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DIFFERENZE ANAGRAFICHE, SOCIALI E CULTURALI
Sono più influenzabili i giovani o gli anziani, le donne o gli uomini, gli americani o gli italiani?
Età. La ricerca sull'argomento si è principalmente interessata di due temi:
a) il rapporto tra età e conformità al gruppo dei coetanei nel periodo dello sviluppo: è durante la prima
adolescenza, quando il gruppo dei pari diventa un importante punto di riferimento, che la conformità
si manifesta in maggior grado, la tendenza alla conformità accrescerebbe progressivamente fino
all'inizio dell'età adulta.
b) Il cambiamento degli atteggiamenti durante l'età adulta: per quanto riguarda il rapporto tra età e
cambiamento di atteggiamenti sono stati individuati cinque modelli riguardanti la possibilità degli
atteggiamenti delle diverse età:
il modello della persistenza, per il quale gli atteggiamenti, nell'età adulta, tendono a non
cambiare;
il modello della crescente persistenza, per il quale le persone diventano progressivamente
più resistenti al cambiamento nel corso della loro vita;
il modello dell'apertura di tutta la vita, il quale sostiene che gli individui, per tutto il corso della
loro vita, sono ugualmente aperto al cambiamento di atteggiamento;
il modello degli anni impressionabili, che sostiene invece che tale apertura esiste solo nei
giovani;
il modello di cambiamenti per fasi di vita, secondo il quale l'apertura al cambiamento è
maggiore nella giovinezza e nella vecchiaia, mentre è minore nell'età media.
In un lavoro successivo Tyler e Schuller i ricercatori sono partiti dalla considerazione che esiste una
differenza fondamentale tra capacità di cambiare e opportunità di cambiare; la minore stabilità degli
atteggiamenti giovanili può essere interpretata non solo in termini psicologici ma anche in rapporto allo stile
di vita, in risposta ad appropriate esperienze personali, gli atteggiamenti degli individui sono suscettibili in
eguale misura di cambiamento nel corso dell'intero ciclo di vita. Da questi risultati contro-intuitivi emerge
con chiarezza come non sia il dato anagrafico in sé a provocare una maggiore o minore sensibilità dei
soggetti, quanto lo stile di vita che, a seconda dell'età, sono indotti a fare.
Sesso. La maggiore flessibilità delle donne rispetto agli uomini è considerata come un fatto assodato.
Alcune ricerche constatarono che sebbene le differenze significative tra i sessi fossero quasi sempre nel
senso di una maggiore influenzabilità femminile, la discrepanza non aveva una dimensione rilevante. Un
bersaglio resiste maggiormente al tentativo di influenza di una fonte del suo stesso sesso che a quello di
una fonte dell'altro sesso; se poi la fonte è una donna, il suo stile discorsivo influenza in modo opposto i
soggetti di sesso maschile e quelli di sesso femminile. Lo stile di una fonte maschile invece, non sembra
incidere altrettanto sull'impatto del messaggio.
Diverse interpretazioni sono state date dai ricercatori circa le ragioni delle differenze tra i sessi
nell’influenzabilità. La spiegazione più diffusa fa riferimento al processo di socializzazione ai ruoli di genere.
Fa parte del ruolo del genere maschile essere indipendente e assertivo. Il ruolo di genere femminile
richiede di andare d'accordo e di essere disponibili con gli altri. Questo tipo di spiegazione dà conto del
motivo per cui gli uomini tendono a cedere meno, soprattutto negli studi basati su una pressione di un
gruppo reale; spesso lo stimolo su cui si basa l'esperimento è di tipo maschile, ossia verte su un argomenti
rispetto ai quali gli uomini sono più esperti e interessati delle donne. Un altro fattore che appare importante
nel determinare le differenze tra i sessi rispetto all'influenza è costituito dal sesso di chi effettua la ricerca.
Negli studi condotti da donne i due sessi risultano in genere, ugualmente influenzabili. Questo fenomeno
potrebbe essere dovuto o alle diverse scelte procedurali o alle tematiche che i ricercatori dei due sessi
effettuano.
Etnia. Le ricerche che hanno approfondito le differenze dovute all'appartenenza etnica hanno confrontato
gli effetti indotti dal processo di influenza in culture differenti. Il fenomeno che è stato più approfondito è la
conformità. Milgram confrontò la tendenza alla conformità di studi norvegesi e francesi, utilizzando una
tecnica basata sulla pressione di gruppo vertente su un compito di discriminazione uditiva. Egli verificò
costantemente una tendenza alla conformità maggiore nei norvegesi che nei francesi. I norvegesi hanno
una forte tendenza a identificarsi con il loro gruppo, mentre la storia e la vita politica dei francesi è
caratterizzata dall'instabilità e dall'estrema diversità di opinioni.
Una ricerca successiva condotta con campioni più confrontabili di studenti americani e inglesi, non ha
riscontrato nessun effetto dovuto la differenza culturale.
