STRUMENTI DI POLITICA MONETARIA DELLA BCE
3.4. Il quadro storico ed istituzionale
3.4.1.
L’Unione Economica e Monetaria (UEM) è composta dai Paesi dell’Unione Europea (UE) che
hanno adottato l’euro come loro valuta, noti come Paesi dell’area euro. Questa unione
rappresenta la fase finale di un processo avviato nel 1961 con la proposta di creare l’Unione
Europea delle Riserve Monetarie, formalizzato nel 1992 con la firma del Trattato di Maastricht
e completato il 1° gennaio 1999 con l’adozione dell’euro come moneta unica per gli Stati
partecipanti (Stella, 2021). 30
L’implementazione di un’unione monetaria implica che i Paesi partecipanti, pur conservando
la loro autonomia politica e fiscale, debbano mantenere condizioni economico-finanziarie
compatibili. A questo scopo, il Trattato di Maastricht ha definito specifiche condizioni per
l’adesione, includendo due obblighi di convergenza che i Paesi partecipanti devono rispettare:
Mantenere la stabilità dei prezzi: il tasso di inflazione non deve eccedere di più del 1,5%
la media dei tre Paesi partecipanti con la minor crescita dei prezzi.
Assicurare una situazione finanziaria pubblica sostenibile: il rapporto tra il deficit
corrente e il PIL deve essere inferiore al 3%, mentre il rapporto tra il debito pubblico
corrente e il PIL deve rimanere sotto il 60%.
L’attuazione della politica monetaria unica è regolata dal Sistema Europeo delle Banche
Centrali (SEBC), come stabilito dall’articolo 107 del Trattato. Questo sistema è composto da
diversi elementi:
BCE, che ha il compito di prendere decisioni in materia di politica monetaria unica.
Le Banche Centrali Nazionali (BCN) dei Paesi membri dell’Unione Economica e
Monetaria (UEM), presso le quali viene decentrata la fase operativa di attuazione della
politica monetaria.
Le banche centrali dei Paesi non aderenti all’UEM, che svolgono un ruolo consultivo.
Poiché non tutti i Paesi membri dell’Unione Europea sono parte dell’UEM, e quindi non è
possibile affidare questa responsabilità al SEBC, l’attuazione della politica monetaria è gestita
dall’Eurosistema. Quest’ultimo è composto dalla BCE e dalle sole BCN dei Paesi membri
dell’UEM. Dal 1° gennaio 1999, la BCE ha la responsabilità di gestire la politica monetaria e
nell’Eurozona.
garantire il corretto funzionamento del sistema dei pagamenti
La precedente funzione è determinante in quanto un mercato monetario unificato e un tasso di
mercato interbancario unico possono esistere solo se la liquidità può fluire rapidamente tra i
Paesi e con costi di transazione trascurabili (Stella, 2021).
31
In aggiunta, a partire dal 4 novembre 2014, con l’entrata in vigore del Single Supervisory
Mechanism (SSM), la BCE svolge anche un ruolo di supervisione diretta sui principali gruppi
bancari dell’Eurozona e, in modo decentrato, sulle altre banche, lavorando in collaborazione
con le autorità di vigilanza nazionali. La decisione di consolidare le funzioni monetarie e di
vigilanza bancaria sotto un’unica istituzione si basa su una serie di considerazioni che
riguardano l’ottimizzazione delle sinergie informative un controllo più efficace del rischio
sistemico, e il rafforzamento dell’indipendenza e della competenza tecnica.
La governance della BCE, il cui capitale è determinato dalla partecipazione delle BCN in base
alla quota relativa dello Stato membro sul prodotto interno lordo e sulla popolazione dell’Unione
Europea, è strutturata attorno a due organi decisionali principali: il Consiglio Direttivo e il
Comitato Esecutivo. Entrambi sono presieduti dal Presidente della BCE, mentre i loro membri
agiscono in qualità individuale e con piena indipendenza, non rappresentando gli interessi
nazionali. Accanto a questi organi, vi è il Consiglio Generale con funzioni consultive.
Il Consiglio Direttivo, composto dai sei membri del Comitato Esecutivo e dai governatori delle
BCN dell’area euro, è responsabile dell’adozione delle decisioni necessarie per garantire il
funzionamento efficace dell’Eurosistema. Formula, inoltre, gli indirizzi di politica monetaria,
stabilendo obiettivi monetari intermedi, tassi di interesse policy e regolando l’offerta di riserve.
Mentre, il Comitato Esecutivo, composto dal Presidente, dal vicepresidente e da quattro membri
nominati dai Capi di Stato o di Governo dei Paesi dell’area euro, svolge un ruolo chiave
nell’attuazione delle politiche decise dal Consiglio Direttivo. I suoi membri hanno un mandato
di otto anni, non rinnovabile, e contribuiscono al processo decisionale della BCE con la loro
esperienza e competenza (Stella, 2021).
Il SEBC si impegna a sostenere le politiche economiche generali al fine di contribuire alla
realizzazione degli obiettivi delineati nell’art. 2 del Trattato. Questi includono il raggiungimento
di un elevato livello di occupazione, una crescita economica sostenibile e non inflazionistica,
nonché un alto grado di competitività e convergenza dei risultati economici. Il principale
obiettivo dell’Eurosistema, invece, è garantire la stabilità dei prezzi al fine di preservare il potere
d’acquisto della moneta unica. 32
In termini pratici, l’Eurosistema si occupa di definire e attuare la politica monetaria, svolgere
operazioni sul mercato dei cambi, detenere e gestire le riserve ufficiali degli Stati membri e
promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento.
