Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 16
Slides Didattica delle lingue straniere Pag. 1 Slides Didattica delle lingue straniere Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Slides Didattica delle lingue straniere Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Slides Didattica delle lingue straniere Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Slides Didattica delle lingue straniere Pag. 16
1 su 16
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

VALORI

Questa sezione descrive i valori che i docenti di lingue in formazione dovrebbero imparare a promuovere durante e attraverso il proprio insegnamento linguistico.

CORSO - Focalizzazioni su: il soggetto che apprende, l'oggetto di apprendimento e le pratiche di insegnamento.

Che cosa significa saper insegnare una lingua? Orientare l'apprendimento, guidare un compito cognitivo e sociale, in modi coerenti e in tempi adeguati, per renderlo più agevole.

How languages are learned

This book begins with a chapter on language learning in early childhood. This background is important because both second language learning and second language teaching have been influenced by our understanding of how children acquire their first language. (Spada, Lightbown, 2013 [1999])

Verso una nuova lingua...

• i requisiti già dati:

- la lingua madre: non decidiamo di apprenderla né possiamo non apprenderla; non possiamo decidere intenzionalmente di non capirla; non possiamo dire

di nonappartenervi; non possiamo dire che non la conosciamo; non possiamo conoscere altrelingue se non a partire da quella che ci ha reso animali di parola. (U.Morelli,recensione a C. Rovelli, L’ordine del tempo, doppiozero.com, 10-6-17).

le lingue straniere/seconde non sono oggetti del tutto sconosciuti; il loro studio implicasempre:

  • rapportarsi alle abilità cognitive e linguistiche nella propria L1
  • un “dialogo” continuo tra la L2 e la L1/le altre L2/il repertorio linguistico di partenza

Abilità cognitive e linguistiche nella L1 (es. per un adolescente)

Es.: il concetto di numero; l’atto del domandare

es.: il concetto di tempo- tappe dell’elaborazione cognitiva del concetto: prima e dopo; estensione temporale degli eventi/stati/azioni- tappe dell’elaborazione delle categorie linguistiche con cui nella L1 si esprime il tempo; in italiano: diversi elementi lessicali (avverbi, preposizioni, nomi) e la grammatica verbale (flessione

temporale); Es.: l'acquisizione della deissi = del meccanismo di dipendenza di elementi linguistici dal contesto di occorrenza (adesso, qui, io): "Ha detto che arriva qui, adesso" Nell'apprendimento di una L2: i presupposti cognitivi di base sono già presenti. Differenze fondamentali tra acquisizione della L1 e della L2 Differenze qualitative e quantitative tra acquisizione in età infantile della L1 e acquisizione in età adulta (o post-infantile) di una L2 - maturità cognitiva/ precedenti conoscenze linguistiche - situazione di necessità comunicativa (>motivazione) - quantità di informazione linguistica: input Le prime parole in L1 Le prime parole comprese e prodotte dal bambino (periodo del lessico emergente): - nomi di persona (mamma, papà, nonno ecc.) e oggetti circostanti (palla, macchinina) - parole legate a routine quotidiane (ciao, brutto, no, sì) - predicati uso

generalizzato di una stessa parola per referenti diversi (es: pappa per l'azionedel mangiare e per i diversi cibi)

l'adulto la interpreta diversamente (come nome o come verbo) a seconda del contesto specifico in cui il bambino la usa

"la glossa delle madri"

Sviluppo della competenza linguistica in L1

sviluppo lessicale e, in parallelo, un graduale processo di de-contestualizzazione

passaggio progressivo da un uso limitato di parole, in situazioni ritualizzate, ad un uso referenziale e poi a un uso simbolico delle parole

Gradualità del processo di apprendimento

  1. accorgersi della struttura
  2. analizzarla/capirla
  3. usarla in contesti controllati, familiari
  4. usarla in contesti spontanei, innovativi

Fasi operative nella didattica

  1. osservazione guidata
  2. pratica limitata (riconoscimento, combinazione)
  3. pratica più complessa (esercizi di sostituzione, produzione controllata)
  4. produzione libera, in condizioni complesse

Ipotesi

  1. Ipotesi interazionista: analisi non solo dell'interlingua ma di tutti l'input a cui è esposto l'apprendente. L'interlingua è modellata dall'interazione: analisi discorsiva, non di enunciati isolati; analisi di costruzioni verticali. Il ruolo dell'interazione nello sviluppo dell'IL: positivo (per il ricorso al contesto, ai mezzi discorsivi e pragmatici; uso della paratassi); negativo (non viene favorita l'acquisizione di micro-elementi linguistici).
  2. Ipotesi ambientalista: fattori esterni, extralinguistici fattori micro-sociali (l'input e l'interazione, l'input e la comprensione) modello di Long fattori macro-sociali (modello di Schuman)
  3. Orientamento socioculturale nello studio dei processi di apprendimento: un'altra articolazione dei modelli teorici (Chini 2005): innatisti, cognitivi, cognitivo-funzionali, ambientalisti.

Il concetto di competenza comunicativa (Hymes): dalle unità minime, gli atti linguistici a unità più ampie: sequenze/concatenazioni di frasi, modi in cui vengono contestualizzate. L'uso linguistico nelle pratiche comunicative (grammaticalmente corretto vs comunicativamente appropriato).

