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capitolo 1 “informazione e comunicazione”

Prima di affrontare argomenti più complessi, è necessario intendersi sui concetti di base. La comunicazione, in generale si distingue in tre branche: quella interpersonale, quella di massa e quella online → tutto è comunicazione = necessità di definire cosa si intende esattamente con i termini “informazione” e “comunicazione”

l’informazione: “una differenza che produce una differenza”. Gran parte dei problemi che occupano il nostro tempo quotidiano ha a che fare con l’informazione: trovare le informazioni che ci servono, organizzare quelle che già si è in possesso, riconoscere le informazioni giuste e quelle sbagliate, evitare che informazioni pericolose che ci riguardano cadano in mani sbagliate, proteggere i diritti sulle informazioni e non per ultimo riflettere lotterie affinché tutti gli abitanti del pianeta possano accedere alla stessa quantità di informazioni. L’informazione, in generale è la base per un processo o un servizio; serve a far comprendere, standardizzare il messaggio e ad elaborare i sistemi quantitativi → quantificare l’informazione (capire data/trattare l’informazione) e sistemi qualitativi → separa la sua componente di contenuto di significato.

Contestualizzazione → se non collocati nell’informazione con una precisa valenza sociale, storico e locale che essa acquista significato (cruciale quando si risconora con noi) es. scritture geroglifica “svelata”

  • in una comunicazione, esiste il passaggio o trasmissione di messaggi o informazioni; esiste una teoria matematica della comunicazione →
  • l’emittente che elabora il messaggio
  • l’apparato trasmittente che codifica il messaggio
  • il canale attraverso il quale il messaggio viaggia → disturbo che danneggia la comunicazione
  • l’apparato ricevente che decodifica il messaggio
  • il ricevente che riceve l’informazione

Questa teoria, chiamata anche “teoria del pacco postale” fu elaborata da un ingegnere americano [info: oggetto da portare da un luogo ad un altro] → limite di questa concezione teorica è chiaro: si centra particolarmente sulla trasmissione e non sull’interpretazione del messaggio.

Esistono altre dimensioni da tenere presente, dato che la comunicazione è un flusso continuo, diverso da una “consegna di pacchi”

  • la sintassi che si occupa dei singoli elementi o parole che vengono combinati
  • la semantica che si occupa della relazione codice-elementi formati dal codice
  • la pragmatica che si occupa della relazione codice-effetti che esso produce

Modellizzazioni più complesse di quelle di Shannon

  • il modello cibernetico, elaborato negli anni ‘50, che introduce l’importanza del feedback, meccanismo di reciprocità (veloce) →
  • il modello semiotico, elaborato intorno agli anni ‘70, che introduce l’importanza dei meccanismi interpretativi e della trasformazione dell’informazione → visione significato: ruolo che comunicazione diventa quindi co creazione e condivisione di nuovi significati: ruolo attivo di ricevente → condivisione funzionale con il mittente, hanno pari importanza nel processo comunicativo.

Comunicazione=condivisione (non sempre intenzionale): 2 approcci

  • secondo il primo degli assiomi della comunicazione elaborati dagli studiosi americani dalla scuola di Palo Alto → è impossibile non comunicare (anche i gesti sono

comunicazione) perciò essa si sviluppa tanto in una sfera intenzionale che non intenzionale; l'intenzionalità non conta perché tutto è comunicazione

★ secondo la sociologia drammaturgica la comunicazione si sviluppa solo in una sfera di intenzionalità (gestita da chi sta comunicando) laddove c’è l’intenzionalità l’informazione diventa comunicazione. Vengono anche distinti due livelli: quella in senso stretto e quella in trasparenza (entrambe intenzionali)

La comunicazione interpersonale è fatta di elementi verbali e non verbali. I primi ovviamente costituiscono il linguaggio umano=referenziale (racconta qualcosa a differenza del linguaggio animale) e numerico (formati da segni e simboli condivisi).

  • Significante (= mezzo usato per veicolare il significato [suono]) ✶ simbolico verbale o scritto nel concetto, qualitativo ✶ segno, quantitativo
  • Significato (= contenuto che si cela dietro al significante e che deve essere interpretato [sonoro o scritto]) ✶ simbolico, qualitativo ✶ segnaletico, quantitativo

L’unione di questi due elementi formano le parole, che combinate fra loro danno luce ai messaggi: il linguaggio ci distingue da tutte le altre specie ed è la premessa per tutti gli altri mezzi di comunicazione. A loro proposito, le parole non definiscono solo il modo in cui l’individuo parla del mondo, ma come pensa e come relazione umana vengono sempre contestualizzate e mai a priori come nella mente. Le parole infatti hanno una rilevanza sia sociale che non sociale nel senso che si parla di un aspetto conoscitivo e valoriale che svela caratteristiche socio-culturali.

