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PRA PRA PRA
∈
γ
definiti e [0, 1] è così definita
−
γ α , µ I(S) , µ
= 1 min(µ (R)) (2.15)
PRA PRA PRA
γ γ
dipende dal più piccolo grado di appartenenza tra i tre insiemi fuzzy. Se = 1 allora
µ µ α , µ I(S) , µ
(x) = min (R) , comportandosi come un operatore
PRA PRA PRA PRA
Direzione: 0° Tolleranza: 180°
(a) Direzione: 45° Tolleranza: 90°
(b)
Figura 2.7: Esempio di calcolo dell’indice wind shelter. Colori tendenti al rosso indicano
(a)
zone riparate dal vento, verde esposte al vento. Nella figura non è stata
impostata nessuna direzione preferenziale del vento. Si noti come vengano
(b)
individuate concavità e convessità. Nella figura è impostato un vento da
nord-est: i versanti sud-ovest diventano riparati dal vento. L’area è il gruppo
del monte Canin. 25
2.4 Dati utilizzati 26
1
I(S) 0.5
PRA
µ 0 0 1
−1 I(S)
Figura 2.8: I(S). µ I(S)
Funzione fuzzy per l’indice wind shelter è il grado di
PRA
appartenenza.
minimo, poiché si annulla il secondo addendo dell’equazione (2.14). Viceversa, se
(α)+µ +µ (R)
µ I(S)
PRA PRA PRA
γ µ
= 0 è il primo addendo ad annullarsi e (x) = ,
PRA 3
ricavando la media aritmetica. PRA
Il risultato di questi calcoli è una carta delle aree di distacco potenziale ( ,
fig. 2.9).
2.4 Dati utilizzati DTM
Per questo lavoro sono stati utilizzati principalmente i della Protezione
CLPV
Civile e la Carta di Localizzazione Probabile delle Valanghe ( ) della Regione
4
Autonoma Friuli-Venezia Giulia.
DTM
I , ricavati da rilievi effettuati negli anni 2006–2010, avevano celle di
lidar
passo 1 m, erano nel sistema di riferimento Gauss-Boaga fuso Est (codice epsg:3004)
DTM
ArcGIS,
ed in formato In i sono stati mosaicati e ritagliati secondo
ascii.
l’estensione dell’area di studio, ricampionandoli con lo strumento aggregate, usando
la media, per ottenere raster con celle di passo 2, 5 e 10 m (fig. 2.10) per migliorare
l’efficienza computazionale dei calcoli secondo il dettaglio richiesto.
CLPV
Le cartografano le aree dove le valanghe sono scese o potrebbero potenzial-
CLPV
mente scendere [Milanese 2010]. Le tre scaricate (valanghe rilevate, valanghe
fotointerpretate, zone pericolose) sono state unite in un unico shapefile per includere
tutte le geometrie delle tre carte (fig. 2.11). Questo è stato fatto per disporre
di un unico dataset per le analisi successive. Ad esempio, la carta delle valanghe
rilevate non riporta le geometrie di alcuni frequenti scaricamenti e valanghe di minori
dimensioni, cartografati nelle zone pericolose.
Per disporre di dati trattabili come matrici numeriche, tutte le carte sono state
DTM
convertite in file raster con dimensione delle celle pari a quella dei utilizzati,
quindi in file impostando il punto come separatore decimale.
ascii, (consultato il 11 aprile 2017).
4 http://irdat.regione.fvg.it/CTRN/ricerca-cartografia/
Figura 2.9: Risultati del modello per la valanga del Böschen (Canton Uri, Svizzera). I
PRA
colori indicano i gradi di appartenenza alla classe . L’altezza della neve è
(a) (b) (c) (d)
1.2 m con vento da sud, sud-ovest, ovest e nord-ovest. Figura
da et al. [2016].
Veitinger
1 m 2 m
(a) (b)
5 m 10 m
(c) (d)
DTM
Figura 2.10: Risoluzione dei utilizzati. È inquadrata Sella Bila Pec (gruppo del
monte Canin). 27 CLPV
Figura 2.11: Raster finale dall’unione delle tre . L’area è il gruppo del monte Canin.
