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194 a.C. LA SOCIETÀ ROMANA FRA IL III SECOLO E IL II SECOLO
Di molti benefici ne giovò l'aristocrazia patrizio-plebea, disponendo di molti strumenti per assicurarsi il mantenimento del potere e controllare l'evoluzione delle dinamiche politiche, fondamento della loro ricchezza rimase la proprietà terriera. Nel 218 a.C. con la legge claudia si impedì ai senatori di possedere navi commerciali di capacità superiore a 300 anfore, questo portò alla nascita di un nuovo ceto sociale che riuniva coloro che disponevano di un consistente patrimonio derivato e alimentato dal commercio, dalle iniziative finanziarie e da attività imprenditoriali. Il ceto si rafforzò quando Roma divenne una potenza marittima e transitò per gradi verso un'economia monetaria. In corrispondenza con l'espansione verso il sud Italia venivano emesse monete dette romano-campane coniate a Napoli. Anche la schiavitù era cambiata, fu abolito.
Il nexum e la vendita di figli.
LA CRISI DELLA REPUBBLICA
La seconda guerra punica determinò profonde devastazioni in Italia centro-meridionale che indussero all'abbandono di estese aree di pianura destinate all'agricoltura, ma a causa della lunga permanenza delle truppe di Annibale il suolo divenne incoltivabile causando un forte calo demografico i campi furono così riconvertiti da cerealicole ad arboricole, e fu Tiberio Sempronio Gracco a cogliere il rapporto di consequenzialità che intercorreva tra la ridefinizione degli assetti agrari e la crisi che stava attraversando l'esercito romano.
Un primo tentativo di soluzione fu quello di abbassare il limite censitario previsto per l'arruolamento e si è preceduto a potenziare l'apporto degli Italici alla politica espansionistica romana. Nel 123 Gaio Sempronio Gracco fratello minore di Tiberio venne eletto al tribunato della plebe, ottenne nello stesso anno che i comizi tribuni legittimassero
L'iterazione delle magistrature e nel 122 a.C. si candidò una seconda volta al tribunato, garantendo l'attuazione delle sue riforme. La legge agraria era volta a migliorare le condizioni di vita del popolo, mirava a ricostruire il ceto dei medi e piccoli proprietari terrieri ed era destinata a risolvere i problemi dell'esercito; in favore del proletariato urbano venne approvata la legge Sempronia frumentaria che attribuiva all'amministrazione centrale l'onere di provvedere mensilmente a distribuzioni di grano a prezzo politico alla plebe della città di Roma; la legge Rubria consentendo che venissero fondate nuove comunità in territorio italico; Gaio ottenne anche la legge sulla pratica giudiziaria e la legge sulla provincia d'Asia, furono tutte approvate tranne la concessione della cittadinanza romana ai Latini.
LE GUERRE SERVILI
La prima guerra servile ebbe luogo in Sicilia tra il 135 e il 132 a.C., promotori furono schiavi-pastori.
armati in ragione delle loro mansioni, le quali prevedevano la difesa delle greggi da predoni e animali feroci; gli schiavi ribelli assunsero il controllo di alcune città. La seconda guerra servile esplose in Sicilia nel 104 a.C. fino al 101 a.C., si discuteva dell'emancipazione promessa agli schiavi che avevano militato nell'esercito di Mario e a quelli che erano entrati nella condizione servile perché nati liberi in altre città ed erano stati rapiti dai pirati. Nonostante il senato avesse concesso loro la libertà i proletari avevano rifiutato di accettare le richieste. Gli schiavi insorsero. La terza guerra servile si svolse in Italia nel 74 a.C. fino al 71 a.C. i ribelli appartenevano alla scuola gladiatoria di Capua riunirono 120.000 ribelli in condizioni sociali disagiate provenienti dalle campagne, che compirono razzie in Campania e Lucania, vennero tutti sterminati dopo essere fuggiti verso nord. Consequenza delle guerre servili non fu.L'abolizione della schiavitù ma il diffondersi attraverso i proprietari di schiavi della consapevolezza che lo sfruttamento era un fattore antieconomico. Si procedette all'emancipazione e al ripensamento degli ergastula cioè la condizione degli schiavi in catene. Non si registrarono più ribellioni, se non in casi sporadici.
