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Il rapporto antinomico tra doverosità costituzionale e fedeltà

Il rapporto antinomico tra doverosità costituzionale e fedeltà è analizzato dal punto di vista dell'auto-conservazione del potere e della libertà dell'individuo. Essendo la libertà di pensiero una delle possibili modalità attraverso le quali la libertà di coscienza è in grado di svilupparsi, un pensiero "espresso" incide sul pensiero altrui ed è su questa dinamica che si basa la democrazia.

Riferimenti bibliografici:

  1. D'A256M, La libertà di coscienza nel pensiero di Sébastien Castellion, Giappichelli, Torino, 2008, p. 132
  2. E S, Brevi note sulla questione del rapporto tra dimensione individuale e dimensione collettiva nella tutela della libertà di espressione, tra coscienza e pensiero, cit., p. 189

Per ulteriori informazioni, consultare il libro di ARIA RIENZO, "Religiosi che differiscono dalla tradizione storico-culturale tipica dell'occidente e l'esigenza, da parte di queste nuove credenze, di manifestare."

pubblico l'appartenenza a una religione o etnia, hanno scatenato anche la necessità di maggiore tutela dei relativi simboli, talvolta con connotazioni radicali e integraliste. Si parla di un vero e proprio riflesso dei diritto all'identità collettiva e personale e, dunque, del diritto al rispetto della vita privata ex art. 8 CEDU, ma gli atteggiamenti dei singoli Stati, al riguardo, sono difformi. Spaziando tra l'indifferenza e il divieto assoluto dell'uso del simbolo, il suo valore evocativo varia a seconda che ne faccia uso il privato cittadino o il funzionario pubblico, o ancora, se l'uno o l'altro ne facciano uso in spazi politici e istituzionali. Dal punto di vista analitico, è importante osservare questo genere di conflitto, che si crea tra una collettività e l'altra, perché in esso è in gioco la definizione che una società dà di se stessa. La vicenda del simbolo, in cui il diritto

Dimantenere la propria identità culturale da parte dei gruppi di religione diversasi scontra con il diritto/dovere di non estraniarsi dalla comunità che li accoglie,costruzione dell'identità chiama in causa la collettiva, la conservazione e latrasmissione della memoria e la definizione fondativa su cui si basa, o dovrebbe basarsi, la coesione sociale. La multiculturalità ha un effetto moltiplicatore sulla questione che stiamo trattando: accentua i rischi della guerra ai simboli, che diverrebbe guerra di tutti contro tutti, moltiplica la forza dell'accoglienza, che renderebbe la società casa comune di tutte le fedi e dei loro segni. L'Europa ha esportato le proprie fedi fino alla metà del ventesimo secolo, dopodiché, altre religioni sono entrate in Europa, la quale è divenuta terra di approdo per popoli ed etnie diverse. Il fenomeno migratorio soprattutto mischia le fedi, le religioni, i simboli religiosi.

, p. 409 GIUSEPPE ASUSCELLI, Ripensare la laicità: tra pluralismo e individualismo religioso, in Rassegna Italiana di Sociologia, 4-2005, pp. 605-629 A. G., La terza morte di Dio (2000), Liberal, Roma, 2004, p. 173. NDRÈ LUCKSMANN diversi simboli, con modalità fino ad oggi sconosciute e, nella multiculturalità muta, anche il concetto di simbolo perché questo emerge non soltanto da un segno, un'immagine, una raffigurazione, ma anche da atti e comportamenti di singoli e di collettività nella sfera sociale e pubblica, provocando stupore in chi era affezionato alla concezione privata della religione. Una società, come quella Italiana che appare più che accogliente, è investita nelle sue pieghe dalla multiculturalità, e finisce col recepire, accettare, disciplinare, comportamenti, simboli e presenze religiose che prima non esistevano. Eppure, la globalizzazione e la multiculturalità

Aiuteranno i nostri ordinamenti a evitare nuovi conflitti confessionali, favoriranno una pratica della tolleranza senza più confini di tradizione, cultura, religione. Al contrario, cedere al negazionismo di fronte alla multiculturalità vorrebbe dire fare la guerra ad ogni simbolo in un'ottica di laicità positiva Stato antireligioso. Bisognerebbe agire permettendo la presenza e la circolazione di simboli, festività, aprendosi a tutte le confessioni religiose e tradizioni culturali presenti nel tessuto sociale, accettando la valenza identitaria dei simboli o segni religiosi come strumenti di esercizio della libertà di espressione, individuale e collettiva e di partecipazione dell'individuo alla vita della comunità.

