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MEGA EVENTS

I Mega Events possono essere definiti come: “eventi importanti, organizzati

una o più volte, di durata limitata, che servono ad accrescere la consapevolezza,

l’immagine e l’economia di una meta turistica a breve e/o lungo termine” .

9

Si tratta di eventi che attraggono un numero enorme di visitatori e verso i

quali l’attenzione dei media è altissima e di portata internazionale. Hanno un

impatto forte in termini economici e turistici sulle località ospitanti. Nella gran

parte dei casi si tratta di fenomeni che richiedono una grande collaborazione tra

7 Getz D. Event Management and Event Tourism. 1997.

8 Ritchie J.R.B. Assessing the impact of hallmark events: conceptual and research issues,

Journal of Travel Research, Summer, 1984. Roche M. Mega events and micro-modernization:

on the sociology of the new urban tourism,British Journal of Sociology, 1992.

9 . Ritchie J.R.B , J. Yangzhou, “The role and impact of Mega Events and attractions on

National and Regional Tourism: a conceptual and methodological overview”, paper for 37th

AIST Congress, Association Internationale d’Experts Scientifiques, Calgary, 1987. 12

tutti gli stackholders coinvolti nell’evento. Infatti, essi possono implicare sia il

settore pubblico che quello privato e richiedono una pianificazione attenta ed

accurata, dovendosi programmare con largo anticipo. Un coinvolgimento a

macchia di istituzioni, territorio, imprese stakeholders e investimenti esogeni è

la chiave per la riuscita dell’evento nonché un importante fattore per la raccolta

dei capitali necessari per la realizzazione del progetto. Il “Grande Evento” è

dunque “un progetto normalmente di importanza internazionale che richiede

una preparazione da parte della nazione o della città interessata di un certo

numero di anni” . Tra i più significativi esempi di grandi eventi abbiamo le

10

Olimpiadi e le Esposizioni , cioè manifestazioni che danno un certo grado di

visibilità e una spinta allo sviluppo strutturale della città o della nazione che li

ospita . L’organizzazione di un mega evento comporta un importante feedback

11

positivo sia in termini economici che turistici, ma anche riguardo l’immagine

complessiva della città e la sua reputazione internazionale. Infine, non è da

trascurare il lascito delle infrastrutture appositamente costruite e del

miglioramento della viabilità e dell’immagine urbana. La Tour Eiffel è uno

delle più significative eredità che l’ Expo dell’ 89 lasciò alla città di Parigi.

L’Expo tra successi e insuccessi

Con il termine Expo ci si riferisce generalmente ad una manifestazione di

tipo fieristico con un impatto di risonanza mondiale, che per tutto il periodo di

svolgimento si incentra su una tema predeterminato e specifico. Le esposizioni

non si concretizzano, quindi, solo in fiere dedicate all'esposizione di prodotti e

tecnologie, ma anche in eventi riguardanti vari temi, quali l'alimentazione o la

filosofia, l’arte, il design o eventi storici che hanno avuto grande importanza

per tutta la comunità internazionale ­si pensi alle guerre mondiali o alla

scoperta dell’America­. La funzione di tali eventi è generalmente considerata

come un punto d’incontro tra domanda ed offerta, consistendo in un grande

10 E.EHRENBERG, Sozialstadtentwicklung durch grosse Projekte?, LIT, Münster, p.15-18,

2000, in R.GALDINI, Politiche culturali e grandi eventi come strumenti di politica urbana:il

caso di Genova, XXVI CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI

11 C. GUALA, “Mega Eventi, modelli e storie di rigenerazione urbana”, Carocci 2007 13

meeting di lunga durata, nella quale vi è il susseguirsi di conferenze ed

interventi.

Con il susseguirsi degli anni e degli Expo, il termine ha assunto un

significato dualistico, esprimendo due tipologie di eventi: le Esposizioni

Universali, eventi più vasti, caratterizzati da un’ area espositiva molto ampia e

incentrati su temi di carattere generale; le Esposizioni Internazionali, eventi

minori, ospitati da aree e sedi di minore dimensione rispetto ai primi e ruotanti

attorno temi specifici.

Analizzando le due tipologie nel dettaglio, per Esposizioni Universali si

indicano le grandi esposizioni susseguitesi fin dalla metà del XIX secondo.

Durante gli anni, il termine è stato indistintamente associato a qualsiasi

esposizione a carattere mondiale, sebbene l’organismo internazionale che

coordina gli eventi di questo genere, il Bureau International des Expositions

(tipicamente abbreviato in BIE), definì una nomenclatura ben precisa. In tempi

moderni comunque l'aggettivo universale viene associato a qualsiasi Expo di

categoria superiore (in contrasto con le esposizioni internazionali, più piccole).

Secondo le ultime regole definite dal BIE, i tratti caratterizzanti di una

Esposizione Universale, in inglese “International Registered Exhibition”, si

concretizzano in:

Una frequenza di allestimento di cinque anni;

1) Una durata massima di sei mesi;

2) Un impegno da parte dei partecipanti alla costruzione dei

3)

padiglioni espositivi che accoglieranno l’evento;

Una dimensione non definita dell’area ospitante;

4) 5) Un tema a carattere generale.

