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C’è
clamorosa (e anche quella che costa di più in termini economici). poi un progetto di
restaurazione anche sul versante interno: Giustiniano punta a risaldare la coesione dell’Impero
bizantino, e questa coesione deve essere garantita attraverso una serie di provvedimenti sia di natura
religiosa sia di natura giuridica. Dal punto di vista della Politica religiosa, oltre ai tentativi di
riassorbire il Monofisismo, c’è anche una Politica0 di intervento sistematico da parte di Giustiniano
nella nomina vescovile.
[I vescovi delle prime comunità cristiane erano scelti per acclamazione: col passare del tempo,
soprattutto nel corso del IV Sec., quando il Cristianesimo diviene Religione di Stato, questa forma
Appunti di Alberto Longhi, Matr. 837296
di elezione non può più essere affidata a delle forme così spontanee e così difficilmente
controllabili; tende quindi a definirsi un corpus per così dire elettorale che finisce per coincidere col
l’elezione dei vescovi
corpo dei religiosi: si stabilisce una distinzione tra ecclesiastici e fedeli laici;
L’Imperatore non ha un titolo
finisce per essere prerogativa/appannaggio degli ecclesiastici.
specifico per intervenire, ma di fatto alcuni Imperatori tendono ad intervenire sistematicamente al
momento della nomina dei vescovi, nominandoli anche direttamente: presiede ai Concili, cerca di
controllare la diffusione del Monofisismo (anche se si tratta di una Politica che ha degli esiti
abbastanza incerti ed instabili) nell’ottica di conservare l’Ecumene cristiana.]
Da Giustiniano viene abolita la norma secondo cui l’Ebraismo era una religio licita (così come era
stato definito il Cristianesimo nel 313 da Costantino): quindi diviene una forma religiosa totalmente
clandestina, senza avere più una configurazione giuridica chiara.
più duratura di Giustiniano è la promulgazione del
L’opera Corpus Iuris Civilis, un insieme di leggi
elaborato da una commissione vera e propria presieduta da Triboniano tra 529 e 533 diviso in
quattro parti: le Institutiones sono un testo didattico per studiare il Diritto e contiene le istituzioni
del Diritto romano; c’è poi il Digesto, una raccolta di estratti di giurisperiti di epoca imperiale, delle
loro opere; segue il Codex, la raccolta delle leggi imperiali emanate fino a Giustiniano; infine vi
sono le Novellae Constitutiones, le leggi emanate da Giustiniano stesso. È una sintesi del Diritto
romano che si forma attraverso una selezione molto radicale delle norme da conservare rispetto a
quelle che poi verranno abbandonate: la sua importanza è rappresentata dal fatto che nel XII Sec. è
stato riscoperto dai giuristi delle Università occidentali (in particolare quella di Bologna); attraverso
il meccanismo di studio e di interpretazione, infatti, è diventato il fondamento del Diritto europeo
moderno: è la sintesi della Cultura giuridica imperiale ed il fondamento del Diritto europeo.
la ricomposizione dell’unità imperiale;
Nel 554 la Prammatica sanzione sancisce formalmente
l’importanza sul piano amministrativo delle leggi è evidente: ciò che ripristina il ritorno dell’unità
è il ritorno ad un unico Diritto territoriale (l’autorità imperiale
imperiale si estende quindi fino a
dove è in grado di far rispettare le leggi romane).
La Politica di Giustiniano è molto ambiziosa, e nel periodo in cui egli rimane sul trono sembra
avere un certo successo senonché la maggior parte delle conquiste dell’Italia si rivela
completamente effimera perché nel 568 arrivano i Longobardi.
Il problema di fondo di questa Politica è che l’Impero non era in grado di mantenere sul piano
economico sforzi di quel genere, di tipo non solo bellico ma anche territoriale nel mantenere degli
è l’Impero che deve salariare i soldati, poi spesso i soldati che si
eserciti estremamente costosi:
trovano in Italia quando non arrivano i rifornimenti arrivano a mantenersi autonomamente
saccheggiando il territorio. Il malcontento riguarda sia gli strati più modesti sia i ceti più ricchi: da
un lato, la Politica fiscale dovrebbe colpire maggiormente i proprietari più che i poveri, ma,
dall’altro lato, Giustiniano, nel tentativo di impedire la continua riduzione della base fiscale, cerca
di frenare la base del colonato, quel fenomeno che tendeva a ridurre la base della pressione fiscale;
In altri termini, l’obiettivo di Giustiniano
e questo gli aliena le simpatie anche dei ceti meno ricchi.
e la strada principale è l’aumento della pressione fiscale,
era raccogliere più tasse possibili però uno
Stato può aumentare la pressione fiscale finché vuole ma se la base di coloro che pagano le tasse si
riduce, il gettito fiscale si riduce.
La tensione sociale diviene molto forte, e si manifesta in quel fenomeno dei demi allo stadio, delle
fazioni in origine di tifosi che parteggiavano durante le corse delle bighe e nel corso del VI Sec.
tendono ad assumere un ruolo di rappresentanza politica; nella tradizione bizantina, l’Imperatore
dopo l’elezione si presentava nello stadio e veniva acclamato dagli abitanti: in quel modo
Appunti di Alberto Longhi, Matr. 837296
manifestava la propria personalità politica. Queste tifoserie ovviamente nel corso di queste
o i fischi: nel 532 c’è la
acclamazioni avevano un ruolo importante perché guidavano gli applausi
«rivolta della Nika», una rivolta che ha degli effetti molto gravi perché Costantinopoli viene
devastata da queste bande di tifosi e la repressione è molto faticosa; i motivi che stanno sotto a
questa esplosione di collera è l’aumento della pressione fiscale.