Parlare sottintende

  • un pensiero a monte
  • un’azione a valle

Teoria degli atti linguistici=

  • gli atti locutori sono semplicemente ciò che viene detto
  • gli atti perlocutori sono le reazioni di coloro che ascoltano le parole
  • gli atti perlocutori sono gli effetti sociali e vincolanti che scaturiscono dalle parole

La comunicazione verbale produce innovazione linguistica [Saussure=langue (lingua formale, codice grammaticale fatto di regole implicite conosciute e condivise socialmente) e parole (lingua parlata)] livelli linguistici diversi, ma che comunicano, si influenzano vicendevolmente] infatti si parla in virtù di una lingua codificata, ma allo stesso tempo si modifica, introducendo contaminazioni linguistiche la lingua viene parlata anche nelle situazioni più semplici e quotidiane, e si mantiene viva con tutte le sfumature che gli vengono conferite.

La mobilità della parola ha e a lungo andare effetti di retroazione sulla langue, che viene riconcepita a distanza di modalità.

Elementi non verbali fanno a meno delle parole ma sono un linguaggio molto ricco

  • gesti
  • sguardi
  • gestione dello spazio
  • pause
  • consisteva in segni con significati precisi
  • razionalizzava il linguaggio
  • pittogrammi (→ Egitto/Mesopotamia = icone che rappresentano oggetti: toro ) - ideogrammi (icone che rappresentano idee: toro o forza ) entrambi sistemi analogici - scrittura alfabetica
    • i primi furono i Fenici, che inventarono un sistema in cui ad ogni simbolo corrisponde un suono: t o r o; mettendo insieme tanti suoni si formano parole → si ha il passaggio da una comunicazione analogica a una comunicazione numerica! MA era composta solo da consonanti: le vocali erano pronunciate, ma non scritte
    • i Greci inventarono le vocali scritte
    • i Latini razionalizzarono l’alfabeto greco: 20 caratteri che poi subirono aggiunte (oggi ne conosciamo 26 con le lettere straniere)

Da questo momento nasce la storia della comunicazione di massa, che segna una svolta centrale in ambito culturale: cambia il senso privilegiato: da udito → a vista. Leggere consente di approfondire, anche autonomamente, un contenuto più preciso e sintetico rispetto a un discorso orale ripetuto (riordonnanza) e usa più o meno sempre le stesse frasi. Un discorso orale è quantitativo e paratattico (che presuppone l’utilizzo quasi esclusivo di una frase semplici una dietro l’altra). Un discorso scritto ha un valore più in specificazioni, senza ripetizioni: è qualitativo e ipattatico (cioè presuppone proposizione principale + incidentali + subordinate) → modernizza la parola e autonomizza la cultura. A questo proposito, una svolta centrale è l’invenzione dell’industria culturale con il primo mezzo di comunicazione di massa = stampa a caratteri mobili

  • democratizza il libro
  • velocizza e semplifica la scrittura e la comprensione
  • più economico
  • libri si portano dappertutto

Già agli albori di questa innovazione fondamentale di Johann Gutenberg, gazzette e almanacchi a stampa si producono in larga quantità

  • prende il via il dibattito culturale su temi di interesse comune con l’ampliamento dell’opinione pubblica
  • nascono le letterature nazionali
  • la cultura diventa fruibile a chi prima ne era totalmente estraniato
  • nascono le prime librerie e stamperie

Tuttavia la cultura era ancora molto vincolata all’oggetto fisico, il libro, che doveva essere trasportato come una merce: la comunicazione andava portata a destinazione insieme al suo supporto; ciò cambia con i primi mezzi di telecomunicazione, prima privati e poi pubblici, grazie ai quali il supporto fisico si sostituisce ad un’infrastruttura → cavi, uffici, operatori → informazione fruibile ovunque e in qualsiasi momento.

  • Il primo mezzo di telecomunicazione privato è il telegrafo, a cui poi segue il telefono, mentre il primo mezzo di telecomunicazione di massa = 1920: radio
  • anche chiamata “telegrafia senza fili” permette una comunicazione broadcast, cioè senza destinatario preciso e senza ritorno

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Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gloria_Marchitelli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Grifone Baglioni Lorenzo.
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