Fasolo (2004)
• Confronto del linguaggio utilizzato da due
gruppi di madri
• Il primo gruppo si rivolgeva a bambini con
ampiezza del vocabolario di 200 parole
(15)
• Il secondo gruppo si rivolgeva a bambini
con ampiezza del vocabolario di 500
parole (15) Risultati
• I verbi sono maggiormente usati
– Sia misure relative ai type che ai token
Sono prodotti più frequentemente all’inizio
dell’enunciato
Caselli, Casadio e Bates (1999)
• confronto dello sviluppo del vocabolario di
1387 bambini (1001 inglesi e 386 italiani)
– erano i nomi la classe dominante con
percentuali sempre vicine al 50%, sia per i
bambini inglesi che per gli italiani.
– Dopo le 300 parole, il loro valore aumentava,
raggiungendo il 10% ad una ampiezza
compresa tra le 500 e le 600 parole.
D’Odorico et al., 2001; Fasolo e
D’odorico, 2002
• circa 50 parole –nomi: oscillano in
percentuale tra il 34 e il 37%
– la categoria più ampia è costituita da routine,
onomatopee e altre forme para-lessicali.
• circa 100 parole –nomi: oscillano in
percentuale tra il 49 e il 52%
• circa 200 parole –nomi:circa 58%
• Circa 500 parole- nomi. Circa il 54%
– 200 parole ( 58%.) o di 500 parole ( 54%).,
– il modello di accrescimento è diverso da
quello dei bambini di lingua inglese.
– BAMBINI INGLESI: la curva
dell’incremento percentuale di nomi,
predicati (comprendenti verbi ed aggettivi)
e funtori all’aumentare dell’ampiezza del
vocabolario rimane abbastanza simile,
– BAMBINI ITALIANI: l’incremento
percentuale dei verbi nel passaggio dalle
50 alle 100 parole e nel passaggio dalle
100 alle 200 parole è di gran lunga
superiore a quello dei nomi.
• VERBI: 50% nel passaggio dalle 100
alle 200 parole e di più del 200% nel
passaggio dalle 200 alle 500 parole,
• NOMI:, 18% e di –7% (la proporzione
di nomi, cioè ad un’ampiezza di
vocabolario di 500 parole, diminuisce,
rispetto alla tappa precedente).
• I bambini italiani apprendono i verbi con
maggiore facilità dei bambini di lingua
inglese, anche se nel processo di
acquisizione del vocabolario la categoria
lessicale dei nomi rimane comunque la più
ampia.
PRESENZA DEI DIVERSI ITEM LESSICALI NEL CORSO DELLO
SVILUPPO DEL VOCABOLARIO
60
50
40
30 Time 1
20 Time 2
10
0 Nouns Verbs Closed
class
words
INCREMENTO PERCENTUALE NEL PASSAGGIO DALLE
200 ALLE 500 PAROLE
700
600
500 Nouns
400 Verbs
300 Closed class
200 words
100
0 Time 1
Problemi metodologici nello studio del
vocabolario
• fonti di variabilità: ampiezza del
vocabolario in relazione alla quale
viene effettuata l’analisi della
composizione
– NO ad equiparazione per età. Non è
possibile analizzare e confrontare la
composizione di un vocabolario con
ampiezza di 100 parole con quella di un
vocabolario di 300 parole, anche se i
bambini hanno la stessa età.
• ricerche di tipo trasversale ricerche di
tipo longitudinale
• metodo impiegato per
raccogliere i dati sulla
composizione del vocabolario .
• questionari basati su liste di vocaboli
prefissati
• Diari
• produzione spontanea
Confronto produzione spontanea e PVB (Salerni et
al. 2001; D’Odorico e Fasolo (2003) )
• Questionario
– 200 parole
• Verbi - gamma da 3% al 12% (media = 8%)
– 500 parole
• 14%
• Produzione spontanea
– Verbi - gamma da il 3 e il 20% ( media=10%).
– 500 parole
• 19%).
I processi implicati
nell’apprendimento delle parole
• Segmentazione delle unità
• Individuazione del significato
• Contesto appropriato d’uso
• Relazioni semantiche e grammaticali con
gli altri item lessicali
problema della referenza
• relazione tra una data stringa di suoni
(parola) e un’entità del mondo identificata da
quella espressione.
– le parole “stanno per” qualcosa,
– l’acquisizione della referenza è collegata
allo sviluppo della capacità simbolica,
– Secondo Piaget (1945) la funzione
simbolica è un meccanismo comune ai
diversi sistemi di rappresentazione
– l’acquisizione del linguaggio è essa stessa
subordinata allo sviluppo della capacità di
manipolare simboli
Problema delle definizioni
ostensive
• non tutto ciò che è presente nel mondo
fenomenico del bambino nel momento in
cui sente una data parola è rilevante per
scoprire ciò a cui la parola si riferisce.
– “guarda, un cane che corre con la palla in
bocca!”.
Bisogna postulare l’esistenza di
• “vincoli” che guidano il bambino
nell’interpretazione delle parole che sentono
• limitano in qualche modo il suo spazio di
ipotesi.
