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Le dimensioni della competenza

Le dimensioni della competenza sono tre: che si riferisce agli indicatori di competenza che consentono di valutare e osservare la dimensione soggettiva e le manifestazioni esterne di una competenza; che indica la percezione di sé e delle proprie azioni che può esprimere attraverso la narrazione dimensione intersoggettiva e l'autovalutazione; ovvero l'insieme di valori, credenze e atteggiamenti dell'intero sistema sociale.

10) Cosa si intende per transfer delle competenze (trasferibilità)?

La nozione di competenza implica, per sua natura, una trasferibilità intrinseca da un contesto ad un altro. Il transfer delle competenze non è un fatto spontaneo ma un obiettivo fondamentale reso possibile dall'intenzionalità del soggetto, dal fatto che tutte le situazioni hanno elementi in comune con altre e dal fatto che è possibile stabilire analogie circa elementi di una situazione. La competenza preesistente che è preceduta dalle

strutture di autoregolazione viene adattata da esse alla nuova situazione. Il transfer della competenza, quindi, è l'applicazione dei meccanismi tipici dell'esercizio di una competenza per l'adeguamento di questa ad un nuovo contesto o "famiglia". 11) Che cos'è il SOFE? A cosa serve? Il SOFE, sistema degli obiettivi fondamentali dell'educazione, ideato da Garcia Hoz (1980) e perfezionato da Zaniello (2002), è uno strumento che facilita la traduzione delle finalità educative in obiettivi generali e il loro collegamento con gli obiettivi specifici di ogni disciplina insegnata a scuola. Esso è un modello che considera l'unità e l'articolazione dell'attività educativa svolta dalla scuola superando la frammentazione degli obiettivi educativi provocata dalle tassonomie. Il SOFE gode di una natura tridimensionale per la relazione che intercorre tra gli elementi degli obiettivi (conoscenze, attitudini e competenze).valori) egode/offre una griglia (un quadro sinottico) grazie al quale si definiscono gli indicatori del SOFE ed è possibile progettare gli interventi formativi finalizzati all'acquisizione di competenze. 12) Quali vantaggi ha il SOFE per gli insegnanti? Grazie ad esso gli insegnanti possono progettare interventi formativi e prove di valutazione, possono porre l'attenzione sulla globalità dell'alunno considerando anche le altre funzioni cognitive. Il SOFE, quindi, agevola l'insegnamento e la valutazione per competenze poiché offre agli insegnanti il quadro affidabile da cui partire nella scelta degli indicatori delle competenze fondamentali per poi costruire il profilo ideale dell'alunno. 13) Pronta le fasi del pensiero e spiega quella che ha colpito: Le fasi del pensiero del quadro sinottico del SOFE sono cinque: fase percettiva, riflessiva, estensiva/creativa, ritentiva ed espressiva (verbale o pratica). La fase che personalmente mi ha colpito dipiù è stata quella estensiva per le varie funzioni che la caratterizzano tra cui la creatività, capacità che, non vincolata da regole, dà la possibilità a noi esseri umani di poter dare vita alle proprie creazioni. 14) Elenca e descrivi le sei fasi del quadro sinottico: Le fasi del quadro sinottico sono: 1. Fase percettiva: in cui il soggetto riceve i primi stimoli esterni e interagisce con essi per il suo apprendimento; tale interazione è favorita da due funzioni, una relativa alla preparazione della ricezione degli stimoli, l'altra relativa alla percezione vera e propria. 2. Fase riflessiva: che consiste nello stabilire le relazioni tra i dati percepiti prima attraverso l'analisi dei singoli elementi conoscitivi e la loro integrazione. 3. Fase estensiva: dove le conoscenze acquisite si trasformano in elementi attivi per nuovi apprendimenti. 4. Fase ritentiva: dove il soggetto, grazie al ruolo che gioca la mente, è in grado di acquisire e memorizzare le informazioni apprese. 5. Fase elaborativa: in cui il soggetto elabora le informazioni acquisite, le organizza e le struttura in modo coerente. 6. Fase applicativa: in cui il soggetto utilizza le conoscenze acquisite per risolvere problemi e situazioni reali.

unanuova conoscenza, la fissa e la trattiene; fase espressiva dove l'uomo esprime le proprie conoscenze attraverso la parola (fase espressiva verbale) o attraverso l'azione (fase espressiva pratica).

