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O
Un fatto particolarmente rilevante fu l'espulsione della donna dal mondo del lavoro.
Fino a che il lavoro si svolgeva nella fattoria della casa esse potevano partecipare,
ma quando si diffusero le prime fabbriche con orari di lavoro prolungati esse
dovettero dedicarsi alla cura dei figli e del lavoro domestico.
un processo di divario culturale ed economico tra la condizione dell'uomo
ààIniziò
e quella della donna sfociando nell'emancipazione femminile ancora in corso.
Tuttavia, le imprese erano molto piccole, amministrate dal proprietario senza grandi
capitali.
Solo il settore ferroviario richiedeva una grande coordinazione e notevoli risorse,
tant'è che fu sostenuto dallo stato. )
1950
11850 ✓
rivoluzione industriale: inizio nella seconda metà dell'Ottocento
àSeconda à
quando i costi di trasporto diminuirono (con espandersi ferrovia e navigazione a
÷
vapore) e le informazioni iniziarono a viaggiare rapidamente (telegrafo poi telefono)
Si caratterizzò per i vantaggi delle economie di scala, ossia per i risparmi sui costi
fissi. Ciò necessitava della grande impresa. Affermatasi soprattutto negli Stati Uniti e
-
in Germania, essa seppe contribuire ulteriormente alla formazione di grandi
agglomerati urbani.
La grande impresa necessitava di un'importante raccolta di capitali, a causa elevata
standardizzazione prodotto. Si diffusero rapidamente le banche miste e la borsa.
- -
Le tecnologie di questa rivoluzione furono l'elettricità, il motore a scoppio (utilizza
un derivato del petronio, la benzina), impiegato per le automobili e aereoplano, la
chimica organica e la radio.
Tutte queste tecnologie, diversamente dalla prima rivoluzione industriale
richiedevano livelli più avanzati di istruzione per inventarle e per adoperarle.
diffusero allora corsi di studio in lauree tecniche e nelle università vennero
ààSi
impiantati laboratori di ricerca.
Si diffusero anche i sindacati, soprattutto a livello settoriale in particolare in
Inghilterra e Francia. mmm
must-have
È uno sviluppo discontinuo;
• dopo le innovazioni dell’epoca precedente, il periodo tra le due guerre
vede un rallentamento.
Effettivamente, la tecnologia ridente del caso, degli investimenti e del contesto e in
questo periodo si sviluppo un contesto sfavorevole.
Inoltre, l’Europa vede il fenomeno di invecchiamento tecnologico rispetto agli Stati
Uniti e ciò comporta:
• Assimilazione delle tecnologie americane
• Nuovo ciclo di innovazioni fondamentali
Processo di americanizzazione dello sviluppo tecnologico.
I fattori del progresso tecnico:
• enfasi sulla produttività
specialmente nei paesi occidentali. Invece crescita «estensiva» nei paesi
comunisti
• vasti programmi e finanziamenti statali alla ricerca = militare, spaziale,
sanitaria, agricola...
• nuove strutture di ricerca anche nelle imprese (R&D)
• forti investimenti in capitale umano (brain power):
1. per estendere l’istruzione in orizzontale e in verticale
2. reclutamento di «cervelli» e «camici bianchi» cioè persone dedicate alla ricerca
- - ma
(anche all’estero)
Ma il progresso tecnico non è l’unico fattore determinante allo sviluppo economico.
L’impresa si trasforma, si viene a definire la grande impresa (corporation)
(guarda paragrafo dopo) )
( 1950 - . . .
Terza rivoluzione industriale: inizio nella metà del Novecento e tuttora in corso.
à
Caratterizzata per l'uso delle fonti di energia alternative, come nucleare,
fotovoltaico, idroelettrico, biomasse ecc.; materiali artificiali (plastica e fibre tessili
sintetiche), biochimica (antibiotici, ingegneria genetica) e l’elettronica.
I livelli di istruzione necessari per introdurre nuove invenzioni sono elevatissimi: gli
studi universitari spesso non sono necessari, mentre lo sono il lavoro di gruppo e
centri avanzati di ricerca.
L'elettronica e l'informatica hanno portato mutamenti nel modo di vivere e lavorare
delle persone. L'accentramento attorno a grossi complessi industriali è cessato
poiché è possibile produrre grazie ad impianti decentrati, coordinati l'uno con
l'altro.
I prodotti sono diventati più diversificati e personalizzati.
Un'altra novità è il grande aumento di impiegati nel settore dei servizi a scapito di
quello industriale; il numero di lavoratori dipendenti si è ridotti a favore del lavoro
autonomo (prevalente in epoca preindustriale)
Le grandi infrastrutture hanno perso slancio poiché hanno preso piede infrastrutture
più miniaturizzate che richiedo meno materiali, meno energia e meno lavoro.
La rivoluzione dei computer, delle telecomunicazioni ha fatto fare un salto
all’economia internazionale che sta diventando sempre più globale, ossia
un’economia in cui i confini delle nazioni non contano per imprese: che applicano
delocalizzazioni delle produzioni a seconda conveniente.
Un'impresa valuta i suoi piani di sviluppo e produzione sulla base di convenienze
valutando più paesi; e i prodotti molto complessi sono formati da componenti che
provengono da molteplici località.