La scelta di organizzare le Expo maggiori solo una volta ogni cinque anni è

stata probabilmente decisa per ridurre le spese dei Paesi partecipanti; in effetti

si ritiene che l'Australia scelse di non partecipare all'Expo '98 proprio per

questo motivo, forse perché la Expo di Siviglia era troppo vicina nel tempo per

giustificare un'altra rappresentanza. La maggioranza delle strutture costruite

durante l’ Expo è temporanea, e viene smantellata alla fine dell'esposizione, ma

esistono numerose eccezioni. Alcuni esempi sono la Torre Eiffel, costruita per

14

l’ Exposition Universelle di Parigi nel 1889 e l’ acquario di Genova, per l’Expo

del ’92.

L’Esposizione Internazionale in inglese “International Recognised

Exhibition”, è stata definita dal protocollo del BIE del 1988, documento

contenente le caratteristiche che l’evento deve possedere per considerarsi tale:

l’organizzazione dell’evento avviene nell’intervallo fra due Expo

1)

universali;

Deve avere una durata massima di tre mesi;

2) L’area ospitante non può superare i limiti circoscritti dallo stesso

3)

protocollo;

Il tema su cui orbita è a carattere specifico.

4)

Dal primo Expo, che si tenne a Londra nel 1885, all’ultimo, svolto a

Shanghai nel 2010, l’alternarsi delle esposizioni universali ha comportato

l’esistenza di numerosi casi ricordati come eventi di grande successo, con

interessanti lasciti ereditari per le città ospitanti in termini di infrastrutture e

feedback positivi in termini turistici e di immagine in generale.

Oltre a casi di successo, si sono ovviamente verificati anche grandi

insuccessi, tra cui come più eclatante si ricorda l’Expo di Hannover­città

fantasma­, in Germania, del 2000, millennio tanto atteso e considerato ricco di

speranze e di idee innovative.

Proprio con lo scopo di celebrare al meglio l’ingresso del terzo millennio,

l’Expo 2000 doveva essere la più importante vetrina per mostrare al mondo

come sarebbe stato il futuro umano e tecnologico. Il titolo “Umanità, natura,

tecnologia: economia dell’energia e dello spazio” era rappresentativo di un

ottimismo generale messo in serbo alla nuova era, così diversa rispetto alla

vecchia che necessitava di essere glorificata come l’era di un grande sviluppo.

Il fattore principale che ha comportato l’insuccesso di Expo 2000 è stato un

colossale errore economico, verificatosi a seguito di scorrette previsioni

finanziarie, troppo ottimistiche per quello che in realtà sarebbe riuscito ad

incassare l’evento. Il prezzo del biglietto, risalente a circa 100 mila lire,

scoraggiava infatti l’ingresso principalmente ai nuclei familiari, che, per

passare una giornata all’interno del sito espositivo, avrebbero avuto un esborso

15

mai inferiore alle 300 mila lire. Così, la previsione fondata sull’ingresso

giornaliero di circa 80 000 visitatori (dato fondamentale per il pareggio di

bilancio) non si verificò, in quanto la media dei visitatori per giornata era di

circa 25 000 persone, dunque incredibilmente inferiore alle attese. Ma le

motivazioni dello storico flop non sono solo da attribuire alla pessima

pianificazione finanziaria, in quanto anche la città ha giocato un ruolo decisivo:

la stampa ha definito Hannover come una città “sconosciuta e noiosa” .

12

Il successo di un Expo è misurato solitamente alla fine dell’evento, tirando

un bilancio sugli aspetti positivi e negativi che possono essere insorti durante lo

svolgimento. Hannover rappresenta un’ eccezione alle regole, in quanto

l’insuccesso venne previsto con notevole anticipo rispetto al suo stesso inizio e

adesso, quindici anni dopo il flop, della città­Expo che si faceva portavoce del

futuro dell’umanità non ne è rimasto più niente, se non padiglioni­relitti e aree

dimenticate. Un esempio negativo dell’eredità che Expo lascia alle città. Infatti,

come abbiamo già anticipato precedentemente, una delle più importanti

motivazioni che spingono ad ospitare eventi di questa portata è il lascito che ne

consegue. Come le aziende investono in nuove tecnologie o in nuovi progetti

per migliorare la loro condizione attuale, per crescere e raggiungere determinati

obiettivi patrimoniali e dimensionali, le città che si accingono ad ospitare Expo

investono le loro risorse finanziarie, umane, territoriali, istituzionali e

amministrative per migliorare la loro l’immagine internazionale, ampliare il

flusso turistico e, questione più importante, rilanciare il territorio grazie a

molteplici strumenti, quali le nuove infrastrutture e la grande attenzione che i

mass­media prestano nei periodi ruotanti attorno all’effettiva esposizione. Di

contro, analizziamo uno degli esempi più positivi di miglioramento che ha

portato Expo: il caso di Lisbona ’98, il cui tema è stato “Oceani: un’opportunità

per il futuro”. Lisbona ha rappresentato la capacità di saper sfruttare una

chance di livello internazionale per risollevarsi e sfruttare con lungimiranza

tale opportunità. All’inizio degli anni ’90 Lisbona si trovava in uno stato di

avanzato degrado. Non solo il livello demografico era diminuito del 25%, ma

12 [Cor

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A.A. 2015-2016
42 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilelea91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politica comunitaria e sviluppo rurale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Rizzo Marcella.