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Quindi la probabilità di successo non
cambia se considero le diverse prove
Gli eventi A devono essere
2. i
indipendenti, quindi i successi, in
parole diverse, sono eventi
indipendenti
Ci sono esempi in cui questo appare
logico, in altri esempi potremmo avere
delle prove ripetute in cui invece non
vale questa proprietà, se per esempio
considerassimo il sacchetto di una
tombola e il successo fosse il fatto che
viene estratto un numero pari, mano a
mano che estraggo un numero e non li
inserisco nel sacchetto della tombola
la probabilità che esca pari
continuerebbe a cambiare in funzione
dei numeri che ho già estratto,
pertanto verrebbe meno sia la prima
che la seconda proprietà perché
staremmo legando dei risultati
posteriori ai risultati anteriori.
Note sulle prove di Bernoulli:
La legge di probabilità si trova
3. completamente determinata dalla
conoscenza p della probabilità di
successo, quindi l’esperimento della
prova di Bernoulli è completamente
noto quando noi specifichiamo il valore
di p
q =P( )=1-p
4. i
quindi q è la probabilità di insuccesso
Esempi di prove di Bernoulli: lanci
5. ripetuti di una moneta, puntare sul
rosso ripetutamente alla roulette, slot
machine, …
P(A A A =P(A )P(A )P( )P(A )P(
6. 1 2 4 1 2 4
3 2
)=p q
se considero una successione
specificata di successi e insuccessi ho
l’uguaglianza indicata, in particolare
posso dire che la prima uguaglianza
vale per il fatto dell’indipendenza, la
seconda vale perché tutte le volte che
ho successo la probabilità vale p e
tutte le volte che ho insuccesso la
probabilità vale q.
Coefficiente binomiale
Facciamo riferimento alle combinazioni di
n elementi a gruppi di k, mi chiedo in
quanti modi posso estrarre k (senza tenere
conto dell’ordine di estrazione)
La risposta è fornita dal coefficiente
binomiale Che semplificando
otterremmo
Consideriamo un esempio: siano 4 carte:
fante, regina, re ed asso, mi chiedo quante
sono le combinazioni di 4 carte a gruppi di
2, tutte le possibili coppie, trovate in
maniera esaustiva, sono: {J, Q}, {J, K}, {J,
A}, {Q, K}, {Q, A}, {K, A}
Quindi avremo che il coefficiente
binomiale vale: che coincide con le
6 combinazioni trovate in maniera
esaustiva
Teorema (per trovare la probabilità di
ottenere successo sulle prove di Bernoulli)
La probabilità p (k) di ottenere k successi
n k n-k
su n prove di Bernoulli è: p (k)= p q ,
n
questa formula è detta formula del
binomiale
Consideriamo un esempio da prendere
come “dimostrazione”:
Abbiamo che in questo caso intendiamo
con successo il caso in cui esce un 6,
bisogna capire in quanti modi diversi ci
possono essere due volte il lancio del 6
(non almeno 2 volte ma solo 2, inoltre non
sto specificando a quali lanci deve uscire.
Proprio perché voglio che esca il 6
esattamente due volte allora nel primo
caso la probabilità che esca 6 è di 1/6,
come anche nel secondo caso, poi per gli
altri lanci devo calcolare la probabilità che
esca un numero diverso da 6, cioè 5/6),
abbiamo quindi fatto tutti i calcoli e
abbiamo ottenuto il risultato. Notiamo che
ciascuno degli eventi tra parentesi è
disgiunto dagli altri, quindi se si verifica
uno di essi non può verificarsi uno degli
altri. Essendo sequenze disgiunte allora la
probabilità dell’unione è la somma delle
probabilità per il terzo assioma delle
probabilità. Notiamo che 6= , viene fuori
il coefficiente binomiale perché in questo
caso noi abbiamo dovuto trovare tutti i
modi con cui si possono collocare i due
successi sulle 4 prove, quindi noi abbiamo
4 posizioni, lancio 1, 2, 3, 4 e possiamo
collocare i nostri successi in 2 posizioni su
4 quindi dobbiamo trovare tutte le
disposizioni di due posizioni ordinate, di
due ordinali, su 4 ordinali possibili, quindi
viene fuori il coefficiente binomiale. Il bello
è che ciascuna delle possibilità ha la
stessa probabilità quindi c’è i termine
che rimane uguale per tutti, poi si tratta
solo di enumerare tutte le alternative,
questa enumerazione avviene attraverso il
coefficiente binomiale.
Sulla falsa riga di questo esempio sarebbe
facile dare una dimostrazione formale
della binomiale.
Notiamo che la formula p (k) è anche
n
detta binomiale di ordine n perché
coincide con il k-esimo termine
dell’espansione della potenza del binomio
n
(p+q) detto anche binomio di Newton, il
fatto che la binomiale coincida con il k-
esimo termine di questa potenza,
possiamo dire che un altro modo per
ottenere l’espansione di questo binomio è
mediante il triangolo di tartaglia, i numeri
però che troviamo nel triangolo di tartaglia
sono generati dal coefficiente binomiale.
