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=PRIVILEGI EDITORIALI
Il privilegio di stampa tutelava l’editore che produceva l’opera
il primo attribuito riguarda uno stampatore veneziano, Giovanni da Spira, 1469 (solo lui può stampare
quel libro ,un monopolio) Riceve dalla repubblica di Venezia il privilegio della sua produzione per 5
anni.
Il caso di Venezia per i privilegi di stampa è stato ben indagato e normalmente il privilegio nella repubblica
di Venezia veniva concesso per singole opere, per un unico testo e normalmente aveva durata di 10 anni. Da
10 si arriva ad un massimo di 25 anni.
Nel 1517 emana una nuova disposizione per cui il privilegio di stampa viene concesso solo alle opere
edite per la prima volta
Venezia poi prevedeva delle sanzioni per i trasgressori: una multa, la confisca delle opere pirata o la loro
distruzione, =Fino ad arrivare all’esilio e alla reclusione dello stampatore abusivo.
Nel 1545 il privilegio diventa obbligatorio per poter pubblicare.
Il privilegio è una patente, un monopolio che assicura ad un personaggio il diritto esclusivo su quell’opera.
Interverrà poi la censura per cui anche di questo avremo delle tracce evidenti nei frontespizi perché la
dicitura standard che evidenzia che il testo può circolare è quella con licenza dei superiori e privilegio.
Le marche tipografiche o editoriali sono delle immagini, simboli,nel frontespizio loghi identificativi della
produzione di editori. Spesso derivano anche dalle insegne delle botteghe e tendono progressivamente ad
essere da molto semplici a più complesse.
Le prime marche sono ad esempio la croce, immagini tratte dal contesto ambientale, immagini
religiose, il giglio (famiglia Giunti di Firenze)…
L’affermazione delle due categorie è lenta e si arriverà alle prime due associazioni di categoria del mondo
librario, dalla seconda metà dell’800
e sono:
- ATLI, associazione tipografi e librai italiane, 1872
- SIAE, società italiana autori ed editori, 1883
A Venezia fa da apripista e il primo privilegio letterario che viene riconosciuto è quello per la storia di
Venezia 1486 dello storico Marcantonio Coccio noto come Sabellico, insegnante di retorica e storico di
Venezia.
Lo storico principale della repubblica veneziana subito dopo lui è Pietro Bembo che compone dal 1487 la
storia di Venezia.
Altro esempio è quello di Ludovico Ariosto che si preoccupa moltissimo di tutelare la sua opera
dell’Orlando Furioso che esce a Ferrara con l’editore Marzocco nel 1516 e voleva essere sicuro che anche al
di fuori dello stato nessuno potesse stampare l’opera senza la sua autorizzazione.
Ottiene 3 privilegi, dal governo veneziano, dal papa Leone X e dal sovrano di Francia Francesco I.
Manuzio come marca tipografica ha l’ancora e il delfino.
Spesso le marche tipografiche erano poi accompagnate da un motto che sinteticamente indicava quello che
l’editore voleva fare oppure dei motti propiziatori per la loro attività.
Edit 16 è la banca dati di tutte le opere possedute dalle biblioteche italiane e
stampate nel 1500.
Qui possiamo vedere anche le marche tipografiche e i motti degli editori.
Giuseppina Zappella scrive 3 volumi di marche tipografiche degli editori europei. LEZ.7—> 10 Ottobre
VERSO IL DIRITTO D’AUTORE
Verso metà del 700 Ci sono degli autori che si interrogano sul loro ruolo come ad esempio
Leopardi, Alfieri e Voltaire + critiche al mecenatismo
Alfieri scrive un’opera in cui si sofferma su questa questione nell’opera “del principe e delle lettere” e viene
composto fra il 1778-86. Progressivamente cerca di far valere il suo lavoro intellettuale.
La scrittura tante volte era un’attività parallela ad un altro quotidiano lavoro che l’autore svolgeva oppure gli
autori alternavano periodi di concentrazione ed isolamento concentrandosi alla scrittura e poi facevano
qualsiasi tipo di lavoretto e poi tornavano alla scrittura. (Anche oggi sono solo gli autori che vendono Best
sellers che possono vivere solo della scrittura )
Di questo ne sono esempio vari autori come
- Italo Svevo (di Trieste ) che inizialmente lavorava in banca ma era anche un grande autore.
- Goncarov era un funzionario ministeriale della Russia
- Fante era un emigrato italoamericano stabilitosi a Los Angeles ed è diventato famoso per le sue opere
(es:chiedi alla polvere) che descrivono le condizioni degli italoamericani e ha fatto tantissimi lavori per
poi essere un autore.
Il primo paese che arriva a tutelare il lavoro intellettuale ma anche il diritto dell’editore è la Gran Bretagna
nel 1709 quando viene emanato il COPYRIGHT ACT , riconosce che l’opera e di un determinato autore e
una volta affidata l’opera ad uno stampatore solo lui lo può produrre.
In Francia per effetto della rivoluzione francese nel 1789 si ha una legge. proprietà letteraria
L’Italia nel 1840 sigla la convenzione austro-sarda che coinvolge il Piemonte e l’Austria e viene
accettata anche dagli altri stati preunitari tranne dal Regno delle due Sicilie (Napoli come capitale delle
contraffazioni librarie)
Dopo l’unità abbiamo una legge del 25 giugno 1865, poi perfezionata nel 75 e nell’82 che
-afferma la paternità intellettuale dell’opera
- e riconosce l’esclusività dell’editore a produrla
La legge 633 che ancora oggi è alla base del diritto d’autore è del 1941
—>stabilisce la durata del diritto d’autore alla morte a 70 anni.
