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L’ASSETTO ORGANIZZATIVO
L’assetto organizzativo è determinato dalla combinazione delle scelte di progettazione
organizzativa e delle decisioni di configurazione dei sistemi di direzione.
L’assetto è inteso a fare in modo che l’istituto disponga di tutte le carte in tavola per
potersi adattare adeguatamente al contesto esterno, operando in condizioni di
efficacia, efficienza e appropriatezza. Condizioni necessarie per la creazione di valore.
Diversi fattori concorrono congiuntamente alla predisposizione di un assetto
organizzativo: essi vanno interpretati non singolarmente, ma nella loro combinazione
emergente.
Le componenti dell’assetto organizzativo
In particolare, di identificano due articolazioni dell’assetto organizzativo:
1. La progettazione organizzativa, che, a sua volta, prevede:
- La struttura delle singole unità organizzative;
- La graduale aggregazione delle unità in una struttura organizzativa.
2. I sistemi di direzione per la raccolta e l’uso delle informazioni volte al loro utilizzo
per la pianificazione e il controllo, che si compongono dei:
- Sistemi di programmazione e controllo;
- Sistemi di gestione delle risorse umane, selezione, valutazione, gestione e
pianificazione del personale, gestione delle relazioni;
- Sistemi informativi.
In linea di massima, è possibile individuare un principio generale alla base delle scelte
di configurazione di un assetto organizzativo.
Tale principio ha a che fare con la coerenza: metaforicamente, le singole componenti
organizzative possono essere rappresentate come tessere di un puzzle.
Esse vanno tagliate per poterle far combaciare l’una all’altra e giungere all’integrazione.
Allo stesso tempo, è necessario che la combinazione delle tessere del puzzle sia
inserita in un contesto che ne agevoli l’espressione dell’operatività.
Da un lato, si persegue un principio di ‘coerenza interna’: quest’ultima non ha a che
fare solo con fattispecie tecniche, ma anche sociali: occorre coniugare l’efficienza
aziendale con la soddisfazione delle persone, in quanto non è possibile separare
queste due finalità.
Dall’altro lato, si persegue un obiettivo di ‘coerenza esterna’: è necessario che le scelte
di assetto organizzativo siano compiute alla luce e in considerazione delle specifiche
dinamiche di contesto (contingenti) che si verificano nell’ambito in cui l’organizzazione
opera.
Un equilibro tra coerenza interna e coerenza esterna è il presupposto per la creazione
di valore.
Il primo passo che conduce alla configurazione dell’assetto organizzativo prevede la
progettazione della struttura organizzativa.
È bene evidenziare che la struttura organizzativa:
- Indica i rapporti di dipendenza formale tra le posizioni individuali, specificando il
numero di livelli gerarchici e l’ampiezza di comando assegnata a dirigenti e
supervisori;
- Definisce i criteri in base ai quali si perviene al raggruppamento delle posizioni
individui in unità organizzative ai diversi livelli organizzativi;
- Sottende la progettazione di meccanismi di coordinamento che assicurino lo
scambio e l’integrazione degli sforzi fra le posizioni individuali e tra le unità
organizzative.
A questo punto, è necessario individuare quali sono i parametri alla luce dei quali si
può pervenire al disegno delle unità organizzative e alla progettazione della loro
ricomposizione nell’assetto organizzativo.
Riprendendo quanto già detto nelle sessioni precedenti, le variabili di contesto
(ambientali, tecniche e sociali) condizionano le attività poste in essere in azienda.
Il modo in cui le attività sono ‘organizzate’ dipende da alcuni parametri di
progettazione, a loro volta legati a dei fattori contingenti di riferimento, che
costituiscono variabili da analizzare per la progettazione delle scelte organizzative.
Essi includono:
- I fattori relativi ai costi unitari di produzione;
- I fattori relativi ai costi di coordinamento;
- I fattori ibridi (relativi ai costi di produzione e al coordinamento).
Rappresentazione grafica delle attività di progettazione
- Variabili di analisi: sono i fattori alla luce dei quali sono assunte le decisioni di
progettazione organizzativa.
- Scelta di progettazione organizzativa: inquadra gli ‘oggetti’ di intervento e, di
riflesso, i parametri che sono manovrati per l’ordinato funzionamento
dell’azienda.
I fattori relativi ai costi unitari di produzione
Tali fattori hanno a che fare con le ‘economie’ conseguibili entro i confini aziendali che,
a loro volta, possono essere articolate in tre rappresentazioni:
- Economie di scala: esse prevedono una diminuzione dei costi medi unitari di
produzione riconducibile all’incremento del volume di produzione. In
particolare, le economie di scala si manifestano allorquando i costi fissi,
proporzionalmente, hanno un peso maggiore dei costi variabili.
- Economie di specializzazione: in tal caso, la diminuzione dei costi medi unitari
di produzione deriva dalla reiterazione nel tempo di una specifica attività, sia
essa svolta da un sistema sociale, da un sistema tecnico o da un sistema
sociotecnico.
