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CULTURA NAZIONALE ED ORGANIZZATIVA
Cultura e diversità culturali: Negli ultimi anni la rapida crescita della
competizione globale ha fatto aumentare la mobilità internazionale delle
risorse umane.
Che cos’è la cultura nazionale: Non c’è una definizione, ma quello su cui gli
studiosi si trovano d’accordo è il fatto che condiziona tutte le sfere della vita,
influenzando valori, comportamenti, atteggiamenti, percezioni, vita lavorativa e
le organizzazioni.
Schein la definisce come “un insieme di assunti di base che definisce a cosa
prestare attenzione, il significato delle cose, come reagire emotivamente agli
eventi e come comportarsi in varie tipologie di situazioni”.
Hall dice che ha sempre determinato dove far passare il confine che separa una
cosa dall’altra. Questi confini sono arbitrari, ma una volta appresi e
interiorizzati divengono reali.
La cultura può essere quindi in sintesi definita come “il modo di vivere di una
società, trasmessa di generazione in generazione attraverso la socializzazione,
l’esperienza e l’apprendimento tacito”. Dà senso alle nostre interpretazioni di
eventi e azioni attraverso socializzazione, simboli, norme, conoscenze e valori
che, assimilati da bambini e vivendo in un gruppo, fornisce una cornice stabile
ma modificabile alla nostra interpretazione del mondo e al nostro orientamento
sui comportamenti.
Modelli di analisi delle diversità culturali:
Secondo Geert Hofstede, ci sono 5 dimensioni della cultura nazionale:
1-Distanza dal potere, in che misura le persone si aspettano e accettano una
sproporzionata e ineguale distribuzione di potere
2-Individualismo vs collettivismo, forza dei legami sociali in opposizione al
valore degli individui
3-Mascolinità vs femminilità, in che misura gli individui agiscono in base a
valori associati a stereotipi maschili o femminili
4-Avversione all’incertezza, quanto i membri di una cultura si sentano
minacciati dalle situazioni incerte o sconosciute e quanto cerchino di evitarle
5-Orientamento a lungo termine vs a breve termine, le società a breve si
caratterizzano per la tendenza a stabilire verità assolute, un pensiero
normativo, rispetto per le tradizioni, scarsa propensione al risparmio per il
futuro e focalizzazione sui risultati a breve; in quelle a lungo invece, le persone
credono che la verità dipenda da situazioni, contesto e momento
Secondo Edward T.Hall: Comunicazione, tempo e spazio come costrutti
culturali, egli ha messo in luce la connessione tra cultura e comunicazione,
definendo le culture come “sistemi atti a fornire, trasmettere e immagazzinare
informazioni”. Teorizza che l’interazione umana possa essere divisa in sistemi
di comunicazione a basso e alto contesto, definito a sua volta come
l’informazione che circonda un evento. Le culture ad alto contesto sono
relazionali, collettiviste, contemplative e intuitive e si basano su elementi della
comunicazione non verbale, come pause, espressioni facciali, voce, postura,
status e storia familiare; la comunicazione è la relazione, focalizzata sui
sentimenti e legata al contesto. Le culture a basso contesto sono dirette,
logiche, lineari, individualiste e orientate all’azione; la comunicazione si basa
su messaggi espliciti e diretti, fatti e dati e poca enfasi. Il tempo è una variabile
culturale, ci sono 2 approcci:
-Monocronico, limitato, finito, regolato da orari
-Policronico, consente di fare più cose nello stesso momento, essere in ritardo
non è un problema, perché quello che conta è la relazione con le persone
Progetto Globe: studio dell’influenza delle diversità culturali sulla leadership,
qui Robert J house ha guidato una ricerca internazionale, GLOBE, che ha
identificato 9 dimensioni e ha dimostrato come la leadership sia influenzata dal
contesto culturale. Esse sono:
1-Distanza dal potere
2-Avversione all’incertezza
3-Collettivismo sociale
4-Uguaglianza di genere
5-Asservità, quanto ci si aspetta che le persone siano conflittuali e competitive
6-Orientamento al futuro
7-Orientamento al risultato
8-Orientamento umano
Diversità culturali al lavoro: Diverse culture come in nord America o Europa
occidentale, enfatizzano la regola dell’autenticità, secondo la quale ci deve
essere coerenza tra azioni ed emozioni, mentre le società asiatiche tendono a
considerare queste manifestazioni come infantili e immature.
Italiani – caratteristiche: personalità, flessibilità, comunicazione, network,
mobilità, innovazione, manualità
Cultura organizzativa: varie e diverse funzioni:
-P
rocesso di sensemaking, un gruppo assicura la propria sopravvivenza
sviluppando modi di pensare ai problemi
-Strumento di coordinamento dei comportamenti individuali
-S
trumento di riduzione dell’ansia di fronte all’incertezza o al sovraccarico
-I
dentità organizzativa, impegno e senso di appartenenza
La cultura organizzativa affonda le sue radici nella cultura nazionale, cioè
nell’insieme dei valori del paese di appartenenza, ma si distingue per la storia
e l’esperienza di ogni singola impresa e dei suoi fondatori.
