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PARTE 2 IL BASSO MEDIOEVO

CAPITOLO 9 L’evoluzione delle istituzioni in Occidente: i regni e il comune

cittadino

1 La ricomposizione del potere

Tra fine 11 secolo e tutto il 12 secolo presero piede nuove monarchie regnanti su zone

più estese. All’avvicinarsi del 13 secolo si compone una piramide con un re al capo di

tutto e alle sue dipendenze, famiglie importanti, signori e membri della chiesa, il tutto

su una zona abbastanza vasta. Il re controllava l’aristocrazia, la burocrazia e puntava

sulla continuità dinastica. I re sollecitarono la propria presenza consacrandosi con

diversi titoli romani e altro. Re di Francia ed Inghilterra si nominarono anche guaritori…

Nel frattempo il tribunale regio superò quello signorile.

2 La monarchia dei Carpetingi in Francia

Da Ugo Capeto il regno franco teneva il suo territorio tra Loira e Senna, il resto del

territorio era diviso in contee e principati. Per l’11 secolo il potere del monarca fu

indiscusso, ma con Luigi VI (1108-1137) le strutture interno al regno si fecero più

consolidate. Luigi 7 si scontrò poi contro il vassallo più potente Enrico 2 della dinastia

dei plantageneti e signore di Normandia, del Maine e dell’Aquitania, divenne re

d’Inghilterra nel 1154 e il compromesso fu lasciare un territorio inglese in Francia. La

questione venne risolta da Filippo II Augusto (1180-1223), con lui la Francia conobbe

un importante sviluppo, sposò Isabella di Hérault e ottenne Hérault, in più conquistò ai

danni dei plantageneti l’Angiò, il Maine, il Berry e la Normandia.

Con Filippo il regno si espanse, affermò il potere del re e mise per iscritto gli obblighi

dei vassalli. Luigi 8 conquistò la Linguadoca con una crociata contro i catari supportata

dal papà. Luigi 8 fu promotore di due crociate contro gli arabi, venne fatto santo dopo

la morte, confermando l’identità sacrale regia. Liberò la Francia dai possedimenti

inglesi e conquistò la Sicilia. Inoltre, per tenere sotto controllo l’intero territorio ideò le

inchieste spedendo dei suoi fidati a verificare l’operato de vassalli, vassalli che

dovevano giurargli fedeltà. A fine 1200 Filippo IV il bello si scontrò con Bonifacio 8 e

riuscì a portare il papato ad Avignone. Conseguentemente la chiesa ottenne più

autonomia nel regno franco.

3. La monarchia normanna in Inghilterra

Il re normanno Guglielmo tolse di mezzo gli anglosassoni e piazzò una serie di castelli

lungo l’Inghilterra e divise il territorio in contee, rette dal giustiziere e da uno sceriffo,

incaricato di riscuotere le tasse e rendere sicura la zona. Nel 1086 venne inventato il

domesday book per il censimento dei beni e per il controllo delle ricchezze. Dopo

alcuni decenni, il potere monarchico venne consolidato da Enrico 2 che riuscì ad

annettere l’Irlanda. Il re fece abbattere numerosi castelli e cercò di stringere

l’aristocrazia.

Ridimensionò i poteri della chiesa col Clarendon nel 1164, così che il re potesse gestire

le elezioni episcopali, nel 1170 fece uccidere l’arcivescovo di Canterbury. Dopo Enrico

2, la carica reale subì un indebolimento, con Riccardo cuor di Leone l’aristocrazia

ritornò a rivendicare la propria posizione, Giovanni sena terra perse tutte i

possedimenti inglesi in Francia e si fece scomunicare dall’arcivescovo di Canterbury. Di

questo passo fu concessa la Magna carta lbertatum (1215), che sanciva una serie di

diritti dei sudditi e che indebolivano pesantemente la figura del re, richiedendo il

consenso dell’aristocrazia all’approvazione delle tassazioni e circondando il re di 25

membri al governo. La magna carta impose un equilibrio istituzionale.

Tuttavia, la lotta tra aristocrazia e entità sovrana fu sentita durante il regno di Enrico 3,

che portarono a delle concessioni tipo: Provvisioni di Oxford del 1258, il conflitto

terminò con le armi e la vittoria del re nel 1265. A fine 200 Edoardo conquistò Galles

1285, e Scozia 1300, aggiungendo risorse militari e varie al regno.

4 La monarchia Normanna nell’Italia meridionale

I normanni giunsero in Italia da mercenari per il confronto tra Longobardi bizantini,

garantendosi dei territori come ricompensa. Papa Leone IX si oppose ma il suo esercito

venne battuto nel 1063 a Civitate, così i papi decisero di mediare coi normanni. I

normanni in uno scontro lungo anni riuscirono a conquistare la Sicilia musulmana nel

1072 guidati da Ruggero, egli divenne conte di Sicilia. Il figlio, Ruggero II riuscì a

riunificare il meridione e nel 1130 fu nominato re di Sicilia, Calabria e Puglia,

ottenendo l’avallo del papa.

I normanni come si può vedere oggi, non cancellarono le tracce delle culture

precedenti che rimasero presenti, soprattutto architetturalmente. Nella Sicilia

normanna vigeva un ordinamento vassallatico, nel 1140 promulgando l’Assise di

Ariano stabili un’assemblea aperta ai vassalli per normalizzare i rapporti tra monarchia

e giurisdizioni. Nel 1150, con il catalogo dei baroni, si assicurò un sistema di

censimento. Con i successori di Ruggero, Guglielmo 1 e 2, si mantenne un equilibrio

tra monarchie e autonomie piccole. Rimasto senza eredi, toccò la figlia di Guglielmo 2,

Costanza che sposò l’imperatore tedesco Enrico VI. Così ereditariamente, la Sicilia

passò ai tedeschi con il figlio della coppia, Federico 2.