- Economie di raggio di azione: la riduzione dei costi medi unitari di produzione è
generata dalla possibilità di utilizzare la medesima risorsa o un particolare
bundle di risorse su diverse aree di azione dell’organizzazione.
I fattori relativi ai costi di coordinamento
Tali fattori riguardano gli sforzi che è necessario realizzare per facilitare lo scambio e
l’interazione tra le persone che partecipano ad attività organizzative collegate l’una
all’altra (interdipendenti).
In particolare, si individuano tre fattori da valutare:
Il conflitto ‘latente’ e il potenziale opportunismo: tali fenomeni emergono
• ogni qualvolta si manifesta uno scostamento tra l’identificazione personale
e/o relazionale e quella organizzativa.
La qualità dell’interdipendenza tra le attività: le varie attività svolte in
• un’organizzazione possono presentare diverse forme di interazione, che
spaziano dalla mera condivisione di risorse (interdipendenza generica) al
necessario scambio (sequenziale o reciproco) per il corretto svolgimento
dei processi di creazione di valore.
La quantità dell’interdipendenza: esso riguarda il numero concreto di
• scambi e di interazioni tra le parti che compongono l’organizzazione.
I fattori relativi ai costi di produzione e di coordinamento
I fattori ‘ibridi’ influiscono sia sui costi unitari di produzione, sia sui costi di
coordinamento, esprimendo implicazioni multiple sul funzionamento organizzativo.
I fattori ibridi possono avere a oggetto:
1. L’incertezza e la ‘complessità informativa’ delle attività da svolgere: processi
caratterizzati da incertezza e complessità determinano un incremento dei costi
unitari di produzione ed esacerbano il processo di coordinamento. In particolare,
l’incertezza si può manifestare:
1. A monte del processo organizzativo, implicando l’impossibilità di definire le
finalità e gli obiettivi dell’azione;
2. In itinere durante il processo organizzativo, pregiudicando sia lo
svolgimento del compito che l’interazione con gli altri membri dell’azienda,
possibili complicanze durante l’erogazione di un servizio o la produzione di
un bene;
3. A valle del processo organizzativo, distorcendo la valutazione delle
prestazioni conseguite.
2. La criticità delle risorse: la rarità e l’unicità delle risorse a disposizione ha
inevitabilmente ripercussioni sulle dinamiche aziendali, richiedendo opportuni
interventi di progettazione organizzativa.
La gestione dei parametri di progettazione
Una volta individuati e analizzati i fattori rilevanti, è necessario decidere come
intervenire sui parametri di progettazione organizzativa. Tali decisioni vanno prese,
ovviamente, a diversi livelli aziendali. Si distingue, in particolare, tra:
- Progettazione della micro-struttura aziendale: essa prevede l’individuazione
delle attività, dei compiti, degli obiettivi e delle responsabilità attribuite a
ciascuna posizione individuale, da cui deriva la job description e il profilo di
ruolo;
- Progettazione della meso-struttura: consiste nella definizione dei criteri utilizzati
per il raggruppamento delle posizioni individuali in unità organizzative di diverso
livello, specificando, per ciascuna di esse, gli obiettivi chiave;
- Progettazione della macro-struttura: conduce alla graduale definizione della
forma organizzativa complessiva dell’azienda, in modo tale da garantire un certo
grado di coerenza interna ed esterna.
I cinque parametri di progettazione:
Si individuano cinque parametri che ci guidano nella progettazione delle posizioni
individuali, delle unità organizzative e dell’organizzazione nel suo complesso.
1. Il primo di tali parametri copre la ‘dimensione orizzontale’ dell’organizzazione.
Esso riguarda la definizione del ‘criterio’ seguito e dell’intensità di
specializzazione delle posizioni individuali (livello micro) e delle unità
organizzative (livello macro).In questi termini, la dimensione orizzontale
determina in che modo e con quale grado si è pervenuti alla suddivisone dei
compiti tra chi partecipa alle attività organizzative.
La specializzazione orizzontale può essere attuata:
In base al contenuto delle attività, ai tempi di lavoro o alle conoscenze: in
• questo caso, si dà priorità agli input del processo produttivo;
In base all’area geografica di azione, al tipo di prodotto/servizio o all’utenza
• servita: in questo caso, si fa riferimento agli output del processo produttivo.
2. La seconda scelta di progettazione ha a che fare con la ‘dimensione verticale’
dell’organizzazione. In tal caso, il fulcro dell’attenzione è posto sulla
cristallizzazione della gerarchia organizzativa e sul flusso dell’autorità formale. In
questi termini, la dimensione verticale dell’organizzazione ha a oggetto:
- Il numero dei livelli gerarchici;
- La rilevanza istituzionale e strategica degli organi che li compongono.
Un elevato ricorso alla gerarchia può agevolare il coordinamento e la prevedibilità ai
diversi livelli organizzativi. Tali vantaggi, però, sono guadagnati al costo di:
- Problemi di comunicazione interna;
- Elevata occorrenza di eccezioni, di aree grigie e di ridondanze;
- Significativa distanza dal vertice e senso di ‘isolamento’ istituzionale.
3. Il