28
Capitolo 3
Risultati illustra i risultati del lavoro. Il paragrafo 3.1 riporta gli esiti
uesto capitolo
Q delle indagini esplorative sui bollettini valanghe e del questionario inviato ai
previsori. Il paragrafo 3.2 è il nucleo di questo studio: il modello messo a punto per
calcolare e visualizzare la pericolosità da valanga. Viene dapprima data una visione
d’insieme sul modello (3.2.1), segue l’esposizione dei suoi parametri (3.2.2) e dei
dati da esso ricavati (3.2.3) proponendo un’innovativa percentuale (3.2.4), e viene
illustrato un ipotetico uso del modello (3.2.5). Il paragrafo 3.3 chiude il capitolo,
riportando due casi di studio e analisi statistiche.
3.1 Fattori importanti nelle previsioni
Nella parte testuale dei bollettini valanghe sono considerate sempre determinate
caratteristiche per localizzare il pericolo (tab. 3.1). Ad esempio, vi sono riferimenti
alla quota con frasi come «sopra i 1800 m sono presenti accumuli di neve ventata»
oppure «sono possibili piccole valanghe spontanee oltre i 2000 m». Altre volte viene
riportata la quota della nevicata o quella dell’innevamento. Il vento è un’altra
caratteristica molto ricorrente, con ripetuti riferimenti alla direzione prevalente dei
venti ed alla localizzazione degli accumuli di neve per trasporto eolico.
Riguardo al questionario, su circa quaranta indirizzi di posta elettronica cui è
stato inviato, sono state ricevute sedici risposte: quattordici dall’Italia, una dal
Tirolo ed una dal Canton Grigioni (Svizzera). I risultati integrali sono riportati
nell’appendice C.2; si riporta qui qualche esempio significativo.
Tabella 3.1: Concetti ricorrenti nei bollettini valanghe
Caratteristica Esempio
Quota Fino a 2000 m; sopra i 1800 m
Acclività Sui pendii molto ripidi; tra i 27 e i 30°
Esposizione A nord; sui versanti al sole
Curvatura topografica Sotto creste e forcelle; nei canaloni e colatoi
Vento I venti da est e nord-est; i venti da sud
Bosco Sopra il limite del bosco
29
3.1 Fattori importanti nelle previsioni 30
Tabella 3.2: Statistica sui risultati della quota so
vo i
o on
a ne
osc
tur re
ca azi
eve a
res ,b
era m.
sol pit
.n
ne
f nto
mp o b. eci
ve t
g. Lim Sta
.
Ne Irr
Ve Ve
Te Pr
Indice
Mediana 5.00 4.00 5.00 3.00 4.00 3.50 4.00 4.00
1.00 2.25 1.00 1.25 2.25 2.25 1.25 1.00
iqr Tabella 3.3: Statistica sui risultati dell’esposizione so
vo i
o on
ura ne
osc are
sca azi
eve
rat ,b m.
sol
fre t
ipi
.n
pe ne
nto o b.
ve t ec
m g. Lim Sta
.
Ne Irr
Ve Ve
Te Pr
Indice
Mediana 2.50 3.00 4.50 2.00 2.00 3.50 4.00 2.50
2.00 1.00 1.00 1.00 1.00 3.25 1.00 1.00
iqr
L’analisi statistica descrittiva sui risultati ha permesso di determinare i fattori
più importanti considerati dai previsori per definire quote, esposizioni ed acclività
critiche.
