree del pianeta

4) Cambiamento climatico

1) La globalizzazione ha comportato l’ingresso di nuovi protagonisti sulla scena internazionale,il cui

processo di catching up(tassi di crescita superiori ai paesi più ricchi) è straordinario. Il successo di

potenze come India,Cina,Brasile ha comportato innalzamenti del benessere,non solo per lo sviluppo dei

paesi emergenti, ma anche per l’economia in generale. I vantaggi connessi con la globalizzazione e alla

redistribuzione del reddito a favore dei “new countries” è comprensibile in un discorso di espansione

mondiale. Considerando l’economia italiana,l’aumento di competitività ha creato difficoltà, portando

alla riduzione di prezzi.

2) L’uso di Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione nel lungo periodo ha consentito un

generale aumento della produzione. Revisione del ciclo produttivo, qualificazioni professionali,

riorganizzazione aziendale... sono fattori necessari per non subire un’eccesiva perdita di competitività.

Puntare su nuovi settori all’avanguardia è la chiave per il futuro.

3) L’economia italiana sarà influenzata dall’aumento di longevità e dal calo delle nascite che

provocano l’invecchiamento della popolazione e dunque la riduzione della quota di occupati. Se il

numero di anni di lavoro risulta lo stesso,a parità di reddito prodotto nell’arco della vita di

ciascuno,allora a parità di popolazione occupata bisogna distribuire quote di reddito su un numero

maggiore di anni e in ciascun anno si potrà consumare di meno. Inoltre se le pensioni vengono pagate

con i contributi di chi è occupato, in modo che non cresca il disavanzo pubblico devono aumentare i

salari così come le tasse sui redditi e sul consumo. Infine,se aumentano le spese per la salute(i dati

attuali mostrano che la popolazione sta invecchiando e le previsioni attese non confidano in un

cambiamento di tale trend!), dovranno essere ridotte le spese per altri servizi.

4) La crescita impetuosa dei nuovi paesi emergenti e del loro comparto industriale incide

sull’ambiente e sul cambiamento climatico. Per controllare l’emissione di gas,occorre investire su

energie alternative,sviluppare nuove tecnologie. Dopotutto è bene non dimenticare che la nostra è la

“società del benessere”:salvaguardare l’ambiente,curarsi dell’aumento del consumo energetico,smaltire

i rifiuti urbani sono le preoccupazioni di una popolazione mondiale che sta aumentando.

Pertanto, l’unica speranza è crescere di più, crescere più a lungo nel tempo,crescere meglio. Perciò,

l’ultima speranza è la crescita della produttività e puntare sulla qualità e la quantità del capitale umano,

investendo su scuola e università. Tali investimenti consentiranno lo sviluppo del reddito,individuale e

nazionale,in un contesto di divisione del lavoro, apertura del commercio di beni e servizi e libertà di

movimento dei flussi migratori di persone e capitali.

Capitale umano:investire sulla qualità dell’istruzione

Il capitale umano è il patrimonio di capacità tecniche e conoscenze, l’insieme di abilità di cui sono dotati

gli individui: forza fisica, resistenza alla fatica, capacità manuale, capacità di comunicare determinano la

quantità del prodotto ottenibile in un’ora di lavoro. Nell’epoca della rivoluzione tecnologica il capitale

umano è inteso come il patrimonio di conoscenza,l’insieme di capacità in grado di lavorare con

macchinari innovativi e complessi. La conoscenza è caratterizzata da tre elementi:

 Possesso di competenze linguistiche elementari, analisi quantitativa e capacità di elaborare

informazioni. La prima dimensione della conoscenza sta nel ricercare,codificare e trasmettere

informazioni attraverso l’uso di tecniche standard matematiche per risolvere problemi pratici.

 Capacità di operare con particolari tecnologie all’interno di particolari processi

produttivi(programmi o software avanzati).

 Conoscenza scientifica,intesa come la capacità di sfruttare conoscenze in un settore che può

essere importante per l’avanzamento tecnologico.

Il patrimonio delle conoscenze risulta fondamentale per la crescita della produttività,a livello individuale

e collettivo. I lavoratori con capacità critica di analisi in grado di risolvere problemi di gestione e

organizzazione accrescono in primis, la loro produttività operando con nuovi e più complessi strumenti,

ma anche quella degli altri lavoratori dell’azienda,istruendo i colleghi più giovani o meno abili.

Il capitale umano accresce il prodotto pro capite direttamente e indirettamente con tassi di innovazione

più alti. L’aumento di un anno del livello medio di istruzione della popolazione in età da lavoro si associa

nel lungo periodo ad aumenti del PIL pro capite per effetto di due componenti:

1. l’effetto diretto del capitale umano sul livello della produttività aggregata;

2. l’effetto indiretto che si rileva nel tempo attraverso la crescita della produttività totale dei

fattori(efficienza complessiva).

Dunque,un aumento dello stock di capitale umano permette di usufruire di metodi di produzione più

efficienti e efficaci, consentendo la crescita economica.

Non avendo puntato sull’innovazione della tecnologia,l’Italia deve investire sull’accumulazione di

capitale umano,incorporato negli individui. Ma anche per quanto riguarda tale fattore,il bel paese risulta

in ritardo. Infatti considerando la spesa pubblica e privata per l’istruzione,pari al 4,9%,l’Italia risulta

indietro rispetto agli USA(7,4%) ma anche nei confronti delle altre nazioni europee (Germania 6,1%),

cosi come risultano più bassi i livelli di istruzione(ciò è desumibile dal numero di persone con titoli di

studio universitari o di scuola secondaria superiore). La spesa per studente è in Italia di 7700 euro,

contro i 12300 euro investiti dalla Germania e i 22500$ negli USA. Tali cifre risultano ancora più

sconfortanti se analizziamo i dati relativi al capitale di conoscenza in senso stretto, dal momento che

l’Italia presenta uno dei livelli più bassi,confrontando il numero di brevetti registrati, il numero di addetti

in attività di ricerca e sviluppo e l’investimento totale nella ricerca. La percentuale di persone in

possesso di un titolo di scuola superiore in Italia è del 48 %, rispetto al 68 % della media degli stati OCSE.

Solo l’11% della popolazione italiana con età compresa fra 25 e 64 anni risulta essere laureata,in

contrasto al 23% della media dei paesi OCSE. Tale divario è la risultante del ritardo italiano nel processo

di alfabetizzazione e scolarizzazione di massa. Si prevede che tale gap tenderà a ridursi grazie

all’aumento della quota dei ragazzi che completano un corso di studio di scuola secondaria superiore; il

processo di convergenza con gli standard dei paesi più avanzati è in atto anche se richiede tempo.

Convergenza che interessa solo il numero di diplomati della scuola secondaria. Non risulta infatti esserci

convergenza in riferimento alla percentuale dei laureati.

L’accumulazione di “capitale umano” deve essere inteso come capacità,merito. Il merito è valorizzato

tramite una adeguata ricompensa nella scuola. Valorizzare il merito consente di aumentare il benessere

individuale e collettivo,innalzando la produttività,ottenendo benefici economici che vanno a vantaggio

non solo di chi ha compiuto l’investimento ma dell’intera società.

Si è recentemente discusso sulla questione del merito e della sua valorizzazione. Il merito dipende da

qualità innate o comportamenti?

Valorizzare il merito come qualità innata significa premiare i talenti;ciò implica un aumento della rendita

per i possessori di questa qualità(le qualità innate risultano sotto il con

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
15 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher paolomaz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Macroeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Simonelli Saverio.