L’obiettivo di mantenere la stabilità dei prezzi nel medio periodo richiede alle autorità monetarie
l’implementazione di una strategia articolata che segue diverse fasi logiche:
Identificazione del legame tra il livello dei prezzi e la moneta, compresa la comprensione
dei meccanismi di trasmissione e dei canali attraverso i quali gli strumenti disponibili e
6
utilizzati sono collegati agli obiettivi .
“variabili
Definizione di un quadro di riferimento per individuare le chiave” necessarie
per monitorare il rischio di inflazione e prendere eventuali misure correttive.
Decisione riguardante il tipo e il livello di trasparenza pubblica della propria strategia.
Per comprendere e identificare le precedenti dinamiche è necessario definire la connessione tra
la moneta e il mercato dei beni, soprattutto in relazione all’inflazione. Secondo l’equazione degli
scambi di Fisher [7], il valore complessivo delle transazioni, definito come il numero di
transazioni (T) moltiplicato per il prezzo medio di transazione (P) è equivalente al volume di
moneta richiesto per condurre tali transazioni, cioè la quantità di moneta in circolazione (M)
moltiplicata per (V) la sua velocità di circolazione (Arcelli, 2007), dunque:
× =× 7
[7]
Al fine di delineare una definizione esaustiva della moneta e di identificare l’aggregato più
idoneo per monitorare il suo andamento, la moneta può essere concettualizzata come l’insieme
di attività facilmente utilizzabili per condurre transazioni finanziarie.
6 Nella sezione relativa all’analisi dell’impatto derivante dall’adozione di una CBDC, si esaminerà come
quest’ultima, e specificamente l’euro digitale, influisca sui meccanismi di trasmissione della politica
monetaria. “Purchasing
7 Irving Fisher, nel suo lavoro Power of Money”, elaborò la teoria quantitativa della moneta,
volta a spiegare le influenze sul valore della moneta. Egli argomenta che un aumento della quantità di
moneta in circolazione conduce a un corrispondente aumento del livello generale dei prezzi,
determinando una diminuzione del potere d’acquisto della moneta. Si riporta un’altra formulazione
dell’equazione di Fisher, che considera anche l’esistenza della moneta bancaria, rappresentata da (M’) e
× × ×
′ ′ ′
dalla sua velocità di circolazione (V ), secondo l’equazione M V + M V = P Q.
33
Questo aggregato comprende diversi elementi:
La moneta legale, rappresentante lo strumento di massima liquidità all’interno
dell’economia.
I depositi correnti, i quali, mediante l’utilizzo di strumenti come assegni, bonifici e
giroconti, agevolano i pagamenti in modo immediato.
Altri strumenti finanziari caratterizzati da liquidabilità immediata e assenza di costi per
le transazioni, tra cui i depositi a risparmio senza vincoli, i depositi a termine brevi, i
titoli di mercato monetario e le operazioni di pronti contro termine, nonché le quote di
fondi comuni monetari.
In questo contesto, è possibile distinguere diversi aggregati monetari ordinati in base alla loro
capacità di facilitare le transazioni o di essere rapidamente convertiti in contante o in depositi
bancari. All’interno dell’UEM, sono stati definiti tre aggregati:
M1, l’aggregato più restrittivo, comprendente la moneta legale e i depositi a vista
utilizzati direttamente per i pagamenti (come i conti correnti) e quelli facilmente
convertibili in denaro liquido (come i depositi a risparmio).
M2, l’aggregato intermedio, che include M1 oltre ai depositi bancari con scadenza fino
a due anni o rimborsabili con preavviso entro tre mesi. Questi strumenti, per la loro
elevata liquidità, possono essere convertiti rapidamente in contante o depositi a vista con
costi minimi.
M3, l’aggregato più ampio, che include M2 e altri strumenti finanziari come operazioni
di pronti contro termine, quote di fondi di investimento monetario e titoli di mercato
monetario, oltre a obbligazioni con scadenza fino a due anni. Questi strumenti sono
caratterizzati da un elevato grado di liquidità e da una certa prevedibilità nel prezzo di
liquidazione.
Tutti gli aggregati comprendono attività denominate in euro o altre valute detenute dai residenti
presso le Istituzioni Finanziarie Monetarie (IFM), come banche centrali, banche commerciali,
fondi comuni di investimento monetario e altre istituzioni finanziarie (Stella, 2021).
34
Strategie della BCE
3.4.2.
Tra le strategie che guidano l’azione della BCE, rientrano il monetary targeting e l’inflation
targeting. Il monetary targeting è un approccio a due fasi che prevede l’annuncio di un obiettivo
intermedio relativo alla crescita dell’aggregato monetario prescelto e l’adozione di correzioni
necessarie, mediante l’uso degli strumenti disponibili, nel caso in cui l’aggregato si discosti
dall’obiettivo annunciato. L’inflation targeting, invece, è un approccio a singolo stadio in cui la
politica monetaria è direttamente vincolata, senza l’intermediazione di obiettivi int
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