Ha diverse caratteristiche: valori condivisi da un gruppo, si sviluppa nel tempo,
è fondata sull’esperienza di superamento di problemi, è condivisa dai membri e
li condiziona ed è infine formata e mantenuta attraverso un processo di
socializzazione
Modello multilivello di Schein: egli ritiene che ci siano 3 livelli correlati tra
loro, basati su visibilità e accessibilità dei vari elementi che la compongono:
-Primo livello, manifestazioni della cultura che includono sia oggetti fisici che
comportamenti
-Secondo livello, valori e credenze
-Terzo livello, modi di percepire e pensare l’esperienza
Socializzazione della cultura: La forza di una cultura organizzativa dipende
da quanto i suoi membri sono simili, dalla durata e dall’intensità delle
esperienze condivise. La socializzazione è il processo di apprendimento di
norme e valori giusti per sopravvivere e funzionare nell’organizzazione.
Forza della cultura e cambiamento: Una cultura si caratterizza per intensità
e condivisione. Modificarla è difficile perché è complessa, ma può attraversare
processi di acquisizione e fusione di diversi orientamenti culturali.
Vantaggi di una cultura forte: differenzia l’organizzazione dalle altre,
identifica i dipendenti, facilita i comportamenti desiderati e crea stabilità.
Svantaggi di una cultura forte: è difficile la fusione con altre aziende, attrae
persone simili, crea comportamenti estremi tra dipendenti e rende difficile
l’adattamento all’ambiente. 16
STRUTTURE ORGANIZZATIVE
La struttura organizzativa e l’organigramma: La struttura organizzativa, o
macrostruttura, esprime i criteri con cui viene attuata nell’azienda la divisione
del lavoro, sia verticale (chi sovraintende e chi è sottoposto) sia orizzontale (chi
fa cosa). Essa può essere rappresentata nell’organigramma.
Organizzazione e i fattori contingenti: Il termine contingenza esprime che
l’organizzazione di un’impresa dipende da una serie di variabili, anche esterne,
considerate in fase di progettazione.
Dimensioni contingenti: ambiente, tecnologia, dimensioni e strategia e
obiettivi.
Struttura elementare: forma di aziende di piccola dimensione, caratterizzate
da una limitata articolazione della struttura e da meccanismi poco sofisticati.
Presenta 2 livelli gerarchici:
-Livello superiore, vengono prese tutte le decisioni strategiche e organizzative
-Livello inferiore, adatti a governare attività omogenee svolte da personale con
competenze professionali poco differenziate in imprese di dimensioni contenute
Distinguiamo almeno 3 tipologie di strutture elementari:
-Assetto imprenditoriale, impresa che ruota attorno all’imprenditore, che agisce
organizzando e coordinando i diversi fattori di produzione
-Forma artigiana, gestione di attività che richiedono l’esercizio di una
discrezionalità da parte degli organi operativi nello svolgimento dei compiti
-Gruppo di pari, i diritti di proprietà e di partecipazione alle scelte strategiche
sono estesi a un gruppo di partner
Punti di forza e le aree di criticità della struttura elementare: Per
quanto riguarda i vantaggi avremo il basso costo di struttura, flessibilità,
autorità relativa a decisioni strategiche e operative. Ma riguardo la criticità vi
sono scarsa capacità di osservazione e sorveglianza dell’ambiente circostante.
Struttura funzionale: evoluzione di quelle elementari. Gli organi che la
compongono sono specializzati, il lavoro è diviso in funzioni, sono guidati da
portatori di competenze specialistiche e da loro dipendono altre unità e
persone. L’utilità di questo livello intermedio è duplice:
-Verso il basso, obiettivi strategici sempre più limitati e precisi
-Verso l’alto, raccolta, selezione e aggregazione delle informazioni
In caso di aumento delle dimensioni aziendali o della pressione competitiva, i
manager possono trovarsi in situazioni di sovraccarico di lavoro, in questi casi
si opta per la creazione di livelli gerarchici spingendo verso il basso il processo
di delega.
Oltre alla a presenza del livello manageriale, che si colloca tra vertice
strategico e nucleo operativo, le strutture funzionali sono caratterizzate dalla
presenza di organi specialistici designati con il termine staff, ai quali è affidata
la progettazione degli assetti e la predisposizione di servizi a vantaggio delle
unità organizzative. Essi si distinguono dalle funzioni di linea, le quali entrano
nel processo di trasformazione del prodotto.
Punti di forza e le aree criticità della struttura funzionale: I 2 punti di
forza sono specializzazione ed efficienza. Fra i punti di criticità invece, la
velocità di risposta alle sollecitazioni che provengono dall’esterno è minore,
incomunicabilità, conflitto interfunzionale. Per mantenere il valore della
specializzazione occorre saper scegliere e applicare le soluzioni tra quelle
disponibili:
-Strumenti impersonali, regole che consentono di specificare e formalizzare in
anticipo le aree discrezionali
-Strumenti personali, nuove posizioni gerarchiche sul coordinamento
-Strumenti di gruppo, riunire il personale in gruppi di lavoro
Struttura funzionale con Product Manager: I limiti delle strutture
funzionali si manifestano in presenza di scelte strategiche che vanno nella
direzione di un ampliamento della gamma dei prodotti o dei marchi o dei canali
serviti. I product manager sono resp