Passati i 70 anni l’opera può essere riedita per la prima volta da altri e il suo diritto a questo punto dura 25
anni.
L’editore puro è un lavoro intellettuale, culturale di scelte che possono molto influenzare la cultura di un
paese.
L’editore seleziona le proposte che gli arrivano, decide cosa far pubblicare e cosa far tradurre e poi decide
come trasformare quell’opera in un prodotto commerciale
= sceglie come confezionare l’apparato paratestuale.
(es: Zanichelli è il primo a scegliere di pubblicare l'opera di Darwin che ha rivoluzionato il mondo)
N.B L’editore può anche avere una sua tipografia, cioè un’officina con i torchi in cui stampare quello che
ha scelto e una libreria in cui vende la sua produzione. Oppure l’editore manda a stampare in una tipografia
qualsiasi,esterna.
L’editore è colui che detiene il diritto di far stampare quell’opera e la può mandare a stampare anche in un
posto lontano. L’editore è comunque colui che compie una scelta culturale e può avere un peso molto
importante. Non per niente certe opere prodotte nel 1500 durante le guerre di religione sono state
censurate.
La produzione di libri fino a poco tempo fa era l’unico canale per far circolare un’idea e se non andava bene
l’editore veniva colpito.
Ci sono state figure di editori carismatici che erano dei veri e propri animatori culturali come Arnoldo
Mondadori.
Si circondavano con i loro autori con i quali esisteva una collaborazione importante.
Nel 900 Angelo Fortunato Formiggini aveva una piccola casa editrice che non stampava opere critiche nei
confronti del fascismo ma stampava opere satiriche ed essendo di origini ebraiche stampava anche di scrittori
ebrei. È stato colpito dalla censura, c’è un dissesto finanziario e lui scrive dell’assurda malvagità delle leggi
raziali .La sua azienda entra in crisi e lui si suiciderà.
La responsabilità del tipografo e anche dell’editore
L’editore manda in tipografia e si parla di rossore dei tipografi
—> hanno la responsabilità di riprodurre fedelmente l’opera.
L’editio princeps è la prima edizione stampata di un’opera in lingua originale partendo dalla lingua in cui
era la versione dell’autore.
Ci sono stati dei tipografi rimasti modello per la cura e controllo editoriale.
C’è poi il problema della contraffazione libraria, alcuni stampano copie che vengono prodotte
velocemente con tanti errori e con materiali scadenti. Un esempio di cura editoriale è quello della famiglia
di Henri Estienne (a partire da il Vecchio 1470-1520=) =Introduce l’errata corrige
= l’editore si accorge che ci sono degli errori e alla fine del volume c’è una pagina che contiene la correzione
degli errori.
Aldo Manuzio introduce la figura del CURATORE EDITORIALE che prepara il testo nel modo
filologicamente corretto,nel modo che sia fedele all'originale (è un lavoro fatto a monte diverso da quello
del correttore)
Il correttore di bozze = controlla che non ci siano errori anche nel formato(oggi si fa un giro di bozze)
rossore dei tipografi =stampa scadente
Tra editore e curatore deve esserci collaborazione. Gli errori possono essere involontari
Spesso in Italia l’editoria è a conduzione familiare e si tramanda il mestiere anche per secoli.
LETTURA : Pier Paolo Vergerio, umanista metà 500, si pone il problema dicendo “ciò che è stato registrato
nei libri perpetuamente rimane”. Il problema si sentiva già da prima della nascita della stampa.
Quello degli errori è un problema molto sentito all'epoca
Nella metà del 500 un altro contributo dice che possono succedere degli errori e in maggior parte
avvengono nello stampare libri.
I refusi sono parole scritte sbagliate o il salto di una riga ad esempio.
Céline “Voyage au bout de la nuit” (viaggio al termine della notte) stampato da Denoel nel 1932.
Compone quest’opera con una prosa sincopata, scardinata e piena di termini colloquiali e gergali; il
tutto per esprimere quello che il protagonista sente. Si accorda con l’editore Denoel che porta l’opera a
stampare, Céline riceve le bozze
= prima prova di stampa (gli editori più accurati fanno anche il secondo giro di bozze) in cui controlla e
rilegge e si accorge che hanno cambiato delle cose, in certi punti la frase ha termini diversi, è stata cambiata
la punteggiatura. Questi interventi sono stati volontari da parte dei compositori,dei tipografi che trovavano
strano che certi passi erano scritti in determinati modi e quindi hanno cambiato. Questo è un caso di
intervento senza autorizzazione dell’autore.
ALDO MANUZIO
Aldo Manuzio è stato l’editore e stampatore più importante fra 4 e 500. Il figlio si chiama Paolo Manuzio e il
nipote Aldo il giovane.
La vicenda professionale di Manuzio è interessante perché con lui nasce la tipografia e l’editoria moderna
grazie alle sue idee introdotte.
È nato a Bassiano nei pressi di Roma nel 1450 probabilmente e ha avuto una formazione umanistica, fra i
suoi formatori Guarino Veronese. Aveva iniziato a fare il precettore, insegnante dei figli dei nobili.
Si era trasferito nel modenese fra Mirandola e