laparadossalità è inscritta già nello stesso meccanismo del simbolo che, secondo la sua etimologia, unirebbe -syn-ballo- coloro che in esso e tramite esso si261C C , Il simbolo religioso e culturale, in Stato, Chiese e Pluralismo Confessionale, 2-ARLO ARDIA2012, pp. 18 ss., (www.statoechiese.it)262P C , Modelli di laicità nelle società pluraliste, La questione dei simboli religiosi nelloAOLO AVANAspazio pubblico, in M P , AA.VV. Simboli e comportamenti religiosi nella società globale,ARCO ARISIEdizioni Scientifiche, Napoli, 2005, p. 77. Sulla problematica più generale del riconoscimento cfr.C T , La politica del riconoscimento, in J H , C T ,HARLES AYLOR ÜRGEN ABERMAS HARLES AYLORMulticulturalismo. Lotte per il riconoscimento, Feltrinelli, Milano, 1998Sull’argomento,263 G C , Dal pluralismo confessionale alla multireligiosità: ilIUSEPPE ASUSCELLIdiritto ecclesiastico e le sue fonti nel guado del post-confessionismo, in

(a cura di) A. NTONIOF, AA.VV., Multireligiosità e reazione giuridica, Giappichelli, Torino 2008, p. 61 ss. UCCILLO 87 riconoscono, eppure allo stesso tempo separerebbe-dia-ballo- coloro che in quel simbolo non si riconoscono, sortendo così un effetto diabolico. Esibire un simbolo in una società multiculturale può significare, allo stesso tempo, rafforzare il patto sociale o volersi esentare dal patto sociale e fare secessione, ma proprio questo conferma che il simbolo per sé è neutro, e i suoi effetti sono positivi o negativi a seconda di come viene usato, o come lo si avverte psicologicamente, secondo una logica antagonista, o un'altra di accoglienza ed empatia. 2.3.2 Alla base della multiculturalità. Il rapporto tra il fattore religioso e l'affermazione dell'identità culturale Abbiamo visto come in questa generale identificazione religiosa vi è il riconoscimento di quanto le strutture sociali e la cultura.moltiplicarsi delle confessioni e dei culti religiosi.

264E D , Simboli, religioni regole e paradossi, in AA.VV., Simboli e comportamenti religiosi nella società globale, cit., p. 102.

Con l'avvento della modernità le varie nazioni si impegnano ad accettare il pluralismo delle fedi e la tolleranza religiosa, riconoscendo a tutti i cittadini la possibilità di esprimere la propria fede e celebrare il proprio culto nel rispetto delle regole dell'ordine pubblico. In questo quadro, spetta allo Stato un ruolo di garante della situazione pluralistica, della possibilità dei cittadini di aderire a qualsiasi confessione religiosa, e di regolamentare le dinamiche della concorrenza religiosa.

Di fatto, però, vari Stati occidentali non sono indifferenti nei confronti delle appartenenze religiose, né si comportano come assoluti garanti del pluralismo religioso. Accanto ad attestazioni e decisioni formali, vi possono essere molte inclinazioni aprivilegiare le appartenenze religiose più radicate nella cultura perché sradicare un'appartenenza o invadere la cultura di un popolo significa mettere a repentaglio la salvaguardia stessa del sistema sociale e la riproduzione delle basi della convivenza societaria. Si comprendono, così, vari atteggiamenti e reazioni che si producono nelle società occidentali nei confronti delle minoranze religiose percepite come straniere o troppo diverse culturalmente o, al contrario, troppo emergenti e dunque incompatibili con le istanze sociali del popolo che accoglie: la differenza religiosa deve restare discreta per essere accettata e ammessa. In alcuni casi il radicamento sui valori religiosi, vuoi tradizionali vuoi ripensati nelle condizioni di vita della modernità, rappresenta la reazione di gruppi di credenti che intendono non disperdere la propria identità e i valori religiosi in un tempo di pluralismo e di relativismo culturale. In sintesi,mentre le credenze e il senso di appartenenza di ampie quote di popolazione cristiana si stanno stemperando, si osserva, in tutta Europa, una diffusa presenza di atteggiamenti e comportamenti religiosi fondamentalisti, che si pongono in controtendenza rispetto al clima culturale prevalente. La per l'identità collettiva di religione assume dunque una crescente importanza per varie minoranze, mentre sembra offrire un debole apporto alle esigenze di appartenenza e alla ridefinizione dell'identità della maggioranza della popolazione. Di qui la tentazione delle chiese - in particolare quella cattolica - di tutelare la debole identità religiosa di fedeli attraverso supporti socio-politici che garantiscano la centralità dei valori religiosi nelle società di appartenenza. La voglia di d
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A.A. 2018-2019
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SSD Scienze giuridiche IUS/11 Diritto canonico e diritto ecclesiastico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flavia.recidiva.sf di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto canonico e diritto ecclesiastico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof D'Arienzo Maria.