Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
EZIOLOGIA
• A seconda dell’età si hanno cause più frequenti di altre.
• strutturali,
Si possono avere cause sia congenite che acuisite.
• ictus, traumi cranici encefalite,
Quelle acquisite possono essere dovute a (giovani), esiti di
neoplasie cerebrali (anziani).
• sclerosi ippocampale,
Una causa importante strutturale acquisita è la si tratta di una sclerosi
corticale che insorge per piccole as ssie durante la nascita.
• cause genetiche, rare.
Si possono avere ma sono molto
• cause infettive, encefalite
Si possono avere soprattutto in corso di da HSV-1 (è prima una causa
irritativa infettiva, poi strutturale da esito cicatriziale).
• Si possono avere inoltre cause metaboliche, autoimmuni o sconosciute.
☢
DIAGNOSI
• Si elabora il sospetto su base anamnestica e clinica.
• Si possono eseguire esami di neuroimaging per identi care cause strutturali.
• Il gold standard è l’EEG durante l’episodio epilettico, il quale può essere anche evocato
secondo necessità. 4 di 5
fl fi fi fi fl fi ff ff
STATO DI MALE EPILETTICO
• Lo stato di male epilettico può risultare sia da una crisi prolungata già dall’inizio, oppure per un
fallimento dei meccanismi deputati alla terminazione della crisi.
• E’ una condizione grave che ha conseguenze quali la so erenza neuronale e alla lunga anche la
morte neuronale.
• Si distinguono uno stato di male epilettico iniziale, de nito e refrattario.
- Lo stato di male epilettico iniziale perdura da più di 10 minuti a meno di 30; si mantiene la
pervietà delle vie aeree e si somministrano BDZs EV.
- Lo stato di male epilettico de nito perdura da più di 30 minuti a meno di 90; si
somministrano antiepilettici.
- Lo stato di male refrattario dura oltre i 90 minuti; si utilizzano barbiturici o anestetici.
TRATTAMENTO
• Si inizia il trattamento con l’eliminazione dei fattori scatenanti le crisi e si prescrive una
monoterapia con antiepilettico, in particolare:
- valproato.
Per le crisi generalizzate idiopatiche il
- carbamazepina oxcarbamazepina
Per le crisi parziali la nell’adulto, la nel bambino e la
lamotrigina nell’anziano.
E etti collaterali
• Gli e etti collaterali sono numerosi, si tratta di e etti collaterali sia acuti che cronici.
• acuti
Per quanto riguarda quelli si hanno e etti collaterali dose-dipendenti come sopore,
irritabilità, confusione mentale e sintomi motori; quelli idiosincrasici sono invece rush cutaneo,
insu cienza epatica e aplasia midollare.
• cronici
Per quanto riguarda quelli si hanno variazioni del peso corporeo sia in aumento che in
calo, sintomi neurologici e manifestazioni cutanee.
Insuccesso terapeutico
• L’insuccesso terapeutico con la monoterapia è abbastanza frequente.
• Se la terapia scelta non funziona si passa ad un farmaco con diverso meccanismo d’azione, se
anche questo non dà risultati si imposta una politerapia.
Trattamento antiepilettico nelle donne
• Nelle donne l’uso degli antiepilettici comporta una lieve riduzione della fertilità e aumenta molto
il rischio di teratogenicità; quindi è necessario programmare la gravidanza ed eventualmente
sospendere la terapia.
• Nelle donne in menopausa l’uso degli antiepilettici favorisce l’osteomalacia (favorita già a monte
dalla mancanza di estrogeni); al contrario gli estrogeni per la terapia sostitutiva sono pro-
convulsivanti.
Comportamenti in corso di crisi epilettica
• E’ necessario assicurarsi che il paziente non si faccia male, rimuovendo oggetti contundenti
nelle vicinanze ed accompagnandolo a terra se perde coscienza.
• Si attende la risoluzione spontanea della crisi no a 5 minuti, dopodiché è necessario inviarlo in
PS per il rischio di stato male epilettico.
• Assolutamente evitare di posizionare oggetti in bocca o forzare dei movimenti.
5 di 5
ff ffi ff fi ff fi ff fi ff
Cefalee
De nizione
• La cefalea è de nita come un dolore a prevalente localizzazione neurocranica, non
necessariamente corrispondente con il territorio di innervazione di un nervo cranico.
• trigemino
Il dolore cefalico è mediato dal per quanto riguarda la sensibilità riferita alla faccia e ai
2/3 anteriori del capo (fronte, orbita, fosse craniche anteriore e media, faccia superiore del
tentorio).
• IX e X, C2, C3 C4
E’ mediato dai nervi cranici e dalle radici di e per quanto riguarda la sensibilità
della fossa cranica posteriore e della faccia inferiore del tentorio.
Classi cazione
• Si deve innanzitutto operare una distinzione tra cefalee, neuropatie (dolore limitato al territorio
d’innervazione) e in ne si ha l’appendice (all’interno di questa rientrano le entità che non hanno
una precisa collocazione).
• cefalee
All’interno delle si distinguono cefalee primarie e secondarie.
Cefalee primarie
• Per quanto riguarda le cefalee primarie queste non hanno né una patologia organica sottostante
né alterazioni strutturali signi cative e sono ricorrenti.
• Rientrano in questa categoria l’emicrania, la cefalea tensiva e le cefalee trigeminali autonomiche
(tra cui la cefalea a grappolo).
