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SPOSTAMENTO DELLE CURVE DI RICAVO
Che cosa accade al ricavo quando varia l’output dell’impresa?
L’effetto è un movimento lungo le curve e dà luogo a uno spostamento della
curva di domanda.
In seguito alla variazione del prezzo al quale può essere venduto l’output, si
sposteranno anche le tre curve di ricavo.
Un aumento del ricavo è rappresentato da uno spostamento verticale verso
l’alto, e una sua riduzione da uno spostamento verso il basso.
MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO
Quanto output deve produrre un’impresa se vuole massimizzare i suoi
profitti?
Uniamo costi e ricavi per determinare l’output in corrispondenza del quale il
profitto è massimo, e troviamo anche a quanto ammonta tale profitto.
2 modi:
- Utilizzare le curve di costo e ricavo totale
- Utilizzare le curve di costo e di ricavo medio e marginale
DIVERSE FORME DI MERCATO
• Concorrenza perfetta
• Monopolio
• Concorrenza monopolistica
• Oligopolio: collusione vs. competizione
• Confronto tra le implicazioni delle diverse forme di mercato sul benessere
sociale
CRITERI DISTINTIVI DELLE DIVERSE FORME DI MERCATO
- Natura del prodotto
- Grado di libertà di entrata (o uscita) delle imprese nell’industria
- Grado di controllo sul prezzo da parte delle imprese
- Quantità di informazione detenuta da imprese e consumatori
- Mobilità dei fattori produttivi
CLASSIFICAZIONE DELLE FORME DI MERCATO
All’estremo del massimo grado di concorrenza c’è la concorrenza perfetta:
- Prodotto omogeneo
- Completa libertà di entrata-uscita
- Nessun grado di controllo da parte delle imprese sul prezzo: imprese price-
taker
- Perfetta informazione imprese e consumatori
- Perfetta mobilità dei fattori produttivi
All’estremo opposto c’è il monopolio:
- Presenza di barriere all’entrata
- Prodotto unico
- Massimo grado di controllo sul prezzo da parte del monopolista: impresa
price-maker
- Possibili vincoli di mobilità sui fattori produttivi
- Possibili imperfezioni informative
Situazioni intermedie sono date dalla:
- Concorrenza monopolistica
- Libertà di entrata
- Prodotto differenziato ma fortemente sostituibili l’uno all’altro, se non sostituti
perfetti
- Price maker (con profitti solo nel breve periodo)
- Oligopolio
- Barriere all’entrata
- Prodotto differenziato o omogeneo
- Price-maker
- Possibili limiti informativi
CONCORRENZA MONOPOLISTICA E L’OLIGOPOLIO
Mercato in concorrenza monopolistica: simile a un mercato perfettamente
concorrenziale, perché sono presenti numerose imprese e non ci sono barriere
all’entrata.
Differisce dalla concorrenza perfetta, perché i beni prodotti dalle singole
imprese sono differenziati, cioè ogni impresa è l’unica produttrice di una marca
del bene che differisce dagli altri per qualità e aspetto.
Il grado di potere monopolistico di un’impresa, dipende dalla sua capacità di
differenziare il proprio prodotto rispetto a quello dei concorrenti.
L’oligopolio: mercato di un piccolo numero di imprese, in cui l’accesso di nuovi
concorrenti è ostacolato da barriere all’entrata.
Il bene prodotto può essere differenziato o indifferenziato.
Nei settori oligopolistici, potere monopolistico e redditività delle imprese
dipendono dall’interazione: se è più cooperativa che competitiva, possono
determinare prezzi superiori al costo marginale e realizzare profitti elevati.
Affinché un mercato sia in concorrenza perfetta devono valere le
seguenti ipotesi:
- FRAZIONAMENTO DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA, piccoli acquirenti e
produttori incapaci di influire sul prezzo di mercato
- OMOGENEITÀ DI PRODOTTO, le imprese producono prodotti identici
- ASSENZA DI BARRIERE, non vi sono limiti all’entrata o all’uscita dal mercato
- NON PUÒ INFLUIRE SUL PREZZO DI MERCATO
- PERFETTA INFORMAZIONE, tutti sanno quello che fanno gli altri operatori
- PERFETTA MOBILITÀ DEI FATTORI PRODUTTIVI
MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO
Differenza fra ricavi di vendita e costi sostenuti dall’impresa.
Profitto Π = Ricavo totale - Costo totale
- Ricavo totale TR = P•q
- Costo totale TC = FC + VC
Quindi: Π = TR−TC
Ma prima…
• Ricavo totale RT = pq (ammontare ottenuto per unità venduta)
• Ricavo medio RME = RT/q (l’impresa vende la quantità prodotta allo stesso
prezzo, RM = p)
• Ricavo marginale RM = ΔRT/Δq (ricavo ottenuto dalla vendita di un’unita
aggiuntiva)
MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO USANDO COSTI E RICAVI
TOTALI
Usiamo le curve di costo e ricavo totale: Π = RT−CT
Il profitto è massimo dove è massima la differenza tra ricavo totale e costo
totale.
Il ricavo totale aumenta in proporzione all’output, perché in concorrenza
perfetta il prezzo è costante.
Il costo totale aumenta prima leggermente e poi rapidamente, quando
l’impianto viene utilizzato completamente e i costi marginali crescono.
Quindi il profitto totale in concorrenza perfetta tende a crescere e poi a
decrescere all’aumentare della produzione.
GRAFICO:
MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL BREVE PERIODO
La massima distanza tra due curve, si ottiene nel punto in cui le rette tangenti
alle curve di ricavo totale e costo marginale sono parallele.