Quote Per le quote pericolose per il distacco di valanghe (tab. 3.2) i fattori con
punteggio mediano più alto (mediana = 5) sono il vento e la neve fresca, entrambi con
scarto interquartile (interquartile range, di 1; anche le precipitazioni assumono
iqr)
un’alta mediana con dispersione contenuta (4.5 e = 1). La figura 3.1 riporta le
iqr
distribuzioni di frequenza di questi tre fattori. Accorpando le classi 4 (importante) e
5 (molto importante) in un’unica classe 4, la mediana sarebbe 4 per il vento, 4 per
la neve fresca e 4 per le precipitazioni, con un nullo in tutti e tre i casi.
iqr
Esposizioni Per le esposizioni geografiche critiche (tab. 3.3), il vento ha la più
alta mediana (4.5 e 1), cui segue la stabilità del manto nevoso (mediana = 4
iqr=
e 1). La figura 3.2 riporta le distribuzioni di frequenza di questi due fattori.
iqr=
Accorpando le classi 4 e 5, vento e stabilità del manto nevoso avrebbero la stessa
mediana (4) e nullo.
iqr
Acclività Per le acclività (“inclinazioni”) critiche, la stabilità del manto nevoso
ha la mediana più alta (5) con 1. La figura 3.3 riporta la distribuzione di
iqr=
frequenza di questo fattore. Accorpando le classi 4 e 5, questo fattore avrebbe
mediana = 4 e 0 e la neve fresca avrebbe mediana = 4 e 1.25.
iqr= iqr=
Oltre a ciò, sono stati raccolti otto commenti scritti, riportati interamente
alle pagine 112–116. Ad esempio, è stato scritto che un fattore importante per
le esposizioni critiche è la «direzione di provenienza della perturbazione»; oppure
«l’inclinazione critica è relativa alla struttura del manto nevoso.»
Vento Neve fresca
10 10
risposte risposte
5 5
Numero Numero
0 0
0 1 2 3 4 5 0 1 2 3 4 5
Punteggio Punteggio
Precipitazioni
10
risposte 5
Numero 0 0 1 2 3 4 5
Punteggio
Figura 3.1: Quote critiche: distribuzioni di frequenza dei punteggi assegnati a vento, neve
fresca e precipitazioni.
Vento Stabilità del manto nevoso
10 10
risposte risposte
5 5
Numero Numero
0 0
0 1 2 3 4 5 0 1 2 3 4 5
Punteggio Punteggio
Figura 3.2: Esposizioni critiche: distribuzioni di frequenza dei punteggi assegnati a vento
e stabilità del manto nevoso. 31
Tabella 3.4: Statistica sui risultati dell’inclinazione so
vo i
o on
ura ne
osc re
sca azi
eve
rat a
,b m.
sol
fre pit
.n
pe ne
nto o b. eci
ve t
m g. Lim Sta
.
Ne Irr
Ve Ve
Te Pr
Indice
Mediana 4.00 3.00 3.00 2.00 2.00 3.00 5.00 3.50
1.50 1.25 1.00 2.00 2.00 1.00 1.00 3.00
iqr Stabilità del manto nevoso
10
risposte
Numero 5
0 0 1 2 3 4 5
Punteggio
Figura 3.3: Acclività critiche: distribuzione di frequenza dei punteggi assegnati alla stabilità
del manto nevoso. 32
3.2 Modello 33
Le “caratteristiche ricorrenti” individuate con l’analisi dei bollettini ed i fattori
più importanti ricavati dalla statistica sui questionari hanno permesso di determinare
i dati d’ingresso ed i parametri del modello esposto nel paragrafo seguente.
3.2 Modello
3.2.1 Visione d’insieme
Il modello proposto in questo lavoro vuole consentire ai servizi di avviso valanghe
di visualizzare le aree più pericolose previste nei bollettini. Per fare ciò, sono
state aggiunte nuove funzionalità all’algoritmo di et al. [2016] (§ 2.3),
Veitinger
permettendo di calcolare e visualizzare automaticamente la propensione al distacco
di valanghe a lastroni al variare delle condizioni nivometeorologiche del momento.
Le indagini esplorative (§ 3.1) hanno permesso di determinare i dati d’ingresso
del modello. Questi, stabiliti dall’utente, sono: a) grado di stabilità del manto
nevoso, b) esposizione critica (opzionale), c) dir