Anteprima
Vedrai una selezione di 12 pagine su 53
L'influenza sociale della TV - L'"era" De Filippi Pag. 1 L'influenza sociale della TV - L'"era" De Filippi Pag. 2
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'influenza sociale della TV - L'"era" De Filippi Pag. 6
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'influenza sociale della TV - L'"era" De Filippi Pag. 11
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'influenza sociale della TV - L'"era" De Filippi Pag. 16
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'influenza sociale della TV - L'"era" De Filippi Pag. 21
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'influenza sociale della TV - L'"era" De Filippi Pag. 26
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'influenza sociale della TV - L'"era" De Filippi Pag. 31
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'influenza sociale della TV - L'"era" De Filippi Pag. 36
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'influenza sociale della TV - L'"era" De Filippi Pag. 41
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'influenza sociale della TV - L'"era" De Filippi Pag. 46
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'influenza sociale della TV - L'"era" De Filippi Pag. 51
1 su 53
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

1. MEDIA E INFLUENZA SOCIALE

1. La comunicazione di massa

2. L’avvento della tv

3. Gli studi e le teorie

2. TV E QUALITA’

1. Dalla tv verità, alla tv realtà

2. Il reality come meta genere sociale

3. Il crollo del “culturale” nel televisivo

3. LA TV TARGATA DE FILIPPI

1. Presentazione dei programmi

2. Analisi del Forum

3. Effetti e conseguenze

CONCLUSIONE

BIBLIOGRAFIA

INTRODUZIONE 2

La motivazione principale che mi ha indotto a realizzare una tesi sul

problema dell’influenza che la nostra società subisce giornalmente dai

programmi televisivi e delle conseguenze che essa volente o no provoca

dentro di essa, è semplicemente quella di capire se davvero la nostra è

una società frivola e insulsa che oramai ha perso i valori veri e autentici

della vita, lasciando spazio a ciò che di più orribile ci sia in una società, e

cioè la superficialità, l’egoismo e la cattiveria. In una sola parola:

l’ignoranza.

Partendo da un’analisi generale sui mezzi di comunicazione di massa, si

vuole arrivare a capire in che modo la tv e i suoi programmi (e in

particolare ovviamente quelli ideati e condotti da Maria De Filippi),

riescono a entrare così prepotentemente nelle menti della gente comune

e no, causandone una perdita di personalità e massificandone i pensieri.

Nel primo capitolo “Media e influenza sociale”, per prima cosa ho

pensato inizialmente di illustrare in breve, i vari passi che, nel corso della

storia, hanno portato l’umanità a percorrere una strada tortuosa e

imprevedibile tra i vari mezzi di comunicazione di massa realizzati

dall’uomo. Dagli inizi della scrittura, passando per la stampa e la radio,

fortemente condizionata dal passaggio del fascismo e del nazismo che la

contrassegneranno quale “medium” cardinale della propaganda di quei

tempi; fino ad arrivare all’avvento della Tv e alla sua affermazione

consacrale di media per eccellenza. Nella seconda parte del capitolo si

affronteranno i principali studi teorici affrontati dai sociologi e dagli

studiosi dei media, e di come questi sono cambiati (o meglio evoluti) nel

corso degli anni.

Nel secondo capitolo, si passerà principalmente all’analisi della

televisione e soprattutto della sua programmazione. Si vedrà come, nel

succedersi dei cicli tv, si è passati da una tv “verità”, ad una tv “realtà”,

che trasporta la vita di tutti i giorni nel teleschermo, proponendo come

mero intrattenimento le vicende personali di vip e gente comune,

rendendo protagonisti, gli aspetti privati di qualsivoglia personaggio di

3

turno. E ad apice di questi intenti, si analizzerà l’esplosione dei reality

show, ormai veri e propri dominatori della scena televisiva. Le loro

origini, i metodi di ideazione e produzione, e soprattutto gli effetti

prodotti sugli spettatori, saranno al centro dell’indagine sulla“reality tv”;

che racchiude anche i talk show popolari e i quiz strappalacrime degli

ultimi periodi. Infine verrà documentata la progressiva scomparsa dei

programmi di cultura dai principali palinsesti televisivi in chiaro.

