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SANDBAG.ORG.UK
Fonte
: sandbag.org.uk
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: sandbag.org.uk emersi numerosi punti
deboli del Sistema che ne
hanno minato la fiducia e la
credibilità degli investitori nel campo energetico. Nonostante un certo scettiscismo sul
funzionamento del Sistema si sta ad ogni modo registrando un calo delle emissioni totali
di gas serra, anzi si prevede un calo per il 2020 del 21% delle emissioni rispetto a quelle
verificate nel 1990 pertanto la UE è sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo
all’analisi delle problematiche che hanno contraddistinto il
per il 2020. Venendo
funzionamento del sistema la principale criticità emersa in particolar modo nelle prime
del Sistema è stato lo squilibrio tra l’offerta e la domanda di permessi sul
due fasi
mercato. Nella prima fase (2005-2007) in assenza di dati affidabili sulle emissioni il cap
fu fissato in base a delle ipotesi e stime e i dati forniti dai diversi Stati sulle emissioni
(dati su cui poi si stabiliva l’allocazione dei permessi) non si rilevarono corretti. Il totale
17
delle quote allocate superò la domanda di un considerevole margine causando un
inevitabile crollo nel prezzo delle quote. Inoltre il divieto di trasferimento delle quote
tra la prima e la seconda fase spinse il prezzo ancora più in basso con conseguenze
negative sulle aspettative degli investitori che in base al prezzo del carbonio decidono
come e quanto investire in tecnologia a basso contenuto di carbonio. Anche la seconda
fase (2008-2012) è stata caratterizzata da un eccesso di quote di emissione sul mercato
e da un prezzo eccessivamente basso nonostante una riduzione del numero complessivo
di quote. Diverse le ragioni che possono spiegare questo andamento dei prezzi,
all’eccessivo numero di quote in circolazione e assenza di trasferibilità tra le due fasi si
è aggiunta la crisi economica iniziata alla fine del 2008 che ha spinto al ribasso sia le
emissioni che la domanda di permessi, generando un crescente eccesso di quote non
utilizzate che hanno influenzato il prezzo del carbonio per tutto il quinquennio. Nelle
prime due fasi l’allocazione delle quote è avvenuta mediante assegnazione gratuita e ciò
ha contribuito all’eccedenza emissione. L’eccesso di permessi di
dei permessi di
emissione sul mercato rappresenta una grave minaccia al perseguimento della finalità
principale del Sistema infatti spingendo il prezzo dei permessi al ribasso, disincentiva le
imprese ad adottare tecnologie a basso contenuto di carbonio.
La terza fase ha profondamente rivoluzionato il sistema introducendo numerose modifiche
e innovazioni. La vendita dei permessi tramite asta (auctioning) è divenuto il principale
criterio allocativo dei permessi migliorando l’efficienza del mercato, riducendo il numero
di permessi distribuiti gratuitamente scesi al 43% delle emissioni rispetto alla quasi totalità
L’altra grande novità introdotta dalla terza fase l’inserimento nel
dei periodi precedenti. è
Sistema del settore del trasporto aereo che assicura un ulteriore assorbimento dei permessi
in eccesso e inoltre è stata introdotta la possibilità di banking garantendo che il prezzo dei
permessi non crolli alla fine di una fase.
Un'altra problematica del sistema è la mancanza di flessibilità. Il tetto massimo di
emissioni è definito per ogni fase, e essendo l’EU-ETS un meccanismo di mercato basato
sul principio della domande e dell’offerta, esso dovrebbe aggiustarsi con flessibilità
relativamente al livello massimo di emissioni consentite. In questa direzione le novità più
rappresentate dall’introduzione del backloading e soprattutto
importanti sono
dall’introduzione della Market Stability Reserve (MSR). 18
Il backloading è entrato in funzione a partire da Marzo 2014 esso consiste nel ritirare
temporaneamente dal mercato le quote per gli anni 2013-2015 in modo da controbilanciare
il surplus di quote che continua ad abbassarne il prezzo. Gli operatori hanno accolto con
ottimismo e fiducia l’introduzione di questo meccanismo, la cui efficienza è però limitata
al breve periodo : le quote sottratte al mercato saranno infatti reintrodotte
successivamente.Strumento che invece ha un ottica di lungo periodo è la Market Stability
Reserve che dovrebbe diventare attuativa dal 2019 (è previsto possibile anticipo al 2017).
La MSR ha il compito di garantire un costante aumento del prezzo del carbonio in modo da
ripristinare un prezzo che stimoli gli investimenti in energie low-carbon. La proposta sulla
MSR prevede che al superamento della soglia di 833 milione di quote in circolazione, le
quote in eccesso passerebbero alla riserva. Se invece si scendesse sotto le 400 milioni di
quote in eccesso vi sarebbe un rilascio delle quote nel sistema. Nel Maggio 2015 è stata
approvata la proposta di trasferire nella MSR le 900 quote posticipate dal backloading
da evitare il picco improvviso dell’offerta
originariamente tolte dalla fase 3 in modo tale
che sarebbe risultato dalla reintroduzione nel mercato di questi permessi, rovinando di fatto
i progressi fatti in termini di stabilità del mercato. Inoltre convoglieranno nella MSR anche
600 milioni di permessi non distribuiti nella terza fase.
