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When work-family benefits are not enough: the influence of work-family culture on benefit utilization, organizational attachment, and work-family conflict

C.0 THOMPSON et al, "When work-family benefits are not enough: the influence of work-family culture on benefit utilization, organizational attachment, and work-family conflict", Journal of Vocational Behaviour, n. 54 (3), 1999, pp. 392 - 415

A tal proposito, Thompson introduce il concetto di work-life culture, cioè l'insieme degli assunti e dei valori riguardanti la propensione dell'organizzazione lavorativa a favorire l'inclusione tra le due dimensioni, che comprende il supporto da parte del management, le conseguenze sul piano della carriera e il fattore temporale. Se questa cultura organizzativa viene realizzata "l'introduzione di misure finalizzate a garantire una conciliazione tra tempi lavorativi e tempi familiari, che sembrano interessare prevalentemente le donne in quanto consentono loro di gestire con minore affanno la compresenza in ambiti diversi, spesso presenta costi elevati in termini di segregazione qualitativa e quantitativa del

Il lavoro ha il compito di favorire l'uguaglianza e le pari opportunità tra i sessi, perché non riguarda solo le donne, ma anche gli uomini. Tuttavia, finché non ci sarà una condivisione delle responsabilità di cura familiare, queste politiche non troveranno una piena realizzazione nella realtà. D'altra parte, la graduale femminilizzazione del lavoro dovrebbe comportare una riorganizzazione dei ruoli e dei compiti (produttivi e riproduttivi) tra i sessi, così come delle rispettive dimensioni di competenza, con una combinazione delle due sfere che prima erano rigidamente separate, perché ritenute inconciliabili. Da una parte, le donne non riescono a garantire il perfetto funzionamento dell'ambito domestico senza l'aiuto maschile; dall'altra parte, gli uomini hanno la stessa difficoltà nel garantire la

totalededizione al lavoro. Nasce quindi, una commistione di bisogni edesigenze che si riferiscono ad entrambe le dimensioni che mettono le0 S. GHERARDI, B. POGGIO, “Pratiche di conciliazione: tra fluidità del lavoro etrappole di genere”, paper on-line, Convegno Nazionale ed Europeo “Che genere diconciliazione? Famiglie, lavoro e genere: equilibri e squilibri”, Torino, maggio 2003, p.11aziende nella condizione di dare risposte alle difficoltà quotidiane diconciliazione.

Le politiche di conciliazione dei tempi «devono fare un saltoqualitativo, non essere relegate cioè a un ‘a parte’ un po’ vergognoso –come si è fatto finora – ma essere strettamente intrecciate alle politichedi valorizzazione delle differenze e quindi delle competenze e degli0apporti differenziati di uomini e donne nell’organizzazione» .

Approfondendo il ruolo che hanno le aziende nel permettere ilraggiungimento

dell'equilibrio tra vita professionale e privata, è possibile identificare due diversi metodi di formulazione di questi dispositivi, formale e informale, e due diversi tipi di strumenti, cioè quelli che si fanno portatori di una nuova cultura del lavoro, e quelli che scandiscono in modo diverso i tempi del lavoro. Per quanto riguarda le soluzioni informali, queste ipotizzano che il soggetto che ha la necessità di conciliare sia lui stesso il protagonista della ricerca della soluzione; mentre le soluzioni formali considerano l'uso di benefit inseriti attraverso specifiche politiche. Per quanto riguarda, invece, la seconda classificazione, fra le misure che consentono una certa flessibilità di lavoro ci sono il part-time, il job sharing, le banche delle ore, la flessibilità in entrata e in uscita, il telelavoro e il term time. Questi strumenti ausiliari non devono in nessun modo essere collegati al genere, ma ai ritmi della vita, in modo da evitare il
  1. M. PIAZZA, "Le politiche di riconciliazione dei tempi", in Inchiesta, n. 127, gennaio-marzo, 2000, pp. 56-58
  2. C. GHISLIERI, C. PICCARDO, "La conciliazione tra lavoro e non lavoro: una prospettiva psicologica", in Sviluppo & Organizzazione, n. 199, settembre/ottobre, 2003, p. 56-58
  3. M. PIAZZA, "Le politiche di riconciliazione dei tempi", in Inchiesta, n. 127, gennaio-marzo, 2000, pp. 56-58

Ci sono anche strumenti legislativi, come i congedi parentali a sostegno della maternità e della paternità, e gli strumenti di supporto alla cura, come gli asili nido aziendali.

