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INTRODUZIONE

In ambito educativo la didattica inclusiva si configura come un “modus educandi” che nasce per

Garantire la comprensione dei bisogni educativi dei singoli, per mettere in atto soluzioni funzionali,

che possano superare le rigidità metodologiche e le differenze. La didattica inclusiva è la didattica

di tutti, che si basa sulla personalizzazione e sull’individualizzazione tramite metodologie attive,

partecipative, costruttive e affettive. Di tale didattica non sono responsabili unicamente i docenti

specializzati nel sostegno, ma tutti i docenti, ed è infatti rivolta a tutti gli alunni e non soltanto agli

alunni con difficoltà. La funzione docente realizza il suo processo di insegnamento e apprendimento

volto a promuovere lo sviluppo umano, culturale, civile e professionale degli studenti sulla base

degli obiettivi previsti dagli ordinamenti scolastici. Il decreto legislativo che regola la funzione

docente è del 16 aprile 1994 n. 297, art. 395. La professione del docente si sviluppa nella classe a

contatto con gli studenti, migliorando le conoscenze e la cura delle relazioni, nella scuola

utilizzando i nuovi spazi progettuali e nel territorio per ampliare l’ambiente di apprendimento sia

per i ragazzi che per gli insegnanti stessi. Il profilo professionale di un insegnante è costituito da

diverse competenze, tra cui competenze psicopedagogiche fondamentali per entrare in rapporto con

gli alunni, gestire conflitti che possono nascere all’interno della classe.

È proprio in questo ambito che svolgono un ruolo fondamentale le emozioni. La componente

emotiva condiziona l’apprendimento e i processi cognitivi, per questo motivo è fondamentale

promuovere un’alfabetizzazione emotiva insegnando già ai bambini a distinguere gli stati emotivi.

All’insegnante di oggi si richiede non solo la trasmissione di saperi ma soprattutto un più ampio

ruolo educativo considerando gli studenti nella loro individualità, ascoltandoli e osservandoli,

rintracciando in ciascuno potenzialità e limiti per poter disegnare uno specifico itinerario di

apprendimento. La didattica inclusiva rappresenta il fiore all’occhiello della didattica italiana,

nonostante sia un percorso complesso ed ancora in itinere. In sostanza l’inclusione scolastica è un

approccio educativo che mira a garantire a tutti gli studenti, indipendentemente dalle differenze di

background, un’istruzione di qualità all’interno della stessa comunità scolastica. Questo concetto

promuove un’ambiente accogliente e rispettoso delle diversità, dove ogni individuo è valorizzato e

supportato nel suo percorso di apprendimento. L’inclusione non riguarda solo l’accesso fisico alla

scuola, ma anche l’accettazione sociale e l’adattamento dei materiali didattici. Il termine inclusione

si ricollega al concetto di “SPECIALE NORMALITA” introdotto da Dario Ianes. Speciale

normalità significa, che in sostanza, siamo tutti speciali, che tutti riscontriamo difficoltà di entità e

natura diversa che possono aumentare o ridursi in base al fattore tempo e al fattore contesto. Alla

fine, sono le specialità che ci rendono normali ed il concetto di inclusione non può che rispecchiare

questa tipologia di specialità. 2

La disabilità intellettiva

Il concetto di disabilità intellettiva è al centro di dibattiti in continua evoluzione all'interno della

comunità internazionale. Secondo la Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD), la

disabilità intellettiva è definita come un insieme di condizioni dello sviluppo caratterizzate da

significativi deficit delle funzioni cognitive, associati a limitazioni nell'apprendimento, nel

comportamento adattivo e nelle abilità. Questo strumento diagnostico è integrato al (DSM)

Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, che si occupa esclusivamente dei disturbi

mentali; entrambi contribuiscono alla compilazione dei documenti in base all'International

Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), al fine di fornire una descrizione

completa dell'individuo nel contesto scolastico, seguendo un approccio bio-psico-sociale. Il termine

disabilità intellettiva è stato introdotto dal DSM 5, pubblicato nel 2013, sostituendo quello di ritardo

mentale. È proprio questa nuova espressione che include le condizioni di funzionamento limite

precedentemente escluse. Il funzionamento adattivo inadeguato si riferisce all'incapacità di un

individuo di soddisfare gli standard appropriati per la sua età in determinate aree, come l'autonomia,

la responsabilità sociale, la comunicazione, le attività quotidiane, l'indipendenza personale e

l'autosufficienza. Il funzionamento adattivo comprende le abilità concettuali, pratiche e sociali di

una persona e si riferisce alla sua capacità di fronteggiare le sfide quotidiane in modo efficace e di

adeguarsi ai livelli di autonomia previsti per la sua età, il suo contesto socioculturale e ambientale.

