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LIQUOR E CIRCOLAZIONE LIQUORALE

• Fluido trasparente (70-160ml) che permea il SNC, lo mantiene in sospensione, proteggendolo, nutrendolo e contribuendo alla regolazione della pressione intracranica;

• Viene prodotto a partire dal plasma (plesso coroideo). Produzione 500 ml/die;

• Circola attraverso i ventricoli encefalici fino a passare nello spazio subaracnoideo attraverso le aperture laterali del quarto ventricolo;

• Da qui filtra tra la pia madre e l'aracnoide dell'encefalo e del midollo spinale;

• Fluisce principalmente in direzione caudale, riassorbito dai villi aracnoidali dei seni venosi e delle vene cerebrali.

Il prelievo del Liquor avviene a livello della colonna vertebrale nello spazio subaracnoideo tramite un esame definito Rachicentesi e consiste in una puntura lombare (tra L4-L5).

DISTURBI NEUROCOGNITIVI (Demenze)

Le demenze sono un gruppo di patologie caratterizzate dal decadimento delle funzioni mnesiche e cognitive, di natura cronica e solitamente progressiva.

Tale può interferire con le attività lavorative, sociali e personali dell'individuo. A volte, ma solo in casi eccezionali, tali patologie possono essere reversibili. Il decadimento implica un deficit acquisito dalle funzioni cognitive, a differenza della disabilità intellettiva (ritardo mentale): tuttavia, anche i pazienti con disabilità intellettiva, ad esempio nella trisomia 21, possono presentare demenza.

La demenza è una patologia ad esordio subdolo, per cui spesso è difficile da datare con precisione, e con un decorso solitamente lento che può durare anche molti anni. Nello stadio iniziale, la malattia si presenta con disturbi della memoria riferiti dal paziente o più spesso dai familiari, perdita di iniziativa e di interessi, imbarazzo di fronte a nuove situazioni, difficoltà a preparare il cibo, guidare l'auto, utilizzare elettrodomestici, gestire finanze e affari, reazione di ansia, irritabilità e depressione; nella fase conclamata,

quindi quando la patologia si evolve, il paziente è disorientato nel tempo e nello spazio, con incapacità di fare calcoli, impossibilità a svolgere il proprio lavoro, disturbi dell'affettività e del comportamento, disturbi del sonno e dell'alimentazione, e tutto ciò è accompagnato spesso da comportamenti aggressivi; infine, raggiunta la fase terminale, il paziente sarà completamente dipendente da altri, avrà disturbi del linguaggio, disturbi motori fino al decesso. Le patologie che portano a demenza e che prendono il nome di DISTURBI NEUROCOGNITIVI possono essere primari (o degenerativi), in cui si ha un'apoptosi programmata dei neuroni. Tra queste: - Morbo di Alzheimer (50-70%); - Demenze fronto-temporali (10%); - Corea di Huntington; - Parkinson-demenza; - Degenerazione cortico-basale. Vi sono poi dei disturbi cognitivi secondari che portano a demenza, come: - Demenza vascolare (10-30%); - Disturbi endocrini (ipotiroidismo, ecc.).

morbo di Addison, sindrome di Cushing, ecc);

Malattie infettivo-infiammatorie (AIDS-demenza complex, meningo-encefaliticroniche);

Idrocefalo normoteso:

Stati carenziali (B12, folati, tiamina);

Tossici (alcool, farmaci, metalli);

Miscellanea (traumi, sindrome paraneoplastica, insufficienza respiratoria o cardiaca).

Oltre che in primitive e secondarie, le cause di demenza (escludendo la pseudo-demenza depressiva) si distinguono in:

Reversibili (idrocefalo normoteso, tumori cerebrali, ipotiroidismo, deficit B12, HIV);

Irreversibili e non trattabili (Alzheimer, encefalopatia post-encefalica, post-traumatica o post-anossica, malattia di Creutzfeldt-Jacob e la demenza associata a S.L.A).

MALATTIA DI ALZHEIMER

La malattia di Alzheimer è la forma di demenza più comune, che esordisce soprattutto nei soggetti oltre i 65 anni di età, ma in alcuni casi vi possono essere esordi precoci. È caratterizzata da dimensioni più piccole del cervello che diventa atrofico,

per via della morte dei neuroni e conseguente perdita di sinapsi; aumenta il volume dei solchi tra i vari giri, i quali invece saranno ristretti a causa dell'atrofia. La malattia prende il nome dal neuropatologo e psichiatra tedesco Alzheimer che descrisse, insieme all'italiano Gaetano Perusini, il primo caso nei primi anni del 900 in una donna di 51 anni che manifestò deficit della memoria, delirio di persecuzione ed accessi inconsueti di gelosia, per cui si pensava che potesse avere una demenza fronto-temporale da mutazione C90ORF: in seguito all'ospedalizzazione la donna peggiorò sino alla perdita dell'orientamento spaziale, temporale e della cura di se stessa.

ASPETTI EPIDEMIOLOGICI DELLA DEMENZA DI ALZHEIMER

Nella popolazione over 64, i dementi conclamati rappresentano il 5-10% della popolazione: oltre gli 80 anni, 1 persona su 5 ha un disturbo neurocognitivo. Come già descritto, la demenza di Alzheimer è un disturbo cognitivo ad esordio

Lento percui non si arriva direttamente ad un quadro di demenza: questo perché ad una certa età, i soggetti possono andare incontro ad un indebolimento della memoria che viene meglio definito come Mild Cognitive Impairment (amnesico – disturbo cognitivo lieve), che è solitamente di entità maggiore rispetto a quella perdita di memoria attesa per l’età del soggetto. Tale disturbo interferisce lievemente con le normali attività del soggetto, il quale infatti sostiene con normalità le sue attività sociali e le relazioni interpersonali. L’osservazione a scopo diagnostico è fondamentale in quanto dopo circa 6 anni l’80% di MCI amnesici sviluppa il morbo di Alzheimer: proprio per questo motivo, i pazienti cui viene fatta diagnosi di MCI devono essere seguiti ogni 6 mesi.