15) Elenca le funzioni di una fase:

Le funzioni della fase espressiva sono: referenziale, orientata verso un referente; emotiva, orientata verso l'emittente che attraverso il linguaggio esprime la propria emotività; conativa, orientata verso il destinatario che viene convinto dall'emittente mediante il linguaggio.

16) Quali sono gli errori che gli insegnanti compiono nella formazione degli obiettivi?

Gli errori fatti nella formazione degli obiettivi sono: confondere l'obiettivo con quanto l'insegnante ha intenzione di fare, confondere l'obiettivo con gli argomenti del programma di studio e confondere l'obiettivo con l'attività che l'alunno deve fare realmente. Un esempio pratico è che "lo studente deve imparare i simboli che"

Il testo fornito contiene alcune informazioni che possono essere formattate utilizzando i tag HTML. Ecco come potrebbe apparire il testo formattato:

“si trovano sulla carta geografica”: questo è sbagliato perché si dovrebbe precisare che cosa lo studente deve mostrare di saper fare per poter dire che ha veramente appreso ad usare la carta geografica.

17) Elenca i tre modelli di insegnamento dopo aver esplicitato il fine dell'insegnante stesso:

Alimentato dalla propria intenzionalità educativa, l'insegnante ha lo scopo di promuovere negli alunni un apprendimento autoregolato, significativo e autodiretto, dedicando tempo ed energia affinché gli alunni imparino ad apprendere, affinché diventino capaci di dirigere, organizzare e controllare la propria volontà e affinché raggiungano gli obiettivi prefissati. Il suo scopo inoltre è di formare una persona migliore, un futuro cittadino del mondo, responsabile, autonomo e libero. I tre modelli di insegnamento (Camoglio, 2003) sono: il modello lineare, con conseguente apprendimento per imitazione, dove l'alunno è un

ricettore passivo che attua una semplice adesione/riproduzione della conoscenza; il modello motivante la curiosità con conseguente apprendimento per scoperta, dove lo studente è messo nella condizione di poter rielaborare, ricostruire e sviluppare una comprensione partendo da situazioni reali; il modello d'insegnamento per la comprensione con conseguente apprendimento per costruzione, dove allo studente è richiesta una comprensione profonda sollecitando risposte discorsive e rappresentazioni concettuali.

18) Descrivi i passaggi necessari per acquisire la competenza auto-valutativa: L'acquisizione della competenza auto-valutativa è un processo che richiede alcuni passaggi: in primo luogo lo studente deve imparare a cogliere il contesto in cui agisce e operare affinché sia in grado di sapersi relazionare con un ambiente; in secondo luogo, è necessario che espliciti l'idea del sé, le sue motivazioni e le condivida con la

comunità; in terzo luogo, è necessario che impari la specificità e la finalità di ciascuna disciplina; infine occorre che narri il percorso compiuto. Per promuoverla inoltre occorre che l'insegnante guidi l'alunno in percorsi personalizzati. Tali passaggi garantiscono quindi la formazione di una persona autonoma e responsabile, auto-efficace e con autostima riflessiva.

19) Cosa si intende per impegno motivato? in che modo l'insegnante può motivare l'alunno?