Nel 45 a.C. Giulio Cesare venne nominato Console e nel 44 a.C. fu assassinato nella curia di Pompeo, Gaio Cassio Longino e Marco Giunio Bruto si aprì così una nuova stagione di guerre civili, Cesaricidi contro Cesariani.
Fu Ottaviano a prendere il posto di Giulio Cesare.
IL PRINCIPATO AUGUSTEO
Augusto (dal 27 a.C. verrà chiamato Ottaviano) compie un'azione politica che si distingue in due periodizzazioni: prima e dopo Azio
Nella prima fase si consumò il grande scontro tra le clientele dell'aristocrazia, per secoli detentrice del potere nella Repubblica.
Nella seconda fase venne instaurato il principato.
la cui sicurezza era garantita, furono affidate al controllo del Senato, definite province senatorie. Questa divisione delle province garantiva a Ottaviano un controllo diretto sulle aree più problematiche e un'apparenza di rispetto per le istituzioni repubblicane. Ottaviano si assicurò anche il controllo delle legioni, che erano diventate un potente strumento di potere politico. Egli creò una guardia personale, la Guardia Pretoriana, composta da soldati scelti tra le legioni più fedeli. Questa guardia garantiva la sua sicurezza personale e gli consentiva di controllare militarmente la città di Roma. Ottaviano si presentò come il restauratore dell'ordine e della stabilità, promuovendo politiche di riforma e di ricostruzione. Egli si impegnò nella costruzione di nuove infrastrutture, come strade, ponti e acquedotti, per migliorare la vita dei cittadini e promuovere lo sviluppo economico. Inoltre, Ottaviano promosse una politica di pacificazione e di riconciliazione, cercando di porre fine alle lotte interne che avevano dilaniato la Repubblica. Egli offrì amnistia ai suoi avversari politici e cercò di coinvolgerli nel governo, cercando di creare un clima di stabilità e di collaborazione. Infine, Ottaviano si assicurò il controllo dell'apparato burocratico e giudiziario, nominando fedelissimi ai posti chiave. Questo gli garantì un controllo totale sulle decisioni politiche e giudiziarie, e gli consentì di governare con mano ferma. In conclusione, la soluzione politica di Ottaviano per superare la crisi che affliggeva Roma fu quella di creare un sistema di governo che combinava elementi repubblicani e imperiali. Egli si presentò come il restauratore dell'ordine e della stabilità, promuovendo politiche di riforma e di ricostruzione. Grazie al suo carisma e alla sua abilità politica, Ottaviano riuscì a consolidare il suo potere e a dare inizio a un periodo di pace e prosperità per l'Impero Romano.senza legioni al loro interno, erano affidate al controllo del senato, definite pubbliche o del popolo romano. All'Egitto fu riconosciuto uno statuto particolare, per essere un territorio di primaria importanza per la sua funzione di fornitore di grano e di posizione strategica. Augusto, temendo una ribellione dei ceti abbienti, esercitò la tutela della proprietà risarcendo con il proprio patrimonio coloro a cui furono requisite le terre e restituì gli schiavi ai legittimi padroni. Riorganizzò l'assetto di Roma e dell'Italia: l'Urbe era al centro dell'impero, voleva distinguersi da Marco Antonio che, invece, avrebbe eletto Alessandria d'Egitto. Era lampante che il centro del potere dovesse essere Roma, alla quale Augusto prestò notevole attenzione attraverso una munifica politica urbanistica, una particolare sollecitudine all'ordine pubblico e alla sicurezza, la realizzazione di importanti infrastrutture e infine una.Riorganizzazione interna. Roma fu divisa in 14 distretti ripartiti a loro volta in quartieri. L'Italia, che comprendeva la Gallia Cisalpina, fu divisa in 11 regioni, con l'obiettivo di facilitare il censimento e le esazioni fiscali.
