Anteprima
Vedrai una selezione di 19 pagine su 87
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 1 L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 2
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 6
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 11
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 16
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 21
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 26
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 31
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 36
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 41
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 46
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 51
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 56
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 61
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 66
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 71
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 76
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 81
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'educatore professionale nella relazione con i pazienti psichiatrici, Tesi Pag. 86
1 su 87
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

(TRECCANI).

Il termine Educare deriva dal verbo latino ‘educere’, ovvero tirar fuo-

ri, trasferire da un luogo ad un altro. Con questo termine si intende

l’azione mediante cui si tira fuori, per mezzo del ragionamento, qualcosa

che è già presente dell’individuo.

Cosa significa dunque fare educazione?

L’educatore è colui che aiuta le persone a tirar fuori le proprie capaci-

tà e abilità aiutandole a scoprire e sviluppare le proprie potenzialità; tira

fuori ciò che è già presente dento la persona, la aiuta a crescere e ad ot-

tenere una propria autonomia.

L’educazione ha sempre fatto parte di questo mondo, poiché non vi è

esperienza in cui non sia presente un minimo di stimolo educativo.

Nell’arco della storia è stata applicata con il compito di adeguare il citta-

dino al tempo che in quel momento si va delineando e permettendogli

31

di risultare un cittadino cosciente ed adeguato. L’educazione è dunque

sinonimo di cambiamento.

È stato introdotto il concetto di terapia perché, sebbene per un lungo

periodo i termini educazione e terapia venissero considerati non para-

gonabili, è accaduto spesso che l’educatore professionale si trovasse a

lavorare in contesti terapeutici (psicologici, psicoanalitici, psichiatrici o

medici) in cui vengono realizzati progetti con un fine terapeutico.

S. KANIZSA, S. TRAMMA, Introduzione alla pedagogia e al lavoro educativo,

31

Carocci, 2011.

30 Nel contesto della malattia mentale però, il compito dell’educatore

non è quello di guarire. Il compito dell’educatore è si seguire e accom-

pagnare la persona nel suo percorso, nella quotidianità, fino al raggiun-

gimento, dove possibile, del suo benessere fisico e mentale.

La salute mentale consiste in questo processo in cui si realizza un apprendi-

mento della realtà, dove si affrontano, si elaborano e trovano soluzione i conflit-

ti. Mentre si compie questo itinerario la rete di comunicazione è costantemente

riadattata e solo così è possibile elaborare un pensiero capace di dialogo con l'al-

tro e di affrontare il cambiamento.

32

Il compito dell’educatore è di stabilire un percorso terapeutico nel

quale seguire la persona ed aiutarla ad affrontare i suoi problemi, non-

ché di accompagnare l’utente nel suo percorso di crescita verso

l’autonomia.

L’intervento educativo infatti non si limita alle situazioni che possono

considerarsi devianti, ma si estende nell’ambito quotidiano del soggetto

con il fine di poter rendere la persona indipendente nella sua quotidiani-

tà. […] sancita la finalità educativa nelle istituzioni formative e terapeutiche,

l'intervento educativo consiste in tre azioni tra loro interconnesse: cura, appren-

dimento, accompagnamento.

La cura in senso educativo, si riferisce alla risposta ad alcuni bisogni fonda-

mentali della natura umana: socialità, autostima, autonomia, appartenenza, si-

curezza, espressione, comunicazione, affetto. La dimensione etica e civile della

tutela dei diritti (di cittadinanza, di dignità personale) passa attraverso al rispo-

sta a questi bisogni che tutti pongono e che a maggior ragione sono e devono

essere rivendicati da chi è più debole e a maggior rischio di emarginazione nel

corpo sociale.

L'apprendimento si riferisce alla trasmissione di norme, stili, valori, conoscen-

ze, comportamenti, rappresentazioni sociali e culturali che aiutino il soggetto a

muoversi nel mondo con sufficiente autonomia, che rappresentino vincoli non

troppo rigidi né troppo fragili per sostenere la sua identità e le sue scelte, che gli

consentano il governo migliore possibile della sua vita.

E. PICHON RIVIERE, Il processo gruppale, Ed. Lauretana, Loreto, 1993, p. 34.

32 31

L'accompagnamento infine si riferisce all'accoglienza del soggetto per quello

che è, a quel sostegno e a quella presenza fondamentale nelle relazioni umane

che viene offerto.

33

2.2. Il “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali”

Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, meglio noto

come DSM dal titolo originale del manuale (Diagnostic and Statistical

Manual of Mental Disorders) è uno degli strumenti nosografici per i di-

sturbi mentali e psicopatologici. Nel corso degli anni è stato modificato e

aggiornato tenendo conto degli sviluppi e dei progressi della ricerca psi-

cologica e psichiatrica.

Si tratta di un manuale che raccoglie all’incirca 370 disturbi mentali,

descrivendoli in base alla presenza di determinati sintomi. Ogni distur-

bo presente assume una rilevanza statisticamente significativa nei ter-

mini di condizioni cliniche che si scostano dalla norma e che determina-

no delle implicazioni disadattive nell’incontro dell’individuo con

l’ambiente sociale.

Nel mese di maggio del 2013 negli USA, è avvenuta la pubblicazione

della 5° edizione (nel 2014 in Italia), identificato con la sigla DSM-5. La

prima versione del manuale fu redatta nel 1952, dall’APA (American Psy-

chiatric Association), a cui seguirono il DSM-II (1968), il DSM-III (1980), il

DSM-III-R (1987, edizione rivisitata), il DSM-IV (1994), il DSM-IV-TR

(2000, testo revisionato).

