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Sul versante opposto, quello conciliatorista/transigente, c'era la Rassegna nazionale

, pubblicata a

Firenze dal 1879. Diretta dal marchese Manfredo da Passano, collaborava con cattolici laici di

tendenze liberali, rivolgendosi ad una elite colta aristocratico e borghese. Fu il riferimento per un

pensiero conservatore-nazionale sul piano politico, ma riformista/modernizzante su quello

religioso.

La Rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie, ossia l'organo dell Unione

cattolica per gli studi sociali fondata nel 1889 da Toniolo e Albani, fu un punto d incontro tra

editoria periodica e libraria. L obiettivo era la promozione di studi in tutte le scienze sociali. Ebbe

il merito di promuovere diverse iniziative, mal viste dal clero più tradizionalista; arrivo poi alla

costituzione della Societa cattolica italiana per gli studi scientifici.

Tornando a Murri, la sua società che completava la precedente, agendo in ambito piu popolare che

non colto, andò male per fattori legati alla crisi del movimento democristiano legata anche a quella

del modernismo.

Il movimento modernista (derivava da movimento letterario inglese: cercava di distaccarsi dai

canoni romantici, creando opere nuove, in cui l autore non faceva trasparire se stesso, ma

raccontava storie autosufficienti; grande utilizzo di flashback, omissioni, trame non lineari. Eliot,

Joyce, Pirandello, Kafka) in italia si mosse solo sul versante dei periodici, come la stessa Rivista

di cultura che convergeva istanze moderniste con il movimento democristiano (opere di Murri e

Luigi Sturzo).

In realtà, la reale circolazione di idee moderniste, che la chiesa considerava come ereticali,

avveniva tramite case laiche; la crisi del mondo cattolico italiano non permise dunque la creazione

di progetti editoriali che portessero ad una produzione libraria uniforme. D'altro canto l ambito

periodico/quotidiano portò alla creazione di centri di coordinamento editoriale, sempre in ambito

cattolico, come la Socità editrice romana, Spa collagata al Banco di Roma, che raccolse stampa

cattolica di tendenza moderata.

Nel Dopoguerra si osserverà un radicale cambiamento nella struttura editoriale del mondo

cattolico, per il collidere di alcuni fattori: gli esempi delle realtà cattoliche francese e tedesca, l

interesse della cultura laica a temitiche religiose (conversione di intellettuali), in generale un

confronto costruttivo con la cultura moderna. Il Partito popolare italiano non lasciò un gran segno

in questo senso, per l assenza di centri di divulgazione culturale, mentre poi l avvento del

fascismo comportò un allargamento degli orizzonti, a parte che per le pubblicazioni di maggiore

rilevanza politica (quelle popolari di Luigi Sturzo, Igino Giordani, ...); diverse iniziative

dimostrarono la nuova situazione di sviluppo dell editoria cattolica: Vita e Pensiero, editrice

Morcelliana, congregazione di don Alberione che curerà il periodico di successo Famiglia

cristiana dal 1931.

L'editrice Vita e Pensiero, che portò alla nascita dell Università cattolica dal Sacro Cuore nel 1921,

era nata dalla rivista omonima, di stampo anti-modernista, da padre Gemelli; legato anche alla

gioventu femminile cattolica, le sue opere andarono ben oltre l ambito accademico. Vita e Pensiero

costituì quindi un nuovo esempio per il mondo editoriale cattolico, per l estensione dei settori e per

il legame, tanto sperato, con le associazioni cattoliche, in primis Azione cattolica.

L'editrice Morcelliana fu un altro esempio, per quanto molto limitato rispetto al primo,

concetrandosi molto sulle traduzioni di opere d'oltralpe.

Vita e Pensiero si lego quindi alle istituzioni ecclesiastiche, oltre alle associazioni, mentre

l'editrice bresciana puntava a movimenti intellettuali e settori minoritari, comunque anti

conformisti.

L'editoria socialista

Il primo passo verso una editoria socialista fu con periodico La Plebe, per arrivare alle iniziative

di E. Bignami con la biblioteca socialista italiana, con i suoi volumetti rossi a una lira.

Negli anni 90 accanto alle proposte dei grandi editori popolari, sorsero tutta una serie di figure

intraprendenti, mosse proprio dagli ideali socialisti che cercavano di promulgare con le loro

produzioni.

A Milano emblematico fu il caso di Kantorowicz, straniero self-helpista, contribuì all

avvicinamento al socialismo delle classi popolari, cosi come Fantuzzi, di indirizzo piu militante,

con la promulgazione di testi anarchici e del socialismo europeo (Bakunin, Engels...).

A Genova la Libreria Moderna si garantì un certo spazio, mentre a Firenze si videro Contigli,

Elzeviriana, ma sopratutto Giuseppe Nerbini, di origini democratiche, che cercò non tanto di

formare lettori socialisti, ma in generale di attuare un processo di acculturazione nelle classi

subalterne.

Con la nascita del Psi a Genova, nel 1892, gli organismi dirigenti cercarono di diffondere le

cosidette buone letture senza però creare un unico centro di smistamento e raccolta delle opere;

Turati e compagni cercarono cioè di sfruttare le esperienze locali gia presenti, anche se raccolsero

le letture piu significative nella Libreria centrale, mentre a Milano l'Agenzia libraria giornalistica

internazionale dovette gestire edizioni a basso costo, oltre che fare da deposito.