Nel 75% dei pazienti la causa della malattia è sconosciuta;

Per il 25% si tratta di forme familiari, in cui la maggior parte ha

esordio tardivo(>65 anni). Queste forme possono essere dovute alla mutazione di 3 geni che sono il CR 21 (della proteina amiloide), Cr 14 (presenilinia 1) e CR1(presenilinia 2).✓ Soltanto l'1% delle forme è associato a sindrome di Down.

Dal punto di vista MACROSCOPICO, nella fase iniziale della malattia di Alzheimer si riscontra un'atrofia della corteccia di associazione (aree associative) frontale, parietale o sottotemporale, oltre che l'ippocampo che è sede della memoria; solo successivamente andranno incontro ad atrofia anche le aree motorie e sensitive primarie. La perdita di massa cerebrale (atrofia) di per sé non produce sempre deterioramento, ma il superamento di un valore soglia può esitare in demenza.

Dal punto di vista MICROSCOPICO, nella malattia di Alzheimer si riscontra una perdita di sinapsi, o meglio neuroni ancora vivi hanno meno contatti con gli altri neuroni compromettendo così la neurotrasmissione; a livello cellulare, inoltre,

si può notare l'accumulo di proteine patologiche (proteina beta amiloide) che vanno a formare le placche senili (formazioni extracellulari di fibrille insolubili della proteina amiloide) e sono in grado di esercitare un'attività neurotossica, così come la presenza di gomitoli neurofibrillari (ammassi di filamenti intraneuronali) costituiti invece dalla proteina tau (iperfosforilata) che vanno a stabilirsi a livello intracellulare, provocando la morte dei neuroni. FATTORI DI RISCHIO E PROTETTIVI DELLA MALATTIA DI ALZHEIMER Il rischio della malattia aumenta con: - Età; - Bassa scolarità (maggiori sono gli anni di studio, minore è la possibilità di sviluppare l'Alzheimer); Secondo alcuni studi, il rischio può essere ridotto con: - Consumo moderato di vino e caffè; - Attività fisica regolare (secondo alcune ricerche, pari a 72 isolati a settimana); - Buona genetica; - Protezione daiprincipali fattori di rischio cardiovascolari:
  • Mantenute relazioni sociali;
  • Alimentazione sana;
  • Terapia cognitiva;
  • Buona livello culturale e intellettuale.
SINTOMATOLOGIA CLINICA e DEFINIZIONE DI MEMORIA Senza dubbi, il campo cognitivo che risulta essere maggiormente alterato nella malattia di Alzheimer è quello relativo alla memoria. Questo è dovuto al fatto che i primi neuroni che vengono distrutti sono quelli della regione temporale basale che costituiscono i Nuclei del Meynert (pronuncia=mainer), ovvero neuroni che proiettano l'acetilcolina a tutta la corteccia cerebrale: è proprio la progressiva riduzione di acetilcolina disponibile che comporta il disturbo cognitivo in questi pazienti, i quali dunque manifesteranno deterioramento delle funzioni cognitive e del comportamento. La MEMORIA è la capacità del cervello di codificare, immagazzinare, elaborare e recuperare le informazioni. Esistono vari tipi di memoria e quella

La memoria più coinvolta nell'amalattia di Alzheimer è proprio la memoria episodica, ovvero quella relativa a tutti gli avvenimenti della nostra vita e che assicura l'identità e la continuità del sé, conservando la storia del soggetto. La memoria episodica viene distinta in memoria degli episodi recenti, principalmente coinvolta nel primo stadio della malattia, e la memoria degli episodi remoti che si manifesta invece man mano che la patologia si evolve. Negli stadi più avanzati si perde anche la memoria semantica, ovvero quella relativa alle conoscenze generali sul mondo (es. il prezzo di un oggetto o il presidente della Repubblica Italiana), oltre che i contenuti appresi a scuola e la memoria della procedura.

STADI DELLA MALATTIA

  1. STADIO LIEVE: si presenta con deficit della memoria episodica (eventi recenti), deficit delle funzioni esecutive, riduzione di interessi, apatia, disorientamento nello spazio, difficoltà di fronte ai problemi quotidiani e
  2. alterata capacità di giudizio. In fase iniziale, spesso, i pazienti vengono scambiati per depressi, percui viene data una terapia antidepressiva che sembra migliorare la memoria inizialmente, proprio perché la depressione sembra essere correlata allademenza.

    2. STADIO MODERATO: si manifesta con deficit della memoria episodica (eventi remoti), deficit della memoria semantica, immediata e procedurale; difficoltà nel riconoscere familiari e amici, difficoltà ad eseguire le attività quotidiane (mangiare, vestirsi e lavarsi), afasia, aprassia, agnosia, disturbi del comportamento e del sonno.

    3. STADIO GRAVE: il paziente ha una totale dipendenza dagli altri. Si manifestano segni piramidali ed extrapiramidali, crisi epilettiche, incontinenza sfinterica e, infine, il decesso (3-20 anni dopo la diagnosi, in media 8-10 anni).

    I D

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
32 pagine
1 download
SSD Scienze mediche MED/26 Neurologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher julia9809 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Neurologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Catanzaro - Magna Grecia o del prof Morelli Maurizio.