5 I regni della penisola iberica e la Reconquista

Il regno arabo musulmano, frammentato in Taifas risultava indebolito e così i regni

cristiani della penisola, supportati dalla chiesa, cominciarono il processo della

reconquista che terminò nel 1492 con la conquista di Granada. I regni cristiani erano,

Navarra, Castiglia, Aragona e Portogallo. Entro il 1280 le principali città arabe caddero

in mano ai cristiani, che all’interno dei loro regni soffrivano un rapporto teso tra potere

regio e aristocrazia. Nel regno di Castiglia il re venne sacralizzato, e gli aristocratici

vassalli vennero posti all’ordine del re. Durante il XII secolo il regno si estese nella

penisola. Al sorgere di grossi centri urbani, permasero i latifondi agricoli gestiti dai

signori.

Il regno d’Aragona conquistò nel 1282 la Sardegna strappandola a Pisa. Un sistema di

regno che funzionava attraverso la mediazione tra monarca e famiglie grazie alle

cortes.

6 I comuni cittadini

Sul terminare dell’XI secolo, sorsero in Italia e in altri regni d’Europa nuovi magistrati

cittadini, i consoli, i primi a Genova, Arezzo, Pisa e Asti. Nascono così i comuni,

essenza della civiltà odierna anche e non solo del basso medioevo. La possibilità di un

potere amministrativo autonomo fu resa possibile dalla debolezza di un potere

principale assente, oltre che da una società favorevole a questa soluzione. Alla vita

politica partecipava una minoranza degli abitanti, che rappresentava tutti. Questi

cittadini eleggevano i consoli in assemblee nelle quali si prendevano anche le

decisioni. Si creò un dislivello importante tra chi abitava dentro le mura e chi al difuori

ed in campagna. Le leggi riportavano al diritto romano ed erano conservate e messe

per iscritto. Al sud fu diverso, in quanto persistette un potere centrale definito.

7 L’espansione dei comuni del contado

La concentrazione si spostò verso le zone rurali per motivi d’interesse. Il contado era il

territorio che coincideva con la diocesi. Fu facile assorbire le aree rurali per la crisi dei

signori rurali, si crearono faide tra comuni e signori per i territori, i cittadini poi

utilizzarono le terre possedute come fonte di reddito, questo sistema agricolo

aziendale venne tutelato dalla legge, i contratti divennero più brevi e le condizioni dei

contadini peggiorarono tutto sommato.

8 i comuni rurali

Anche le aree di campagna si organizzarono come un consolato al fine di ottenere più

autonomia. Tuttavia, serviva una certa preparazione, così che la situazione portò i ceti

di campagna ad essere omessi dall’attività politica, portando il clima caotico alle

rivolte contadine del 300.

9. Le esperienze di autonomia cittadina al di fuori dell’Italia

In Provenza si affiancò al ceto dei mercanti, anche quello signorile latifondista. In

Francia e Germania le associazioni urbane ottennero una carta di franchigia con alcuni

diritti da parte del re, ma non di autogoverno. In Inghilterra ed in Spagna, furono

concesse autonomie governative da parte del monarca per migliorare la condizione

della popolazione. Queste realtà comunali differivano da quelle italiane perché formate

principalmente da mercanti o artigiani e non da proprietari terrieri.

10. I conflitti nella società comunale, l’introduzione del podestà e l’emergere

del popolo

Dal 1100 la popolazione urbana crebbe e per forza di cose, vennero allargate le mura

cittadine. Questo fenomeno portò ad un conflitto tra le classi dirigente e l’aristocrazia,

omessa dall’amministrazione. Per risolvere la diatriba, si introdusse la carica del

podestà, eletto dai forestieri (abitanti extracittadini) e stabilite certe premesse, alla

fine dell’operato, in base al risultato, si valutava o meno il compenso. Il podestà girava

per i comuni valutandone il lavoro, e dalla metà del 13 secolo i vari comuni si

schierarono in due fazioni: Guelfi e Ghibellini. Dal 13 secolo, I ceti popolari avanzarono

la pretesa di partecipare all’amministrazione del governo autonomo, riuscirono a

chiamare regole alle quali tutti dovevano adattarsi, col tempo questi gruppi popolari si

riunificarono assieme nella società del popolo. La società del popolo si “opponeva” al

comune, per esercitare la propria volontà decisionale. A loro volta i ceti dirigenti si

organizzarono in consigli cavalieri per far fronte alle pretese popolari. Fu l’origine delle

“parti “, che stavano coi guelfi o coi ghibellini formando una contrapposizione anche

fra città amiche.

CAPITOLO 10 Apogeo e crisi

degli universalismi

1 L’impero di Federico I

Alle morte di Enrico 5 nel 1125 si scontrarono la famiglia Welfen di Baviera e

Hohenstaufen di Svevia, ne uscirono vincitori nel 1152 gli svevi con l’elezione a re di

Federico I (Barbarossa). Agì in Italia in soccorso di alcuni centri minori vittime delle

signorie, in Italia soccorse anche il papa impegnato in una lotta contro i cittadini. Nel

1158 emanò un documento, la constitutio de regalibus con la quale difendeva i diritti

regi dall’intervento delle signorie e comuni. Seguì la Constitutio pacis che vietò la

guerra tra signori e comuni. Nel 1167, in risposta, i comuni e le autonomie locali

crearono la lega “lombarda”, sostenuta

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
30 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sehailzakaria di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia italiana medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Borgogelli Alessandra.