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STALIN
Joseph Stalin (1878–1953) è una delle gure più signi cative e controverse del XX secolo. La sua
leadership ha trasformato l'Unione Sovietica, ma anche creato un regime totalitario che ha portato a
immense sofferenze. Ecco una panoramica completa della sua vita e un approfondimento sul suo
impatto nelle relazioni internazionali.
Vita e ascesa al potere
Stalin nacque Iosif Vissarionovich Dzhugashvili in Georgia, nell'Impero Russo, nel 1878.
Proveniva da una famiglia povera, ma studiò al seminario teologico di Tbilisi, da dove venne
espulso per la sua attività politica. Entrò presto nel movimento marxista, aderendo al Partito
Operaio Socialdemocratico Russo.
Nel 1903, il partito si divise in due fazioni: i bolscevichi, guidati da Lenin, e i menscevichi. Stalin
si schierò con i bolscevichi, iniziando una lunga carriera politica all'interno del partito, che lo portò
ad acquisire una crescente in uenza. Dopo la Rivoluzione d'Ottobre del 1917, Stalin occupò una
serie di posizioni chiave all'interno del nuovo governo sovietico.
Nel 1922, divenne segretario generale del Partito Comunista Sovietico, una posizione che gli
consentì di consolidare un enorme potere. Alla morte di Lenin nel 1924, Stalin, con astuzia politica,
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riuscì a scon ggere i suoi rivali interni, in particolare Leon Trotsky, e divenne il leader assoluto
dell'Unione Sovietica.
Le politiche interne di Stalin
1. Totalitarismo e culto della personalità: Stalin costruì un regime totalitario basato sul
controllo assoluto del partito, dello stato e della società. Creò un culto della personalità che
lo dipingeva come l'infallibile leader della nazione.
2. Stalinismo e repressione: Durante il suo governo, milioni di persone furono vittime di
purghe politiche, arresti e deportazioni in campi di lavoro (Gulag). Le purghe raggiunsero il
culmine negli anni Trenta, quando Stalin eliminò sicamente gran parte della vecchia
guardia bolscevica, dei militari e di altri "nemici" del regime.
3. Piani quinquennali e industrializzazione: Stalin avviò una serie di piani quinquennali (a
partire dal 1928) che miravano a modernizzare l'economia sovietica attraverso
l'industrializzazione forzata. Questi piani comportarono enormi sacri ci per la popolazione,
tra cui la collettivizzazione forzata dell'agricoltura, che portò a carestie devastanti, come
quella in Ucraina (Holodomor) che causò milioni di morti.
4. Il Grande Terrore: Nel periodo tra il 1936 e il 1938, Stalin condusse una serie di purghe
violente, in cui molti comunisti, militari e cittadini furono accusati di tradimento e
spionaggio e giustiziati. Il terrore aveva lo scopo di eliminare qualsiasi forma di opposizione
al suo regime e rafforzare il suo potere personale.
Stalin e le relazioni internazionali
Le politiche di Stalin sul piano internazionale furono complesse e guidate dalla sua visione
ideologica, ma anche dalla necessità di garantire la sicurezza della sua nazione, soprattutto di fronte
alle crescenti minacce esterne.
1. Politica di isolamento e speranze di rivoluzione mondiale (1920s)
Nei primi anni del suo governo, Stalin cercò di promuovere la rivoluzione mondiale, una dottrina
leninista che mirava a diffondere il socialismo in tutto il mondo. In questa fase, l'URSS mantenne
un atteggiamento di isolamento, sperando che la rivoluzione potesse prendere piede in altri paesi
europei, come la Germania, l'Italia e la Polonia. Tuttavia, dopo il fallimento delle rivoluzioni in
Europa e la crescente necessità di difendere la sovranità sovietica, Stalin si avvicinò alla
diplomazia pragmatica.
2. Rapporto con la Germania (1920s-1930s)
All'inizio, Stalin cercò di stabilire relazioni amichevoli con la Germania, specialmente con la
Repubblica di Weimar(1919-1933), che condivideva l'ostilità verso le potenze alleate della Prima
Guerra Mondiale e il Trattato di Versailles. Nel 1922, l'URSS e la Germania rmarono il Trattato
di Rapallo, che prevedeva un accordo di non aggressione e una cooperazione economica, tra cui
l'invio di esperti militari sovietici in Germania per addestrare l'esercito tedesco, in violazione delle
condizioni di Versailles. Questo rapporto continuò durante il periodo della Repubblica di Weimar,
ma divenne più teso dopo l'ascesa al potere del regime nazista.
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3. Il patto di non aggressione con la Germania nazista (1939)
Nel 1939, Stalin sorprese molti osservatori internazionali rmando il Patto Molotov-Ribbentrop
con la Germania nazista di Adolf Hitler. Il patto, che prevedeva la non aggressione tra le due
nazioni, conteneva anche un protocollo segreto che stabiliva la divisione della Polonia e di altre
aree dell'Europa orientale. Questo accordo venne visto come un'opportunità per guadagnare tempo e
preparare l'Unione Sovietica per una guerra imminente, mentre Hitler si concentrava su altri fronti.
Nonostante l'iniziale cooperazione, l'alleanza si interruppe nel 1941, quando la Germania lanciò
l'operazione Barbarossa, invadendo l'URSS.