Acquisizione e interazione: il livello micro-sociale. L'ipotesi interazionista (Long): il focus è sulle modalità interazionali e linguistiche che rendono l'input comprensibile, sulle strategie comunicative adottate - modifiche della struttura della conversazione nelle interazioni fra nativo e non nativo - domande di conferma e chiarimento - ripetizioni - controlli della comprensione - parafrasi, sequenze di negoziazione del significato.

Strategie comunicative: dei parlanti non nativi/apprendenti (strategie di elusione, di conseguimento); dei parlanti nativi (foreigner talk o varietà semplificata).

Interagire in una L2: Introduzione di nuovi argomenti.

(il ruolo delle domande – aperte/si,no) coesione (il ruolo della ripetizione lessicale) la negazione del significato, la verifica della comprensione

La negoziazione del significato: interventi sulla lingua stessa che mostrano come gli interlocutori definiscono le loro risorse e non soltanto le sfruttano nel processo di enunciazione, osservabile come un'appropriazione contestuale della lingua.

Foreigner talk: varietà semplificata di una lingua che alcuni parlanti nativi adottano nel rivolgersi a parlanti non nativi. Forme semplificate, rendere più comprensibile l'enunciato. Fattori di distanza: dominazione sociale, tipo di integrazione, chiusura, coesione, dimensione, congruenza culturale, atteggiamento, progetto migratorio.

Lezione 8/04/2020

L'acquisizione della L1

Approcci teorici diversi; caratteristiche principali su cui vi è un ampio accordo: L'acquisizione della lingua materna si realizza: in modo naturale e in tempi relativamente rapidi in

tutte le lingue;

- in una serie di tappe di sviluppo che si susseguono secondo un certo ordine, pur tenendo conto di una variabilità interindividuale tra soggetti (nei tempi, nelle strategie di apprendimento, ad es.).

Verso la L1

  • Comunicazione > alla parola
  • Significati > alle forme
  • Oggetti circostanti > al nome degli oggetti
  • ciò che gli altri intendono dire – (lingua compresa nella situazione)
  • ciò che dicono – (lingua compresa nella sua strutturazione)

Prima di imparare a parlare il bambino impara a comunicare: comprende che il suo comportamento ha effetti sull’interlocutore. Comunicare vs parlare (linguaggio non verbale).

La comunicazione non verbale

I gesti sono una risorsa potente per i parlanti, nel negoziare il loro mondo sociale. Anche i gesti più casuali, estemporanei, i movimenti più effimeri che accompagnano il discorso veicolano significati, e non c’è tradizione linguistica in cui

i gesti siano assenti. (Gesture, Haviland, 2004)

Nell'acquisizione della lingua: grammatica e pragmatica

il bambino impara a comunicare linguisticamente:

  • apprende le regole formali
  • apprende le regole (regolarità) pragmatiche

sviluppa gradualmente:

  • una competenza linguistica
  • una competenza pragmatica

Errori tipici, evolutivi nell'apprendimento dell'italiano L1:

  • prendo la gustina per fare la camomilla
  • il lamporale
  • andiamo al cimena
  • ci sono le formicole
  • non dicere così
  • spreferito
  • mi aiutimi

Nell'italiano L2:

  • la problema
  • dicete

[Grammatica e pragmatica] una duplice prospettiva di studio della lingua

L come sistema formale: conoscere il funzionamento del sistema (grammatica)

L come uso: esprimere messaggi comunicativi (pragmatica), importanza dei parametri contestuali: l'argomento, i destinatari, lo scopo comunicativo, la situazione ...

[La pragmatica] si occupa:

  • ...

della distanza fisica e sociale tra gli interlocutori • del contesto • dell’uso dellinguaggio • del significato nelle interazioni sociali • di ciò che un parlante comunica(al di là di ciò che dice), del significato implicito delle sue parole

Seven ways of looking at language: phonetics (sound) – syntax (form) – semantics(meaning) – language interaction (communication) – language variation (identity) –language change (history) – the signification of writing (symbol)

Esempi di tipi di significati (oltre il significato letterale delle parole).

Tappe dello sviluppo comunicativo nella lingua materna

Competenza puramente linguistica e competenza interazionale: • evoluzione delleforme linguistiche • evoluzione delle dinamiche conversazionali

La conquista delle parole e la conquista dei metodi (“etnometodi”) con cui si generanosistemi di comprensione reciproca e coordinazione nell’interazione.

(A. Fasulo, 1999) La comunicazione pre-verbale

Fenomeni significativi per lo sviluppo delle abilità comunicative già nei primi mesi di vita:

  • azione del bambino (pianto, vocalizzi, sorrisi) > reazione dell'adulto (madre o caregiver)
  • capacità costruttiva della reazione > processo tramite il quale inizia a costituirsi la "persona sociale"
  • coordinazione diadica > proto-dialogo (nell'allattamento)

L'interazione-matrice:

  • proto-dialogo (nei primi mesi) (Kaye 1989)
  • sintonizzazione multimodale (Stern)
  • la ripetizione di strutture interattive o format (Bruner 1975)

La struttura dialogica dell'interazione è una matrice che precede e modella la successiva comunicazione verbale. (Fatigante 2001)

La comunicazione pre-verbale, nascita della:

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
16 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/02 Didattica delle lingue moderne

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marygiovy_1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica delle lingue moderne e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Pugliese Rosa.