Per impegno motivato si intende la capacità di controllare la propria volontà superando stanchezza e frustrazione di fronte alle difficoltà. La volontà, infatti, è quella forza interiore che porta a controllare le proprie azioni ovvero la capacità di autogovernarsi. L'impegno motivato nasce dalla percezione che l'alunno ha di sé in termini di autoefficacia, percezione che si configura come un giudizio di autoefficacia, ovvero la

fiducia che l'alunno ha nelle proprie capacità e lo stimolo che lo spinge a cimentarsi nella risoluzione di altre situazioni. L'insegnante può motivare gli alunni dando loro la possibilità di scegliere l'organizzazione della materia da studiare, l'approccio al tema di studio e la modalità di valutazione; egli può inoltre stabilire delle chiare regole di comportamento, suscitare in loro la curiosità, incoraggiarli e sostenerli, essere sempre disponibile, rispettare la loro opinione, valutare il loro lavoro e non la persona, favorire la cooperazione in classe, partire dai loro bisogni e interessi e chiedere loro di fissare degli obiettivi. 20) In cosa consiste il portfolio e perché è strumento di autoregolazione e autovalutazione dell'apprendimento dell'alunno? Il portfolio è un insieme di documenti usato negli USA negli anni '80 del ventesimo secolo per sostituire le prove oggettive inadeguate per valutare l'apprendimento degli alunni. Consiste in una raccolta organizzata di lavori, progetti, compiti, riflessioni e testimonianze che documentano il percorso di apprendimento di un alunno nel corso di un periodo di tempo. Il portfolio permette all'alunno di riflettere sul proprio apprendimento, di valutare i propri progressi e di prendere consapevolezza delle proprie competenze. È uno strumento di autoregolazione e autovalutazione perché l'alunno è coinvolto attivamente nella selezione dei materiali da includere nel portfolio, nella riflessione sul proprio apprendimento e nella valutazione delle proprie prestazioni. In questo modo, l'alunno diventa protagonista del proprio processo di apprendimento e sviluppa abilità di autovalutazione e autoregolazione che sono fondamentali per il suo successo scolastico e personale.

La verifica dell'apprendimento è troppo complessa. Esso, infatti, si configura come uno strumento utile e significativo allo studente poiché lo guida a maturare competenze di autoregolazione e di autovalutazione del proprio apprendimento. Esso, infatti, è uno strumento valutativo e di lavoro personale che permette di considerare il prodotto finale, il percorso che ne ha consentito la realizzazione e l'elaborazione di un giudizio valido. Nella fase iniziale di progettazione del portfolio, lo studente ha la consapevolezza dei propri punti di forza, si imbatte nelle difficoltà e infine opera un'autovalutazione. Le finalità di tale strumento, quindi, sono far analizzare allo studente le proprie performance, fare sviluppare il suo senso di responsabilità, autonomia e autoefficacia e la promozione della capacità di imparare ad imparare.

21) Differenza motivazione estrinseca e intrinseca; quali sono le loro manifestazioni?

Secondo la prospettiva

motivazione? Le funzioni della motivazione sono diverse e possono includere: 1) Orientamento dell'attenzione: la motivazione aiuta a focalizzare l'attenzione su determinati obiettivi o attività, permettendo di concentrarsi su ciò che è importante. 2) Attivazione e sforzo: la motivazione fornisce l'energia necessaria per intraprendere un'azione e sostenere lo sforzo richiesto per raggiungere un obiettivo. 3) Persistenza: la motivazione aiuta a mantenere l'impegno e la perseveranza nel perseguire un obiettivo, nonostante le difficoltà o gli ostacoli che si possono incontrare lungo il cammino. 4) Scelta e decisione: la motivazione aiuta a fare scelte consapevoli e a prendere decisioni in base ai propri desideri, interessi e valori. 5) Apprendimento e crescita: la motivazione favorisce l'apprendimento e la crescita personale, stimolando la curiosità, la ricerca di nuove conoscenze e l'acquisizione di competenze. 6) Soddisfazione e benessere: la motivazione può portare a una maggiore soddisfazione e benessere personale, poiché permette di perseguire ciò che si desidera e di ottenere gratificazioni personali.

Valutazione nell'orientare l'apprendimento

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
8 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Francesca237 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Pedone Francesca.