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La trasformazione della Lega Nord

- VERTICALIZZAZIONE DELLA STRUTTURA DEL PARTITO; - AGENDA-SETTING: abbandono della tradizionale battaglia secessionista (con eliminazione della parola "Nord" dal simbolo) a favore dei temi classici della destra nazionalista: la crisi economica, l'euroscetticismo, protesta antisistemica, paura sui flussi migratori "incontrollati"

I rapporti tra Salvini e Berlusconi

La Lega ha sempre giovato dall'alleanza con l'uomo di Arcore, ma col successo del 2018, Salvini è riuscito in qualche modo a mettere per la prima volta in discussione la leadership di Berlusconi alla guida della coalizione di centro-destra, anche a causa dei problemi politici e dell'incandidabilità di quest'ultimo. Tuttavia, finché era vivo il presidente di Forza Italia, la Lega otteneva consensi anche grazie al carisma e allasimpatia politica che alcuni elettori avevano per Berlusconi e per questo Salvini non si è mai permesso di sostituirlo.completamente come leader del centro-destra

MAPPA DEGLI ELETTORI LEGHISTI NEGLI ANNI:

  • 1990: elettori di centro-destra, qualche elettore ex democristiano;
  • 2001: elettori di destra, qualche elettore reduce di Alleanza Nazionale;
  • 2013: elettori di destra radicale

CARATTERISTICHE DELLA LEGA DI SALVINI:

  • ESTREMA DESTRA;
  • XENOFOBIA;
  • COMUNICAZIONE POLITICA E SOCIALE VIOLENTA;
  • LOCALISMO E CHIUSURA VERSO L'ESTERNO;
  • EUROSCETTICISMO;
  • TENDENZE ALL'AUTORITARISMO;
  • POPULISMO;
  • NAZIONALISMO;
  • SOVRANISMO CATTOLICO;
  • ANTI-SYSTEM: anche se le istituzioni politiche le frequenta da oltre dieci anni, dapprima al fianco dei governi di Berlusconi, tuttavia, mantiene un connotato anti-sistema, che è stato messo in discussione solo a seguito degli scandali del 2012 e che Salvini sta cercando di sanare con un'intensa opera di moralizzazione

L'ATTORE CHALLENGER - IL MOVIMENTO 5 STELLE: come il M5S, condivide un connotato anti-establishment, che mira a catturare fasce di elettorato

ha saputo colmare. La sua ascesa al potere è stata rapida e decisa, grazie alla sua abilità nel comunicare con le masse e nel capitalizzare sul malcontento diffuso. Salvini ha saputo sfruttare le paure e le insicurezze della gente, promettendo di difendere gli interessi italiani e di combattere l'immigrazione. La sua retorica populista e nazionalista ha trovato terreno fertile in un'epoca di crisi economica e di crescente polarizzazione politica. Tuttavia, la sua leadership è stata anche oggetto di critiche, sia per il suo stile autoritario e divisivo, sia per le sue politiche xenofobe e anti-europeiste. Nonostante ciò, Salvini è riuscito a consolidare il suo potere all'interno del partito, diventando il volto più riconoscibile della Lega Nord e uno dei principali attori della scena politica italiana.

è riuscito a colmare (perché troppo impegnato a sfruttare questa nuova posizione da segretario per motivi individuali come la candidatura a presidente della Lombardia)

SALVINI, L’INNOVATORE:

Salvini è stato un innovatore per la Lega soprattutto per quanto riguarda il lato della comunicazione (sfruttando i social, impiegando consulenti d’immagine per curare le sue dichiarazioni e utilizzando il “linguaggio comune” per parlare agli elettori) che dell’agenda-setting (abbandonando progressivamente il tema della secessione della Padania e abbracciando una nuova linea nazionalista italiana, xenofoba ed euroscettica). Tuttavia, Salvini non è un homo novus della politica e per due terzi della sua vita ha sempre ricoperto cariche politiche

LA RIVOLUZIONE DEL BUONSENSO:

l’asse portante della campagna del 2018 è stato il “buonsenso”, una banalità che diventa ideologia, proposte che sono solo apparentemente “normali”

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“luoghi comuni”che coinvolgono: l’anti-immigrazione e il razzismo latente. Queste proposte fannopresa in un periodo di grave crisi di legittimità e sfiducia democratica e la Legasembra diventare fonte di autorità, non solo per il Nord, ma anche per il Sud che dazavorra diventa una componente del partito ma subalterna (che continua ad esserediscriminata di fatto dal programma politico salviniano: la flat tax aumenterebbeancora di più la differenziazione tra aree deboli e forti del Paese)

IL PARTITO SI FA VERTICALE:per istituzionalizzazione di un partito si considera la sopravvivenza del partito allamorte politica del capo (in questo caso Bossi). Il regime “bossiano” era totalitario econtrollava carriere e candidature, ma allo stesso tempo si basava molto sull’attivismoe poteva contare varie sezioni di partito sparse per il Nord Italia. Al contrario, laleadership di Salvini si basa sul suo potere autoritario (similmente a quanto

