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LA CATEGORIA

Le categorie sono costruzioni del pensiero create associando persone con o in comune

caratteristiche qualità

non necessariamente in contatto fra loro. Si tratta di una differenziazione sociale che presenta un’unità di

caratteri, ma non di rapporti.

Una fra le principali categorie è quella dell’opinione ossia dell’insieme delle opinioni diffuse dai

pubblica,

teoria ipodermica

media. A riguardo si sono sviluppate due teorie: la (diffusa nell’età dei totalitarismi), che si

basa sul presupposto che il pubblico sia sostanzialmente composto da individui e tutti

influenzabili isolati,

teoria dei due livelli

uniformemente e individualmente colpiti dai messaggi dei media; la (diffusa dopo gli anni

’40 – es: scelta sul voto), ridiede centralità alle relazioni sociali, concependo fra il pubblico e i media un livello

intermedio costituito dagli individui in grado di influenzare le opinioni degli altri, ma

opinion leaders,

comunque influenzabili dai media. comportamenti comuni

Un’altra importante categoria è la un insieme di individui che presenta ,

massa,

un’estrema staticità e uniformità, che risulta totalmente eterodiretta in quanto mancante di leadership.

La massa non va confusa con la

Quando si parla di folla si fa riferimento a tanti autori, uno in cui al contrario gli

folla,

in particolare, il quale ha scritto un’opera

Gustave LeBon,

Psicologia delle folle

molto importante, “ ” del 1895. LeBon individui mantengono la loro

ci dice che il comportamento delle folle è un fluido, singolarità e si influenzano

mutevole, imprevedibile. Nella folla l’uomo tornerà molti a vicenda.

passi indietro nella civiltà e ritorna ad essere un istintivo.

Il potere cerca di trasformare la folla in massa.

L’AGGREGATO SOCIALE

vicinanza fisica

Si caratterizza dalla di alcuni individui. Si colloca a metà tra categoria e gruppo: i tifosi di una

squadra sono una categoria, mentre gli spettatori di una partita sono un aggregato.

L’aggregato non è organizzato, è formato da persone sostanzialmente anonime e il suo carattere è provvisorio.

Gli aggregati possono

evolversi in gruppi e i

gruppi possono

dissolversi in aggregati

LA CASTA

Si riferisce alla Vi è un atteggiamento di chiusura verso l’esterno. Non vi si può

stratificazione della società.

entrare e si esce solo se si perde la casta (degradazione)

IL CETO

Indica il la posizione a cui appartiene. Per Weber indica lo il ceto nasce da

rango dell’individuo, stile di vita,

convenzioni e leggi.

LA CLASSE SOCIALE

Per classe intendiamo l’insieme di individui che si trovano nelle stesse Quello di classe è un

condizioni sociali.

concetto controverso; intermedio tra categoria e gruppo: nella classe ci sono interessi latenti che uniscono gli

individui, ma mancano fini comuni determinati e l’interazione tra membri.

Può essere definita come una condizione dinamica, cioè include in sé una possibilità potenziale di mutamento

I vari studiosi la definiscono in maniera contrastante.

sociale.

Per Aron se ci sono tanti modi per indicare le classi e più se ne parla e meno se ne sa, vuol dire che quello di

classe è un concetto non definibile. Nei momenti di stabilità economica e di benessere però, il

“Per quello che mi riguarda, a me

Passaggio di Karl Marx: concetto di classe sembra destinato a scomparire al punto tale

non appartiene il merito di aver scoperto l’esistenza delle

classi nella società moderna, né quello di aver scoperto la che alcuni scienziati sociali, sono covanti che ormai esistiamo

lotta tra di esse. Già molto tempo prima di me, gli storici in una società senza classi. Al contrario, nei momenti di

borghesi avevano esposto l’anatomia economica delle

classi. Quello che io ho fatto di nuovo, è stato di ecco che alla ribalta e quasi

grande crisi, le classi tornano

dimostrare tre cose fondamentalmente: 1. che l’esistenza magicamente appaiono estremamente visibili. Di questo ne

delle classi è soltanto legata a determinate fasi di sviluppo La situazione della

era convinto all’interno del libro “

Engels,

storico della produzione; 2. che la lotta di classe

necessariamente conduce alla dittatura del proletariato; che classe operaia

”.

questa dittatura stessa costituisce soltanto il passaggio alla

soppressione di tutte le classi e a una società senza classi”.

Le analisi più recenti, di autori come affrontano il problema delle classi riflettendo

Touraine, Bauman, Sennett capitalismo estremo

sulle trasformazioni e sugli effetti prodotti da quello che viene definito come .

Sennett ci dice che nella nostra società, il lavoro ha cambiato carattere e di Il lavoro è diventato

conseguenza il carattere dei lavori stessi. La parola d’ordine oggi è la e

flessibilità così un’occasione da

prendere al volo

quando questa parola viene applicata al mercato del lavoro, questa parola piuttosto che il

preconizza la fine del lavoro come noi lo abbiamo conosciuto fino ad oggi e risultato di un progetto

annuncia l’avvento del lavoro con contratti al termine o addirittura senza di vita.

contratto. invece, ha fatto uno studio sui e ci dice che questo dominio della

Stenning, precari nella società contemporanea

incertezza

flessibilità genera una sensazione schiacciante di e l’individuo ormai è abbandonato al presente e

rinuncia alla propria creatività e a qualsiasi ipotesi di futuro. ogni società

Gli esempi riportati sembrano confermare una convinzione su tutte, cioè quella secondo la quale,

complessa è sempre più o meno stratificata

.

