I PRIMI PASSI DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Necessità della ricostruzione (piano Marshall, OECE, OCSE)
Le prime iniziative di collaborazione fra stati europei (occidentali) nacquero in funzione antisovietica.
Nel marzo 1947 il presidente statunitense Truman in un messaggio al Congresso annunciò l’impegno del
suo governo a fornire aiuto economico e militare ai Paesi alleati, ai “popoli liberi che lottano contro i
tentativi di sopraffazione da parte di minoranze armate e di pressioni esterne” (dottrina Truman).
Qualche mese dopo, il piano di aiuto economico degli U.S.A. per la ricostruzione europea era pronto.
Messo a punto dal segretario di stato Marshall, subordinava gli aiuti all'avvio di una cooperazione tra Stati
dell'Europa occidentale con l'obiettivo politico di creare un fronte resistente al blocco sovietico e con
l’obiettivo economico di rilanciare il mercato europeo e trovare nell'Europa un importante partner
commerciale per gli U.S.A.. Il controllo e la gestione degli aiuti furono affidati all'Organizzazione Europea
per la Cooperazione Economica (OECE, 1948), trasformatasi poi in Organizzazione per la Cooperazione e
lo Sviluppo Europeo (OCSE, 1961).
Opposizione al blocco sovietico (NATO, 1949)
Quanto all’aspetto militare, nel 1949 USA, Canada e 10 Stati europei firmarono il Patto Atlantico,
dando avvio ad un’organizzazione militare integrata (NATO) in funzione antisovietica. Quando anche la
Germania Federale entrò nel Patto (1955), l’Europa orientale rispose con il Patto di Varsavia.
Furono questi i primi passi di una collaborazione tra gli Stati europei, ma non sarà dai blocchi
contrapposti che nascerà la futura Europa.
NASCE L’EUROPA FUNZIONALE( teoria funzionalista)
Il contesto storico
Per comprendere il progetto dell’”Europa funzionale” - cioè di un’Europa che procede “in funzione di”,
vale a dire che si forma a partire da limitati settori strategici - messo a punto nel 1950 dal ministro francese
del commercio Jean Monnet, è necessario precisare il contesto in cui il progetto era nato.
- Appena concluso il secondo conflitto mondiale con la disfatta nazista, si delineava lo scontro est-ovest di
cui si è parlato presentando la proposta di Churchill. Gli Stati Uniti di Truman premevano per riarmare la
Repubblica Federale Tedesca (1949) in funzione antisovietica. La Francia, maggioranza del Parlamento e
popolo, era assolutamente contraria.
- L’alternativa era quella di consentire alla Germania (RFT) di ritornare nel pieno possesso delle regioni
minerarie e industriali della Ruhr e della Saar, con l’obiettivo che essa accelerasse la ripresa economica e
tornasse ad essere una potenza di primo piano al centro dell’Europa. In questi termini anche l’alternativa
era inaccettabile per la Francia. Politicamente la situazione era in stallo.
- Inoltre i rapporti tra Francia e Germania (RFT) rimanevano tesi proprio sul problema della Ruhr e della
Saar, sulle quali la Francia manteneva il controllo come contropartita per i danni di guerra. D’altra parte
era chiaro a tutti che proprio l’atteggiamento punitivo francese nei confronti della Germania dopo la
prima guerra mondiale era stata la principale causa del risentimento tedesco e dell’esplosione del
nazionalismo nazista. Dunque l’errore (a suo tempo bene evidenziato da Keynes) non andava ripetuto.
- Si profilava imminente una crisi di sovrapproduzione dell’acciaio ed era alta la probabilità che i “padroni
delle ferriere” reagissero come tra le due guerre: un cartello per ridurre la produzione e mantenere elevati
i prezzi in modo speculativo. Tale situazione in piena fase di ricostruzione sarebbe stata intollerabile, per
cui era necessario intervenire preventivamente a regolare il settore.
Gli Stati Uniti premevano: la loro ossessione era ormai la “guerra fredda” e volevano una soluzione al
problema del contenimento dell’espansionismo sovietico in Europa attraverso il reintegro della Repubblica
Federale tedesca tra i Paesi Alleati dell’occidente. Fu convocata una conferenza dei ministri degli esteri dei
tre grandi (U.S.A., Regno Unito e Francia) per affrontare il problema e l’incarico di proporre una soluzione
fu affidato a Schuman. La palla era dunque nel campo francese. Il ministro degli esteri Schuman la girò a
Jean Monnet. La proposta di quest’ultimo è già stata esaminata sopra.
L’atto di nascita dell’Europa: la Dichiarazione di Robert Schuman del 9 maggio 1950
Il 9 maggio 1950, giorno che precedeva l’incontro trilaterale Francia-USA-Inghilterra, Schuman fece
una Dichiarazione esplosiva (di cui peraltro aveva messo al corrente il cancelliero tedesco Adenauer, che si
era immediatamente dichiarato entusiasta):
& “L’unione delle nazioni esige l’eliminazione del contrasto secolare tra Francia e Germania:
l’azione intrapresa deve concernere in prima linea la Francia e la Germania”.
“Il governo francese propone di mettere l’insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di
acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un’organizzazione alla quale possono
aderire gli altri paesi europei”.
“La fusione delle produzioni di carbone e di acciaio assicurerà subito la costituzione di basi comuni
per lo sviluppo economico, prima tappa della Federazione europea”.