Ciò ha coinvolto nell'economia mondiale una serie di paesi in via di sviluppo prima
isolati e lavoratori non abbastanza specializzati nei paesi intermedi a trovarsi senza
lavoro
E ormai evidente che le ripercussioni delle rivoluzioni industriali incidono non solo
su nuovi prodotti o tecnologie, ma incidono nel modo di lavorare, organizzarsi, sulla
speranza di vita, sulle famiglie, sull'organizzazione delle imprese e altro.
2. Forme d’impresa: cooperative e “corporations”
Durante la prima rivoluzione industriale, l'attività produttiva si svolgeva in fabbrica.
Tipicamente di piccole dimensioni, essa veniva gestita dal proprietario del capitale,
che sfruttava i suoi dipendenti con orari di lavoro lunghi e salari insignificanti.
provocò molte reazioni di protesta, con la nascita di sindacati e partiti politici
àCiò
a carattere popolare.
Ma sul piano imprenditoriale prese forma l'impresa cooperativa, una forma di
3.
organizzare il lavoro non legata alla proprietà del capitale, ma un'associazione di
persone che praticavano l'uguaglianza.
(Diffonde soprattutto in Europa alla metà dell’800, ma anche USA e Giappone)
Non è il capitale che conta, ma il socio; in particolare ogni socio; si realizza una
governance e una distribuzione deli utili paritaria, mentre lavoro e capitale vengono
remunerati ai tassi di mercato.
Si registrano diverse società cooperative:
a) Cooperativa di consumo (origine inglese in cui i soci sono i consumatori)
b) Cooperativa di credito (origine tedesca in cui i soci sono i risparmiatori e
investitori)
c) Cooperativa di lavoro (origine francese in cui i soci sono i lavoratori stessi)
d) Cooperativa agricola (origine nord-europea i cui soci sono agricoltori)
e) Cooperativa sociale (origine italiana che comprende lavoratori e destinatari
servizi)
Durante la seconda rivoluzione industriale si affermarono le corporations (grande
imprese).
Si diffusero per prime negli Stati Uniti tra gli anni Sessanta dell'Ottocento e la prima
guerra mondiale.
Lo studioso americano Chandler osserva che la grande impresa si diffuse per
sfruttare le economie di scala, di diversificazione e le economie di rapidità.
economie di rapidità = organizzare un’organizzazione scientifica del lavoro per
àper
evitare le perdite di tempo nei vari passaggi delle lavorazioni.
particolare, Taylor propose un modello di fabbrica basato sulla catena di
o
àIn _
montaggio, dove tutte le lavorazioni da effettuare fossero in linea sequenziale
secondo la migliore procedura e dove i lavoratori fossero fermi a effettuare le
lavorazioni.
Questo processo richiedeva un investimento in impianti programmati = spingeva alla
standardizzazione = MA abbassava i costi unitari di produzione(modello T Ford).
corporation aumentò notevolmente la produttività del lavoro e abbassò i costi
àLa
unitari da spiazzare rapidamente le piccole imprese nei settori dove si potevano
standardizzare i prodotti.
Incentivo delle economie di scala e diversificazione = grande impresa tendenza a
diventare sempre più grande, attraverso integrazione orizzontale, fondendosi, con
altre imprese simili, e verticale, acquisendo imprese a monte e a valle del suo
processo produttivo. CEO
~ di dirigenziale
staff -
mancar
La struttura della grande impresa è organizzata in modo "scientifico" grazie ad una t
complessa gerarchia di manager. Settori
operativi
A capo si trova l'amministratore delegato (CEO) e sotto di lui si trova uno staff
dirigenziale (suddiviso in capo ufficio legale, capo personale, capo tecnico ecc.), poi
tutta la catena (line) di manager operativi che sovraintendono i vari settori operativi
(divisioni).
Ognuno deve rendere conto per scritto del lavoro fatto per essere monitorato e
perfezionato. Col tempo si sono sviluppate nozioni da impartire anche in ambito
universitario (Business Schools).
A causa della grandezza della grande impresa si delinea la differenza tra la proprietà
dell'azienda e il management.
Solitamente l'amministratore delegato non detiene azioni dell'azienda, mentre il
consiglio di amministrazioni rappresenta i detentori delle azioni.
Esso è responsabile della nomina del management. Spesso questa forma è stata
stabile nel tempo e ha mostrato vantaggi competitivi nei confronti di nuovi entranti.
Managerializzare le imprese, le rende più stabili e continuative nel tempo; non
dovendo affrontare crisi di passaggi generazionali.
È per questo che impresa che nasce prima (first mover), conserva un vantaggio
competitivo difficile da erodere da parte dei nuovi entranti, se non per qualche
errore degli azionisti responsabili della nomina dei manager o per qualche
innovazione tecnologica che spiazza il first mover dalla sua posizione.
Il sistema di mercato che si delinea tende alla formazione di grandi imprese stand
alone (che non si coordinano tra di loro). I confini nazionali vengono oltrepassati e in
molti settori nascono monopoli.
I confini nazionali vengono oltrepassati attraverso la multinazionalizzazione à
imprese multinazionali
Gli Stati Uniti cercano fin da subito di limitare questa tendenza con l'emanazione di
leggi antitrust, come lo Sherman Act del 1890, mentre l'Europa tardò in questo e
addirittura permise la nascita di monopoli naturali e la nazionalizzazione di altri.
Chiaramente la grande impresa ebbe le sue f