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Estratto del documento

RUBRICA XI.

 Del peccato di quelli i quali volentieri odono li detrattori e di quelli li quali impazientemente li

portano, RUBRICA XII.

 Del peccato de’ lusinghieri e di quelli che volentieri li odono e de rimedii contra ad esso,

RUBRICA XIII.

 Del peccato del maladire e bestemmiare, RUBRICA XIIII.

 Del peccato del convizio, cioè di dir villania e oltraggio, RUBRICA XV.

 Del peccato della contenzione e del garrire, RUBRICA XVI.

 Del peccato della derisione, cioè di far beffe d’altrui, RUBRICA XVII.

 Del peccato di quelli che deridono li servi di Dio e della stoltizia di quelli che però li lasciano

di servire, RUBRICA XVIII.

 Del peccato de’ mali consiglieri e confortatori a male, RUBRICA XVIIII.

 Del peccato di quelli che seminano la discordia, RUBRICA XX.

 Del peccato de’ bilingui e novellieri, RUBRICA XXI.

 Del peccato della iattanzia, ciò di lodarsi e di vantarsi, RUBRICA XXII.

 Del peccato del rivelare i segreti, RUBRICA XXIII.

 Del peccato dello stolto promettere e minacciare, RUBRICA XXIIII.

 Del peccato del parlare ozioso e <del> multiloquio, RUBRICA XXV.

 Del peccato <del parlare> disonesto e giulleresco, RUBRICA XXVI.

 De’ vani e dissoluti balli e canti, RUBRICA XXVII.

 Di molte ragioni che anco ci biasimano questo peccato, e come queste ballatrici fanno contra

tutti e sette li sacramenti della Chiesa, RUBRICA XXVIII.

 Del peccato delli ’ndivini e incantatori e malefici, RUBRICA XXVIIII.

ccxxiii Cfr. G. ILDIKO BAIKA, Lingua Indisciplinata. A study of transgressive speech in the“Romance of the rose”

and the “Divine Comedy”, Pittsburgh, 2007, p.19. Di seguito la mia traduzione dei titoli dei capitoli: I. Blasfemia; II.

Maldicenza; III. Giustificazione del peccato; IV. Spergiuro; V. Menzogna/falsa testimonianza; VI. Detrazione; VII.

Adulazione; VIII. Maledizione; IX. Insulto; X. Litigio; XI. Derisione degli onesti; XII. Consiglio maligno; XIII.

Peccato del seminare la discordia; XIV. Dei bilingui; XV. Pettegolezzo; XVI. Iattanza; XVII. Divulgazione di segreti;

XVIII. Minaccia indiscreta; XIX. Promessa indiscreta; XX. Il parlare ozioso; XXI. Multiloquio; XXII. Turpiloquio;

XXIII. Scurrilità; XXIV. Indiscreta taciturnità. 41

 Anco come l’arte della negromanzia è falsa e ria e della perversità de’ malefici e incantatori,

ccxxiv

RUBRICA XXX .

L’elenco cavalchiano, è evidente, non ricalca fedelmente quello del De peccato linguae: alcuni

dei peccati ottengono un approfondimento maggiore nella prosa del pisano, altri invece sono

raggruppati in un singolo capitolo. Ad esempio, la sezione sulla maldicenza peraldiana è sviluppata

in quattro distinte rubriche nel Pungilingua, dalla III alla VI; la detrazione, ovvero la diffamazione,

è trattata dal Cavalca non in uno, ma in tre capitoli – X, XI e XII; al contrario, i passaggi su

indiscreta comminatio e indiscreta promissio sono riuniti in un’unica rubrica, così come quelli su

verbum otiosum e multiloquium. Gli interventi sulla struttura dell’opera non terminano qui: accanto

ccxxv

ai bilingui – cioè coloro che «dicono male dell’uomo in assenzia e bene in presenzia » – il

Cavalca aggiunge la categoria dei novellieri, assente in Peyraut; all’argomento della scurrilitas,

collega quello di balli e canti dissoluti, dedicandogli ben due capitoli, ancora una volta non presenti

nel modello latino. In ultimo, si può notare che il capitolo conclusivo del De peccato linguae non

trova una corrispondenza nel Pungilingua: l’autore lo sostituisce con due rubriche su «’ndivini e

incantatori e malefici».