Cefalee secondarie
• Le cefalee secondarie rappresentano il sintomo di una patologia sottostante e non sono
ricorrenti.
• Le condizioni più frequenti che causano questo tipo di cefalea sono:
- cranico.
Il trauma
- Disturbi vascolari cerebrali (ad es. un aneurisma).
- Infezioni.
- Lesioni occupanti spazio (tumori) che generano ipertensione endocranica.
Epidemiologia
• cefalee primarie
Tra le la cefalea tensiva è la più comune nella popolazione generale, con un
picco di incidenza in V decade.
• L’emicrania è la seconda forma più frequente, in particolare nelle donne.
• La cefalea a grappolo è più rara ma anche più grave, ha un picco di incidenza in età giovane-
adulta.
• cefalee secondarie
Tra le le più frequenti sono quelle dovute alle infezioni sistemiche.
• traumi cranici, disordini vascolari lesioni
Sono invece meno frequenti quelle relative a o
occupanti spazio. 1 di 6
fi fi fi fi fi
EMICRANIA
De nizione ed epidemiologia
• L’emicrania è una patologia caratterizzata da in ammazione neurogena che comporta mal di
testa gravi e ricorrenti.
• Si tratta di un fenomeno legato ad alterazioni transitorie del funzionamento delle cellule nervose
ma senza alterazioni strutturali grossolane.
• E’ la seconda causa più comune di cefalea nella popolazione generale con un’incidenza del
10-15%.
• E’ più frequente nelle donne.
Clinica
• Solitamente il dolore è intenso e lateralizzato.
• Non è strettamente lateralizzato ma prevalente, infatti, il dolore spesso inizia da un lato e
successivamente coinvolge anche l’altro.
• L’esordio è tendenzialmente dopo la pubertà e la massima incidenza si attesta intorno ai 20-40
aa.
• Spesso viene ereditata la suscettibilità alle crisi emicraniche, poi alcuni fattori scatenanti
evocano la cefalea.
• Tra i fattori che possono evocare l’emicrania ritroviamo situazione estremamente eterogenee,
infatti rientrano tra i fattori scatenanti:
- luci suoni intensi.
Le e i
- sforzo sico stress.
Lo e lo
- ormonali
Le uttuazioni e la fame.
- mancanza l’eccesso sonno.
La e di
- L’alcol e anche le condizioni atmosferiche.
• Si distinguono due forme principali di emicrania, ovvero l’emicrania con aura e l’emicrania
senz’aura.
- Nell’emicrania senz’aura il dolore è improvviso e non ci sono segni prodromici.
- Nell’emicrania con aura questa avverte il paziente dell’arrivo della cefalea.
Aura
• L’aura nella maggioranza dei casi è visiva, con fosfeni, scotomi, forme geometriche ed
abbagliamento.
• parestesie orali, afasia,
Altrimenti si possono avere anche un’aura sensitiva con linguistica con
debolezza;
motoria con oppure anche retinica o troncoencefalica.
Altre varianti di emicrania
• Si ha l’emicrania con aura che origina dal tronco encefalico.
• Questo tipo di emicrania mostra sintomi troncoencefalici, come disartria, vertigini, diplopia,
atassia e anche riduzione dello stato di coscienza con GCS<13.
• Non si hanno de cit motori.
• Si ha l’emicrania emiplegica, ovvero un’emicrania con aura che include i sintomi motori.
• Si ha l’emicrania retinica, la quale causa compromissione della visione monoculare.
• In questa forma possono essere presenti scotomi o cecità transitoria che dura da pochi minuti
no anche ad un’ora.
• In alcuni casi può esitare in un de cit permanente del campo visivo.
• Entra in d.d. con l’emicrania con aura visiva, dato che quest’ultima può dare emianopsia.
• L’aura visiva origina dalla corteccia occipitale e può dare emianopsia tipicamente ormonima,
l’aura retinica origina dalla retina o dal nervo ottico e non può dare emianopsia.
• Si ha l’emicrania cronica, ovvero una cefalea di tipo emicranico che dura 15 giorni o più al
mese, per più di tre mesi (almeno 8 giorni devono rispondere pienamente ai criteri diagnostici).
2 di 6
fi fi
fl fi fi fi fi
Criteri diagnostici di emicrania
Emicrania senz’aura
• Si devono avere almeno 5 attacchi che soddis no i criteri diagnostici, in assenza di un’altra
diagnosi che giusti chi meglio la sintomatologia.
1. La durata degli attacchi deve essere compresa tra le 4 e le 72 ore.
2. La cefalea deve presentare almeno due delle seguenti caratteristiche:
I. Esordio unilaterale (sotto i 18 aa. può essere bilaterale).
II. Dolore pulsante.
III. Intensità media o severa tale da limitare o impedire le nomali attività quotidiane.
IV. Peggioramento con l’attività sica.
3. La cefalea deve essere accompagnata da almeno uno dei seguenti sintomi:
I. Nausea e/o vomito.
II. Fotofobia e fonofobia.
• Nell’emicrania senz’aura la cefalea insorge in modo improvviso e non dà segni prima del dolore.
Emicrania con aura
• Si devono avere almeno 2 attacchi che soddis no i criteri diagnostici, in assenza di un’altra
diagnosi che giusti chi meglio la sintomatologia.
1. Almeno un sintomo di aura, ovvero un sintomo di disfunzione focale reversibile:
fosfeni,