Si parla della crisi della loro dinamicità e che sia necessario parlare dell'incapacità delle classi di oggi di dar vita

al cambiamento. Perché le classi perdono la loro dinamicità? Le cause vanno, dal punto di vista di Emanuele

Rossi, individuate nelle radicali trasformazioni prodotte da una fase inedita del capitalismo contemporaneo che

possono essere riassunte in tre punti: che ha generato fenomeni

Lo sviluppo dei processi di globalizzazione,

o di Bauman spiega il cambiamento del potere tra era

extraterritorialità.

moderna e post-moderna: prima il potere era sul territorio, ora ciò non

esiste più. Le nuove élite sono extraterritoriali e di conseguenza inaccessibili.

Il conflitto sociale non ha una struttura in cui esprimersi, si è ridimensionato

e non è più capace di individuare il nemico contro cui combattere.

Il lavoro non è più il perno attorno a cui ruota la costruzione della personalità,

o ma un’opportunità.

Le disuguaglianze sono mascherate dalla logica del consumo. Il consumo è

o individuale e non stimola la nascita di legami stabili, ma solo momentanei.

Queste dinamiche sono difficili da scardinare e bloccano la capacità di mutamento.

dice che il concetto di classe va mantenuto poiché il

Theodor Adorno

suo fondamento (la suddivisione di società di sfruttatori e sfruttati)

continua inalterata e acquista maggiore coattività e stabilità. Nello stesso

tempo questo concetto va anche trasformato poiché gli oppressi che

oggi costituiscono la stragrande maggioranza dell’umanità, secondo le

previsioni della teoria, non possono sperimentare sé stessi come classe.

Processo di socializzazione

Per descrivere il processo di socializzazione è utile far riferimento all’immagine evocata da Alessandro Cavalli

di un lungo corteo. In prima fila avanzano gli

anziani seguiti da tutti gli altri

in ordine di età . Quando la

prima fila muore, la seconda

prende il suo posto e così via.

È proprio la continuità la principale questione che le società La socializzazione non può

devono affrontare, motivo per cui la garantiscono tramite essere considerata

e Il processo di apprendimento di

istituzioni pratiche comuni. un’esperienza limitata nel

queste, dei valori e delle credenze, sia dalla primissima infanzia, tempo; è un processo lungo

quanto la vita stessa

prende il nome di socializzazione.

È insomma un meccanismo di trasmissione culturale intergenerazionale, ma non una forma di

programmazione: il bambino non è soggettivo passivo del processo.

Il processo si divide in due fasi: una primaria (durante l’infanzia) e una secondaria (subito dopo l’infanzia, per

Peter Berger Thomas Luckmann

tutta la vita). Seguendo quanto scritto da e , la socializzazione primaria è

quella che fornisce al bambino gli elementi fondamentali della socializzazione attraverso un intenso

apprendimento culturale, rafforzato dal legame emotivo creato con l’agente socializzante che, nella

maggioranza dei casi, è la Durante la fase primaria si sviluppa la personalità dell’individuo.

famiglia.

La fase primaria non avviene mai nel vuoto sociale, ma anzi risente profondamente della classe sociale e della

habitus culturale

struttura della famiglia d’origine, trasmettendo un che riproduce disuguaglianze interne a una

società. Focalizzandoci sulla famiglia, il primo degli agenti di socializzazione, possiamo notare che è qui dove

gli individui apprendono le abilità fondamentali (comportamenti corretti come lavarsi i denti, dire

senso d’identità

grazie, rispettare gli anziani, ecc.). Il bambino qui sviluppa il suo (che vedremo meglio

poi), anche apprendendo il proprio ruolo di genere. Una ricerca del sociologo notò come negli Stati Uniti, i

Melvin Kohl

genitori della classe operaia insegnino ai figli innanzitutto il valore

dell’obbedienza, necessaria al lavoro in fabbrica, mentre quelli della classe

media si concentravano più sull’autodeterminazione. Questo può notarsi

anche in famiglie provenienti da diversi contesti culturali, come nel caso

dei ragazzi coreano-americani (molto più favorevoli a uno stile genitoriale

più invasivo) e di quelli malesiani (tendenzialmente più educati

all’obbedienza e alla cooperazione rispetto alle controparti occidentali).

Altri agenti di socializzazione importanti per un bambino occidentale sono:

• La il primo agente esterno con cui il bambino interagisce a lungo, in cui impara

scuola,

conoscenze culturali che gli saranno utili a trovare un ruolo produttivo nella società.

• I media.

• Il ossia l’insieme di amici e coetanei, con cui il ragazzo interagisce

gruppo dei pari,

sempre più nel processo di crescita, quasi rendendolo un surrogato della famiglia.

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Dettagli
Publisher
A.A. 2025-2026
15 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gaahahah di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Vacca Giuseppina.