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Chi commette un reato lo fa perché si conforma alle aspettative del suo ambiente: ad essere deviante non è
l’individuo, ma il gruppo a cui egli appartiene. Gli individui non violano le norme del proprio gruppo, ma
solo quelle della società generale. La teoria dell’etichettamento: per capire la devianza è necessario tenere
conto anche della creazione e dell’applicazione delle norme, del sistema giudiziario e delle altre forme di
controllo sociale. Lemert afferma che sia il controllo sociale a dare luogo alla devianza; Becker sostiene che
la devianza sia una conseguenza dell’applicazione di norme e di sanzioni da parte di altri nei confronti di un
“colpevole”, al quale l’etichetta di deviante è stata applicata con successo, quindi un comportamento
deviante è un comportamento che la gente etichetta come tale. Lemert distingue tra devianza primaria e
secondaria: con la prima espressione ci si riferisce a quelle violazioni delle norme che hanno agli occhi di
colui che le compie un rilievo marginale e che vengono di conseguenza presto dimenticate; si ha devianza
secondaria quando l’atto di una persona suscita una reazione di condanna da parte degli altri, che lo
considerano un deviante e questa persona riorganizza la sua identità e i suoi comportamenti sulla base delle
conseguenze prodotte dal suo atto. La teoria della scelta razionale: i sostenitori della teoria della scelta
razionale considerano invece i reati come il risultato di un’azione intenzionale adottata attivamente dagli
individui. Secondo questa teoria, coloro che si dedicano ad un’attività illecita non sono sostanzialmente
diversi dagli altri: chi compie un reato lo fa perché si attende benefici maggiori rispetto a quelli che avrebbe
se investisse il suo tempo in attività lecite. Chi trasgredisce la legge va incontro a vari tipi di costo: costi
esterni pubblici: sono dati dalle sanzioni legali inflitte dallo stato e dalle conseguenze negative che queste
hanno sulla reputazione sociale. Costi esterni privati: sono i cosiddetti costi di attaccamento che derivano
dalle sanzioni informali degli altri significativi dalle loro critiche, dalla loro condanna. Costi interni: nascono
dalla coscienza che fa provare al trasgressore sensi di colpa e di vergogna.
Forme di criminalità: l’attività predatoria comune: con questa espressione ci si riferisce a quell’insieme di
azioni illecite condotte con la forza o con l’inganno per impadronirsi dei beni mobili altrui che compiono un
contatto fisico diretto fra almeno uno di coloro che compiono l’azione e una persona o un oggetto. Tra
questi reati troviamo quelli compiuti di nascosto con il raggiro e quelli commessi con la violenza. Questi
sono diversi tra loro per la gravità e per la severità delle sanzioni che la legge commina a chi li commette,
per la loro redditività, per il tipo di forma associativa che incoraggiano fra i soggetti attivi e per il grado di
complessità della divisione del lavoro fra loro. Gli omicidi: la più importante distinzione da fare è fra
omicidio colposo e doloso. Il primo è quello non voluto dall’agente e che si verifica a causa di negligenza,
imprudenza, imperizia o inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline. Doloso viene chiamato
l’omicidio di chi agisce con la volontà di uccidere. Quest’ultimo viene a sua volta distinto in premeditato e
occasionale. Mutamenti nel tempo degli omicidi: Elias parla di processo di civilizzazione: durante periodi di
profonda insicurezza e confusione, come il Medioevo, il tasso di omicidi era alto, poiché vi era una pluralità
di poteri sovrani in concorrenza e in lotta fra loro. Il tasso di omicidi inizia a calare con l’instaurazione del
monopolio della violenza legittima da parte dello Stato. L’aumento di omicidi nei periodi post-bellici è stato
individuato in base a tre teorie: fattori di disorganizzazione sociale, cioè la perdita della casa, rapidi e
imponenti spostamenti migratori, rottura dei matrimoni, disgregazione delle famiglie; fattori di natura
economica, in virtù della scarsità di beni e disoccupazione; legittimazione della violenza fornita dal governo
durante la guerra. L’ultima spiegazione ha trovato maggiore sostegno nei risultati delle ricerche condotte. I
reati dei colletti bianchi: sono i reati commessi da una persona rispettabile e di elevata condizione sociale
nel corso della sua occupazione. Ci sono due gruppi di tali delitti:
- reati nell’occupazione, commessi da individui nello svolgimento del loro lavoro per ricavarne un
vantaggio personale, essi sono: insider trading: speculazione sui titoli di una società attuata da chi
dispone di informazioni riservate, in quanto socio di tale società o per ragioni di ufficio;
concussione: abusando dei suoi poteri, un pubblico ufficiale induce qualcuno a dare del denaro a lui
o ad un’altra persona; corruzione: abuso di potere di un agente pubblico al fine di trarne vantaggi
personali, siano essi di natura monetaria o riguardanti il potere o lo status; tangente:
comportamento illecito fornito in cambio di un pagamento monetario; appropriazione indebita:
furto di risorse da parte di coloro che hanno la responsabilità di amministrarle; frode: reato
economico implicante truffa, inganno, falsificazione deliberata, manipolazione o appropriazione
dell’informazione; estorsione: denaro, favori o risorse ottenuti utilizzando la violenza, la coercizione
o il ricatto; favoritismo: abuso di potere implicante una distribuzione delle risorse corrotta, quindi
una violazione dell’efficienza allocativa; nepotismo: forme speciali di favoritismo dove le decisioni
sono distorte in favore dei membri della propria famiglia o del proprio clan;
- reati di organizzazione, compiuti in nome e per conto di un’organizzazione, essi sono: frodi di vario
tipo commesse da aziende private o pubbliche; quelli che mettono a repentaglio la salute e la vita di
milioni di cittadini.