“La solidarietà di produzione in tal modo realizzata farà sì che una qualsiasi guerra tra la Francia
e la Germania diventi non solo impensabile, ma materialmente impossibile”.
L'integrazione fu avviata dai Trattati di Parigi 1951 e iniziò dai settori del carbone e dell'acciaio
(Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio CECA)
La collaborazione rispecchiava così la tesi funzionalista di Monnet e Schuman. L'obiettivo era
comunque sperimentare un'integrazione parziale, per avviare poi un ampliamento all'intera economia. Vi
aderirono solo sei Paesi: Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo.
E questo spiega bene da un lato il sospetto, quando non l’opposizione dichiarata, con cui alcuni partiti
socialisti e tutti i partiti comunisti guardarono per vent’anni il progetto europeo, dall’altro lato il ruolo
chiave che in questo progetto ebbero i politici d’ispirazione cristiana.
Qualche anno dopo fallivano i tentativi di ampliare l'integrazione in campo militare e politico
Negli stessi anni, i tentativi di spingere l’integrazione europea nei campi militare e politico davano
luogo a due istituzioni: la Comunità Europea di Difesa (CED) e la Comunità politica europea (CEP).
La prima proposta di una forza militare europea era partita nel maggio 1950 dal governo italiano,
trovando subito l’appoggio francese, ma la tiepidezza degli Stati Uniti, che nel frattempo avevano costituito
l’alleanza militare atlantica (NATO). Tuttavia, dopo lo scoppio della guerra di Corea (giugno-luglio 1950),
gli Stati Uniti ormai ossessionati dall’”espansionismo sovietico” portarono la linea di difesa NATO fino
all’Elba, in tal modo coinvolgendo in un’eventuale guerra europea anche la Germania, e spinsero
decisamente per una CED in funzione antisovietica includente la Repubblica Federale Tedesca.
Su suggerimento di Altiero Spinelli - convinto che la situazione era favorevole ad una forte integrazione
europea con contemporanea riduzione di sovranità degli stati nazionali -, De Gasperi chiese la
contemporanea istituzione di un’Assemblea politica per la gestione dell’esercito integrato europeo L’Europa
nasce funzionale, ma guarda ad un’integrazione economica, politica e sociale
La posizione dei padri fondatori è stata spesso fraintesa come quella di coloro che avessero in mente
solo l’integrazione economica. In realtà essi individuavano nell’economia solo un passo, un passo pur
difficile ma realistico e realizzabile in tempi ragionevoli, un passo con un forte significato radicato nella
storia più recente d’Europa, un passo accettabile per vinti e vincitori, un primo passo verso un’Europa
politica considerata in quel momento progetto troppo astratto e osteggiato dai popoli, fuga in avanti
rispetto
alle condizioni storico-politiche.
Progetto tuttavia non accantonato. Prova ne sia il fatto che Konrad Adenauer nella prima riunione del
Consiglio dei ministri CECA da lui presieduto afferma perentorio: “Nell’interesse della pace e
nell’interesse del progresso dobbiamo creare l’Europa, e la creeremo 1954”. E Jean Monnet nel
novembre1954
leggendo il fallimento della Comunità Europea di Difesa (CED) come una grave battuta d’arresto sulla
strada dell’integrazione, si dimette per protesta da Presidente dell’Alta Autorità della CECA.
Progetto che prosegue nel tempo fino ad un’integrazione economica sempre più stretta, ma soprattutto
coinvolgendo sempre più tematiche squisitamente politiche e sociali (cfr. Trattato di Lisbona 2007). E le
attuali Istituzioni dell’Unione Europea ricalcano quelle messe a punto con il Trattato di Parigi.
L’Europa nasce funzionale, ma guarda ad un’integrazione economica, politica e sociale
La posizione dei padri fondatori è stata spesso fraintesa come quella di coloro che avessero in mente
solo l’integrazione economica. In realtà essi individuavano nell’economia solo un passo, un passo pur
difficile ma realistico e realizzabile in tempi ragionevoli, un passo con un forte significato radicato nella
storia più recente d’Europa, un passo accettabile per vinti e vincitori, un primo passo verso un’Europa
politica considerata in quel momento progetto troppo astratto e osteggiato dai popoli, fuga in avanti
rispetto
alle condizioni storico-politiche.
ISTITUZIONI EUROPEE come funzionano in base al Trattato di Lisbona del 2007 entrato in vigore
nel 2009
Esiste la separazione dei poteri
LEGISLATIVO Consiglio dell’Unione formato da 27 ministri cioe 1 per Stato (rappresenta la voce
dei governi dei 27 Stati membri) e il Parlamento europeo(rappresenta la voce dei cittadini dei 27
Stati , ora sceso da 751 a 705 dopo la Brexit dal 2024 sono 720,è l’ unico organo eletto a suffragio
universale dal 1979) Il numero dei deputati dipende dagli abitanti dello Stato Esempio:
Italia ha 76 deputati,Germania 96,Francia 79, Spagna 59,Malta e Cipro solo 6
I 2 organi approvano in codecisione la maggior parte delle norme comunitarie :la norma
approvata dal Consiglio dell’ Unione deve essere approvata anche dal Parlamento europeo
PARLAMENTO:PUO VOTARE LA SFIDUCIA ALLA COMMISSIONE EUROPEA,e APPROVA IL
BILANCIO DELLA UE( alimentato da A)da contributi dei Paesi membri ,in base al loro RNL B)
anche dai dazi doganali che Stati extra Ue devono versare
Presidente del Parlamento europeo dal 2019 è l&