Mobilità sostenibile
Per mobilità sostenibile si intende l’uso di mezzi a minor impatto sull’ambiente e sull’uomo o l’uso di mezzi di trasporto pubblici o privati in forma collettiva, il tutto finalizzato alla riduzione delle fonti inquinanti e degli incidenti come definito in numerosi accordi e protocolli a livello internazionale ed alla riduzione dello spazio utilizzato dai mezzi di trasporto.
La cultura della mobilità sostenibile sui percorsi casa-lavoro (PSCL) per gli adulti si accompagna alle altre categorie di spostamenti quotidiani all’interno delle città, dei percorsi casa scuola per i bambini, ragazzi e gli studenti in genere, e alla mobilità sostenibile del tempo libero verso i luoghi delle attività sportive, della cultura, dei fine settimana e delle vacanze. Tutta questa tematica rientra all’interno dell’aspetto più ampio della sostenibilità ambientale.
Decreto Interministeriale 'Mobilità Sostenibile nelle Aree Urbane'
Il Decreto Interministeriale "Mobilità Sostenibile nelle Aree Urbane" del 27/03/1998, ha stabilito una strategia di azione finalizzata a perseguire gli impegni assunti dall'Italia nella conferenza di Kyoto, ed ha promosso linee di intervento per ridurre l'inquinamento e la congestione traffico, nelle aree urbane. Il decreto istituisce la figura professionale del Responsabile della Mobilità aziendale, definendo le "strutture di supporto alle reti cittadine dei responsabili della mobilità aziendale".
Mobilità Manager
Il Responsabile della Mobilità aziendale, meglio conosciuto come "Mobility Manager", è una figura prevista dal decreto del Ministro dell’Ambiente 27 marzo 1998 "Mobilità sostenibile nelle aree urbane", secondo cui aziende ed Enti pubblici con più di 300 dipendenti per unità locale, ed imprese con complessivamente oltre 800 dipendenti, devono individuare un responsabile della mobilità del personale. Il suo compito è quindi quello di razionalizzare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, promuovendo tutti i modi innovativi e alternativi all’utilizzo dell’automobile che servano a decongestionare il traffico e a contenere l’inquinamento atmosferico che ne deriva.
Il piano degli spostamenti casa-lavoro
Si tratta di uno strumento di sviluppo, implementazione e controllo di un insieme ottimale di misure utili per la razionalizzazione degli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente, che include servizi e attività di Mobility Management. L’obiettivo principale del Piano è quello di ridurre la dipendenza dall’auto privata, secondariamente può diventare un piano di zona, o di un gruppo target dell’intera città (commerciale, industriale o anche di un particolare tipo di servizi), al fine di gestirne la domanda di mobilità.
Struttura del piano degli spostamenti casa-lavoro (PSCL)
- Fase informativa di analisi
- Fase progettuale
- Fase di confronto
- Fase attuativa
- Fase di aggiornamento e monitoraggio
Nello specifico riportiamo un elenco esemplificativo e non esaustivo, con il quale possano confrontarsi realtà diverse tra loro:
Vantaggi per il dipendente
- Minori costi del trasporto
- Riduzione dei tempi di spostamento
- Possibilità di premi economici
- Riduzione del rischio di incidenti
- Maggiore regolarità nei tempi di spostamento
- Minore stress psicofisico da traffico
- Aumento delle facilitazioni e dei servizi per coloro che già utilizzano metodi di spostamento alternativi
- Socializzazione tra colleghi
Vantaggi per l’azienda
- Migliore accessibilità all’azienda (valore aggiunto)
- Riduzione dei costi legati alla gestione dei parcheggi
- Riduzione di costi per rimborso accordati sui trasporti
- Riduzione dei costi dei trasporti organizzati o pagati dall’azienda
- Riduzione dello stress psicofisico per i dipendenti e aumento della produttività
- Miglioramento dei rapporti con gli abitanti dell’area circostante l’azienda (più posti sosta, meno rumore da traffico)
- Miglioramento dell’immagine aziendale come organizzazione interessata ai problemi ambientali
- Promozione di una filosofia aziendale basata sulla cooperazione
Vantaggi per la collettività
- Riduzione dell’inquinamento atmosferico
- Benefici in termini di sicurezza e di relativi costi sanitari
- Riduzione della congestione stradale
- Riduzione dei tempi di trasporto
Normativa e ruolo del mobility manager
Mentre all'estero la normativa è intervenuta per regolamentare una figura nata sulla spinta di esigenze concrete, in Italia si è dapprima fatta la legge, per poi tentare di attribuire contenuti e responsabilità a un ruolo di non facile interpretazione. Il vero problema è che non esiste un mobility manager unico: quello d'area, che opera alle dipendenze degli enti pubblici territoriali, ha, infatti, compiti di coordinamento delle iniziative dei "colleghi" impegnati nelle aziende a organizzare il Piano degli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti. In base alla legge, infatti, le aziende con più di 300 dipendenti (o con più di 800 suddivisi tra varie sedi) situate in comuni a rischio ambientale devono nominare un mobility manager, allo scopo di ridurre l'uso dei mezzi di trasporto privato individuale.