La criminalità organizzata: è un insieme di imprese che forniscono beni e servizi illeciti e che si infiltrano
nelle attività economiche lecite. Il tipo di beni e servizi illeciti forniti varia a seconda dei Paesi, mentre
l’infiltrazione nelle attività legittime avviene costringendo con la forza le imprese ad azioni che non
compirebbero. Le varie organizzazioni criminali che operano nel mondo hanno strutture interne diverse: la
Yakuza giapponese si avvicina al modello organizzativo formale, mentre in Cosa Nostra le relazioni di
parentela conservano una notevole importanza. Il reclutamento dei membri dell’organizzazione è basato
spesso su criteri molto selettivi e avviene attraverso un rito di iniziazione.
Gli autori dei reati e le loro caratteristiche: la classe sociale: tra classe sociale e criminalità non vi è alcuna
relazione o ve ne è una assai debole; la relazione tra classe sociale e tendenza a violare una norma è tanto
più forte quanto più è grave il reato. Il genere: in tutti i Paesi è molto più probabile che sia un maschio
piuttosto che una femmina a violare una norma penale. Quanto più il reato è grave, tanto più è facile che a
compierlo sia un uomo. A partire dagli anni Settanta la criminalità femminile è aumentata molto più di
quella maschile: secondo alcuni, e questa è la tesi che trova maggior conforto nei dati, questo è avvenuto
solo nell’ambito dei reati contro il patrimonio ed è dovuto alle grandi trasformazioni che vi sono state
nell’economia e nella società, le quali hanno creato nuove occasioni di illeciti penali. L’età: Quételet riuscì a
ricavare dai suoi dati una vera e propria legge di sviluppo della tendenza al crimine, che valeva per tutti i
Paesi europei: questa tendenza cresce molto rapidamente verso l’età adulta, raggiunge un massimo e in
seguito decresce lentamente fino agli ultimi anni di vita. La tendenza a violare le norme penali varia molto a
seconda della fase del ciclo di vita. Inoltre, i dati di cui disponiamo fanno pensare che nei Paesi in via di
sviluppo l’età a cui si rubò o si uccide sia un po’ più elevata che in quelli industrializzati.
Devianza e sanzioni: in ogni società la conformità alle norme viene mantenuta attraverso l’uso o la minaccia
di sanzioni. Oltre che negative o positive le sanzioni possono essere formali o informali, severe o lievi.
Vengono dette formali quelle comminate da gruppi o organi specializzati (polizia, magistratura) ai quali è
stato affidato il compito di assicurare il rispetto delle norme. Informali sono invece quelle spontanee o poco
organizzate provenienti dai familiari, gli amici, i colleghi di lavoro, i vicini, i conoscenti. La severità delle
sanzioni dipende fra l’altro dalla gravità dell’infrazione commessa: se una persona viola il diritto penale, si
dice che commette un reato. Se invece non rispetta le altre leggi, si parla di illecito civile o amministrativo.
Per il reato è prevista una pena, cioè una sanzione che può limitare la libertà personale dell’individuo. Nel
caso invece degli altri illeciti giuridici, la sanzione incide prevalentemente sul patrimonio di chi li ha
commessi. Sistemi di punizione: fra le varie società vi sono state grandi differenze per quanto riguarda il
tipo di sanzioni usate contro i trasgressori delle norme. In alcune comunità vigeva il sistema della faida,
ossia la vendetta da parte della vittima del reato o della sua famiglia nei confronti del reo; nel diritto
romano si seguiva il principio del taglione. I trasgressori della legge sono stati puniti con sanzioni pecuniarie,
l’espulsione dalla comunità, pene corporali, tortura o con la pena capitale. In passato l’esecuzione della
pena di morte avveniva di solito in pubblico, con un cerimoniale preparato con grande sapienza e
richiamava enormi masse di persone. Nel Settecento gli Stati europei hanno iniziato ad abolire la tortura,
fino ad allora molto diffusa (primi Paesi: Inghilterra e Scozia). Il numero dei mezzi impiegati per uccidere un
condannato si è ridotto: negli ultimi due secoli i più usati sono stati la ghigliottina, l’impiccagione, la
fucilazione, la sedia elettrica e la camera a gas. In molti Paesi la pena di morte è stata abolita (1826:
Finlandia; Italia: 1889 dal codice Zanardelli, reintrodotta nel 1926, abolita nel 1948), ma è ancora in vigore in
57 Paesi, tra cui Stati Uniti, Giappone, India e Cina (dove le esecuzioni sono ancora pubbliche). Il carcere
come strumento per colpire i trasgressori è stato introdotto in Europa nella seconda metà del Settecento e
si è affermato pienamente nel XIX secolo.
CAPITOLO 9 – SCIENZA TECNICA
Scienza e tecnica nelle società premoderne: la scienza è quell’attività umana orientata in modo primario