Accaduto nella transizione all'interno di Front National tra Le Pen padre e Le Pen figlia), ha verticalizzato l'assetto governativo, riducendo (anche per questioni economiche) in maniera significativa il numero di sezioni (-69%). La sua leadership si basa più che sul suo carisma, sulla sua popolarità, acquisendo apprezzamenti anche da parte di elettori di Forza Italia e Fratelli d'Italia. Inoltre, si è anche assicurato di annichilire l'opposizione interna per fortificare la sua immagine (Maroni è stato cacciato insieme a Tosi, si è acquisito i favori di Fontana e Zaia candidandosi a ruoli di presidenza regionale), oltre a cercare di "moralizzare" il partito per ripulirlo dagli scandali che hanno travolto Bossi (es. relegare la presidenza a un modo di fare della "vecchia politica", definire la dicotomia tra "noi/loro", "presente/passato", "buoni/cattivi")

LA POPOLARITA'

DELLA PERSONA DI SALVINI: Salvini è riuscito a sbancare anche nel Centro-Sud per quanto riguarda le preferenze personali: tra le prime trenta province in cui sembra essere popolare come capo partito e candidato alla presidenza del Consiglio ci sono Cagliari (56%) e Chieti (35%), appaiata a Milano. Questo sta a significare che la verticalizzazione del partito e il focus sull'autorità del capo ha comportato una maggiore popolarità verso Salvini che verso la Lega in generale ALTRI CAMBIAMENTI NEL PARTITO CON LA SEGRETERIA SALVINI: - FINANZIAMENTO: diminuito il finanziamento tramite tesseramento, ma aumentato il finanziamento all'esterno tramite il contributo delle persone fisiche e giuridiche e al 2 per mille; - CAMBIO PROFILO SOCIO-DEMOGRAFICO CANDIDATI: sono in media meno giovani (meno ricambio interno al partito), più istruiti e c'è un appaiamento tra uomini e donne; - APPUNTAMENTO DI PONTIDA: storico appuntamento dove si festeggiava insieme ai

Membri del partito, voluto fortemente da Bossi, è stato mantenuto in nome della continuità, ma gli si dà meno enfasi rispetto al passato perché collegata alla figura dell'ex segretario, travolto dagli scandali giudiziari e perciò demonizzato da Salvini nel suo processo di moralizzazione del partito. Ugualmente miti e riti tipici del partito vengono rispolverati solo in prossimità delle elezioni, per serrare i ranghi e mostrarsi più compatti.

I RAPPORTI COL CENTRO-DESTRA: i rapporti politici più prolifici sono sempre stati con Berlusconi (anche perché in una prima fase Bossi affermava che con Alleanza Nazionale - antenata di Fratelli d'Italia - lui non ci avrebbe mai avuto a che fare). Dal 1996, la Lega abbandona la sua collocazione di centro per spostarsi progressivamente sempre più a destra, fino ad aggiungere l'estrema destra già con Bossi nel 2001, per distinguersi dal conservatorismo di Forza Italia.

Per evitare che quest'ultima potesse "fagocitarla". Nella scala di posizioni che va da 0 (massima sinistra) a 10 (massima destra) il partito si è spostato di una posizione in dieci anni (6,8 nel 2001 e 8,2 nel 2018), arrivando a scalzare Fratelli d'Italia come ruolo di garante per la galassia neofascista. Questo è confermato anche dalle alleanze internazionali strette dal partito di Salvini (vicinanza a Le Pen e al gruppo di Visegrad in Europa e Trump e Putin al livello mondiale) e dall'accentuazione della critica antieuropeista e anti-immigrati, tipica dei partiti di estrema destra.

TRANSIZIONE NELLA LEADERSHIP: applicando il principio di Linz sui regimi totalitari e quelli autoritari, si potrebbe paragonare la leadership di Bossi ad un regime totalitario (come l'URSS), dove nonostante la "morte" del capo politico è possibile la permanenza del partito perché si basa sull'ideologia e non solo sulla figura carismatica.

del capo. Invece, il "regime" salviniano è di tipo autoritario perché ha snaturato l'originaria ideologia del partito (l'indipendenza padana e il secessionismo) e adesso si concentra principalmente sulla figura popolare del suo capo, perciò il declino elettorale e politico di Salvini potrebbe portare alla conseguente definitiva estinzione del partito. Capitolo III - Lega e territorio SALVINI, SENATORE DELLA CALABRIA: la legge elettorale Rosato prevedeva che in caso di candidature in più di un collegio plurinominale, risultava essere eletto il candidato nella circoscrizione in cui ha avuto una prestazione meno buona. Salvini era candidato senatore nel Lazio 1, Lombardia 4, Liguria, Sicilia 2 e Calabria e nella circoscrizione calabrese ha preso meno voti, questo diede adito al pensiero che si fosse radicato al livello nazionale il voto alla Lega. Tuttavia, non si può parlare di radicamento ma piuttosto di nazionalizzazione del messaggio.

“NAZIONALIZZAZIONE”: per “nazionalizzazione” del voto si intende il processo di omogeneizzazioneterritoriale del risultato territoriale. Con la sua nascita, la Lega doveva definire il cleavage con il Sud (in particolare la supremazia del Nord su questa) e l’indice di nazionalizzazione è sempre stato inferiore al 0,50. Con le elezioni del 2018 l’indice si è attestato sul 0,71, molto superiore rispetto al passato, ma per attestare l’effettiva profondità dell’avanzata territoriale, bisogna analizzare la presenza dei voti della Lega su ciascun territorio

LA DEMARCAZIONE CON IL PASSATO: bisogna anche considerare che i voti nel Centro-Sud risultano essere maggiori rispetto al passato perché durante le consultazioni passate il partito non ha presentato i propri candidati in tutte le circoscrizioni d’Italia. Tuttavia, tra il 2013 e il 2018 il baricentro della zona d

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A.A. 2023-2024
13 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

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