Dimostrazione:
Si noti che , infatti
, dopo aver scritto
l’espansione del binomio, quindi la parte
con il binomiale in quest’ultima
espressione, scopro che ciascuno di questi
addendi corrisponde con una binomiale, al
variare di k trovo quindi tutte le binomiali
possibili e, pertanto, se leggo questa
formula prendendo il primo e l’ultimo
termine, mi accorgo che . In realtà
questo era abbastanza scontato perché la
binomiale mi dà la probabilità di avere k
successi ed è evidente che se io considero
un numero di successi che va da 0 a n
ottengo degli eventi disgiunti perché se ho
0 successi non è vero che ne ho 1 e se ne
ho 1 non è vero che ne ho 2 etc… ma
l’unione di questi eventi fa l’evento certo,
quindi possiamo riscriverlo come:
Consideriamo il caso di avere n prove di
Bernoulli con probabilità di successo 1/3 e
probabilità di insuccesso pari a 2/3, allora
possiamo costruire un grafico
rappresentante la forma della binomiale:
La forma è allungata verso destra, questa
asimmetria è data dal fatto che p è
diverso da q, se fossero stati uguali
avremmo avuto una simmetria rispetto a
un asse centrale. Una quantità di interesse
è k cioè un valore di k per cui la
m
binomiale assume il suo massimo, in
termini formali si scrive che k = i
m
può poi vedere che questo k è collocato
m
in corrispondenza della parte intera di
((n+1)p) quindi k =int((n+1)p), inoltre
m
come ultima proprietà possiamo dire che
se (n+1)p è intero allora ci sono due valori
che hanno la stessa probabilità e che sono
quelli in corrispondenza di k e di k -1
m m
quindi
Consideriamo ora degli esempi:
Sia una moneta onesta, vogliamo
1. calcolare la probabilità che testa esca
per la prima volta al (k+1)-esimo
lancio. Valutare tale probabilità per
k=5
Introduco la notazione S che è il
1
numero d’ordine del 1° successo,
quindi se lancio la moneta e viene CCT
quindi primo successo al terzo
tentativo, dirò che S =3. Per come è
1
stato formulato il vogliamo considerare
la probabilità che il primo successo si
verifichi al (k+1)-esimo tentativo,
quindi i primi k tentavi sono tutti
insuccessi, quindi stiamo cercando la
probabilità che S =k+1 quindi
1
P(S =k+1)=P( … A ) ma data
1 k+1
l’ipotesi di indipendenza avremo che è
uguale a P( ) P( )…P( )P(A ) ma qui
k+1
entra in gioco l’invarianza della
probabilità di successo, la probabilità
di successo sarà sempre pari a p
(quindi P(A )=1)e quella di
k+1
insuccesso pari a q (quindi P( ) con
i=1, …, k), quindi avremo che questo è
k
pari a =q p
La probabilità che abbiamo appena
k
trovato quindi vale P(S =k+1)= q p è
1
detta geometrica poiché se la
grafichiamo al crescere di k si vede
che decade con un decadimento di
tipo geometrico, di tipo esponenziale:
Per k=5 avremo che
5 6
P(S =6)=0.5 0.5=0.5 =0.015626,
1
dunque la probabilità è abbastanza
piccola, infatti se pensiamo a una
moneta, l’idea di avere 5 volte di fila
croce non è impossibile ma comunque
abbastanza difficile.
2. Consideriamo un problema un po'
diverso che ci pone in una situazione
in cui saremmo tentati di tener conto
dei ritardi
Si calcoli la probabilità che testa esca
al (k+1)-esimo lancio sapendo che nei
primi k lanci è sempre uscita croce. La
formulazione del problema sembra
quasi identica alla precedente ma c’è
una differenza sostanziale che si nota
nella parola “sapendo”, nell’esercizio
precedente non era presente questa
condizione. Data una clausola di
questo tipo è evidente che facciamo
riferimento alla probabilità
condizionata.
P(S =k+1| S >k)= dove
1 1
al denominatore è dato dal
· fatto che abbiamo k insuccessi di
seguito a partire dall’inizio, cioè
inoltre notiamo che avendo più
· eventi la congiunzione si usa
mettendo la virgola, cioè
è la probabilità di un evento
congiunto, quindi un’intersezione di
più eventi, in questo caso
{S =k+1} { S >k}={S =k+1)
1 1 1
Tenendo conto di questi due fatti
possiamo scrivere avendo
come risultato p allora viene ribadita la
proprietà di non memoria, una
proprietà che rende vano il tentativo di
affidarsi ai ritardi, infatti c’è una sorta
di superstizione secondo cui se non ho
visto uscire testa per tante volte di
seguito, uno pensa che ci sia una forza
sovrannaturale che deve rimettere le
cose a posto, in realtà non è vero
perché per ipotesi stessa di prova di
Bernoulli ogni prova è indipendente
dalle precedenti e quindi la probabilità
che il primo successo arrivi al (k+1)-
esimo se i primi sono andati male resta
comunque la probabilità di avere
successo nel (k+1)-esimo tentativo,
quindi pari a p, quindi andare a cercare
i ritardi per orientare le proprie scelte
risulta una superstizione anche se poi
in alcuni casi risulta innocua questa
superstizione perché nel caso della
moneta, che noi scommettiamo per
testa o croce la probabilità è sempre di
0.5 in entrambi i casi, la conseguenza
importante può essere quella