4. La Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Patriottica (1941-1945)
• Resistenza all'invasione nazista: Dopo l'invasione della Germania nel 1941, l'URSS si
alleò con le potenze occidentali (Gran Bretagna, Stati Uniti) nella lotta contro la Germania
nazista. Stalin divenne uno degli alleati principali di Roosevelt e Churchill, ma le relazioni
tra i leader erano tese, dato che le ideologie comuniste e capitaliste erano in con itto.
Nonostante le dif coltà, l'URSS ebbe un ruolo fondamentale nella scon tta della Germania,
specialmente dopo la battaglia di Stalingrado (1942-1943) e la successiva offensiva
sovietica.
• Conferenze di Teheran, Yalta e Potsdam (1943-1945): Stalin partecipò a queste
conferenze con Roosevelt e Churchill, dove si discussero le strategie militari e le prospettive
post-belliche. A Yalta nel 1945, Stalin ottenne il controllo di gran parte dell'Europa dell'Est,
consolidando l'in uenza sovietica nella regione.
5. Guerra Fredda e la divisione del mondo (1945-1953)
Alla ne della Seconda Guerra Mondiale, le tensioni tra l'Unione Sovietica e le potenze occidentali
esplosero in quella che divenne la Guerra Fredda. Stalin, che aveva ormai consolidato il blocco
sovietico in Europa orientale, cercò di esportare il comunismo in altre regioni del mondo, mentre gli
Stati Uniti e i loro alleati promuovevano la diffusione del capitalismo.
• Blocchi di potere: Stalin consolidò l'URSS come superpotenza mondiale, con una zona di
in uenza che si estendeva su gran parte dell'Europa orientale, inclusi paesi come Polonia,
Cecoslovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria. Creò alleanze come il Cominform (1947),
un’organizzazione per coordinare i partiti comunisti a livello internazionale.
• Il blocco di Berlino (1948-1949): Stalin tentò di esercitare il controllo su Berlino, ma fu
scon tto dall'Occidente con l'aereo ponte di Berlino. La città divenne simbolo delle
divisioni della Guerra Fredda.
Eredità e impatto globale
Stalin fu il creatore di un sistema socialista centralizzato che ha dominato l'URSS per quasi tre
decenni. La sua politica estera di espansione del comunismo e la sua leadership durante la Seconda
Guerra Mondiale hanno avuto un impatto enorme sulla geopolitica mondiale, portando alla
divisione dell'Europa e alla creazione di un ordine mondiale bipolare durante la Guerra Fredda. La
sua eredità, tuttavia, è segnata da atrocità, purghe e repressione, così come dalla durezza del regime
stalinista, che ha causato milioni di morti tra la popolazione sovietica.
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Il revisionismo tedesco sotto Hitler fu una delle principali s de della politica internazionale negli
anni '30, e l'Europa reagì in modo complesso e spesso frammentato. Il contesto storico e le
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dinamiche politiche degli Stati coinvolti contribuirono a un panorama incerto, caratterizzato da
alleanze instabili e strategie ambivalenti.
Francia
La Francia si trovò in una posizione dif cile, oscillando tra la necessità di affrontare il revisionismo
tedesco e le dif coltà di reagire in modo ef cace. La posizione francese sotto il ministro degli Esteri
Louis Barthou (1934) era chiara e decisa: la Francia non intendeva compromettersi con Hitler e
mirava a costruire alleanze con l'Unione Sovietica per contenere la minaccia tedesca. Barthou cercò
di inserire l'URSS nel sistema europeo, con il progetto di Locarno orientato a formare un fronte
anti-tedesco che includesse anche i Balcani. Tuttavia, questa alleanza fallì, principalmente per il
ri uto della Polonia di consentire il passaggio delle truppe sovietiche attraverso il suo territorio.
Italia
L'Italia, inizialmente, seguì una politica del pendolo, cercando di massimizzare i propri bene ci
giocando tra la Germania e la Francia. Mussolini, nel 1933, propose il Patto a Quattro (con
Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia), che aveva l’obiettivo di mediare tra le potenze e ridurre
l'intensità del revisionismo tedesco, ma senza mettere in discussione gli interessi vitali degli altri
Stati. Mussolini tentò di mantenere una posizione centrale per far valere l'in uenza italiana, ma il
fallimento del patto mostrò la dif coltà di agire come mediatore quando i contrasti tra le potenze
erano troppo marcati. Un esempio signi cativo di ambiguità fu la posizione dell'Italia nei confronti
dell'Austria: inizialmente Mussolini cercò di mantenere la sua indipendenza, ma successivamente
Hitler tentò di realizzare il colpo di stato in Austria nel 1934, con l'assassinio del cancelliere
austriaco Dolfuss. Questo provocò una risposta militare da parte italiana.
Unione Sovietica
L'Unione Sovietica, che inizialmente si era isolata politicamente dall'Europa negli anni '20, cercò di
opporsi al revisionismo tedesco e di costruire alleanze con la Francia e la Germania per contrastare
Hitler. Nonostante il ri uto di alcuni alleati di coinvolgere l'URSS direttamente (come la Polonia),
l'URSS continuò a rafforzare i suoi legami con la Francia, anche se la Società delle Nazioni e i
tentativi di creare un blocco orientale fallirono.
Il Fronte di Stresa
Nel 1935, Italia, Francia e Gran Bretagna si incontrarono a Stresa per dichiarare un fronte comune
contro la violazione dei trattati di Versailles da parte di Hitler. Tuttavia, il Fronte di Stresa si rivelò
inef cace e fragile, in quanto le divergenze politiche e ideologiche tra le potenze non permisero una
risposta coerente e concreta al revisionismo te