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Principio di inerenza - Diritto tributario Pag. 1
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Estratto del documento

C’è un’inerenza qualitativa (tipo di costo in relazione al programma

dell’attività) ma anche un’inerenza quantitativa (entità del costo in

rapporto a programma dell’attività). Quando valutiamo l’inerenza di

un costo che non sia facilmente catalogabile, è inerente quel costo

che appaia in un’ottica di coerenza con il programma di impresa.

L’inerenza con il programma d’impresa è un concetto elastico che

va apprezzato sulla base di un’analisi degli obiettivi dell’impresa

rispetto alla propria progettualità imprenditoriale

Il costo antieconomico nasconde un illecito e c’è un alto rischio che

il costo antieconomico costituisca uno strumento per destinare

ricchezze a finalità extra imprenditoriali con scopi di allocazione più

o meno gratuita o lecita di risorse aziendali per cui il costo

antieconomico è un costo ad alto rischio di disconoscimento in

quanto dietro a questo costo può nascondersi una condotta illecita

Con il costo antieconomico l’imprenditore può anche perseguire

delle specifiche finalità imprenditoriali. Bisogna garantire che il

costo antieconomico non nasconda delle condotte illecite e occorre

assicurare all’imprenditore margine di manovra in applicazione del

fondamentale principio di libertà di iniziativa economica, che è un

limite all’operato del fisco

La cassazione conclude che il contribuente è libero di sostenere

anche spese non in linea con i valori di mercato, ma dovrebbe

fornire una giustificazione rafforzata sulle ragioni economiche per

cui quella spesa rientra nel suo programma imprenditoriale:

dovrebbe fornire degli elementi di tipo quali-quantitativo che

dimostrano la coerenza con il programma imprenditoriale con quella

spesa pur manifestamente antieconomica

Il fisco può disconoscere una deduzione sotto il profilo dell’inerenza

quali-quantitativo, evidenziando come il costo costituisca una

dispersione di valori dell’impresa non coerente con il programma

dell’attività

Di fronte ai casi più complessi il criterio guida deve essere quello

della coerenza con il programma dell’attività, che deve essere

valutata sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. Anche dal

quantitativo

pdv è possibile immaginare una sindacabilità le volte in

cui il contribuente non sia in grado di giustificare sul piano della

razionalità economica le sue scelte volte a sostenere costi non in

linea con il valore di mercato

Ci siamo chiesti se il costo che l'imprenditore sostiene e che non sia

coerente con i valori del mercato, sia un costo sindacabile oppure

no dall'amministrazione finanziaria, cioè se l'amministrazione

finanziaria possa sottoporre a un vaglio il costo dal pdv della

coerenza quantitativa, cioè della sua conformità con il mercato, con

i valori del mercato → è un tema di confine tra l'autonomia privata e

il requisito generale di coerenza del costo con il programma

imprenditoriale

un costo antieconomico sottende una qualche illiceità, una

fuoriuscita per ragioni distorte della presenza dal circuito

dell'impresa. La soluzione che viene normalmente identificata come

raccordo tra questa autonomia e la coerenza del programma

imprenditoriale è quella di ritenere che di fronte a un costo

antieconomico non esiste una totale insindacabilità, ma il

contribuente dovrebbe essere in grado di giustificare quali sono le

ragioni economiche sottese al costo che viene sostenuto (onere di

giustificazione rafforzata del costo)

TEORIE SULL’INERENZA DELLE SANZIONI

Inerenza delle sanzioni: 1° teoria le sanzioni sono oneri che possono

considerarsi legati all’attività d’impresa, implicano la commissione

di illeciti che possono essere collegati alla volontà dell’imprenditore

di incrementare i ricavi d’impresa. Si potrebbe dunque propendere

per la deducibilità delle sanzioni in un’ottica oggettivizzata, che non

pone rilievo ai valori e all’etica del concorso alle pubbliche spese.

Questa teoria potrebbe essere coerente con la scelta del legislatore

di tassare anche i proventi illeciti in forza della legge 37/2014 la

quale dispone che anche un’attività illecita è tassata sulla base di

un approccio metodologico per cui i proventi illeciti sono tassati

riconducendoli alla stessa categoria dei proventi leciti

2° teoria: se la sanzione può essere dedotta dalle imposte e quindi

finisce per avere un effetto di abbattimento del reddito, si sterilizza

una parte del valore della sanzione perché una parte del disvalore

della sanzione viene portato ad abbattimento del reddito. Si altera

la commisurazione del disvalore che il legislatore ha voluto

applicare alla fattispecie. Questo ha delle ricadute anche sul piano

dell'eguaglianza intercategoriale, cioè tra diverse categorie di

reddito: l'imprenditore che è tassato su base analitica potrebbe

comunque dedurre il costo della sanzione, mentre invece per es. il

dipendente che prendesse la multa per eccesso di velocità che sta

cercando di andare al lavoro e si è preso in ritardo, siccome non ha

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Publisher
A.A. 2024-2025
5 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/12 Diritto tributario

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jdddddd08 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Tributario e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Trivellin Mauro.