L’elemento davvero innovativo, nell’opera di Domenico Cavalca, sta nel tradurre e manipolare i

contenuti del Peyraut allo scopo di una diffusione maggiore rispetto al testo latino originale,

destinato ad un ristretto pubblico acculturato: anche – e forse soprattutto – i laici necessitavano di

un’erudizione spirituale che potesse preservarli, o quantomeno renderli consapevoli, dei danni

causati dal peccato, in questo caso verbale. Per incitare i fedeli alla rettitudine, il frate trasforma lo

ccxxvi

scritto, semplificandolo, tagliandolo e rimpinguandolo dove necessario : così, al posto dei

ccxxvii

termini specifici, si preferisce segnalare direttamente il comportamento peccaminoso , e, allo

stesso modo, vengono spiegate tutte quelle espressioni estranee ad un registro linguistico

ccxxviii ccxxix

popolare . Nel «recare a comune volgare la detta opera », il frate si destreggia tra continui

chiarimenti ed oculate innovazioni: le abilità del Cavalca spiccano nella capacità di fondere la

staticità del latino e della trattazione di partenza con argomenti che, derivanti dai valori e dalle

ccxxiv Cfr. Pungilingua 2010, pp. 3-5.

ccxxv Cfr. Ivi, p. 220.

ccxxvi Cfr. Ivi, p. 321: «L’osservazione fondamentale che è possibile fare è che anche quando il testo peraldiano è

volgarizzato per dei tratti pure relativamente lunghi, ben di rado esso è tradotto letteralmente e fedelmente; piuttosto,

l’argomentare del Peraldo è seguito come una sorta di schema, come uno scheletro il cui tessuto connettivo viene

frequentemente rinnovato e adattato, tramite procedimenti vari, che pare possibile raggruppare in alcune categorie

principali, quali l’aggiunta di passi non presenti nel testo latino da tradurre, l’omissione di materiale del De peccato

linguae, la ristrutturazione del dettato peraldiano originale e la sostituzione di parti di testo con materiale dal significato

o dalla funzione più o meno analoghi».

ccxxvii Ad esempio, ad Adulatio è preferito «Del peccato de’ lusinghieri»; «Del peccato de’ bilingui e novellieri» a

Bilinguium e Rumor.

ccxxviii Cfr. Pungilingua 2010, p. 34: «Lo susurrone – cioè el mormoratore»; p. 159: «del convizio, cioè del

villaneggiare e vituperar lo prossimo con parole d’obbrobrio», etc.

ccxxix Ivi, p. 3. 42

tradizioni care al popolo, potessero parlare direttamente ai cuori degli uomini, interagire con le loro

coscienze intorpidite, smuoverle, nella speranza d’indurre una sana rieducazione. Il dettato

peraldiano è quindi arricchito di suggestioni, miracoli, aneddoti – tanto biblici quanto ispirati a fatti

ccxxx

di vita ordinaria –, paragoni e, soprattutto, exempla .

L’autore, che nel prologo ammetteva di ricavare il materiale per il Pungilingua dal « divoto e

ccxxxi

sapientissimo frate Guglielmo di Francia », si è servito di svariate fonti nella costituzione del suo

testo: A preliminary collation of the Pungilingua with the De peccato linguae, ninth and last tract of the

Summa vitiorum of Peraldus, generally thought hitherto to have furnished most of the sources of the

Pungilingua, reveals that Cavalca has, indeed, used it as a skeleton, but that there is much more in the