Secondo il DSM 5, la disabilità intellettiva si caratterizza per un deficit nelle abilità cognitive

generali che influenzano il funzionamento adattivo in tre aree chiave: il dominio intellettivo o

concettuale, il dominio sociale e il dominio pratico. Il dominio intellettivo comprende abilità come

il linguaggio, la lettura, la scrittura, il calcolo, il ragionamento, la cognizione e la memoria. Il

dominio sociale fa riferimento all'empatia, al giudizio sociale, alla capacità di comunicazione

interpersonale, alla capacità di formare e mantenere amicizie e ad abilità simili. Il dominio pratico si

concentra sulla capacità di gestire in modo autonomo aree come l'igiene personale, le responsabilità

lavorative, la gestione del denaro, il tempo libero, oltre alla capacità di organizzare e gestire compiti

scolastici e lavorativi. I sintomi della disabilità intellettiva devono emergere durante l'infanzia e

vengono valutati in base alla gravità del deficit nel funzionamento adattivo. Molto spesso, la

disabilità intellettiva è associata ad altre condizioni mentali, come il disturbo da deficit di attenzione

e iperattività e i disturbi dello spettro autistico. L’eziologia delle disabilità intellettive è varia e si

suddivide in anomalie genetiche, che possono essere ereditarie e no; fattori prenatali, alterazioni

che si verificano durante la gestazione; fattori perinatali, ovvero alterazioni che intervengono al

momento della nascita; fattori postnatali, traumi che si presentano dopo la nascita; fattori

psicosociali, condizioni ambientali culturalmente e affettivamente poco stimolanti. Questi ultimi

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fattori hanno assunto progressivamente importanza ed in linea con l’approccio bio-psico-sociale, si

ritiene che, a parità di condizioni organiche, la strutturazione dell’ambiente influenzi notevolmente

le funzioni intellettive, e le capacità di adattamento e di conseguenza, la qualità di vita del soggetto

(Lucia Chiappetta Cajola, 2020). Inoltre, i sistemi di classificazione distinguono disabilità

intellettiva lieve, di difficile individuazione in quanto è necessario aspettare che il bambino sia

scolarizzato; disabilità intellettiva moderata, questi bambini possono essere consapevoli delle loro

difficoltà e sviluppare abilità vicarianti; disabilità intellettiva grave, già evidente in età prescolare e

risultano compromessi il linguaggio e le abilità motorie; disabilità intellettiva estrema, sono limitati

significativamente nella comunicazione e nella mobilità. In generale, è stato evidenziato come la

disabilità intellettiva grave sia prevalentemente associata a un deficit organico, mentre la disabilità

intellettiva lieve sia più spesso dovuta a fattori di natura psicosociale (Le guide di Erickson,2014).

Le persone con disabilità intellettiva possono presentare un notevole deficit nelle funzioni cognitive

centrali, fondamentali per lo sviluppo della comprensione del ragionamento e del pensiero astratto o

simbolico. Questo deficit è spesso associato a difficoltà nell'apprendimento e nell'adattamento alle

situazioni della vita quotidiana. Inoltre, la disabilità intellettiva può manifestarsi in combinazione

con altre sindromi o patologie, che purtroppo vengono spesso diagnosticate in ritardo, causando un

ulteriore deterioramento della situazione. Nell'affrontare il concetto di disabilità in ogni contesto, è

importante considerare le varie prospettive attraverso le quali si può descrivere, definire e delineare

tale fenomeno. Ogni individuo ha bisogni diversi e specifici, quindi la necessità di classificare e

descrivere è fondamentale per garantire un supporto adeguato. Tuttavia, bisogna fare attenzione a

non trasformare la descrizione in un'etichetta che possa portare a una percezione negativa della

persona. È importante quindi considerare con attenzione le parole e i termini utilizzati, in modo da

rispettare l'individualità e il valore di ogni individuo. La classificazione ICF dell’organizzazione

mondiale della sanità Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della

salute (OMS,2001) pone l’accento sul funzionamento e sulla salute, non sulla disabilità. Con l’ICF

è possibile descrivere in ogni momento della vita il funzionamento e le rispettive condizioni di

salute di ogni persona, in sostanza l’ICF non ha eliminato la disabilità ma ha cambiato radicalmente

la sua definizione (Ricerca e Sviluppo Erickson, 2015). La disabilità e la salute, quindi, sono

diventati due aspetti dello stesso fenomeno in quanto, la disabilità potrebbe riguardare tutti perché

tutte le persone nell’arco della propria vita possono incontrare la disabilità. Come già detto, definire

le caratteristiche generali della disabilità intellettiva può essere complesso, date le numerose

sindromi e sfumature che essa comprende. Una delle principali caratteristiche riguarda la

concretezza del pensiero, che impedisce alle persone con disabilità intellettiva di raggiungere il

pensiero astratto e superare il livello delle operazioni concrete. Questo porta a una difficoltà nel

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rappresentare mentalmente azioni e concetti astratti. La rigidità di pensiero è un'altra caratteristica

importante, che limita la capacità di estendere le conoscenze a situazioni diverse da quelle

conosciute. Le diverse aree mentali appaiono isolate e non comunicative, la generalizzazione delle

conoscenze acquisite è difficile, così come l'adattamento all'ambiente circostante. Il pensiero dei

soggetti con disabilità intelle

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher PROF.PILOTA di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia speciale e laboratorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Cancila Rossella.
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