In conclusione, le ricerche effettuate nelle società complesse non hanno per il momento fornito risultati
coerenti ed è quindi impossibile, sulla base di questi dati, stabilire con certezza in che misura la
compiacenza alla pressione sociale sia un fenomeno culturalmente determinato. Per quanto riguarda
invece le società tradizionali uno studio aveva messo in luce come i processi di socializzazione si
differenziassero in rapporto al tipo di economia di sussistenza. Berry ipotizzò che in comunità stanziali,
caratterizzate da un'alta densità di popolazione e da una struttura familiare allargata, si sarebbe riscontrato
un livello di conformità più alto di quello riscontrabile nelle comunità di nomadi/cacciatori. I risultati
confermarono l'ipotesi di Berry circa le società tradizionali.
CAPITOLO 4
PROCESSI INTERATTIVI E DIFFUSI
1. Influenza interattiva e reciproca
Nelle situazioni che consentono alle persone di interagire, il processo di influenza a più direzioni è la norma
più che l'eccezione: quando un gruppo è impegnato in un determinato compito è facile che il risultato
collettivo scaturisca da un gioco di reciproche influenze. Il ruolo dell'influenza interattiva è stato
approfondito in due campi principali in quello dei giudizi e delle prese di decisione e in quello della creatività
e della soluzione di problemi
Giudizi e decisioni collettive
Sherif fu il primo studioso che invece di utilizzare una procedura basata sulla suddivisione del lavoro tra chi
influenza e chi è influenzato, effettuò una ricerca tesa a raccogliere l’influenza come processo di
interazione complementare tra le persone. Sherif mise a punto una serie di esperimenti nei quali veniva
richiesto di esprimere una valutazione riguardante uno stimolo percettivo ambiguo: si doveva valutare di
quanto si spostava un punto luminoso che, in realtà, rimaneva fermo ma che - per un effetto ottico che i
soggetti ignoravano - sembrava muoversi. Egli constatò che le persone riunite in gruppo tendevano ad
accordarsi su una valutazione diversa da quella che ciascuno di loro aveva espresso precedentemente in
privato.
Il gioco delle reciproche influenze aveva spinto il gruppo alla formulazione di una nuova norma, ossia di un
criterio di giudizio comune, scaturito dall'interazione. Tale fenomeno, tipico delle situazioni in cui non esiste
un accordo maggioritario rispetto a un'unica risposta considerata esatta, venne definito normalizzazione.
L’influenza reciproca tra i membri di un gruppo conduce a valutazioni o decisioni collettive che costituiscono
un compromesso tra le posizioni iniziali dei singoli individui. Tale moderazione è stata spiegata sulla base di
fattori sia di ordine motivazionale (quando gli individui cercano di adattarsi gli uni agli altri perché hanno
interesse a instaurare e mantenere un rapporto soddisfacente), sia di ordine cognitivo (la posizione assunta
dagli altri costituisce uno degli elementi che vengono presi in considerazione prima di esprimere una
determinata posizione). Questi fattori informazionali sono particolarmente importanti nelle situazioni
dominate dall'incertezza. Vi sono casi tuttavia, in cui l'influenza interattiva non porta a una convergenza
moderata ma a uno spostamento delle persone verso una posizione più estrema, a una convergenza
polarizzata.
Vi è la polarizzazione quando l'iniziale propensione dei membri di un gruppo verso una determinata
posizione diventa più estrema in seguito alla discussione collettiva. Le spiegazioni più accreditate del
fenomeno di polarizzazione hanno fatto ricorso a due fondamentali meccanismi:
il confronto sociale. Nella prospettiva del confronto sociale, poiché le persone desiderano percepirsi
e presentarsi sotto una luce favorevole, essi aggiustano continuamente le loro posizioni in relazione
a quelle degli altri. Questo fenomeno è stato definito effetto Primus Inter Pares. Se tutti i membri del
gruppo sono impegnati in questo processo di confronto e superamento reciproco, il risultato
collettivo sarà uno spostamento in direzione del valore sociale che raccoglie i consensi generali e
quindi una polarizzazione.
argomentazioni persuasive. Coloro che appoggiano invece la spiegazione basata sulle
argomentazioni persuasive partono dal presupposto che la posizione che una persona assume è
funzione degli argomenti pro e i contro che richiama alla mente quando deve prendere la decisione.
Se dalla discussione di un gruppo emergono nuove argomentazioni a favore della posizione presa
dal soggetto, questo si convince ancora di più di aver ragione e quindi rafforza la sua posizione,
estremizzandola. Se le argomentazioni nuove sono invece soprattutto contrarie, vi sarà una
tendenza a depolarizzare la propria posizione, avvicinandola maggiormente a valori intermedi.
La moderazione è favorita se i membri del gruppo sono poco coinvolti nel problema e non sono né
particolarmente competenti in merito, nè particolarmente determinanti a far valere il proprio punto di vista. Il
compromesso è probabile inoltre, se il gruppo è strutturato in modo gerarchico e la discussione è
regolamentata. È inoltre importante che non emergano differenze rilevanti tra le posizioni individuali.
Quando si verificano queste condizioni le persone cercano di evitare il conflitto all'interno del gruppo e, per
mezzo di concessioni vicendevoli, convergono gradualmente verso un punto di vista comune.
Un processo reciproco di influenza non comporta però, che tutti i membri del gruppo cambino idea o
facciano concessioni a ognuno degli altri nella stessa misura. Si è disposti a concedere di più alle persone
che, a loro volta, hanno fatto precedentemente concessioni,