Pungilingua than is to be found in that tract. Whence did he draw his inspiration for these lines? He

drew not only upon the De peccato linguae tract, but drew copiously upon the entire Summa virtutum

ac vitiorum. The passages borrowed vary in length and are adapted by Cavalca according to his own

peculiar fashion. The most casual glance at the Somma de' vizj convinces one immediately that the

Pungilingua is not in any way what is ordinarily meant by a translation, as many have believed it to be

in the past. Nor is it a compilation, as others have held. Cavalca gleans now from one tract, now from

another; he assembles conglomerate texts from a variety of sources and modifies them with the

greatest independence; further, he enlivens his text by means of exempla, denunciatory passages, and

ccxxxii

bestiaries .

Sebbene i luoghi da cui sono tratte le citazioni vengano raramente esplicitati dal Cavalca, se non

ccxxxiii

in maniera molto generica – sono talvolta citati gli autori, quasi mai il testo nello specifico –, si

ccxxxiv

tratta di tematiche estremamente diffuse nella trattatistica medievale . Le fonti usate per il

Pungilingua sono quasi certamente le stesse usate negli altri trattati, fungendo come una sorta di

canovaccio su cui poi svolgere la trama in funzione dei propositi perseguiti nel testo in questione.

Lotti, la cui pubblicazione è incentrata sui Frutti della lingua, osserva:

Troppe sono, infatti, le coincidenze fra luoghi diversi delle opere cavalchiane che ci inducono a

pensare ad un’unica identica fonte. Così, anche nei Frutti della lingua, possiamo rilevare molte

corrispondenze con altri Trattati. […] Il tema della confessione, ad esempio, viene affrontato anche

nello Specchio dei peccati, e la trattazione è alquanto simile a quella che ritroviamo negli ultimi

ccxxx Fondamentali per l’analisi di questi inserti ROSSI 1949 e Pungilingua 2010, pp. 321-31.

ccxxxi Pungilingua 2010, p. 3.

ccxxxii ROSSI 1949, p. 830. «Una collazione preliminare del Pungilingua con il De peccato Linguae, nono e ultimo

trattato della Summa vitiorum di Peraldus, finora generalmente ritenuto di aver fornito la maggior parte delle fonti del

Pungilingua, rivela che Cavalca, effettivamente, l’ha usato come scheletro, ma che c'è molto di più nel Pungilingua di

quanto si trovi in quel trattato. Da dove trae l’ispirazione per quei passi? Egli non solo attinse al trattato del De peccato

Linguae, ma attinse copiosamente all'intera Summa virtutum ac vitiorum. I passaggi presi in prestito variano in

lunghezza e sono adattati dal Cavalca secondo il suo stile peculiare. Anche lo sguardo più casuale alla Somma de' vizj

convince immediatamente che il Pungilingua non è in nessun modo ciò che normalmente si intende per traduzione,

come molti credevano in passato. Né è una compilazione, come altri ritenevano. Cavalca raccoglie ora da un trattato,

ora da un altro; assembla i testi come un unico insieme da una varietà di fonti e li modifica con la più grande libertà;

inoltre, anima il suo testo con l’uso di exempla, brani di denuncia e bestiari» (trad. mia).

ccxxxiii Ivi, pp. 833, 843-4.

ccxxxiv In LOTTI 1987, pp. 76-8, n. 6 vi è un lungo elenco di testi da consultare sulla trattatistica medievale e sulla

circolazione di opere nei conventi. 43

capitoli dei Frutti, sia per la struttura, sia per le parole. In tanti passi la corrispondenza è quasi

ccxxxv

letterale . ccxxxvi

Anche Rossi era giunta alla stessa conclusione , decidendo perciò di indagare «Cavalca's

ccxxxvii

sources, or of his manner of handling them » proprio nel Pungilingua, in quanto «it is the most

suited to lead to convincing conclusions. Suited, because it is the only one of Cavalca's books of

ccxxxviii

which he definitely names the source »

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
76 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/03 Filologia italica, illirica, celtica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alice99se99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia della letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Donati Gemma.