• assumonola forma di aspettative su quale possa
essere il significato di una data espressione
• costituirebbero una dotazione innata a
disposizione del bambino nel processo di
acquisizione del linguaggio
Modello evolutivo sull’operatività dei vincoli
(Golinkoff, 1994)
• i principi che guidano il bambino nel
restringere il campo di ipotesi
sull’interpretazione delle parole nuove non
sono tutti egualmente operativi fin dalle
prime fasi del processo di acquisizione del
vocabolario, ma sono organizzati in due
serie. Principio della referenza
• Comprensione che parole rappresentano
simbolicamente alcuni aspetti del mondo.
• operatività molto precoce:
– nella prima metà del secondo anno di vita il bambino
ricerca attivamente indici di natura sociale che gli
permettono di individuare ciò a cui l’adulto si riferisce
quando produce una parola ( Baldwin,1991)
• La direzione dello sguardo del parlante è utilizzata
come indizio della intenzione referenziale
dell’adulto.
Principio della Estendibilità
• una stessa parola è usata per più referenti e
non solo per l’esemplare in relazione al
.
quale è stata inizialmente appresa
– Non è operativo fin dall’inizio
– stretto legame tra la produzione di una
parola e uno specifico contesto di
produzione
– Poi si sviluppo la capacità del bambino di
utilizzare un dato termine in relazione a d
esemplari diversi
– il tipo di esemplari a cui il bambino
estende l’uso di un determinato referente
non coincide con q ello tili ato
Principio dell’ Oggetto
• Una parola si riferisce ad un entità
considerata come un intero e non ad un
suo attributo o ad un’azione in cui essa è
coinvolta
– Dimostrata anche in compiti sperimentali:
tendenza molto pronunciata a generalizzare
le parole ad oggetti invece che a loro attributi
o ad azioni che li vedano coinvolti
– Origine cognitiva (permanenza dell’oggetto)
Principio dell’Ambito
Categoriale
• induce il bambino ad estendere, in
maniera sistematica, i nomi appresi a
nuovi esemplari che possono essere
considerati appartenenti alla stessa
categoria
N3C (mutua esclusività)
• una parola nuova verrà di preferenza
applicata per indicare un oggetto per cui il
bambino non ha ancora un nome.
• fornisce un’ipotesi plausibile qualora sia
presente un oggetto per cui il bambino non
possiede ancora un nome, anche senza la
presenza di particolari indicatori di
referenza da parte dell’adulto
• non esclude che il bambino possa
apprendere un nuovo termine in relazione
ad un oggetto di cui già conosce il nome
(ad esempio, un aggettivo indicante una
proprietà
Principio della Convenzionalità
afferma che il bambino si aspetta che i
significati assumano forme convenzionali
all’interno di una data comunità linguistica,
permettendo, quindi di correggersi
abbastanza facilmente in caso di errori, ad
esempio, di sovra-estensione.
Utilizzo dei principi con altre
categorie lessicali
• I genitori usano i verbi
– per controllare il comportamento dei figli
– per anticipare eventi,
– raramente per descrivere un’azione in corso.
– le azioni e i cambiamenti di stato a cui i verbi
si riferiscono hanno una natura transitoria,
– la situazione a cui il verbo si riferisce non è
percettivamente a disposizione del bambino
nel momento in cui il verbo è pronunciato
Come fa il bambino a
comprendere:
• a) qual è la differenza fra un nome ed un
verbo?
• b) qual è il significato dei singoli verbi?
ipotesi del Syntactic
Bootstrapping
• prevede che il bambino si basi sulla
struttura sintattica della frase in cui il verbo
è inserito per restringere il numero dei
possibili significati di un verbo.
• Ad un gruppo di bambini di circa 2 anni
veniva mostrato su uno schermo lo
svolgimento di due eventi, uno di tipo
causativo uno di tipo sincrono
• I bambini potevano sentire un verbo
inventato (ad esempio gorp) all’interno
sia di una struttura sintattica di tipo
transitivo (il coniglio sta gorpando la
papera!) o intransitivo (il coniglio e la
papera si stanno gorpando!). I risultati
mostravano che i bambini tendevano a
guardare di più la scena che
rappresentava un evento causativo
quando sentivano il verbo inventato
nella struttura transitiva, e viceversa
(Naigles e Koko).
• Insufficienza del contesto-
extralinguistico (Gillette et al.1999)
– simulare l’acquisizione cross-situazionale
dei vocaboli.
• I soggetti, guardando dei video “muti” (privati
della traccia audio originale), dovevano
identificare quale parola era stata pronunciata
da una madre al suo bambino (invece della
parola target si udiva un beep).
– i nomi erano identificati correttamente dal
45% dei soggetti, mentre i verbi lo erano
solamente dal 15%.
• Ipotesi: l’apprendimento del significato
dei verbi avviene sulla base delle
informazioni trasmesse dalla struttura
sintattica in cui il verbo è inserito
• Assunzione:
– il bambino conosce alcune importanti
distinzioni di tipo sintattico presenti nel
linguaggio, prima che cominci
l&rsq
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Schema Psicologia dello sviluppo
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Psicologia dello sviluppo: Lo studio dello sviluppo, Valutare lo sviluppo linguistico, L'osservazione nella pratica…
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Psicologia generale
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Psicologia dello sviluppo