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EFFETTI DI LESIONI CEREBRALI DI VARIA NATURA E
LOCALIZZAZIONE
Storicamente, la maggior parte delle informazioni
sull'elaborazione cerebrale della musica è stata ottenuta,
analogamente a quanto avvenuto nello studio del linguaggio,
esaminando le modifiche delle diverse abilità musicali
causate da lesioni cerebrali localizzate.
Le ricerche recenti nel campo della cognizione musicale
hanno esplorato una vasta gamma di argomenti importanti
per comprendere i principi delle funzioni cerebrali superiori.
Questi studi hanno esaminato sia l'architettura strutturale e
funzionale del linguaggio e della musica, sia i deficit associati
e la modularità del processamento cerebrale. In particolare,
la musica è stata utilizzata con successo per trattare diversi
disturbi, comprese condizioni psicopatologiche come l'ansia e
la depressione.
L'analisi approfondita degli effetti causati da lesioni cerebrali
di diversa natura e localizzazione, insieme allo studio
dell'attività elettrica e metabolica del cervello, può consentire
di ottenere indicazioni essenziali per comprendere le aree
anatomo-funzionali del cervello che sono alla base delle
abilità musicali. 4.1 Ritmo e Parkinson
La stimolazione uditiva attraverso l’ascolto di cellule ritmiche
può essere efficacemente utilizzata per riabilitare la funzione
76
motoria nei pazienti con disturbi motori come il Parkinson.
Questa malattia comporta la degenerazione dei neuroni
dopaminergici nella regione nigrostriatale, che causa una
ridotta inibizione dei nuclei che normalmente limitano
l'output motorio (pars interna del globo pallido e pars
reticularis del nucleo subtalamico) lungo la via diretta del
movimento.
Questa intensa inibizione del talamo ventrale porta a una
diminuzione dell'eccitazione della corteccia motoria,
causando l'incapacità di iniziare volontariamente un'azione,
rigidità muscolare e difficoltà nei movimenti, come
camminare e parlare. Un esempio tipico è l'andatura
disfunzionale dei pazienti con malattia di Parkinson, che
compromette in modo particolare i movimenti volontari.
L’alterazione della camminata nei pazienti con Parkinson è
caratterizzata da irregolarità del passo, riduzione della
lunghezza e della velocità dei passi, aumento della cadenza
e frequenti interruzioni. La perdita di automaticità e ritmicità
rappresenta una sfida nella riabilitazione di questi pazienti.
Negli ultimi tempi, è cresciuto l'interesse per le terapie che
utilizzano la musica, poiché sono stati riscontrati numerosi
benefici, tra cui il miglioramento delle funzioni motorie,
sensoriali e cognitive. Tuttavia, i meccanismi che
determinano questi effetti positivi non sono ancora del tutto
chiari.
Dal punto di vista neurofisiologico, il sistema nervoso
centrale (SNC) organizza e gestisce l’attività del cammino
considerando tre aspetti fondamentali: stepping, equilibrium
77
e adaptability. In altre parole, il SNC deve creare il modello
di base del cammino attraverso movimenti ritmici e alternati
delle gambe, mantenere il centro di massa all'interno della
base di supporto che è in costante movimento e mantenere
il corpo in posizione verticale nello spazio. Inoltre, deve
essere capace di adattarsi alle condizioni ambientali che
possono anche modificarsi o ai cambiamenti degli scopi che
guidano il comportamento. L'inizio del movimento del
cammino ha infatti una motivazione “cognitiva" o "emotiva",
quindi mirata a un obiettivo determinato dal soggetto; i
comportamenti orientati all'obiettivo sono sempre
accompagnati da un controllo automatico della postura.
Nelle persone sane, il cammino è gestito da processi
subcorticali e corticali; i processi subcorticali sono automatici
e rapidi, mentre il controllo corticale o cognitivo del cammino
è lento e richiede più sforzo. I pazienti con Parkinson, a causa
dell'interruzione dei processi di controllo automatico, devono
fare affidamento sul controllo corticale per poter controllare
83
il loro movimento .
A causa del funzionamento non corretto del sistema
dopaminergico, infatti, movimenti che solitamente sono
eseguiti in modo spontaneo e senza sforzo richiedono uno
sforzo consapevole e corticale.
C.K. BALASUBRAMANIAN, Hindawi Publishing Corporation, Stroke Research
83
and Treatment Volume 2014, Article ID 591013,
pageshttp://dx.doi.org/10.1155/2014/591013
78
Descrizione schematica dei circuiti cerebrali di
controllo del movimento. Sono raffigurati il circuito
esterno (data driven), regolato da feedback
sensoriali visivi o uditivi (in giallo); il circuito
interno, regolato dal proposito di agire (in blu), che
si basa su routine superapprese (per esempio
locomotorie, come l'andatura) gestite dall'area
supplementare motoria (SMA), il circuito
cerebellare/talamico, anch'esso modulabile dalla
84
.
stimolazione ritmica uditiva
I segnali uditivi ritmici possono essere utilizzati con successo
per migliorare l'andatura nei pazienti con malattia di
Parkinson, come dimostrato da numerosi studi clinici. Stimoli
uditivi esterni, come il metronomo o la musica con un ritmo
marcato, offrono segnali temporali prevedibili che aiutano
nell'avvio e nel mantenimento del cammino. La
presentazione di segnali ritmici ha un effetto immediato sul
84 A. MADO PROVERBIO; cit. 79
cammino nei pazienti con Parkinson, aumentando la velocità,
la lunghezza del passo e migliorando la simmetria e la
stabilità. In più, i benefici dei segnali ritmici possono
trasferirsi anche all'andatura senza segnali dopo un periodo
di allenamento con segnali uditivi. L'allenamento con spunti
ritmici può portare a una maggiore mobilità, una migliore
qualità della vita e una riduzione degli episodi di freezing. I
segnali ritmici trasmessi tramite la musica possono essere
più efficaci rispetto alla stimolazione fornita con un semplice
metronomo, come riscontrato negli anziani sani.