Bisanzio si trova ad affrontare una situazione nuova nei Balcani, che dall’inizio del VI Sec. sono
sottoposti a continue incursioni barbariche; bisogna cercare di capire chi siano questi barbari: le
quindi registrano dall’esterno un fenomeno che si sta svolgendo sotto i
fonti sono tutte bizantine,
loro occhi, e li chiamano «Unni» sostanzialmente perché si tratta di popolazioni nomadi, stanziate
probabilmente a Nord del basso Danubio (quindi vicino alla foce, verso il Mar Nero). Sono gruppi
di guerrieri estremamente aggressivi che si muovono a cavallo e che compiono già nel 539 delle
scorrerie che attaccano continuamente i territori bizantini: Giustiniano allora fa costruire delle
fortificazioni lungo il Danubio con lo scopo di frenare queste incursioni (fatte a scopo di razzia),
anche se sembra che queste difese fossero estremamente piccole.
Intorno al 545 iniziano anche le incursioni degli «Sclaveni» (oggi detti Slavi): è sempre una
definizione generica; il problema di queste fonti bizantine è che non sanno definire questi gruppi di
guerrieri. Questi nomi quindi non implicano nessun tipo di compattezza ed omogeneità etnica: si
tratta di gruppi di nomadi che si spostano insieme senza avere ancora un’identità etnica definita,
identità che si forma a ridosso del Danubio nel corso di queste incursioni.
La situazione dal punto di vista militare vede prevalere a tratti i Bizantini, a tratti delle difficoltà
nel 580 c’è però una ripresa di queste incursioni, ma questa volta non
nella protezione del confine:
si mira più soltanto alla razzia ma anche allo stanziamento; sono i primi insediamenti più o meno
stabili all’interno del territorio imperiale.
Questi gruppi di guerrieri sono guidati da gruppi di guerrieri di stirpe avara: sono cavalieri, nomadi
delle steppe caucasiche, guidati da un capo militare detto «khagan»; costringono in qualche modo
attraverso le loro pressioni i Longobardi ad abbandonare la Pannonia e a dirigersi in Italia.
Nel 602 l’Imperatore Maurizio, che aveva avviato una reazione militare abbastanza efficace contro
col nemico storico di Bisanzio (l’Impero
queste popolazioni stringendo anche un trattato di pace
a prima dell’arrivo degli Arabi l’Impero persiano era il vero avversario che
persiano -fino
storicamente fin dall’Età imperiale era estremamente pericoloso-) e spostando così le truppe nei
Balcani a portar manforte alle altre truppe, viene ucciso in una congiura e il suo successore, Foca,
era piuttosto incompetente: non riuscendo a fronteggiare la situazione, ovviamente gli Slavi ne
approfittano per poter riprendere le proprie incursioni nell’Impero.
soprattutto quando ci sono difficoltà di altro genere, l’esercito diviene un elemento di
[In molti casi,
destabilizzazione politica molto pericoloso, perché l’esercito imperiale è formato maggiormente da
mercenari e da truppe di origine non bizantina.]
Nel 610 c’è una nuova rivolta militare: Foca viene ucciso e a sua volta sostituito da un altro
Imperatore, che si chiama Eraclio, il quale ha invece un ruolo molto importante: rimane sul trono
fin dall’inizio
fino al 641, affrontando una situazione militare molto difficile, perché i Persiani
invadono l’Egitto la provincia che fornisce il grano per tutto l’Impero
(616), (un colpo duro non
soltanto sul piano territoriale, ma anche sul piano dell’amministrazione della macchina imperiale).
Eraclio riesce a recuperare l’Egitto e la Mesopotamia,
Con le sue guerre durate più di un ventennio,
dove i Persiani aveva posto la loro occupazione. Emerge, proprio nel corso di queste guerre, quindi
con chiarezza l’ideologia dell’Impero cristiano contro l’Impero persiano pagano: le conquiste di
Eraclio vengono quindi presentate come guerre ortodosse contro i pagani.
Appunti di Alberto Longhi, Matr. 837296
Gli spostamenti di Eraclio però comportano un tracollo della linea di fortificazioni balcaniche creata
da Giustiniano, che vengono abbandonate e non hanno più nessuna funzione, e ancora una volta gli
Slavi sotto la guida degli Avari ricominciano le loro incursioni e razzie.
Le fonti bizantine narrano abbastanza bene dell’assedio di Tessalonica, la città greca che oggi
portano con sé le
prende il nome di Salonicco, assediata dagli Slavi, i quali in quest’occasione
proprie famiglie: non si tratta più quindi di razzie, ma di stanziamenti veri e propri.
Nel 626 la situazione per Bisanzio pare crollare definitivamente perché Costantinopoli viene
assediata contemporaneamente via mare dai Persiani e dagli Avari via terra. Gli Avari
rappresentano il gruppo egemone di questa congerie di guerrieri slavi; in questa occasione
Costantinopoli riesce a salvarsi dall’assedio e per questo gli Avari perdono il controllo dei guerrieri
slavi, e al loro posto emerge il gruppo dominante dei Bulgari: si tratta dei protagonisti di
straordinaria importanze per l’Illirico; rappresentan