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IL PUER E LA FORTEZZA
DINO BUZZATI
La letteratura di Buzzati appartiene al genere fantastico con molteplici spunti, talvolta con
vicinanze al surrealismo (infatti i suoi animali hanno parvenze umane, aprono al mistero, al
surreale e operano spesso per la loro salvezza, preservano se stessi contro la furia umana).
Il fantastico di Buzzati è connesso al tema dell’infanzia, che determina la condizione ideale e
irripetibile per l’accesso ai mondi di fiaba, di chi sa riconoscere e accogliere la meraviglie ei i
misteri della vita. Diversamente dagli adulti che hanno una visione amara e disillusa del tempo
attuale.
L’elemento affascinante del racconto fantastico in Buzzati, è dovuto in buona parte al crescendo
narrativo, alla tensione introdotta da elementi inseriti uno alla volta e alla suspense che assume
contorni comici, sullo sfondo costante di una minaccia. Ha una grande considerazione anche
l’universo musicale che costituisce parte essenziale delle sue storie.
L’anticonvenzionale fantasia di ambientazione animale di Buzzati stimola il lettore-bambino ad
adottare verso il libro un atteggiamento giocoso e curioso, piuttosto che passivamente
accondiscendente.
Il picture-book di Buzzati rappresenta una frattura nel percorso della letteratura per l’infanzia,
richiedendo ai lettori di impegnarsi in un rapporto attivo e complesso con il linguaggio.
La scrittura di Buzzati rompe tre strutture tipiche che appartenevano alla tradizione italiana di
narrativa per l’infanzia:
1. Il significato affidato alla rappresentazione oppositiva Casa/Altrove
Nella tradizione italiana di letteratura per l’infanzia, la Casa è raffigurata come il
luogo per eccellenza dello “stare al sicuro”, in quanto corrisponde all’affidarsi al
mondo adulto.
I libri per l’infanzia rappresentavano luoghi lontani da casa che permettono di ottenere
ciò che ingenuamente si desidera da bambini, per poi imparare una volta ottenuto, a
non desiderarlo così tanto.
Buzzati capovolge questa coppia rappresentativa ad esempio ne “La famosa invasione
degli orsi in Sicilia”, dove il luogo iniziale e di epilogo (la Casa), quello da cui la storia
prende avvio e a cui ritorna è la montagna, e l’Altrove è la città degli uomini.
2. La rappresentazione del protagonista eroico
La tradizione narrativa per l’infanzia proponeva figure eroiche come modelli da
ammirare e imitare (forti condottieri), questo ha origine nell’epoca dell’Unificazione
e in particolare durante il ventennio.
Buzzati invece, “smonta” la figura eroica attraverso la sottolineatura della sua
ambiguità, in modo da attivare il giudizio critico del lettore.
3. Il racconto con finalità didattiche
Il punto di vista onnisciente del narratore viene messo in questione da testo, ad
esempio attraverso l’effetto comico. Questo indebolisce molto l’istanza autoriale
solitamente molto più forte e determinante, diffusa nei libri per l’infanzia italiani
Altre strategie narrative che indeboliscono l’autorità della voce narrante sono:
annunci di eventi improbabili, momenti di intrusione narrativa che generano
umorismo e il giudizio sul personaggio viene lasciato aperto per il lettore. In questo
modo Buzzati offre ai giovani lettori un modello critico e al tempo stesso indirizza i
lettori più esperti verso un’ermeneutica del sospetto.
Nella narrativa buzzatiana esiste una sintonia particolare tra il mondo vegetale, animale e quello
dell’infanzia, come si vede nel “Segreto del Bosco Vecchio” e come si evince dallo sforzo
nell’educare le giovani generazioni al rispetto per la natura.
La pittura e il disegno, l’esprimersi per immagini, sono stati per Buzzati uno stile, un’esigenza
necessaria per la narrazione delle storie, estremamente efficace per lo sviluppo e l’arricchimento
dell’immaginario.
Buzzati dà vita, nel ’69, a Poema a fumetti , un eccezionale ibrido che anticipa di decenni il graphic
novel: i grandi manifesti pubblicitari e i fumetti americani lo avevano profondamente colpito. In
Italia il fumetto era nato proprio con il «Corriere dei Piccoli».
Buzzati ha anche dedicato tante storie al Natale, perché l’atmosfera che si crea in quel periodo
dell’anno esprime il bisogno di mantenere l’autenticità umana nella favola. L’interesse dello
scrittore al fantastico, attraverso questi racconti, è la risposta ad una società in cui la tecnologia e
il ragionamento razionale rischiano di portare alla perdita dell’immaginazione.
IL SEGRETO DEL BOSCO VECCHIO
Il Segreto del Bosco Vecchio: scritto da Dino Buzzati fu pubblicato per la prima volta nel 1935.
TRAMA: Il vecchio colonnello Sebastiano Procolo ha ricevuto in eredità un bosco di abeti
secolari,ma vorrebbe impadronirsi dei possedimenti che sono toccati a suo nipote Benvenuto, un
ragazzo orfano. Col suo sguardo innocente e pulito, egli è l’unico in grado di scorgere ciò che è
precluso al mondo adulto: in lui alberga un animo disposto a sentire e ad accogliere la vita della
natura che brulica intorno a noi e reclama riconoscimento e rispetto. Accanto ai protagonisti
umani, vi sono esseri magici e fantastici: il vento Matteo, complice del vecchio colonnello, e i geni
del bosco, pronti a soccorrere Benvenuto
TEMATICHE: Problemi di tipo ecologico con riflessioni sulla necessità della convivenza tra l'uomo e
l'ambiente naturale per la sopravvivenza di entrambi. Sebastiano Procolo rappresenta una
metafora dell’atteggiamento distruttivo dell’uomo nei confronti della natura.
Significativa è anche la figura di Benvenuto,che vive le emozioni e i problemi tipici del passaggio
dall’infanzia all’adolescenza, e che verifica quanto sia importante la solidarietà e l’appoggio degli
amici per superare i momenti più difficili.
Redenzione: Sebastiano, divorato dell'avarizia, riscopre il contatto con la natura e l'altruismo fino
al sacrificio. Significativa la narrazione della perdita dell'ombra di Sebastiano, che allude allo
smarrimento dell'immagine di sé come causa di depressione, dalla quale l'uomo si risolleva
(l'ombra ritorna) ritrovando l'affetto per il nipote.
L’intento morale del romanzo è evidente,ma non appesantisce mai la narrazione perché si
stempera nel sorriso e nell’ironia. FAVOLE AL TELEFONO
Il libro “Favole al telefono” è un’opera e un esempio di fiaba moderna dell’autore italiano Gianni
Rodari, scritta nel 1962 e pubblicata dalla casa editrice Einaudi, pensata per un pubblico di
bambini. Si tratta di una raccolta di favole brevi che ogni sera il ragioniere Bianchi raccontava per
telefono alla sua amata figlia prima di andare a dormire.
Rodari stesso sosteneva che le 70 fiabe scritte da lui erano “proprio belline”, questo per affermare
la loro leggerezza e semplicità di comprensione e lettura. Rodari intendeva arricchire la fantasia e
l’immaginazione dei bambini per far loro conoscere la vita reale sottoforma di gioco e
divertimento, trattando temi attuali: come la scuola, la pace, la giustizia, la morte, la società.
Utilizzando un linguaggio comico e con giochi di parole che stimolavano il riso.