La rivista Critica sociale fu un importante strumento perla formazione di una coscienza di stampo

marxsista, mentre il quotidianmo del Psi, l'Avanti, cercava di promulgare pubblicazioni

propagandistiche. La Libreria socialista italiana fu poi promossa proprio dal Psi, anche se si

scontrò con la concorrenza locale, finendo per fallire ed essere acquisita da un editore militante

romano, Mongini. Appoggiato dal partito, si distinse per diverse traduzioni di opere di Marx,

Engels, Lassalle.

Un problema per l affermazione di un univoca ideologia, cosi come era avvenuto per il

cattolicesimo, fu proprio la presenza di coscienze socialiste diverse: quelle marxsiste e riformiste

piu presenti tra intellettuali e partito stesso, mentre a livello proletario e contadino erano presenti

spinte rivoluzionarie (socialismo evangelico rivolto ai contadini).

Oltre quindi al ploriferare di autori più o meno profetici e lontani dalle logiche di Marx, spesso si

legava erroneamente un romanzo con l'ideologia sociale dello scrittore, arrivando a definire alcuni

romanzi socialisti quando in realtà non lo erano (Tolstoj, Zola).

Le iniziative in città, come le varie leghe per l istruzione, biblioteche e universita popolari,

portarono ad un radicamento dell ideologia socialista nei centri urbani, come la Milano di Turati, il

quale sempre disse che bisognava far innamorare dei libri il proletariato. Non si pensi cmq che la

scarsa lettura di testi più propriamente socialisti (romanzo di massa rimaneva leader) precludesse

la formazione di una coscienza di classe.

In Europa il socialismo presentò diverse tipologie di legami tra editori e partiti: a parte la

socialdemocrazia tedesca, precoce per tempi e qualità di una editoria di partito, il socialismo

inglese e francese ne furono privi, mentre in austria e belgio disporranno di una propria casa

editrice.

L'Italia fu una via di mezzo, con l affidamento prima ad editori indipendenti, e poi solo dal 1911

con la nascita a Milano della Societa editrice socialista Avanti!

, con un ambizioso progetto

editoriale che affiancava all obiettivo educativo e propagandistico una adeguata distribuzione

commerciale.

Non mancarono quindi testi narrativi di vario genere, mentre nel dopoguerra gli autori classici si

sostituirono in parte alcuni autori poco visti, come Shopenhauer e Nietzsche, e altri,

contrapponendo i due filoni ideologici principali: quelli per un socialismo democratico (Webb,

Bauer) e i rivoluzionisti comunisti (Lenin, trockij, Bucharin...); è interessante notare come Valera

dichiarò che i romanzieri avevano fatto più socialisti di oratori e pensatori, ciò a sottolineare le

preferenze del pubblico sempre piu ampio dei lettori per prodotti di largo consumo.

La distanza tra i vertici del partito e gli ideali di fazioni piu militanti, che prendevano come

esempio le rivoluzioni comuniste europee, portò alla polemica interna al partito, con la denuncia di

Gramsci nel 1920 che lamentava la mancanza di testi fondamentali, come quelli di Lenin.

Da qui nacque il partito comunista d'italia a Roma nel 1921, con annessa Libreria editrice

comunista, per offrire ai militanti socialisti esempi ideologici di riferimento.

Ci si limitò alla pubblicazione di testi stranieri, con gli atti delle varie Internazionali, e dei

principali autori italiani, lasciando perdere quindi pubblicazioni parallele fuori dal contesto

politico; l avvento del fascismo protrarrà nel secondo dopoguerra l affermazione del modello di

partito editore. Si è comunque visto come, da una parte il contributo di editori militanti, dall altra i

progetti educativi del movimento socialista, abbiano favorito in italia e non solo l apprendistato

alla lettura di fasce significative di ceti popolari/proletari.

Dal fascismo a oggi

Gli anni del fascismo

Dal 1925 l industria editoriale attraversa un passaggio decisivo, attraverso un processo di

modernizzazione autoritaria; specie dopo il 29 innovazioni tecnologiche (cinema, radio,

grammofono e telefono) porta alla formazione della società di massa, con il libro che viene

quindi visto come una delle tante espressioni culturali della società. Il fascismo userà l editoria

come strumento per la propaganda

, cosi come quest ultima sfrutterà i diversi appoggi concessi

dallo stato dittatoriale per svilupparsi.

Ci fu un generale allineamento al nuovo potere, escluse pochissime eccezioni come Gobetti e

Dall'Oglio, costretti poi a cambiare rotta o a fallire; dopo la fascistizzazione delle testate dal 1923,

si osservano iniziative importanti come sgravi fiscali, facilitazioni nelle spedizioni, ma anche

eventi come la fiera del libro, presente dal 22 grazie a Bemporad, o il congresso mondiale di

biblioteche e bibliografia del 29.

il regime capisce l importanza della cultura, stabilendo nei cda dei piu grandi editori rappresentanti

del partito, oltre a fondare diversi istituzioni come l istituto nazionale fascista di cultura e la

Federazione nazionale fascista dell industria editoriale, che assorbirà l'AELI di Beltrami.

Il presidente Ciarlantini, ex socialista, diverrà poi deputato fascista, proprietario dell Alpes,

editrice dei discorsi di Mussolini. Egli effettuerà la rigida separazione tra editori e librai,

identificando proprio nella scarsa capacita distributiva uno dei maggiori problemi da abbattere

(fondamentale strumento diventeranno le Messaggerie italiane).

Il processo vedrà un ulteriore rafforzamento delle imprese del nord, anche se la generale situazione

sarà costituita da piccole medie imprese, mentre il governo stesso interverrà ad esempio nel

Dettagli
A.A. 2013-2014
34 pagine
6 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/08 Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gabriellacarolinach di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'editoria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Di Ianni Nicola.