L’analisi ambientale iniziale per una struttura turistico-ricettiva
L’analisi ambientale costituisce il presupposto di qualsiasi azione di gestione ambientale da parte di un’organizzazione, essa consente infatti di individuare ed approfondire le problematiche ambientali e di fotografare, per mezzo di riferimenti oggettivi, le prestazioni ambientali di un’organizzazione, e quindi anche di un albergo, in modo da poter stabilire e controllare nel tempo gli obiettivi di miglioramento.
Il regolamento n.761/2001 EMAS, nell’Allegato VII al punto 7.1 «Osservazioni generali», chiede che l’Organizzazione deve determinare la sua posizione attuale rispetto all’ambiente mediante un’analisi che consideri tutti gli aspetti ambientali dell’organizzazione quale base su cui predisporre il sistema di gestione ambientale.
Requisiti dell'analisi ambientale
- Prescrizioni legislative, regolamentari e di altro tipo cui l’organizzazione si conforma;
- Identificazione di tutti gli aspetti ambientali che hanno un impatto ambientale significativo e compilazione di un registro per quelli individuati come «importanti»;
- Descrizione dei criteri secondo cui valutare l’importanza dell’impatto ambientale in conformità all’Allegato VI, punto 6.4;
- Esame di tutte le pratiche e procedure gestionali esistenti in materia di ambiente;
- Valutazione dell’insegnamento tratto dall’analisi di incidenti precedenti.
L’analisi ambientale iniziale è il punto di partenza per la realizzazione di un sistema di gestione ambientale. Costituisce la base conoscitiva indispensabile per individuare le aree critiche, definire gli obiettivi di miglioramento e pianificare gli interventi in base al contesto territoriale in cui si opera, ai vincoli normativi, alle disponibilità economiche e alle aspettative dei principali interlocutori. Sulla base delle informazioni ottenute attraverso l’AAI, la struttura turistico-ricettiva potrà stabilire la propria politica ambientale e definire gli obiettivi e il programma di miglioramento ambientale che intende realizzare.
Lo sforzo che sarà richiesto alla struttura turistica-ricettiva sarà quello di esaminare tutte le attività che hanno influenza sull’ambiente, sia quelle il cui impatto è determinato dallo svolgimento del lavoro proprio dell’albergo (ad es. consumi di acqua, energia, materiali di pulizia, generi alimentari, materiali per l’igiene personale), sia quelle sulle quali l’albergo esercita un potere gestionale diretto o di controllo. L’esame dovrà anche riguardare quelle attività su cui l’albergo non ha potere di gestione e controllo, ma sulle quali può esercitare un’influenza determinante attraverso le proprie decisioni, raccogliere i dati che riguardano l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, suolo, inquinamento acustico, produzione di rifiuti, traffico, ecc., individuare gli aspetti ambientali significativi su cui orientare le azioni destinate a migliorare la situazione dei relativi impatti.
Una buona parte dei dati necessari alla realizzazione dell’AAI e in genere della gestione ambientale, sono spesso presenti e già disponibili all’interno dell’albergo o presso altri enti (Regioni, Amministrazioni Provinciali, Comuni, ASL). In prima istanza quindi sarà utile analizzare la documentazione già esistente per poterne estrarre il maggior numero di informazioni. Successivamente, nel caso in cui le informazioni reperite risultassero parziali e/o non aggiornate, si potrà procedere all’acquisizione di dati attraverso misurazioni dirette (esempio: check list, interviste, questionari, stime).
Generalmente le direttrici di indagine per l’acquisizione dei dati dovrebbero quanto meno considerare:
- La normativa applicabile: bisognerà individuare attraverso la consultazione di tutte le fonti disponibili (Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee, nonché bollettini ufficiali regionali, siti internet, ecc.) tutta la normativa ambientale che si applica in un albergo e nell’ambito territoriale in cui è situato l’albergo, individuando gli obblighi che ne derivano e valutare l’applicazione di essa da parte dell’albergo stesso;
- Dati generali di inquadramento territoriale con descrizione del contesto ambientale nel quale opera la struttura alberghiera;
- Dati sulle caratteristiche generali della struttura alberghiera e la relativa descrizione delle attività/servizi erogati e/o controllati dall’albergo.
A seguito dell’acquisizione dei dati si procederà alla loro elaborazione in modo che siano ben individuati gli impatti ambientali e successivamente quelli significativi. Inoltre si perverrà ad un bilancio di massa ed energia che rappresenta il punto di incontro delle due diagnosi ambientale ed energetica.
Operativamente la fase di analisi ambientale iniziale in un albergo si articola su:
- Raccolta dati, analisi della documentazione disponibile e di ogni altro elemento rilevante dal punto di vista ambientale esistente nell’albergo;
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