Nel terzo e ultimo capitolo, verrà affrontato il “fenomeno De Filippi”.

Attraverso l’analisi dei suoi programmi principali e di maggior successo e

anche grazie alla creazione di un forum su internet, e alle discussioni ivi

createsi, si vuole comprendere come la scena mediale sia al momento

dominata da una donna divenuta autentica regina degli ascolti e,

soprattutto, quali strascichi sociali possa avere un così ampio successo e

potere mediale, caratterizzato dalla scarsa qualità del messaggio inviato

al pubblico.

Ovviamente questa non vuole essere solo una tesi riguardante il mezzo

di comunicazione propriamente detto, ma si ispira ad analizzare quei

programmi che in queste ore dominano la scena nella maggior parte

delle case italiane, e su come chi li guarda possa venirne condizionato

nei comportamenti sociali.

1. MEDIA E INFLUENZA SOCIALE

La comunicazione di massa 4

L’affermazione del genere umano, quale dominatore del mondo, passa

sicuramente dalla sua eccelsa capacità nel comunicare. I vari linguaggi

che riusciamo ad esprimere, sono proprio ciò che più ci contraddistingue

da qualsiasi altro essere vivente sulla Terra.

L’uomo comunica fin dalla Preistoria. Grazie solo a dei semplici segni,

graffiti o espressioni del proprio corpo, riesce a trasmettere al proprio

simile, ciò che lui pensa.

L’evoluzione ha portato l’essere umano a perfezionare sempre di più il

suo modo di comunicare e farsi capire. La scrittura e la lingua sono

scoperte assolutamente fondamentali e fino al XV secolo dopo cristo, il

modo più efficace per comunicare ad una più o meno grande quantità di

persone i propri pensieri e le proprie idee, era quello di tenere un

discorso pubblico o rappresentare in teatro la propria opera. Certo,

c’erano i manoscritti, e tra questi alcuni di inestimabile valore e altri dei

più grandi pensatori dell’umanità. Ma la diffusione di queste opere, era

fortemente limitata. Il costo di questi scritti era molto elevato, e le copie

erano riprodotte in un numero altamente ristretto.

Possiamo dire con certezza che il primo vero mezzo di comunicazione di

massa che ha rivoluzionato i rapporti sociali, è stato il giornale stampato.

Grazie alla stampa chiunque poteva usufruire di informazioni. I costi si

ridussero notevolmente, e la diffusione delle idee e delle notizie prese

rapidamente piede. Il giornale o quotidiano divenne ben presto

un’istituzione (e lo è ancora oggi), e fino all’invenzione della radio nel

1906, era anche l’unico.

Si presentava però un problema. La possibilità di divulgare le proprie idee

così facilmente e così economicamente ad un potenzialmente vasto

pubblico, non andava giù a chi magari governava o aveva un’illustre e

rispettabile posizione sociale da difendere, e si sentiva minacciato da

attacchi “mediatici” sui giornali dell’epoca. Le autorità erano poco

tollerabili e i primi giornali erano sottoposti a severe censure. Solo nel

5

1789, con la Dichiarazione dei diritti dell’uomo, viene riconosciuto il

diritto alla libertà di stampa, di parola e di espressione.

Nel 1921, la nascita in Gran Bretagna della BBC (la prima e più antica

radio del mondo ancora esistente) è la prima radicale innovazione nelle

comunicazioni di massa, dopo quella della stampa di cinque secoli prima.