IL CONSOLIDAMENTO DEL PRINCIPATO DI AUGUSTO
Dopo quasi un secolo di guerre civili, il popolo romano esprimeva l'esigenza di pace, era disposto a un ridimensionamento della libertà politica che aveva caratterizzato il periodo repubblicano in nome della sicurezza e della stabilità. La pace augustea, però, non corrisponde all'assenza di guerra, infatti pace e guerra coesistono perché la sottomissione dei popoli corrisponde alla legalità, le campagne di conquista assicurano ai cittadini ricchezze da dividere in tutti i ceti.
30 a.C. Ottaviano annette l'Egitto sconfiggendo Antonio e Cleopatra
Dal 27 al 19 a.C. le legioni romane erano impegnate a conquistare la Spagna nord-occidentale
Nel 25 a.C. furono annesse
All'impero romano le Alpi occidentali, nel 16-15 a.C. le Alpi centrali e orientali. Tra il 14 e il 9 a.C. la Pannonia. Nel 25 a.C. fu conquistata la Galazia.
LA DINASTIA GIULIO-CLAUDIA
La dinastia giulio-claudia si apre con la presa di potere da parte di Tiberio, nel corso del principato. Alle donne fu attribuito il compito di procreare eredi per l'imperatore, figli e nipoti legati da vincoli di consanguineità. Morto Augusto nel 14 d.C., Tiberio dovette affrontare serie minacce verso il suo primato. Infatti, nel 16 d.C. venne assassinato e si ipotizzò una successione giulia, ma i suoi idealisopravvissero alla sua morte e perseguitarono il principe appena insediato. Le truppe in Pannonia e Germania si ribellarono e chiesero un aumento dello stipendio e una riduzione del servizio; le truppe germaniche premevano per assumere il potere. Germanico, l'erede ideale dopo Augusto, era figlio adottivo di quest'ultimo, riunendo così in sé la discendenza di sangue.
di Giuli e Claudi, ma egli rimaneva fedele agli ideali del padre adottivo, nel 19 d.C. morì in circostanze misteriose in Oriente. Dopo la morte di Germanico l'erede designato fu Druso Minore, figlio biologico dell'imperatore, morì prematuramente nel 23 d.C. e gli succedette Lucio Elio Seiano, così si chiude la dinastia giulio-claudia, con un personaggio esterno. Caligola era figlio di Germanico e per questo aveva raccolto diversi consensi. Con Caligola si registrò per la prima volta l'interferenza dei pretoriani nella successione truppe scelte assai potenti a Roma individuarono l'erede a loro gradito e lo proclamarono imperatore, solo in un secondo momento intervenne la ratifica senatoria; quindi per diventare imperatore si doveva avere anche il benestare dell'esercito. Caligola valorizzò la componente Giulia della famiglia imperiale attraverso cui sopravviveva la memoria antoniana, riportando a Roma, nel Mausoleo di Augusto, leceneri della madre. La gestione del potere da parte di Caligola seguì due orientamenti diversi nel corso del suo breve principato, inizialmente egli perseguì il modello di Tiberio, una politica di concertazione e accordo con il Senato, in questa linea di condotta sono compresi l'abolizione dei processi per lesa maestà, il perdono degli esiliati e il loro rientro a Roma. Nel 38 Caligola si ammalò gravemente e il prefetto Macronne propose come erede Tiberio Gemello il quale venne eliminato, fu vittima inconsapevole delle strategie del prefetto, l'imperatore designò come suo erede il cognato Lepido. Tra il 39 e il 40 per ricordarsi legami con il defunto Germanico condusse un'intensa campagna per sottomettere la Britannia, la spedizione ebbe fortuna e Caligola ebbe modo di presentarsi come erede del conquistatore per eccellenza; Alessandro Magno. Nel 41 Caligola fu assassinato da un tribuno della corte dei pretoriani, a causa della damnatio.
Memoriae fu condannato all'oblio e fu consacrato comenemico dello stato. Alla morte di Caligola, il potere passò nelle mani di Claudio, nelle sue vene scorreva san