La pendenza della retta del ricavo totale rappresenta il ricavo marginale (Rm).
La pendenza della curva del costo totale rappresenta il costo marginale (Cm).
Per l’impresa concorrenziale, il ricavo marginale = al prezzo di mercato.
Quindi, la massimizzazione del profitto in concorrenza perfetta, impone
l’eguaglianza tra prezzo di mercato e costo marginale: P = MC.
CON LE CURVE UNITARIE
Il profitto è massimizzato per il livello di output, Rm = Cm.
Se RM > Cm, il profitto aumenta all’aumentare della produzione.
Se RM < Cm, aumenta al diminuire della produzione.
GRAFICO:
Il profitto positivo in un’impresa perfettamente concorrenziale
GRAFICO:
Perdite subite in un’impresa concorrenziale
GRAFICO:
Sospendere momentaneamente la produzione
Accade se: RT < CV
Se dividiamo entrambi i membri per Q, otteniamo: (RT/Q) < (CV/Q)
Si ricorda però che: (RT/Q) = RM = P e (CV/Q) = CMeV
Quindi si avrà una sospensione se: P < CMeV - livello di chiusura
GRAFICO:
Nel breve periodo, i costi fissi vengono sostenuti anche se l’impresa non
produce, perché essa continuerà a produrre fin quando è in grado di coprire
almeno i suoi costi variabili.
Se non può, dovrà chiudere: la curva CME sta al di sopra di RME.
CURVA DI CM = CURVA DI OFFERTA
Quando il prezzo è P1, l’impresa produce una quantità Q1, per la quale CM
eguaglia il prezzo.
Se il prezzo aumenta a P2, l’impresa si trova con un ricavo marginale più
elevato del costo marginale.
La nuova quantità è Q2, per la quale il costo marginale = prezzo.
Quindi la curva di CM determina la quantità di offerta dell’impresa in
concorrenza perfetta per ogni livello di prezzo.
Curva d’offerta = curva Cm
Identifica l’output più profittevole per ogni possibile prezzo.
Livello di chiusura: livello minimo del costo variabile medio, al di sotto del quale
all’impresa conviene cessare l’attività.
La curva di offerta dell’impresa di breve periodo corrisponde al tratto
crescente della curva del costo marginale
GRAFICO:
Le risposte dell’impresa a variazioni del prezzo degli input
- Il CM si sposta
- L’impresa aggiusta la produzione e quindi CM = RM
- La quantità prodotta si riduce
GRAFICO:
CURVA DI OFFERTA DI MERCATO DI BREVE PERIODO
È = alla somma delle quantità offerte da tutte le imprese sul mercato.
È = alla somma orizzontale delle curve di offerta di ciascuna impresa.
GRAFICO:
EQUILIBRIO DI MERCATO E DI IMPRESA DI BREVE PERIODO IN
CP
La quantità domandata eguaglia la quantità offerta.
Dall’intersezione delle curve di domanda e offerta, scaturisce il prezzo di
mercato, che determina la curva di domanda alla quale fare riferimento.
GRAFICO:
EQUILIBRIO DI CONCORRENZA PERFETTA DI LUNGO PERIODO
Se le imprese ottengono extraprofitti, nuove imprese saranno attirate
nell’industria.
Alle imprese già operative potrebbe convenire aumentare la produzione.
Entrata di nuove imprese o espansione di imprese esistenti, è un aumento
dell’offerta dell’industria, la sua curva si sposterà verso destra in seguito
all’entrata di nuove imprese.
L’offerta continuerà ad aumentare e il prezzo a diminuire, finché le imprese non
otterranno soltanto profitti normali:
- qL, output di equilibrio di lungo periodo della singola impresa
- pL, prezzo di equilibrio di lungo periodo
GRAFICO:
L’equilibrio di lungo periodo soddisfa la condizione: CMELP = CMEBP = CMG =
RMG = RME
Nel lungo periodo tutti i costi sono variabili, quindi se l’impresa non può coprire
i suoi costi, chiuderà.
Il punto di chiusura si troverà dove la curva RME è tangente alla curva CMELP.
GRAFICO:
PROFITTO ECONOMICO NULLO
Un’impresa intraprende un’attività nell’aspettativa di trarne un rendimento.
Se realizza un profitto economico nullo, vuol dire che riceve un rendimento
normale da quell’investimento, il quale corrisponde al costo opportunità.
Invece, se realizza un profitto economico negativo, dovrebbe prendere in
considerazione l’ipotesi di cessare la produzione.
In regime di concorrenza perfetta, il profitto economico delle imprese tende a
zero nel lungo periodo.
CURVA DI OFFERTA DI MERCATO NEL LUNGO PERIODO
L’espansione o la contrazione di un settore può influenzare il costo al quale le
imprese pagano gli input produttivi.
Se il prezzo rimane costante al variare dell’output, si opera a costi costanti e la
curva di offerta di lungo periodo sarà costante.
Se il prezzo varia al variare dell’output, con costi crescenti, la curva di offerta di
lungo periodo è inclinata positivamente; invece costi decrescenti, è inclinata
negativamente.
IN UN SETTORE A COSTI COSTANTI
Ipotizziamo che il settore sia inizialmente in equilibrio, e il punto di equilibrio A,
giace anche sulla curva di offerta di lungo periodo Olp.
Per ricavare gli altri punti della curva di offerta di lungo periodo, supponiamo
che la domanda di mercato aumenti.
Il