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Intenta a sistemare un mazzo di fiori di campo in un vaso, presta molta attenzione
agli spostamenti di Robert Turner, decisa dapprima a evitarlo. Robert,
14
soprannominato Robbie, è il «cleaning lady's son» . Vive da sempre con i Tallis,
generosi finanziatori dei suoi studi. Appena tornato anche lui da Cambridge, dove ha
dimostrato di essere il miglior studente del suo corso, sogna un futuro in campo
medico.
Col pretesto di farsi offrire una sigaretta, Cecilia si avvicina al giovane e introduce
una conversazione fatta di chiacchiere e accenni letterari.
Si cita la Clarissa di Richardson, alla quale Cecilia preferirebbe Fielding, il più
12 Ian McEwan, Atonement, Vintage, London 2002, p. 129.
13 ID., Espiazione, trad. it. Susanna Basso, Einaudi, Torino 2003, p. 136.
14 ID., Atonement, Vintage, London 2002, p. 52. 15
famoso e abile autore parodistico di Richardson. McEwan comincia in queste prime
pagine a introdurre riferimenti a Jane Austen, della quale peraltro aveva già citato un
frammento di Northanger Abbey proprio nell'epigrafe di Atonement.
D'un tratto l'umore della giovane muta, propendendo verso quel nervosismo che
sempre l'accompagna in presenza di Robbie. Lui le sembra autoritario, alza una
mano, crede si sia offeso, quando in realtà è solo lei «the one who was over-
15
interpreting» . Chiaro richiamo al comportamento della sorella Briony che, oltre a
sovra-interpretare, riscrive e reinventa il mondo.
Robbie, in un atto di cavalleria, si offre di riempire il vaso che Cecilia stringeva tra le
mani, ma lei si innervosisce, forse più per l'orgoglio sfiorato da quel «piglio di
16
autorevolezza maschile» del tono del giovane; impugna il vaso con maggiore forza,
ma Robbie non è intenzionato a mollare la presa, finché un frammento del bordo si
stacca cadendo nella vasca della fontana.
Nella Parte Prima del romanzo, McEwan gioca con le diverse prospettive e propone
la medesima scena da punti di vista differenti. L'episodio della fontana, ad esempio,
viene prima descritto attraverso gli occhi di Cecilia e Robbie in maniera piuttosto
obbiettiva, ma sempre mantenendo la narrazione in terza persona. L'autore descrive
l'intenso gioco di sguardi che intercorre tra i due giovani e che cede il posto alle
parole. Si sofferma poi sulle loro azioni: lei si butta nell'acqua gelida, riemergendone
con i due pezzi di ceramica in mano. Lui, stupito e ammirato, la segue con lo sguardo
mentre si dirige verso casa.
1.3 Briony e il fraintendimento
Un osservatore esterno, che non abbia modo di ascoltare le parole ma solo di vedere i
gesti, potrebbe facilmente fraintendere. Del resto Robbie alza la mano in un gesto
all'apparenza minaccioso, poco prima che Cecilia si tuffi nella fontana per recuperare
il coccio del vaso. Di conseguenza, non stupirebbe che una terza persona
interpretasse come un ordine il gesto del giovane.
Questo ci porta a considerare la nuova prospettiva introdotta da McEwan nel
15 Ian McEwan, Atonement, Vintage, London 2002, p. 26. Traduzione: quella che tendeva a
sovrainterpretare.
16 ID., Espiazione, Einaudi, trad. it. di Susanna Basso, Torino 2003, p. 34. 16
Capitolo Terzo che prevede la narrazione condotta dal punto di vista di Briony. La
ragazzina, affacciata a una finestra, assiste alla scena della fontana dandone
un'interpretazione molto soggettiva.
Vede Cecilia e Robbie, impegnati in quella che la ragazzina interpreta dapprima
come una proposta di matrimonio, per via della postura del giovane:
17
feet apart, head held back 18
gambe divaricate, capo all'indietro
Briony raggiunge il culmine massimo della sua fantasia paragonando la scena cui
assiste a un racconto che aveva scritto in passato in cui, come in ogni tradizione che
si rispetti, la bella principessa viene salvata grazie all'intervento di un povero
taglialegna, nobilitato in seguito all'eroica impresa. Per lei è assolutamente logico:
Robbie, figlio di una governante mantenuto agli studi dai Tallis, intende Cecilia (in
realtà l'autore non spiega ancora da cosa), così da acquistare prestigio e permettersi
di sposare la giovane.
Ma Briony, maniaca dell'ordine, giudica la sequenza degli avvenimenti illogica: la
proposta di matrimonio non può precedere il salvataggio della principessa! A questo
punto, rendendosi conto di non capire, si limita ad osservare. Come un narratore
onnisciente, esamina il momento dall'alto, trattiene il fiato fino all'epilogo al quale
però non assiste perché distratta dai suoi stessi pensieri. Ha solo modo di osservare
Robbie mentre alza la mano in quello che lei giudica un gesto minaccioso in seguito
al quale Cecilia si getta nella fontana. Crede quindi che il giovane abbia appena dato
un ordine alla sorella e costituisca per questo una minaccia.
Quando torna a guardare dalla finestra si rende conto che i protagonisti della sua
over-interpretation sono scomparsi.
Da qui, da questo misunderstanding, scaturisce la finzione distruttrice di Briony.
La sua passione per la letteratura la conduce a estrapolare avvenimenti dalla realtà,
rivisti e corretti poi, come la bozza di un romanzo, dalla sua infinita immaginazione,
17 Ian McEwan, Atonement, Vintage, London 2002, p. 38.
18 ID., Espiazione, Einaudi, trad. it. di Susanna Basso, Torino 2003, p. 43. 17
non dissimile da quella di un altro personaggio di McEwan, Peter Fortune
19
protagonista di The Daydreamer .