I tentativi di definire con precisione il fenomeno della comunicazione di

massa, si sono avvicendati nel corso degli anni. Colui che probabilmente

ne coglie in pieno il senso, è il sociologo britannico John Thompson,

secondo cui la comunicazione di massa è la “produzione istituzionalizzata

e la diffusione generalizzata di merci simboliche attraverso la fissazione e

la trasmissione di informazioni e contenuti simbolici”. Sempre Thompson

poi, individua altre due specifiche caratteristiche della comunicazione di

massa: l’estesa accessibilità delle forme simboliche nello spazio e nel

tempo e la circolazione pubblica delle forme simboliche. 1

Dopo l’avvento della radio, la tecnologia ebbe presto un interesse

irrefrenabile verso lo sviluppo e la perfezione dei mezzi di comunicazione,

e purtroppo non sempre con fini e scopi positivi per l’umanità. I media

verranno utilizzate negli anni seguenti per divulgare ideali sbagliati, che

porteranno i governi a regolamentarne gli usi e i diritti.

Fu agli inizi della Seconda Guerra Mondiale che l’umanità prese atto delle

potenzialità dei media. Alle tradizionali armi della guerriglia, ve né si

affiancò una altrettanto potente e mimetica, i mass media. Grazie all’uso

della radio e della stampa, personaggi quali Hitler e Mussolini, riuscirono

nei loro intenti bellici e acquisirono sempre più consensi con una

manovra psicologica e assuefacente, che partiva dall’interno di ogni

abitazione e riusciva a convincere milioni di persone con messaggi sia

diretti (marce militari, discorsi al popolo, radiocronache di guerra) che

subliminali (con l’avvento del cinema e la proiezione di film riguardanti il

mito bellico e l’elogio del patriottismo).

Queste ideologie avevano essenzialmente l’obbiettivo di annullare

qualsiasi tipo di individualità e cercavano di infettare i cittadini nei loro

1 Sorice M. - I media. La prospettiva sociologica, Carocci, 2005, p.34

6

credi e nei loro pensieri. Le notizie venivano distorte e le vicende che

avrebbero potuto screditare il consenso nei confronti dei due dittatori,

venivano nascoste e offuscate. In Italia le iniziative prese dal regime per

diffondere l’ascolto collettivo nei luoghi pubblici, o in occasione delle

grandi adunate, dimostrano che si era attribuito al mezzo un potere

delegato di persuasione. 2

Una volta regolamentati e tutelati, i mass media hanno ben presto invaso

la vita delle popolazioni mondiali. La definizione che di essi propone

Fausto Colombo è concettualmente ampia ma estremamente rigorosa: i

media sono apparati socio-tecnici che svolgono una funzione di

mediazione nella comunicazione fra soggetti. I mezzi “di massa”

vengono definiti tali anche perché non consentono una comunicazione

paritaria. In altre parole, il loro pubblico non è un pubblico, ma una

massa, in quanto non è in grado di formulare risposte differenziate visibili

ai messaggi trasmessi dai mezzi. 3

L’avvento della Tv

Dopo la Grande Guerra, l’avvento diffuso della televisione negli anni ’50,

scalzò la leadership della radio. La differenza tra i due mezzi balzò subito

agli occhi. La televisione arrivò in zone dove neanche la radio era riuscita

mai ad arrivare. Il fascino che la tv provocava nella gente era notevole,

grazie all’innovazione dell’unione tra il già esistente audio, e la novità

delle immagini in movimento.

Una volta diffusa, la televisione (come fu anche per la radio) si

proponeva in due modelli ben distinti, quello americano e quello europeo.

2 Monteleone F. - Storia della radio e della televisione in Italia. Un secolo di costume, società e politica, Marsilio, 2003

3 Sorice M. - I media. La prospettiva sociologica, Carocci, 2005, pp. 28-37

7

Il primo era fondato sulla competizione tra le varie catene televisive

indipendenti e finanziate dalle aziende pubblicitarie, il secondo invece si

basava su un monopolio pubblico. Questa differenza si rivelò decisiva

nell’ambito della libera informazione. Il modello americano

Dettagli
Publisher
A.A. 2009-2010
53 pagine
1 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cineasta86 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e tecniche della comunicazione di massa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Mirabella Michele.