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Arte gestuale e materica
Le due componenti fondamentali dell’Informale si precisano nel gesto (si parla
quindi di arte gestuale) e nella materia (arte materica)
Il gesto viene enfatizzato quale unico momento
creativo: il valore artistico si trasferisce perciò dal
prodotto (l’opera d’arte) al gesto (l’atto di crearla)
Il gesto potrà essere simbolico, come tagliuzzare la tela; di
provocazione, come apporre la firma d’artista sul corpo di
una modella; di protesta, come fare sculture di rottami
La materia diventa la vera protagonista dell’opera: è
nella sua scelta e negli accostamenti di materiali
diversi che l’artista manifesta la sua creatività Lucio Fontana, Concetto
Non più solo un mezzo la materia è portatrice di significato: spaziale, Attesa, 1968
superfici rugose evocano conflitti, quelle morbide serenità,
materiali pesanti grevità, quelli metallici e sottili leggerezza
Alberto Burri
Alberto Burri è una personalità di rilievo dell’Informale materico
Durante la prigionia Burri si accosta alla pittura che, una volta liberato, inizia a
praticare a tempo pieno: entrato in contatto con l’Informale italiano, si
interessa delle problematiche della materia, avviando una sperimentazione
che sarà costellata di prestigiosi riconoscimenti internazionali
Le tappe della biografia:
Nasce a Città di Castello il 12 marzo 1915
• Nel 1940 si laurea in Medicina e durante la guerra è ufficiale medico
• Nel 1944 è prigioniero in un campo di concentramento in Texas
• Nel dopoguerra si stabilisce a Roma e si avvicina all’Informale
• Muore a Nizza, per una grave insufficienza respiratoria, il 13 febbraio 1995
• Sacco e Rosso
Burri impiega materiali poveri di varia natura: dai semplici sacchi di iuta ai sottili
fogli di cellophane, passando per i legni bruciati e le lamiere saldate
La serie dei Sacchi inizia a
partire dal 1952: Burri
balza alla ribalta della
scena italiana con un
insieme di composizioni
realizzate con brandelli di
tela di sacco
Come in Sacco e Rosso del
1954 si tratta di sacchi
laceri, sporchi, a volte
bruciacchiati e rattoppati,
recuperati dal deposito di
un carbonaio o in una
discarica di rifiuti
Sacco e Rosso
In Sacco e Rosso risalta con forza una materia usata e consunta che, negli strappi e
nelle sgranature, conserva una traccia eloquente della sua umile storia
Una grande onda percorre la Burri interviene in maniera non
tela in orizzontale: casuale: armonizza infatti gli
accostamenti in relazione al
colore, alla grana delle iute,
alle toppe cucite sopra
…che creano un’immagine In questo modo l’artista lascia
accidentata a rilievo che i sacchi narrino la loro
storia, che è la storia modesta
e mai retorica di chi li ha usati
Il sacco diventa così una
lirica metafora dell’umanità
sul fondo dipinto di rosso …in vari strati diversi
sono incollati… brandelli di sacco…
Cretto nero
Nella sua lunga carriera Burri esplora vari territori materici, la cui matrice comune
è l’essere materie povere, trascurate, rifiutate e perciò cariche di storia e di vita
In Cretto nero del 1976 Burri sperimenta un
miscuglio di colore acrilico nero e vinavil,
spalmato su cellotex, un materiale
industriale di trucioli di segatura e colla
pressati a caldo
Il risultato è una superficie crettata in modo
irregolare in relazione allo spessore del
materiale e al tempo di essiccazione
Evoca suggestioni antiche, come la terra
umbra (ma anche texana conosciuta durante
la prigionia) riarsa e spaccata dal sole
Lucio Fontana
Lucio Fontana è il protagonista dell’Informale gestuale
Lucio Fontana incardina la sua esperienza artistica sul gesto, inteso come
creatore di nuovi spazi. In Argentina, nel 1946, elabora il «Manifesto bianco»,
nel quale compaiono molte teorie che poi confluiranno nel movimento dello
Spazialismo (1947-1952) e che porteranno ai celebri «tagli» (1958-1968)
Le tappe della biografia:
Nasce a Rosario di Santa Fe, in Argentina, il 19 febbraio 1899
• Studia scultura a Milano, nel 1928 all’Accademia di Brera con Adolfo Wildt
• Nel 1940 torna in Argentina e a Buenos Aires è professore all’Accademia
• Alla fine della guerra torna in Italia e negli anni ‘50 giunge ai «tagli»
• Muore a Comabbio, in provincia di Varese, il 7 settembre 1968
• Concetto spaziale, Teatrino
In Concetto spaziale, Teatrino del 1966 Fontana esplora le possibilità di uno spazio
in espansione, non più chiuso e sacrificato alla bidimensionalità del dipinto
Una serie impercettibile
La tela è delimitata da di forellini percorre
una cornice sagomata diagonalmente una
di legno nero, come parte della tela
una finestra aperta interrompendone la
sulla notte continuità
In basso la cornice si
increspa simulando
forse le cime degli
alberi di un bosco o le
onde del mare
Fin dagli anni ‘50 Fontana ha impiegato nuovi materiali (tubi al neon) e superfici piane (di
carta, tela, lamina metallica) sui quali ha operato gesti provocatori come buchi, strappi e
soprattutto tagli, alla ricerca di verità più profonde o nascoste