Le innovazioni introdotte dal Parlamento Europeo negli ultimi anni certificano l’impegno
dell’ Unione Europea per migliorare il Sistema e ripristinare quindi la fiducia degli
investitori sul mercato. Le imperfezioni del mercato evidenziate non posso essere
utilizzate come argomento per sottostimare l’importanza dei risultati ottenuti. La MSR
garantisce quella stabilità mancata all’ EU-ETS ma non potrà essere l’unica soluzione. Il
successo del Sistema dipenderà dalle capacità dell’Unione Europea di porre in atto una
politica decisa e coerente capace di infondere fiducia presso gli investitori e incoraggiarli
nel compiere investimenti in tecnologia a basse emissioni, l’obiettivo finale del Sistema.
La capacità del Sistema di creare un segnale di prezzo stabile per il carbonio e stabilire un
cap funzionale ad incentivare maggiormente la transizione delle industrie energetiche
terza fase dell’ETS.
europee verso tecnologie low-carbon è la vera sfida di questa Nelle
una previsione per l’andamento del prezzo (2016-2030)
figure sotto riportate e
l’ammontare delle quote in eccesso (2013-2020). 19
FIGURA 3.2 PREVISIONE SURPLUS EUA,2013-2020
Fonte:http://energyandcarbon.com/weak-carbon-prices-fracturing-eu-energy-
policy/
FIGURA 3.3 PREVISIONE PREZZO EUA,2016-2020
Fonte: http://energyandcarbon.com/weak-carbon-prices-fracturing-eu-energy-policy/
3.3 IL MECCANISMO DI ASSEGNAZIONE DELLE QUOTE : LE ASTE
Nella terza fase dell’EU ETS viene imposto come criterio generale di assegnazione delle
quote il collocamento a titolo oneroso tramite asta (auctioning). Prima di allora
l’assegnazione delle quote avveniva prevalentemente a titolo gratuito e sulla base delle
Entrambi i meccanismi allocativi sotto l’ipotesi di
emissioni storiche (grandfathering).
concorrenza perfetta del mercato dei diritti negoziabili, conducono ad una situazione di
efficienza. Tuttavia il grandfathering presenta problemi di distorsione degli incentivi:
l’assegnazione delle emissioni infatti avvenendo sulla base delle emissioni storiche spinge
20
le imprese ad aumentare le proprie emissioni prima dell’inizio del sistema e nuove
sono disincentivate dall’entrare nel
imprese(sistema già operante) sistema. Il sistema delle
aste risulta essere il meccanismo allocativo delle quote maggiormente efficiente. Rispetto
all’assegnazione gratuita, le aste garantiscono maggiore efficienza nella formazione di un
prezzo di riferimento per i permessi, e sono finalizzate a fornire un stimolo più forte per
incentivare miglioramenti tecnologici e porre in atto attività di abbattimento delle
esternalità negative e adattamento ai cambiamenti climatici. Inoltre le aste garantiscono
maggiore trasparenza e armonizzazione nell’assegnazione delle quote. Il numero di quote
che ciascuno Stato mette all’asta è calcolato sulla base delle emissioni storiche degli
impianti aderenti al Sistema presenti sul territorio nazionali. Almeno la metà degli incassi
riscossi dalle aste di quote deve essere utilizzato dagli Stati membri per combattere i
cambiamenti climatici. Alle aste partecipano gli impianti dei settori che debbono
approvvigionarsi delle quote per coprire il proprio fabbisogno di emissioni. Le aste si
svolgono su piattaforme d’asta dedicate gestite dai mercati regolamentati operanti sul
mercato del carbonio e scelte tramite gara d’appalto europea. Le piattaforme d’asta
operative dal 2013 sono 3 : - La piattaforma comune transitoria (Eu t-CAP), che ospita le
aste di 26 Stati membri e di cui l’Italia è il principale operatore - La piattaforma nazionale
tedesca (EEX DE) - La piattaforma del Regno Unito (ICE UK).
quote su tutte le piattaforme d’asta a
Tutti i soggetti aderenti al sistema possono acquisire
prescindere dalla nazionalità. Ogni Stato Membro per mettere all’asta le proprie quote deve
nominare un “Responsabile nazionale del Collocamento” (Auctioneer) , il GSE (Gestore
dei Servizi Energetici) è il responsabile Italiano. Il GSE partecipa per conto del Governo
italiano a tutte le asce gestite dalla piattaforma comune collocando le quote italiane e
ricevendone i relativi incassi che vengono trasferiti all’Erario. Il GSE non trattiene rapporti
diretti con gli operatori che gestiscono le quote, tali rapporti sono sempre mediati dalla
Piattaforma d’asta.
A Luglio 2016 è stato pubblicato il rapporto sulle aste di quote europee di emissione
8 l’Italia si è attesta terza
relative al II trimestre 2016 . Nel corso del trimestre considerato,
per quote e proventi generati dalle aste. L’Italia ha collocato oltre 20 Milioni di EUA con
8 Rapporto GSE sulle aste di quote europee di emissione- II trimestre 2016 :
http://www.gse.it/it/Gas%20e%20servizi%20energetici/GSE_Doc_AsteCO2/Archivio%20Storico/Rapp
orto_pubblicabile_GSE_II_trim_2016_DEF_aggiornato%20al%20160728_rev%20UF_web.pdf 21
proventi per oltre 114 milioni euro. Nel complesso a partire dal 2012 tenendo conto anche
degli interessi bancari l’EU ETS ha generato risorse finanziare all’Italia per oltre 1,6
miliardi di Euro. Per quanto riguarda l’andamento del prezzo del carbonio, il mercato
europeo fino alla metà di giugno è stato allineato a quello dei principali mercati energetici,
in ripresa rispetto al I trimestre 2016. Le conseguenze della Brexit hanno fatto riemergere
la dipendenza del prezzo dal contesto politico, il clima di preoc