Ad accomunarli è la fantasia ma non l'uso che ne fanno. Mentre Peter si fa
sommergere dalle sue fantasie per poi immancabilmente riemergerne senza
provocare danni permanenti a chi lo circonda, Briony coinvolge se stessa e il mondo,
in un gioco di reinterpretazione continua e di autoconvincimento dei frutti delle
proprie macchinazioni.
Peter è ancora un bambino: a stento sfiora i dodici anni alla fine del romanzo e
questo giustifica in qualche modo le sue fantasie a occhi aperti, a maggior ragione se
queste non sfiorano il mondo reale ma rimangono inglobate nella sua mente. Briony
ormai ha tredici anni, l'adolescenza è vicina e tutti si aspettano grandi cose da lei, pur
trattandola ancora come la bambina di sempre.
Assistere alla scena della fontana, che credeva costruita apposta per lei, le permette
di pensare per la prima volta alla fine imminente della sua infanzia, anche se in realtà
questo non precluderà la tragedia che incomincerà a tessere a partire dal Capitolo
Decimo.
Quella che la colpisce, fulminea, nel Capitolo Terzo è una sorta di epifania:
Briony had her first, weak intimation that for her now it could no longer be fairy-tale castles
20
and princesses, but the strangeness of here and now […].
Briony ebbe la prima vaga premonizione che per lei non ci sarebbero più stati castelli da
21
favola, né principesse, ma solo l'imperscrutabilità del presente […].
In un impeto di maturità capisce che è ora di abbandonare le storie infantili. In fondo,
ha assistito ad un momento significativo, quasi magico, in grado di condurla verso
altri tipi di narrazione.
Si tratta però di un pensiero troppo meditato, troppo adulto, appartenente forse alla
19 Ian McEwan, The Daydreamer, Vintage, London 1994. È il primo romanzo per ragazzi scritto da
McEwan. Narra le avventure di Peter Fortune alle prese con i sogni ad occhi aperti. Celebre è
l'episodio della pomata svanillina con la quale il bambino immagina di far scomparire tutta la sua
famiglia.
20 Ian McEwan, Atonement, Vintage, London 2002, p. 39.
21 ID., Espiazione, Einaudi, Torino 2003, p. 44. 18
Briony settantenne narratrice dell'epilogo e, come si scoprirà solo nel finale, anche
dell'intero romanzo, che non viene tenuto in considerazione dalla Briony ragazzina
nei capitoli successivi.
Senza rendersene conto Briony inizia a considerare «the truth […] as ghostly as
22
invention », dimenticando la distinzione netta e fondamentale tra verità e illusione,
tra realtà e scrittura, tra persone e personaggi.
1.4 Alle soglie del mondo adulto
La caratteristica principale di Briony è sicuramente la sua tendenza a rendere ogni
cosa finzione.
In questo, di per sé, non ci sarebbe nulla di male se si limitasse alla finzione cartacea
e non coinvolgesse anche la realtà. Ciò che però intende trasmettere McEwan,
partendo proprio dalla scena della fontana, è evidenziare i rischi che si corrono nel
permettere alla finzione di entrare nel mondo reale, soprattutto se non si è in grado di
gestirne le conseguenze.
A partire dalla conclusione della scena della fontana, Briony si lascerà condurre
23
verso la tragedia dalla sua mania interpretatrice, credendo invece di salvare la
sorella e tutta la famiglia Tallis dal pericoloso maniaco che lei considerava essere il
giovane Robbie. Briony, osservando sua sorella e Robbie alla finestra, non capisce
appieno cosa stia succedendo ma è consapevole di trovarsi di fronte al mondo adulto
e per un momento ha il privilegio di osservare comportamenti e reazioni che
diversamente le sarebbero preclusi.
[…] she had privileged access across the years to adult behaviour, to rites and conventions she
24
knew nothing about, as yet.
[…] ebbe il privilegio di viaggiare avanti nel tempo verso il comportamento adulto, verso riti e
25
convenzioni di cui era ancora del tutto all'oscuro.
22 ID., Atonement, Vintage, London 2002, p. 41.
23 Ovvero l'accusa di stupro di cui incolperà Robbie Turner nel Capitolo Tredicesimo (p. 166).
24 Ian McEwan, Atonement, Vintage, London 2002, p. 39.
25 ID., Espiazione, Einaudi, Torino 2003, p. 44. 19
Briony, convinta di trovarsi di fronte a una classica scena di sottomissione
femminile, crede di essere così capitata nel mondo adulto, tanto da pensare che
26
Clearly, these were the kinds of things that happend. 27
Evidentemente, erano situazioni di quel tipo che si verificavano.
Quasi a immaginare che i rapporti tra adulti siano basati su ordini e sottomissioni.
Per lei, che ha sempre vissuto in un suo universo, cresciuta nella solitudine più
completa, ignorata dai genitori e abbandonata dai fratelli maggiori, lasciare
l'adolescenza si prospetta come un allontanamento da tutto ciò con cui era cresciuta,
ovvero le «fairy tales».
Briony dimostra di essere in procinto di lasciare il mondo infantile quando, in un
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impeto di maturità, si rende conto «how easy it was to get everything wrong» .
L'intervento esterno dell'autore è palese: in fondo è un pensiero troppo meditato per
appartenere a una tredicenne, senza contare che anticipa la conclusione: lo sbaglio, o
meglio il fraintendimento, è il filo conduttore del romanzo.
Se la rag