BUONE PRATICHE CLINICHE
Il pregiudizio di genere nell'assistenza sanitaria è alla base delle
disparità di salute (Hamberg, 2008, Humphries et al. 2017, Morais et al.
2020). Esiste un'ampia base empirica nei dati epidemiologici per
valutare la salute da una prospettiva di genere: le stesse malattie che
colpiscono uomini e donne differiscono per frequenza, sintomi,
prognosi e risposta al trattamento. Il genere influenza anche la
comunicazione medica (Dielissen et al. 2012): il modo in cui i pazienti
presentano i sintomi (Gattino et al. 2019) e il modo in cui i medici
interpretano i disturbi e i segni di malattia (Andersson et al. 2012). Le
principali organizzazioni sanitarie mondiali si sono prefissate
l'obiettivo di migliorare la parità di genere in ambito sanitario attraverso
diverse iniziative, dichiarazioni e politiche. L'Organizzazione Mondiale
della Sanità (OMS) ha definito il genere come parte della sua
programmazione 2014-2019. Uno dei propositi fondamentali di Sex
Gender Equity in Research (Heidari et al. 2016) è quello di includere
informazioni sul sesso e sul genere dei partecipanti alle sperimentazioni
mediche in tutte le fasi dello studio. Inoltre, il genere è una questione
chiave nella formulazione dell'Agenda 2030 e dei suoi Obiettivi di
Sviluppo Sostenibile (SDG), con l'inclusione di un obiettivo globale a
sé stante per raggiungere l'uguaglianza di genere e i diritti delle donne.
Nonostante questi progressi, il pregiudizio maschile in medicina è
ancora dominante. La conoscenza della salute e della malattia si
riferisce prevalentemente agli uomini e alla loro salute, con il risultato
che uomini e donne vengono sistematicamente ed erroneamente
considerati uguali o diversi (Risberg et al. 2009, Ruiz-Cantero et al.
9
2007), con ripercussioni sulla salute sia delle donne che degli uomini,
sia cis che transgender. Le persone TGD, come ogni altro individuo,
soffrono di problemi di salute, ma il fatto di appartenere a una
minoranza significa che esistono complessi meccanismi di stigma.
Infatti le persone TGD possono avere particolari problemi di salute,
poiché buona parte delle persone con TGD si sottopone a terapia
ormonale sostitutiva, che comporta diverse difficoltà nella sua gestione
al fine di ottenere tutti gli effetti positivi e ridurre gli effetti collaterali.
(White Hughto J.M., Reisner S.L.). Ricorrono a interventi chirurgici di
mascolinizzazione o femminilizzazione del corpo, soprattutto a livello
del seno e degli organi riproduttivi. Queste tecniche possono
comportare diverse complicazioni. Pertanto, le persone con TGD che si
sottopongono a interventi chirurgici incrociati con assunzione di
ormoni dovrebbero sottoporsi a screening per i tumori che colpiscono
gli organi del sesso originale (Costa D., Peluso A.). Le persone con
TGD che iniziano la terapia ormonale tendono ad affermare di avere un
maggiore senso di appartenenza all'identità di genere con cui si
identificano. Wylie K., Knudson G., Khan S.I., Bonierbale M.,
Watanyusakul S., Baral S., Serving transgender people: clinical care
considerations and service delivery models in transgender health. In
«The Lancet», CCCLXXXVIII, n.10042, 2016, pp.401-411. Inoltre,
per quanto riguarda il trattamento ormonale, esistono problemi legati
all'assunzione illegale, e spesso senza prescrizione medica, di ormoni
sessuali. Quindi, i potenziali rischi per molte persone con TGD
consistono nella volontà di utilizzare ormoni non prescritti per ottenere
i cambiamenti fisici e psicologici desiderati. I benefici degli ormoni non
prescritti possono essere reali (Wylie K., Knudson G). 10
3.1 CONSAPEVOLEZZA DI GENERE NELL'ASSISTENZA
SANITARIA
In termini generali, tenere conto del genere nell'assistenza sanitaria
significa puntare all'appropriatezza, ovvero a interventi più efficaci ed
efficienti nella prevenzione, diagnosi, trattamento e riabilitazione
(Andersson et al. 2012). Per raggiungere questo scopo, gli operatori
sanitari devono essere consapevoli degli aspetti di salute legati al genere
e di come personalizzare l'assistenza medica e promuovere una
maggiore parità di genere nell'assistenza sanitaria. Consapevolezza di
genere nell'assistenza sanitaria significa che i medici sanno riconoscere
il genere, includendo in questo le persone il cui genere non corrisponde
con il sesso assegnato alla nascita e integrarlo nella loro pratica
quotidiana come fattore determinante della salute e della malattia. Data
la rilevanza della dimensione di genere nell'assistenza sanitaria, lo
sviluppo di strumenti validi in grado di misurare in modo affidabile la
consapevolezza di genere dei medici è un passo fondamentale per
sostenere l'affermazione che una maggiore conoscenza sulle
problematiche riguardante l’identità e la medicina di genere
contribuisca a minimizzare pregiudizi nell'assistenza sanitaria. Inoltre,
tali strumenti possono essere vantaggiosamente impiegati per valutare
l'efficacia dei programmi di intervento nell’assistenza tra gli operatori
sanitari. Violenza, stigma e discriminazione, insieme a questioni
sociali, politiche ed economiche, possono influenzare la salute fisica,
mentale e comportamentale delle persone TGD (Bockting, W.O.;
Miner, M.H). Diversi studi hanno dimostrato che, rispetto alla
