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Estratto del documento

ricchezza e la proliferazione di un proletariato disconnesso

dalla crescita economica.

Opposizione del Senato e l’Intercessio di Ottavio Cecina

La riforma scontrò gli interessi della classe conservatrice. Il

Senato incaricò Marco Ottavio, collega di Gracco, di

opporre il suo veto (intercessio) alla proposta. Tiberio

accusò Ottavio di agire contro la plebe e ottenne la sua

deposizione. La legge agraria venne approvata e Tiberio,

suo suocero Appio Claudio e suo fratello Caio Gracco

furono eletti al triumvirato con poteri giudiziari per attuare

il programma.

Morte di Tiberio

Tiberio chiese la rielezione a tribuno della plebe per il 132

a.C., contro il divieto di iterazione delle cariche, per

rafforzare le assemblee popolari contro il monopolio del

Senato. Il Senato lo accusò di attentato alla costituzione

(adfectatio regni) e chiese a Publio Mucio Scevola di

eliminarlo. Al rifiuto del console, un gruppo di senatori

guidati da Publio Cornelio Scipione Nasica organizzò

l'omicidio di Tiberio e dei suoi seguaci nel 133 a.C. La

legge agraria rimase in vigore, ma i triumviri non

proseguirono nelle assegnazioni.

Il Senatus Consultum Ultimum

Per giustificare la soppressione di Tiberio, il Senato emanò

un senatus consultum ultimum, autorizzando i consoli a

reprimere il movimento graccano con ogni mezzo. La

misura sospese le garanzie costituzionali e dichiarò gli

avversari "hostes rei publicae," passibili di esecuzione

immediata senza processo. Velleio Patercolo (I secolo d.C.)

scrisse che questo segnò il passaggio da un ordine basato

sul diritto a uno basato sulla violenza.

Caio Gracco

Nel 123 a.C., Caio Gracco, fratello minore di Tiberio,

venne eletto tribuno e continuò l'opera riformatrice.

Affrontò questioni agrarie, la questione degli Italici, i

contrasti tra aristocrazia e movimento democratico, e

l'organizzazione del regno di Pergamo, lasciato in eredità a

Roma. Oltre ai problemi economici, mirava a una riforma

giuridica, favorendo i cavalieri e sfavorendo l'ordine

senatorio.

La Legge Agraria di Caio Gracco

Caio rinnovò la lex agraria, superando le difficoltà della

prima riforma e vietando l'alienazione delle terre assegnate.

Introducendo assegnazioni collettive e colonizzazioni

oltremare, mirava a diffondere la civiltà italica e a sostenere

il ceto agricolo.

L'Opera Legislativa di Caio Gracco

Durante i suoi tribunati, Caio emanò numerose leggi

costituzionali:

 La lex Sempronia frumentaria, che garantiva grano a

basso costo al proletariato romano.

 Consentì la rielezione immediata dei tribuni e dispose

che i magistrati deposti non potessero più rivestire

cariche.

 Ristabilì la provocatio ad populum nei processi di alto

tradimento e vietò il reclutamento di soldati sotto i 17

anni, ponendo a carico dello Stato le spese per il

vestiario delle truppe.

Organizzazione delle Province

Caio riorganizzò le province con leggi che prevenivano

l'ingerenza del Senato e limitavano il malgoverno, come la

lex de provinciis consularibus e la lex Sempronia de

provincia Asia.

Il Disegno Costituzionale di Caio Gracco e il Problema

della Cittadinanza

Caio intendeva restituire la funzione legislativa alle

assemblee popolari e l'amministrazione al Senato e ai

magistrati, con controlli sul governo delle province.

Propose la cittadinanza ai Latini e il diritto di voto alle città

italiche, ma questo suscitò l'ostilità di nobilitas, equites e

proletariato, timorosi di perdere il loro peso politico.

Caduta di Caio Gracco

Il Senato sfruttò il malcontento generale, facendo opporre il

tribuno Marco Livio Druso alla proposta di Caio. Non

rieletto per l'anno successivo, Caio e Fulvio Flacco

tentarono di resistere con la forza. Il Senato emanò un

senatus consultum ultimum e, in uno scontro armato, Caio e

Flacco morirono. La repressione fu guidata dall'esercito di

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A.A. 2023-2024
5 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/18 Diritto romano e diritti dell'antichità

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fede29- di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto romano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Lovato Andrea.