Il DSM-5 sostituisce la denominazione diagnostica “ritardo mentale” utiliz-

zato nella precedente edizione (DSM-IV_TR) con la nominazione “disabilità in-

tellettiva”, inclusa nel raggruppamento meta-sindromico a sua volta denomina-

to come “disturbi del neurosviluppo”. [….] La disabilità intellettiva definisce

un’entità sindromica precoce, essenzialmente caratterizzata dalla presenza di

un deficit delle funzioni intellettive, confermato sia da valutazione clinica che

da prove di intelligenza individualizzate e standardizzate. 34

L’adozione di un sistema diagnostico standardizzato come il DSM-5

rappresenta il congiungersi del mondo scientifico internazionale, con

D. RAMBALDI, Processi educativi e cambiamento.

33 M. RACCAGNI, La pratica dell'educatore con disabile intellettivo. Riabilitazione

34

dell'etica professionale nella valutazione e negli atelier, Franco Angeli, 2017.

32

l’universo della ricerca, dalla genetica alla neurochimica, con l’ambito

della prevenzione in campo psicoterapeutico e riabilitativo, nonché una

sfida aperta per andare oltre e migliorarne l’impiego per clinici, pazienti,

studenti, ricercatori.

35

Questo manuale si sviluppa su 5 assi:

- Asse I: disturbi clinici (come disturbi schizofrenici, disturbi

dell’umore).

- Asse II: disturbi di personalità e ritardi mentali.

- Asse III: disturbi provenienti da disturbi medici generali;

- Asse IV: disturbi psico-sociali

- Asse V: valutazioni sul funzionamento globale

Il manuale risulta essere un fondamentale strumento non solo per

psichiatri, psicologi e medici che si basano su di esso per fare una dia-

gnosi sui pazienti, ma risulta essere molto utile anche alle figure profes-

sionali che affiancano e aiutano le persone che soffrono di tali disturbi.

Molto spesso infatti operatori come gli educatori pensano erroneamente

che questi testi di riferimento non siano loro competenza e che non pos-

sano aiutarli nel lavoro. Tuttavia, visti i contesti in cui esso si trova spes-

so ad operare, non è vero. Infatti è molto importante che l’educatore ab-

bia delle nozioni base di questo tipo, non tanto per indagare il vissuto

dell’utente, quanto per capire poi come comportarsi con esso e non la-

sciarsi manipolare dalle sue volontà.

2.2.1 La scuola come contesto in cui applicare le nozioni del DSM

Nella prima parte del manuale vengono classificati i disturbi che

hanno il loro primo esordio nell’età dell’infanzia, della fanciullezza o

dell’adolescenza. In esso vengono descritti, per esempio, i Disturbi

dell’Apprendimento (DSA), che rappresentano dei disturbi nella com-

prensione e nell'uso del linguaggio, sia parlato sia scritto, che si manife-

stano in una limitazione delle capacità di ascoltare, parlare, leggere,

scrivere, ragionare e/o fare calcoli. I DSA sono disturbi innati: in questo

caso l’insegnante deve essere in grado di comprendere quando ha a che

M. BIONDI, F. S. BERSANI, M. VALENTINI, IL DSM-5: l’edizione italiana, in Riv

35

Psichiatr 2014; 49(2): 57-60. 33

fare con un bambino con un disturbo e quando invece si tratta sempli-

cemente di un bambino con difficoltà.

Classificati come DSA sono la dislessia, la discalculia, la disgrafia e la

disortografia.

La diagnosi di disturbi come la dislessia, può essere fatta fin dalla fi-

ne della seconda elementare. È importante che venga fatta precocemente

per evitare al bambino frustrazioni legate al suo insuccesso scolastico,

insuccesso che si ripercuoterà sul versante emotivo e psicologico.

La scuola potrebbe quindi avere un ruolo importante nella preven-

zione e nell’intervento nei confronti di bambini e adolescenti poiché

l’insegnante ha la possibilità di vivere il bambino per molte ore.

La scuola è una “macchina significante” per eccellenza. L’insegnante ne è

l’interprete e si rivolge innanzitutto all’universale della classe. Per bambini con

disabilità mentale grave, la scuola spesso non è un ambiente protetto come il

centro diurno o la struttura residenziale di cura. Pierino non ha ancora trovato

un compenso nell’incontro con l’Altro scolastico. All’interno del complesso del-

la classe tende a perdersi. L’insegnante che si rivolge all’universale del gruppo

di bambini non riesce a diventare una figura di riferimento per Pierino, come

invece lo è per gli altri alunni. Nelle classi dove si trovano bambini con disabili-

tà mentale […] viene inserito un insegnante di sostegno ma soprattutto un edu-

catore scolastico personale. La funzione dell’educatore scolastico al fianco di

Pierino viene esercitata in un rapporto “uno ad uno”, in un luogo tranquillo,

non esposto ad eccessi. […] Pur non essendo un insegnante, l’educatore si su-

bordina all’istituzione scolastica. 36

In queste situazioni, per poter svolgere questo tipo di lavoro, è sicu-

ramente fondamentale avere delle basi su quello che sia il disturbo, i sin-

tomi e quale sia il miglior modo di comportarsi per agire su di esso. La

funzione dell’educatore, in casi come quello appena citato, è di rappor-

tarsi con il bambino, di entrare in contatto con lui e creare una relazione

di fiducia. Deve interpretare gli atteggiamenti e agire tempestivamente

al fine di evitare una cris

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
87 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Jogreek di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Benvenuto Guido.