Poiché sia la musica che il metronomo condividono un ritmo
di base, è probabile che la musica abbia un impatto maggiore
sull'andatura grazie alla sua struttura complessa, che include
melodia, armonia e ritmi con molteplici periodicità, come
evidenziato nei capitoli precedenti. Inoltre, la capacità della
musica di evocare emozioni e aumentare la motivazione può
amplificare ulteriormente il suo effetto sul cammino.
Tuttavia, esistono indicazioni che l’efficacia di questi segnali
ritmici può variare significativamente nei diversi soggetti.
Questa variabilità nell'efficacia dell'addestramento con
segnali ritmici non è del tutto sorprendente. La malattia di
Parkinson (PD) è, per definizione, molto eterogenea.
L'evoluzione dei sintomi e la risposta ai trattamenti variano
notevolmente da un paziente all'altro. Questa eterogeneità
ha portato i neurologi a identificare criteri di risposta ai
trattamenti per determinare l'opzione terapeutica ottimale
per ciascun paziente. Una migliore comprensione delle cause
di tale variabilità potrebbe chiarire la funzionalità e i
80
meccanismi neuronali alla base degli effetti dei segnali
ritmici. Inoltre, può condurre a trattamenti personalizzati e a
un allenamento dell'andatura più efficiente nei pazienti con
85
PD . Schema che illustra i principi di base alla base dei
segnali ritmici individualizzati per il PD.
L'efficacia dei segnali uditivi ritmici per migliorare la
camminata nei pazienti con Parkinson varia notevolmente tra
le persone. Il beneficio che un paziente può ottenere da
questa stimolazione sembra dipendere dalle sue capacità
percettive e sensomotorie ritmiche. Queste capacità sono
sostenute sia dall'attività residua dei circuiti neuronali
danneggiati (come le reti dei gangli basali–talamo–corticali)
S. DALLA BELLA, D. DOTOV, B. BARDY, V. COCHEN DE COCK,
85
Individualization of music-based rhythmic auditory cueing in Parkinson’s
disease, ANNALS OF THE NEW YORK ACADEMY OF SCIENCES, Special Issue:
The Neurosciences and Music VI, 2018
81
sia da percorsi funzionali alternativi (come le reti cerebello–
talamo–corticali). Le evidenze crescenti indicano che la
capacità di seguire il ritmo favorisce una risposta positiva ai
segnali ritmici. Questo è stato confermato dalla naturale
inclinazione dei pazienti a sincronizzare i loro passi con il
ritmo (misura implicita) e dalla loro abilità di determinare se
un metronomo fosse sincronizzato con il ritmo della musica
(misura esplicita del tempo). Sarà interessante nelle future
ricerche verificare se la relazione tra percezione del ritmo e
risposta positiva ai segnali si manifesti anche con compiti di
temporizzazione implicita. Quando queste condizioni non
sono soddisfatte, molti pazienti o non rispondono ai segnali
o subiscono effetti negativi sulla camminata (come passi più
corti), il che può aumentare il rischio di cadute e di
dipendenza. Non è ancora chiaro se i pazienti con capacità
ritmiche limitate si affidino a percorsi alternativi per
compensare i loro deficit di temporizzazione, un aspetto che
86
necessita di ulteriori studi .
Secondo queste ricerche diventa così possibile ricevere
indicazioni ritmiche “personalizzate”, che utilizzano
tecnologie mobili assistive per compensare deficit ritmici,
grazie a segnali che si adattano in tempo reale alle variabili
che descrivono la cinematica e la dinamica dei segmenti
anatomici coinvolti nell’attività del cammino dei pazienti.
Queste indicazioni sono potenzialmente in grado di rendere
86 S. DALLA BELLA, D. DOTOV, B. BARDY, V. COCHEN DE COCK, cit.
82
più efficace il cueing training standard nel paziente PD e
anche di amplificarne gli effetti nel lungo periodo.
Anche per i pazienti colpiti da ictus, in cui i disturbi motori
sono comuni, la funzione motoria può essere supportata dalla
musica. 87
In un recente studio , sono stati rilevati indici
comportamentali della funzione motoria e misure
elettrofisiologiche prima e dopo una serie di sessioni
terapeutiche per valutare se questo nuovo trattamento
“musicale” potesse essere efficace per la riorganizzazione
neurale e il recupero motorio nei pazienti dopo l’ictus. Il
gruppo di studio comprendeva 32 pazienti affetti da ictus
degenti in un grande ospedale riabilitativo; avevano una
funzione motoria moderatamente compromessa e nessuna
precedente esperienza musicale. Per un periodo di 3
sett