popolazione generale, le persone transgender soffrono di più malattie
croniche e presentano tassi più elevati di problemi di salute legati
all'HIV/AIDS, all'uso di sostanze, alle malattie mentali e alla violenza
11
sessuale e fisica, nonché una maggiore prevalenza e un esordio precoce
di disabilità che possono anche portare a problemi di salute (Reisner,
S.L., Poteat, T.). Oltre a risultati sanitari peggiori, le persone
transgender incontrano anche disuguaglianze uniche nell’accesso a
un'assistenza sanitaria adeguata. Partendo da questi presupposti, uno dei
principali punti proposti nel presente studio è stato quello di adattare la
Nijmegen Gender Awareness Scale (Verdonk et al., 2008) all’interno
del questionario proposto agli studenti futuri professionisti sanitare
contesto italiano. La N-GAMS è uno strumento importante sviluppato
per valutare il livello di consapevolezza di genere tra gli operatori
sanitari. 12
CAPITOLO 4
LA MEDICINA DI GENERE: RICERCA E
INNOVAZIONE
La maggior parte delle ricerche finora ha esaminato le differenze di
sesso in termini di sesso biologico binario assegnato alla nascita,
ignorando la varianza correlata al genere, senza peraltro comprendere,
nella letteratura scientifica, le persone in cui esiste una incongruenza tra
sesso assegnato alla nascita e genere oppure non binarie. Infatti, il
genere a volte viene confuso con il sesso, poiché spesso si
sovrappongono l'uno all'altro. Tuttavia, il genere è un costrutto
multifattoriale che non è binario e la varianza di genere all'interno di
ciascun sesso biologico potrebbe, in una certa misura, essere rilevante
quando si caratterizza lo sviluppo cerebrale individuale (JM Rauch, L.
Eliot, 2022), infatti il sesso può essere classificato dai dati della rete
cerebrale con un alto grado di certezza, ma il discorso diventa molto più
complicato quando si tratta di genere, proprio perché non in tutti gli
individui, l’identità di genere è congruente con il sesso assegnato alla
nascita (Gloria Matte Bon, 2024), da ciò deriva la necessità di
approfondire il concetto di medicina di genere applicato alla ricerca in
ambito sanitario, andando oltre il binarismo maschio/femmina e
includendo le persone che non si indentificano con il sesso assegnato
alla nascita. L’obiettivo è stato quello di fornire un resoconto su
conoscenze e attitudini che gli studenti dell’Università Magna Grecia
di Catanzaro possiedono riguardo l’assistenza sanitaria delle persone
transgender, con un focus sulla medicina di genere, in quanto una
migliore comprensione delle differenze di sesso e/o genere porterebbe
13
a un miglioramento dell’appropriatezza delle cure e a un risparmio per
il Servizio sanitario nazionale. I fattori biologici e sociali determinano
differenze tra uomini e donne in termini di stato di salute e accesso ai
servizi sanitari. Per questo che dallo studio delle differenze di tipo
biologico, legate al sesso, si sta passando a uno studio piu complesso
che include tutte le implicazioni sociali, psicologiche, politiche e
culturali della persona, nonchè ambientali, e identifica le cosiddette
differenze di genere. Per garantire sia agli uomini sia alle donne la
tutela del proprio benessere e il migliore approccio clinico, diagnostico
e terapeutico, quindi, non si puo prescindere dal considerare il genere
come determinante. La medicina di genere, infatti, è una scienza
multidisciplinare che si propone, attraverso la ricerca, di identificare e
studiare le differenze tra uomo e donna, non solo nella frequenza e nel
modo con cui si manifestano le malattie, ma anche nella risposta alle
terapie. La finalità di tale studio e quella di impostare dei percorsi
preventivi, diagnostici, terapeutici e assistenziali specifici per ciascuno
dei due sessi. Per diffondere questa nuova disciplina medica supportata,
nel corso degli anni, da consolidate evidenze scientifiche, tutti gli Enti
istituzionali hanno promosso numerose iniziative affinchè
l’appropriatezza delle cure possa essere sempre più consona al singolo
genere. Già nel 1998 l’OMS aveva preso atto delle differenze tra i due
sessi e inserito la medicina di genere nell’Equity Act a testimonianza
che il principio di equità doveva essere applicato all’accesso e
all’appropriatezza delle cure, considerando l’individuo nella sua
specificità e come appartenente a un genere con caratteristiche definite.
Nel 2015, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato i 17
obiettivi dello Sviluppo sostenibile, all’interno dei quali si propone di
”
“Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare donne e ragazze
(Il genere come determinante di salute. Lo sviluppo della medicina di
14
genere per garantire equità e appropriatezza della cura). Uomini e
donne non differiscono infatti soltanto nella manifestazione delle
patologie o nei fattori di rischio, la differenza sta anche nel contesto
sociale, e questo implica una diversità anche nell’approccio da parte
degli operatori sanitari. Non è quindi possibile continuare a considerare
l’uomo, come il paradigma di riferimento per la ricerca medica e la
pratica clinica. Per questa ragione, ai fini di una maggiore
comprensione del ruolo del sesso nei meccanismi fisiopatologici delle
ma
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