4.5.1 Il part-time

Il part-time è un tipo di contratto di lavoro subordinato secondo il quale la prestazione lavorativa viene svolta in un monte ore inferiore rispetto a quello stabilito dalla Legge o da quello definito dai contratti collettivi applicati. In accordo con quanto disciplinato dal Ministero del Lavoro, va inteso come

“orario normale” anche quello “multi periodale”, ovvero quello definito dai contatti collettivi in relazione alla durata media della prestazione per un periodo che non deve superare un anno. Il contratto di lavoro part time può essere di tre tipi: orizzontale, quando la diminuzione dell’orario lavorativo si riferisce al classico orario giornaliero; verticale, quando il lavoro viene svolto a tempo pieno, ma solo in alcuni giorni della settimana, del mese o dell’anno; misto, quando il part time viene svolto coniugando la modalità verticale e orizzontale. Il contratto di lavoro a tempo parziale è considerato un mezzo molto efficace per aumentare l’occupazione di tutte quelle categorie sociali che altrimenti sarebbero escluse dal mercato del lavoro, vale a dire donne, anziani e giovani (soprattutto studenti). Esso, infatti, è un M. TIRABOSCHI, Formulario dei rapporti di lavoro. Tipologie contrattuali, esternalizzazioni, certificazione.

gestione del personale, cessazione del rapporto di lavoro, Giuffrè Editore, Milano, 2010, p. 92.0

M. BRISCIANI, Part-time e lavoro ripartito. Manuale operativo, Ipsoa, Milano fioriAssago, 2010, p. 3.0

Disciplinato dal decreto legislativo del 25 febbraio 2000 n. 61, in attuazione delladirettiva 97/81/CE relativa all'accordo-quadro sul lavoro a tempo parziale conclusodall'UNICE, dal CEEP e dalla CES, abrogato nel 2015 dal decreto legislativo n. 81 del15 giugno.

rapporto di lavoro stabile, non precario, che si adatta facilmente alle necessità di flessibilità sia delle imprese che del lavoratore.

Un contratto di lavoro può essere a tempo parziale solo se la mansione lavorativa che si va a svolgere è effettivamente compatibile con questa modalità contrattuale. Le condizioni e le modalità di svolgimento di questo contratto possono essere ricercate all'interno della disciplina della contrattazione collettiva.

Il lavoro a tempo parziale

può essere usato anche per il lavoro agricolo. Inoltre, anche i contratti di apprendistato e quello di inserimento possono prevedere il tempo parziale, ma solo quando questa modalità non ostacola il conseguimento dell'obiettivo formativo e di reinserimento propri di questi contratti. La forma scritta di questa forma di contratto funge da prova, perché bisogna rendere nota la volontà di entrambe le parti di intraprendere una modalità di lavoro part time, concordando sul monte ore. Nel contratto vanno specificate: la durata e la collocazione della prestazione con gli adeguati riferimenti in merito alla giornata, al mese o all'anno. Questo contratto può essere firmato sia a tempo determinato che indeterminato. Quando si determina la retribuzione, il lavoratore non può subire alcuna forma di discriminazione per il solo fatto di avere un contratto di lavoro a tempo parziale. Quindi il salario non può essere inferiore a quello chespetta ad un normale lavoratore a contratto full time, a parità di inquadramento contrattuale. Il lavoro part-time è uno degli strumenti di work-life balance più ricercati dalle lavoratrici, in quanto rappresenta la soluzione perfetta per coniugare le responsabilità derivanti giornalmente dalla vita privata e dalla vita lavorativa. Per sua natura, il lavoro parziale permette di investire meno tempo all'interno del mercato produttivo. Questo rappresenta un vantaggio durante particolari periodi di vita della donna, appunto la maternità, tralasciando l'idea di essere costrette ad abbandonare il lavoro. È uno strumento di conciliazione che è ovviamente particolarmente rivolto alla componente femminile della società, anche ai sensi di una continua resistenza da parte degli uomini di usufruire di questo genere di contratto che, da sempre, è.

Considerato come un beneficio ad uso esclusivo della donna, la normale forma di contratto part-time è stata integrata con una forma part-time reversibile, che si adatta soprattutto alla donna in stato di gravidanza. Essa consiste nell'assumere una persona in più che va a coprire l'orario lavorativo scoperto della persona che ha inizialmente richiesto l'orario parziale. È detto reversibile perché questo vale solo per la durata del periodo di maternità; quindi, questa forma di assunzione è a tempo determinato.

All'interno del Quadro Normativo Italiano, tra le varie forme di contratto atipiche, c'è anche il lavoro a domicilio. Questa è una forma di lavoro che permette al lavoratore di assolvere alle sue funzioni lavorative, non come accade di solito in azienda, ma lavorando dalla propria abitazione. Tra le forme di lavoro a domicilio esiste il telelavoro.

Legge 53/2000

G. SCARPITELLI

D. ZINGARELLI, Il Telelavoro: teorie e applicazioni, FrancoAngeli, Milano,1996, p. 134

Il telelavoro è una forma di esecuzione del lavoro che utilizza le tecnologie dell'informazione. Il lavoro, che potrebbe normalmente essere svolto in aziende, viene svolto, invece, presso il proprio domicilio, attraverso l'utilizzo del proprio computer.

Vi è un Accordo interconfederale che disciplina l'uso adeguato di questa forma contrattuale, soprattutto in merito ai diritti dei lavoratori.

Il contratto di telelavoro deve avere forma scritta e deve essere firmato da entrambi i soggetti.

Il lavoratore a domicilio ha gli stessi diritti di un lavoratore che svolge la sua normale attività in azienda. Infatti, deve avere le stesse opportunità di carriera e di crescita lavorativa.

Dettagli
A.A. 2021-2022
109 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federicapaganelli9 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Luzi Michela.